9 Aprile

Missione (im)possibile. Cambiare le teste nell'università

I filosofi non scrivevano articoli o libri standard da spedire in pdf al Miur, ma grandi opere, tra un viaggio e l'altro, in mezzo alla vita concreta. Un'esplorazione di Daniela Coli nell'accademia fuori dalla realtà.

di Daniela Coli

Perché accademici, intellettuali, giornalisti à la page non riescono a capire come sia potuto accadere che gli elettori italiani abbiano votato per partiti "incompetenti" come il M5S e la Lega di Salvini? E perché il Pd, l'evoluzione del Pci e della sinistra, che aveva addirittura l'egemonia culturale, il soft power, ha perso?

L'università è la fonte principale della conoscenza, indispensabile per la ricchezza delle nazioni. Francesco Grillo sul Corriere ha osservato che anche Oxford e le grandi università americane, alle quali certo non somigliano le nostre università, sono in crisi, perché non riescono a comprendere come gli Stati Uniti stiano tentando di dissolvere un ordine globale da loro stessi inventato. Ancora più surreale la situazione della nostra università, spezzata dal Miur in una federazione di piccoli poteri con la creazione di ben 367 settori scientifici disciplinari, con procedure burocratiche gestite da un'agenzia come l'Anvur per la valutazione e la selezione di ricercatori e docenti.

L'università è la fonte principale della conoscenza, indispensabile per la ricchezza delle nazioni.

Nonostante la grande produzione di articoli e libri, negli studi politici italiani sono assenti da decenni riflessioni e sintesi teoriche sulla politica, il potere, la società. Lo sosteneva nel 1989 Leonardo Morlino in un rapporto scritto per la Fondazione Agnelli, intitolato Teoria e macropolitica dedicato allo stato della ricerca politologica in Italia. Se diamo una sguardo alla Filosofia politica, ci rendiamo conto che gran parte dei temi sono importati dal Regno Unito e soprattutto dagli Stati Uniti: da una parte lo studio delle teorie liberali e democratiche, fino all'utilitarismo e al repubblicanesimo, dall'altro la ricerca sulle diverse posizioni multiculturali, le riflessioni su potere e biopolitica, gli studi di genere e le analisi sul pensiero postcoloniale. Paradossalmente, anche negli altri settori, mentre abbondano ricerche sulla democrazia, sui partiti, sul populismo, mancano categorie...


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