17 Luglio
Miracoli e realtà della corsa pazza
America 2024 dopo l'attentato. Trump: "Non dovrei essere qui". Ma c'è e per vincere. Biden resta in pista, panico tra i democratici. Gli investitori della Silicon Valley appoggiano The Donald, un tempo erano quasi tutti democratici. L'Unione europea dei sonnambuli, tutto come prima più di prima
L'uomo del destino, quello che il padre del marxismo russo, Georgi Plekhanov, definiva come la «funzione della personalità nella storia», è uno dei pezzi sulla scacchiera del tempo. Donald Trump è tra questi, è una forza che curva lo spazio politico, innesca eventi, li frena, ne cambia la direzione, li accelera o fa sparire. Quando nel 2016 comparve sulla scena, improvvisamente, List ne catturò l’importanza sul piano dell’immaginario del Grande Paese, l’America.
01
Trump: «Non dovrei essere qui». Ma c’è e per vincere
Eletto nel 2016 nella generale sorpresa del bel mondo che la sa lunga, battuto in condizioni eccezionali e irripetibili nel 2020, Trump è il favorito nelle elezioni del 2024. I suoi avversari lo avevano catalogato nella sezione «meteore», non avevano compreso il fenomeno di lunga durata, non avevano visto la comparsa della «funzione della personalità nella storia». Trump è rimasto sulla scena, anche a dispetto di se stesso, dei suoi eccessi, del suo essere sopra e sotto, alto e basso. The Donald è sfuggito al meccanicismo degli ingegneri della politica, sfiorato dalla morte in Pennsylvania è arrivato alla Convention repubblicana di Milwaukee con il tocco dell’invincibile, miracolato e pronto a combattere. Poche immagini nella storia racchiudono un istante decisivo come la foto di Trump in piedi, sanguinante, circondato dagli agenti del Secret Service, il pugno chiuso e tre parole: «Fight! Fight! Fight!».
Donald Trump subito dopo l'attentato in Pennsylvania (Foto: Epa).«Non dovrei essere qui», ha detto Trump in Wisconsin. Bastavano pochi millimetri e sarebbe stato un funerale, un’altra storia, forse un’altra guerra civile americana. Ha girato la testa verso destra, un po’ più in alto, un millisecondo e il proiettile che doveva entrare nel cranio gli ha tagliato l’orecchio, un colpo di lama invisibile, una mano satanica che diventa l’ala di un angelo. Il miracolo. ...
L'uomo del destino, quello che il padre del marxismo russo, Georgi Plekhanov, definiva come la «funzione della personalità nella storia», è uno dei pezzi sulla scacchiera del tempo. Donald Trump è tra questi, è una forza che curva lo spazio politico, innesca eventi, li frena, ne cambia la direzione, li accelera o fa sparire. Quando nel 2016 comparve sulla scena, improvvisamente, List ne catturò l’importanza sul piano dell’immaginario del Grande Paese, l’America.
01
Trump: «Non dovrei essere qui». Ma c’è e per vincere
Eletto nel 2016 nella generale sorpresa del bel mondo che la sa lunga, battuto in condizioni eccezionali e irripetibili nel 2020, Trump è il favorito nelle elezioni del 2024. I suoi avversari lo avevano catalogato nella sezione «meteore», non avevano compreso il fenomeno di lunga durata, non avevano visto la comparsa della «funzione della personalità nella storia». Trump è rimasto sulla scena, anche a dispetto di se stesso, dei suoi eccessi, del suo essere sopra e sotto, alto e basso. The Donald è sfuggito al meccanicismo degli ingegneri della politica, sfiorato dalla morte in Pennsylvania è arrivato alla Convention repubblicana di Milwaukee con il tocco dell’invincibile, miracolato e pronto a combattere. Poche immagini nella storia racchiudono un istante decisivo come la foto di Trump in piedi, sanguinante, circondato dagli agenti del Secret Service, il pugno chiuso e tre parole: «Fight! Fight! Fight!».
Donald Trump subito dopo l'attentato in Pennsylvania (Foto: Epa).«Non dovrei essere qui», ha detto Trump in Wisconsin. Bastavano pochi millimetri e sarebbe stato un funerale, un’altra storia, forse un’altra guerra civile americana. Ha girato la testa verso destra, un po’ più in alto, un millisecondo e il proiettile che doveva entrare nel cranio gli ha tagliato l’orecchio, un colpo di lama invisibile, una mano satanica che diventa l’ala di un angelo. Il miracolo.
«La cosa più incredibile è che non solo mi sono girato, ma mi sono girato al momento giusto e nella giusta misura», ha detto Trump ieri a bordo del suo Boeing 757 mentre si recava a Milwaukee. «Se mi giro solo a metà, colpisce la parte posteriore del cervello. Nell’altro modo, passa attraverso il cranio. E poiché il cartello era alto, stavo guardando in alto. Le possibilità di fare una svolta perfetta sono probabilmente un decimo dell'1%, quindi non dovrei essere qui».
È salito sul palco della Convention con una benda all'orecchio, il segno della battaglia che anche dopo l’attentato non è mai finita. «Volevo continuare a parlare, volevo continuare a parlare, ma mi hanno appena sparato», ha detto Trump. Lo sparo, la traccia della saetta, la fine a un millisecondo, il nuovo inizio. Tutto è cambiato? «Sì», risponde Trump.
02
Sottosopra alla Silicon Valley: appoggia Donald
I grandi nomi della tecnologia sostengono Donald Trump, Elon Musk verserà 45 milioni di dollari al mese alla campagna di Trump, l’ex venture capitalist JD Vance è stato scelto come vicepresidente, sono elementi che mettono le ali agli investitori della Silicon Valley, un vero e proprio cambiamento culturale, visto che la linea politica prevalente nel mondo hi-tech è quella liberale. Ma gli imprenditori sono delusi dalle politiche sull’innovazione dell’amministrazione Biden, lla regolamentazione dell'intelligenza artificiale e il giro di vite sulle acquisizioni da parte delle big tech sono state accolte da dure critiche. Dulcis in fundo, il disastroso dibattito di Biden con Trump, che ha convinto gli imprenditori a dare fiducia a Donald.
Elon Musk, fondatore di Tesla e Space X (Foto: Zuma).Musk donerà circa 45 milioni di dollari al mese a un super comitato trumpiano chiamato America PAC che ha ricevuto anche il sostegno di alcuni soci di Musk, tra cui l'investitore tecnologico Joe Lonsdale, Antonio Gracias, ex direttore di Tesla e attuale membro del consiglio di amministrazione di SpaceX, l'investitore Kenneth Howery e i soci di Sequoia Capital Shaun Maguire e Doug Leone.
Tra i sostenitori della campagna di Trump, anche due nomi importanti del mondo del venture capital, Marc Andreessen e Ben Horowitz. Pensano che Trump farà meglio di Biden nel sostenere le startup, la Casa Bianca ha penalizzato il settore «Little Tech» e consolidato il potere dei titani della Silicon Valley. Andreessen nel 2016 appoggiò Hillary Clinton. Martedì scorso Musk ha dichiarato di voler trasferire la sede di due delle sue aziende, X e SpaceX, in Texas a causa di una nuova legge nello Stato in cui attualmente risiedono, la California, che impedisce alle scuole di obbligare gli insegnanti a informare le famiglie se gli studenti cambiano identità di genere. Secondo il Wall Street Journal un ruolo chiave lo gioca un gruppo di investitori, noto come «PayPal Mafia», che fondò la società di pagamenti digitali all’inizio degli anni Duemila. Tra questi figurano Musk, David Sacks e Peter Thiel, una delle eminenze grigie della Silicon Valley, l’uomo con il quale è partita l’avventura imprenditoriale di JD Vance, oggi candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti con Trump.
03
Biden, più lo tiri giù e più si tira su (nel vuoto)
Lascia la corsa? Joe Biden giura di no, i dem non sanno come metterlo da parte (Foto: Epa).Che fa Joe Biden? Corre. Contro Trump e contro i suoi «amici» del Partito democratico che lo vogliono disarcionare. Non si dimetterà, l’attentato a Trump in qualche modo ne favorisce la permanenza nella campagna presidenziale. Più passano i giorni e meno probabile è un suo defenestramento. Continua a dare interviste. E non sono rassicuranti, qualche giorno fa ha detto: «Nel 2020, quando Barack mi chiese di diventare vicepresidente...». Tutto bene, solo che fu vice di Obama dal dal 2009 al 2017. I ripetuti «buchi» di memoria, gli errori dei nomi, i salti cronologici, non sono normali lapsus, sono un problema di decadimento mentale. Dopo aver detto - prima dell’attentato - che «è giunta l’ora di mettere Trump nel mirino», si è scusato, spiegando che era un modo per dire che bisogna concentrarsi su The Donald. Biden è in questa fase: più i democratici cercano di tirarlo giù, più lui si ostina a stare su. Cacciarlo? Possibile, ma improbabile, i delegati alla Convention democratica dovrebbero votare un altro candidato, sarebbe uno shock nella storia del partito.
04
L’Europa va con il pilota automatico. Non si sa dove
Nulla cambia invece in Europa. Roberta Metsola è stata eletta presidente del Parlamento europeo, Ursula von der Leyen punta al bis alla guida della Commissione, si vota domani. Ma... c’è un imprevisto, forse non sufficiente per ribaltare l’esito, ma in ogni caso fastidioso, un sassolino nell’ingranaggio della macchina di Bruxelles.
Tenta il bis. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue (Foto: Epa).Succede che la Corte di giustizia europea ha accolto il ricorso di vari cittadini ed eurodeputati dei Verdi contro il rifiuto alla richiesta presentata nel 2021 di avere accesso ai documenti relativi ai contratti per l'acquisto di vaccini contro il Covid 19, stipulati tra la Commissione Ue e diverse aziende farmaceutiche. Secondo il tribunale l’esecutivo comunitario non ha concesso al pubblico un accesso sufficientemente ampio ai contratti e l'infrazione riguarda in particolare le clausole di indennizzo e le dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri della squadra negoziale per l'acquisto dei vaccini. Secondo «Politico» Ursula ha un problema in vista del voto di domani. Vedremo.
05
Tecnologia, l’Unione regola tutto. Gli altri fanno il futuro
Gli altri fanno, l’Unione europea discute, regola, produce montagne di carta. Lo fa in quasi tutti i settori dell’innovazione. Sull’Intelligenza Artificiale l’attivismo è grande, nobile, ma il risultato è che Stati Uniti, Cina, Russia, India, sviluppano la tecnologia e la colta, saggia, riflessiva Europa resta con il cerino in mano. Un esempio concreto dalla lettura del Financial Times: «Fei-Fei Li, leader dell'intelligenza artificiale dell'Università di Stanford, ha costruito in sordina una start-up da un miliardo di dollari in soli quattro mesi, unendosi alla feroce corsa dell'industria tecnologica per la commercializzazione della tecnologia. Li, scienziata informatica soprannominata la “madrina dell'intelligenza artificiale”, ha creato una società chiamata World Labs in aprile».
Valutazione della start-up? Un miliardo di dollari, per iniziare. Sempre dal Ft: «Secondo PitchBook, solo negli ultimi tre mesi gli investitori hanno investito più di 27 miliardi di dollari nelle start-up statunitensi di IA. Questo rappresenta circa la metà di tutti i finanziamenti alle start-up in quel periodo». L’Europa è una bella addormentata che vuole regolare le invenzioni degli altri. Non c’è modo più veloce e sicuro di perdere la guerra tecnologica.
06
Israele, il Comune di Udine dà un calcio alla verità
Cose dell’altro mondo che succedono in Italia: il Comune di Udine ha detto no alla richiesta di patrocinio arrivata dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, per la partita di calcio Italia-Israele in programma allo stadio Friuli il 14 ottobre nell'ambito della Nations League. Per quale ragione? «La scelta di patrocinare la partita sarebbe stata divisiva, essendo Israele uno Stato in guerra». In guerra perché aggredito dai tagliagole di Hamas, ma questo è un dettaglio che al Comune di Udine non vedono. Così hanno dato un calcio alla verità.
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9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
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10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.