29 Settembre
Mattarella scopre il deficit. Salvini: stia tranquillo il Presidente
Il Presidente della Repubblica interviene sull'equilibrio della finanza pubblica e richiama l'articolo 97 della Costituzione. Secca risposta del leader della Lega. Storia del deficit (degli altri), il punto sui mercati, lo spread (che non morde) e la prossima prova per il governo: il rating di Moody's
Fallito l'aggancio della navicella Tria, il Presidente della Repubblica dice la sua sui conti pubblici e fa calare nell'arena del dibattito politico un elemento che non era ancora comparso sulla scena: "La Costituzione chiede equilibrio di bilancio". Mattarella fa riferimento all'articolo 97 della Costituzione in un intervento sull'iniziativa "Viaggio in bicicletta intorno ai 70 anni della Costituzione italiana":
Questo è il suo testo che rappresenta la base e la garanzia della nostra libertà, della nostra democrazia.
Detta le regole della nostra convivenza e indica i criteri per i comportamenti e le decisioni importanti, come quelle da assumere in questi giorni.
La Costituzione italiana – la nostra Costituzione – all’articolo 97 dispone che occorre assicurare l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico. Questo per tutelare i risparmi dei nostri concittadini, le risorse per le famiglie e per le imprese, per difendere le pensioni, per rendere possibili interventi sociali concreti ed efficaci.
Avere conti pubblici solidi e in ordine è una condizione indispensabile di sicurezza sociale, soprattutto per i giovani e per il loro futuro.
L'articolo 97 della Costituzione richiamato da Mattarella recita:
Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico.
I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione.
Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.
Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.
A questa lettura, va associata quella dell'articolo 81 della Costituzione, eccolo:
Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.
Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti...
Fallito l'aggancio della navicella Tria, il Presidente della Repubblica dice la sua sui conti pubblici e fa calare nell'arena del dibattito politico un elemento che non era ancora comparso sulla scena: "La Costituzione chiede equilibrio di bilancio". Mattarella fa riferimento all'articolo 97 della Costituzione in un intervento sull'iniziativa "Viaggio in bicicletta intorno ai 70 anni della Costituzione italiana":
Questo è il suo testo che rappresenta la base e la garanzia della nostra libertà, della nostra democrazia.
Detta le regole della nostra convivenza e indica i criteri per i comportamenti e le decisioni importanti, come quelle da assumere in questi giorni.
La Costituzione italiana – la nostra Costituzione – all’articolo 97 dispone che occorre assicurare l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico. Questo per tutelare i risparmi dei nostri concittadini, le risorse per le famiglie e per le imprese, per difendere le pensioni, per rendere possibili interventi sociali concreti ed efficaci.
Avere conti pubblici solidi e in ordine è una condizione indispensabile di sicurezza sociale, soprattutto per i giovani e per il loro futuro.
L'articolo 97 della Costituzione richiamato da Mattarella recita:
Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico.
I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione.
Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.
Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.
A questa lettura, va associata quella dell'articolo 81 della Costituzione, eccolo:
Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.
Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.
Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.
Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.
L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l'equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale.
Il Quirinale fa un intervento in punta di diritto che ha un sotto testo politico potenzialmente dirompente. E infatti...
01
Salvini: stia tranquillo il Presidente
La risposta del leader della Lega è arrivata subito, d'altronde era impossibile di fronte a un intervento così mirato, con tanto di citazione dell'articolo 97 della Costituzione, non un vago riferimento, osservare il silenzio: "Stia tranquillo il Presidente, dopo anni di manovre economiche imposte dall'Europa che hanno fatto esplodere il debito pubblico (giunto ai suoi massimi storici) finalmente si cambia rotta e si scommette sul futuro e sulla crescita. Prima gli Italiani, dalle parole ai fatti! La Costituzione impedisce forse di cambiare la legge Fornero, di ridurre le tasse alle Partite Iva e alle imprese, di aumentare le pensioni di invalidità, di assumere migliaia di poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco e di aiutare i giovani a trovare un lavoro? Non mi pare". Come si chiama tutto questo nel gergo politico? Scontro istituzionale. Non è ancora al massimo dell'intensità, ma è già tanto rumoroso da essere un titolo d'apertura.
***
Il deficit del governo giallo-verde non è un evento eccezionale sul piano contabile - lo è sul piano politico, nel suo significato, come vedremo tra qualche riga - e un ripassino veloce della storia della finanza pubblica italiana può essere utile per dare un contesto puntuale sullo scontro in atto. Parlano i numeri.
02
Breve storia del rapporto deficit-pil (e del debito)
L'esternazione di Mattarella arriva in un contesto rovente e nel governo si fa notare che questo principio espresso nella Costituzione non si è fatto valere nei confronti di altre maggioranze che hanno prodotto ugualmente deficit. Guardate questo grafico di Mazziero Research sulla storia del rapporto deficit-pil:
Quanto all'altro elemento di stabilità finanziaria, il debito pubblico, ecco l'evoluzione dal luglio 2017 a oggi:
Il debito pubblico a luglio - come anticipato da List su stime perfette di Mazziero Research - ha toccato il record storico. La domanda che circola negli ambienti della maggioranza è la seguente: come mai il Quirinale non è intervenuto prima? Sta avvisando che quando arriverà il momento non firmerà la manovra? Politicamente è un fiammifero che sfolgora di fronte a un barilotto di dinamite.
***
Siamo alla quarta sortita del Presidente della Repubblica sui temi economici dal 4 marzo a oggi. E le tre precedenti non sono andate benissimo. Vediamole.
03
Savona, Cottarelli, Tria
I critici del deficit puntano il dito sul ministro dell'Economia, Giovanni Tria, per aver ceduto alle decisioni di Di Maio e Salvini, ma in realtà il soggetto al quale rivolgere delle domande è proprio il Quirinale. Il Presidente della Repubblica non ha mai smentito le cronache dei giornali che raccontavano dell'asse con Tria, dell'azione di suggerimento fatta durante la trattativa sui conti. Il Sole 24Ore ha addirittura riportato il dettaglio non proprio irrilevante di una telefonata del Quirinale a Tria dove si pregava il ministro dell'Economia di restare al suo posto nonostante la sconfitta sul deficit. Sono almeno tre gli episodi in cui il Quirinale ha mostrato una insufficiente visione dello scenario: 1. quando ha detto no a Savona per il ministero dell'Economia provocando una crisi nella crisi di non-governo; 2. quando ha tentato il varo di un governo tecnico (Cottarelli) e i mercati hanno detto no grazie; 3. quando ha condotto Tria a operare in senso contrario rispetto al programma di governo fino alla sconfitta in consiglio dei ministri. Questi tre casi mostrano un problema di comprensione del voto del 4 marzo e delle forze di base (prima di tutto il movimentismo del corpo elettorale e poi la coesione tra i partiti della maggioranza) che lo hanno mosso e continuano ad alimentarlo. Stamattina sui giornali, in coro, c'è il sospiro della "preoccupazione del Quirinale". Interessante, ma dovrebbe forse cominciare una riflessione sulla visione, il metodo, il modo con cui ci si confronta con la realtà del voto. Al Quirinale c'è un deficit di analisi politica.
***
Le ultime 48 ore in cronaca sono destinate a diventare un capitolo signiticativo di storia politica italiana. La storia emerge a strappi, balzi, rotture e discontinuità. Riannodiamo i fili di questo racconto.
04
Il deficit e il governo politico
La maggioranza Cinque Stelle-Lega ha serrato le fila e tirato dritto: deficit al 2.4 per cento per 3 anni. Si tratta di una scelta radicale rispetto alla rotta concordata dal precedente governo con l'Unione europea. Tutti i governi hanno lavorato in deficit, spesso anche superiori a quello giallo-verde, ciò che è differente rispetto al passato è il cambio netto di direzione politica, di filosofia di governo. L'esecutivo di Giuseppe Conte non dice all'Europa "andiamo nella vostra direzione", "condividiamo la vostra impostazione", ma dice "siamo pronti al negoziato", "siamo per un bilancio sotto controllo", "vogliamo la riduzione del debito", "ma la facciamo attraverso la crescita" e "non condividiamo i vostri strumenti", e "non c'è solo una politica economica possibile". Questa maggioranza abbatte il totem e il tabù dell'austerità, mette la parola fine su un'epoca e ne apre un'altra. Chi dice che sarà un fallimento - può darsi, ma dirlo prima è esercizio filosofico non economico - non tiene conto del fatto che dietro c'è una robusta scuola di pensiero economico che pensa che le regole di Maastricht siano una camicia di forza che non tiene conto della realtà. Una scuola che a Bruxelles non è certo popolare, ma all'esterno del club istituzionale e fuori dalla torre di Francoforte (sede della Bce) ha dalla sua parte 5 premi Nobel per l'economia (Friedman, Mirrless, Pissarides, Stiglitz, Krugman, Sen) che ne criticano l'architettura e l'efficacia. Nel governo questa corrente di pensiero economico è rappresentata da Paolo Savona. La decisione del Consiglio dei ministri è la logica conseguenza del documento (pubblicato da List) che Savona ha inviato qualche giorno al Presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e al Presidente della Repubblica Mattarella. Probabilmente nessuno dei due lo ha letto. Se l'avessero fatto, avrebbero capito che la partita politica con il governo non si gioca con le vecchie regole. La notte del 27 settembre in Consiglio dei ministri è caduto un altro muro: quello di Bruxelles.
05
La prudenza di Bruxelles
Il governo italiano ha fatto una scelta radicale rispetto alla rotta concordata dal precedente esecutivo con l'Unione europea. A Bruxelles si sono ritrovati di fronte al risultato del 4 marzo, hanno pensato a una cosa addomesticabile con i messaggi, le minacce, i moniti. Tutto sbagliato. È arrivata nella notte di giovedì un'altra rupture. È l'applicazione dello schema democratico, di una disarmante semplicità: maggioranza politica, governo politico, decisione politica. La Commissione Ue ha davanti un soggetto totalmente nuovo con il quale non valgono le regole di ingaggio usate finora con l'Italia. Non a caso da Bruxelles ieri sono arrivati o silenzi o parole molto prudenti. Perfino il loquace e sempre tagliente Pierre Moscovici, commissario Ue all'Economia, ha usato toni da negoziato costruttivo. La reazione brussellese è il segnale che la svolta italiana è profonda, temuta, incompresa, osservata come un memento per il futuro (elezioni europee di maggio 2019), un tema che non svanisce con uno slogan europeista o una minaccia di procedura d'infrazione. Sta emergendo la debolezza di una commissione in scadenza, il deficit politico dell'Unione, l'ombra di un Big Bang nel voto europeo.
06
Lady Spread non morde
Per ora l'indicatore dello spread ha detto una cosa chiara: la stabilità politica interna viene prima di tutto. Ieri il differenziale tra Btp e Bund si è fermato a 267 punti base:
Osservate l'andamento della curva:
Alla fine si può dire che sul fronte dello spread c'è stata una tenuta. Un fattore molto importante è che anche con uno spread dei Btp a 10 anni che ha viaggiato verso i 270 punti base, lo spread dei titoli a 2 anni sia rimasto molto al di sotto dei livelli di maggio. Tutto questo significa che il mercato era:
- Preparato, nel senso che il travaso da esteri a domestici c’era già stato, come evidente dai dati di Banca d’Italia, e quindi chi non voleva Btp in portafoglio li aveva già scaricati. Chi li ha oggi registra una perdita (ovvero soffre l’equity delle banche italiane) ma non “deve” affatto vendere;
- Non era preparato alla lettura di un Tria non tecnico, ma ministro di un governo politico e dunque alla fine allineato. Il mercato si era “dimenticato” che Tria non ha fatto campagna elettorale, ma è "stato portato dentro" dalla maggioranza. Tria non è un elemento capace di cambiare la decisione politica;
- Da questo momento in poi il focus del mercato sarà sui dettagli delle misure, sulle assunzioni di crescita (il denominatore dell’equazione del debito) e sulla mossa di Moody's sul rating.
- L'esternazione di Mattarella è un elemento di tensione di cui potremo valutare il peso con l'apertura dei mercati lunedì. Per ora è un fatto politico, sarà la Borsa a dargli un prezzo.
***
La prossima mossa sulla scacchiera si farà in America, a casa di Moody's.
07
La vera battaglia. Il rating. Moody's
Questo è il prossimo passaggio chiave della storia che in pieno svolgimento. Moody's ha deciso di aspettare ottobre per dare il suo giudizio sul rating dell'Italia. Se procede con il downgrade, apre il caos nell'Eurozona, se l'agenzia di rating sceglie di valutare i provvedimenti nel corso del tempo, la decisione probabile sarà quella di un oulook negativo lasciando il rating invariato. L'appuntamento con Moody's è la classica strada che si biforca. Il rating determina la qualità del nostro debito. Guardate questa tabella dei rating dati all'Italia elaborata da Mazziero Research:
Il rating speculativo ci è stato assegnato dall'agenzia cinese Dagong, ma il suo effetto sul mercato è del tutto insignificante. Le altre agenzie finora hanno tenuto l'Italia sopra la linea di galleggiamento. Fitch qualche giorno fa ha espresso un outlook negativo ma ha confermato il rating. Un giudizio attendista. Quello di Moody's arriva dopo una serie di stop and go singolari. Come fa notare Mazziero Research nella sua analisi:
Il 25 maggio Moody’s poneva sotto Osservazione il rating italiano per un possibile declassamento: una mossa a sorpresa che giungeva proprio alla vigilia di un tormentato fine settimana in cui Movimento 5 Stelle e Lega erano alle battute finali per la presentazione al Presidente della Repubblica di un Governo guidato dal Premier in-pectore Conte. Tutto accadeva in quel fine settimana, non tanto per la decisione di Moody’s, ma per il diniego del Presidente Mattarella alla nomina di Savona come Ministro dell’Economia. A quel punto, Conte lasciava l’incarico e il Presidente della Repubblica convocava Cottarelli in Quirinale per il lunedì successivo. Al pensiero di quei momenti concitati, andrebbe forse valutata la mossa di Moody’s che, forse adottata per un eccesso di zelo, si presentava tanto inutile quanto improvvida".
Qui abbiamo un elemento importante nell'evoluzione della vicenda sul piano del rating. Il no del Quirinale sul nome del ministro dell'Economia si incrocia con la crisi di non-governo. Ecco cosa accadde allo spread in quel momento:
Moody's fa la sua mossa il 25 maggio, il Quirinale dice no a Savona la notte di venerdì 27 maggio, il mercato riapre lunedì 29 e fa partire a razzo lo spread mentre il Quirinale apparecchia un governo tecnico con Carlo Cottarelli che arriva al Colle munito di zainetto nero. E là resta. In quel momento lo spread tra Btp e Bund sfiora i 300 punti base. Lo shock politico accelera la fase di incertezza che si scarica sui titoli di Stato. Moody's nel frattempo aveva avviato preventivamente il suo percorso. Come fa notare Mazziero Research si tratta di una mossa curiosa:
Inutile in quanto Moody’s già da tempo aveva assegnato un outlook negativo e solitamente tali outlook determinano nel medio termine (dai tre ai sei mesi) un declassamento del rating; invece la valutazione negativa era ormai dormiente da oltre un anno e mezzo (7 dicembre 2016). Al tempo stesso non era necessaria la dichiarazione di porre sotto osservazione alcunché, proprio in virtù del fatto che l’outlook era già stato posto in negativo. Anche la tempestività poteva dare adito a qualche interrogativo, visto che lo spread BTP-Bund era in salita ormai da un mese. La decisione era altresì improvvida in quanto poteva scatenare una reazione nei mercati il lunedì successivo, proprio in un passaggio delicato della formazione del Governo e quindi indurre spiacevoli interferenze. Ancor più grave è l’intera vicenda se la guardiamo al giorno d’oggi, visto che Moody’s non solo non ha dato seguito al possibile declassamento del rating entro i canonici tre mesi (25 agosto), ma non ha neanche provveduto ad esprimere un giudizio nella scadenza già calendarizzata al 7 settembre, rimandandola alla presentazione della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza.
Una serie di decisioni - e rinvii di decisioni - alla fine conduce al fatto che da quello che alla fine decreterà Moody's dipende un pezzo del futuro dell'Eurozona. Un declassamento del rating italiano sarebbe devastante non solo per il paese, ma per l'intera stabilità dell'Unione. Questa è la vera partita: non quella dello spread su una situazione per ora pienamente gestibile né quella di un confronto serrato con l'Unione europea sui parametri di bilancio, ma quella del rating al quale sono agganciati automatismi d'acquisto e vendita di titoli pubblici e la stessa politica della Bce in materia.
08
Accelerare sugli investimenti
L'elemento chiave per mantenere questa situazione stabile e non correre il rischio di un attacco speculativo è quella di presentare rapidamente un Def chiaro in tutti i suoi punti, comunicarlo alle istituzioni finanziarie (attendono alla finestra) e velocizzare l'azione sulla parte dedicata agli investimenti. Il premier Giuseppe Conte ha detto che sono programmati 15 miliardi di investimenti e che la cabina di regia sarà a Palazzo Chigi. Bene, riunisca subito il gruppo di lavoro, chiami gli investitori pubblici e privati e comunichi al mercato il piano di crescita. Come dice sempre Gordon Gekko: "È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione".
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4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.