26 Giugno
Montagne Rosse
FormulaList. Il mondiale è apertissimo. Dopo la vittoria in Canada, la Ferrari arretra in Francia. È sempre Formula-gomme, le nuove favoriscono la Mercedes. È anche una questione di asfalto. In pista sport, tecnica e tanti soldi.
di Mariano Froldi
È strano scoprire che Vettel è Hamilton, ed Hamilon è Vettel. Un gioco di specchi nei quali i due si riflettono, mostrandosi diversi da se stessi e da come erano sino a qualche anno fa. Pensateci. Di Vettel si diceva che fosse freddo e preciso come pochi, “Perfettel”, mentre di Hamilton si diceva fosse fragile e non reggesse la pressione. Tutto cambiato. E inerzia del Mondiale che un pochino smotta verso il re nero dopo l’ultimo errore di Vettel. A Maranello c’è il classico retrogusto amaro di aver, ancora una volta, omaggiato punti preziosi al diretto avversario. Tra l’altro di questi tempi, nella terra dei cugini, i galletti transalpini, non ne va bene una agli italiani. Così non fai neanche in tempo a goderti una bellissima vittoria in Canada, due settimane fa, significativa per tanti motivi legati alla storia della Formula Uno e della Ferrari, ed a riprendere la leadership mondiale con Vettel (così poco teutonico e così tanto italiano), che ti arriva subito la sberla del Gran Premio di Francia con Hamilton dominatore che effettua il contro-sorpasso in classifica.
Il tifoso Ferrari, a questo saliscendi sulle montagne “rosse”, c’è purtroppo abituato. Certo, se poi ci si mette pure Vettel a sbagliare alla partenza, è chiaro che poi diventa tutto terribilmente più complicato per l’iride mondiale che manca a Maranello ormai dal 2007 (per i piloti) e dal 2008 (per i costruttori). A scanso di equivoci: io sto dalla parte di Vettel, dalla parte di chi prova ad osare, sennò il rischio è di vedere un Gran Premio come quello di Montecarlo di quest’anno: spettacolo imbarazzante come pochi, tanto che Alonso lo ha definito “Il più noioso della storia della Formula Uno”.
Per fortuna il Mondiale 2018 è combattuto come non si vedeva da anni, e questo...
di Mariano Froldi
È strano scoprire che Vettel è Hamilton, ed Hamilon è Vettel. Un gioco di specchi nei quali i due si riflettono, mostrandosi diversi da se stessi e da come erano sino a qualche anno fa. Pensateci. Di Vettel si diceva che fosse freddo e preciso come pochi, “Perfettel”, mentre di Hamilton si diceva fosse fragile e non reggesse la pressione. Tutto cambiato. E inerzia del Mondiale che un pochino smotta verso il re nero dopo l’ultimo errore di Vettel. A Maranello c’è il classico retrogusto amaro di aver, ancora una volta, omaggiato punti preziosi al diretto avversario. Tra l’altro di questi tempi, nella terra dei cugini, i galletti transalpini, non ne va bene una agli italiani. Così non fai neanche in tempo a goderti una bellissima vittoria in Canada, due settimane fa, significativa per tanti motivi legati alla storia della Formula Uno e della Ferrari, ed a riprendere la leadership mondiale con Vettel (così poco teutonico e così tanto italiano), che ti arriva subito la sberla del Gran Premio di Francia con Hamilton dominatore che effettua il contro-sorpasso in classifica.
Il tifoso Ferrari, a questo saliscendi sulle montagne “rosse”, c’è purtroppo abituato. Certo, se poi ci si mette pure Vettel a sbagliare alla partenza, è chiaro che poi diventa tutto terribilmente più complicato per l’iride mondiale che manca a Maranello ormai dal 2007 (per i piloti) e dal 2008 (per i costruttori). A scanso di equivoci: io sto dalla parte di Vettel, dalla parte di chi prova ad osare, sennò il rischio è di vedere un Gran Premio come quello di Montecarlo di quest’anno: spettacolo imbarazzante come pochi, tanto che Alonso lo ha definito “Il più noioso della storia della Formula Uno”.
Per fortuna il Mondiale 2018 è combattuto come non si vedeva da anni, e questo è un bel balsamo per la Formula Uno e per i suoi appassionati. I numeri si incrociano nelle viscere di questo sport così arido e così passionale, talvolta così soporifero e drogato da regole, deroghe, follie, gomme incomprensibili, ma talvolta così dolce e “ruggente” come l’abbraccio di Vettel al Team, con la bandiera del cavallino rampante presa a forza e salti di gioia che erano tanto sinceri quanto desiderati in Canada, e tanto umano con quell’errore di valutazione che lo ha privato di un prezioso potenziale terzo o secondo posto in terra transalpina.
Eh già Vettel è davvero una buona pasta d’uomo, parla tra l’altro ormai un perfetto italiano con accento romagnolo, ma talvolta sembra subire troppo la pressione. Chi l’avrebbe detto, prima del 2017. E questo potrebbe essere un problema nell’economia di un Mondiale dove conta sbagliare il meno possibile. Ma siamo all’ottavo appuntamento, ed il mondiale è ancora lungo, molto lungo, per fortuna.
Amarcord: l’ultima volta che il Paul Ricard ha ospitato la Formula 1, anno del signore 1990, Prost stava lottando ferocemente contro Senna, scontro fra titani, Ferrari contro McLaren Honda. A pochi giri dalla fine era meritatamente in testa Ivan Capelli con la Leyton House, semisconosciuta scuderia che aveva però una stranissima monoposto, celeste, aerodinamicamente esasperata, con forme sinuose, tanto che dove si trovava il cambio (ancora manuale) il telaio aveva un leggero rigonfiamento per permettere al pilota di metterci la mano ed azionare la leva del cambio! Prost lo inseguiva guardingo e solo a pochi chilometri dal traguardo riuscì ad vere ragione dell’avversario, dando l’impressione che il Mondiale fosse in discesa per la Rossa. Tra l’altro, in quell’occasione, Prost fu non solo profeta in patria, ma regalò al cavallino rampante la vittoria numero 100 in Formula Uno. Ah…il tecnico che progettò la Leyton House era un certo Adrian Newey che, disegnando monoposto fantastiche (per gli avversari), ha dato tanti, tanti dolori alla Ferrari.
La cronaca 2018 non ha da dire molto. Vettel parte bene, probabilmente troppo bene (e non è un paradosso), a fionda, dalla terza posizione (le Mercedes erano inarrivabili in qualifica) ma, probabilmente in un eccesso di foga, tocca Bottas. Roba millimetrica ma nella Formula Uno basta questo a mandare in malora una gara. Tutti e due i piloti sono costretti ad anticipare il pit-stop, mentre entra la Safety Car e la gara è subito in salita per il ferrarista. Poi a Vettel viene pure comminata una penalità di 5 secondi (se non ti fermi più la sconti sul tempo finale, se invece ti fermi a fare un pit stop, come ha fatto Vettel, viene conteggiata in quel momento allungando il cambio gomme). Chissà perché fra i top driver paga sempre dazio Vettel e non, ad esempio, Verstappen, ben più aduso del ferrarista a centrare gli avversari; in proposito Alberto Sabbatini di Autosprint è categorico: “Comunque è una penalità assurda. Per me una toccata nel mucchio alla prima curva non può essere penalizzata con una penalità come fosse azione di gara normale a due. Non erano da soli Vettel e Bottas ma nel gruppo. Il traffico convulso dovrebbe essere una scusante sufficiente”. Poi nulla da eccepire: Vettel è risalito, furibondo come un Orlando furioso dalla penultima alla quinta posizione nonostante la penalità di 5 secondi. Ma esaltare oltre modo questa rimonta non ha molto senso, visto che lui ha dovuto rimediare ad un errore suo, perciò ha fatto, come dire, il minimo sindacale.
Facciamo ora un passo indietro: cosa ci hanno detto i test che si sono svolti proprio a Barcellona subito dopo il Gran Premio orribile per la SF71H?
La due giorni (martedì 15 e mercoledì 16 maggio) ci ha detto che se la Ferrari ha avuto una gara travagliata, dove mangiava gli pneumatici al posto di usarli al meglio, non è (o perlomeno non è del tutto) “colpa” della scelta Pirelli di avere per questo circuito (e per altri due similari, appunto Francia e Inghilterra) un battistrada più sottile di 0,4 millimetri. Vettel, onore alla sincerità, dopo le numerose e feroci polemiche (che su List avevamo anticipato) di stampa e tifosi, ha potuto fare prove comparative con gli pneumatici “regolari” (diciamo così) ed ha potuto effettivamente verificare su questi un importante degrado (blistering, bolle che si formano sul battistrada e che oltre a peggiorare le prestazioni sono pericolose per la sicurezza in quanto potrebbero esplodere) che era quello che aveva portato la Pirelli a decidere, giustamente quindi, per uno pneumatico leggermente modificato. La causa di tutto non è di Pirelli, ma di un nuovo asfalto che faceva scaldare in modo anomalo gli pneumatici “regolari”. Da qui la decisione del gommista per quel Gran Premio e altri due con asfalto similare. Il problema centrale resta però sempre lo stesso: cambiare in corsa, può portare allo stravolgimento di un Mondiale.
La Pirelli ha comunicato la sua scelta (dettata certamente dalla necessità di garantire sicurezza in pista) quando i team avevano già deciso, in base ai parametri dei primi test a Barcellona, quale tipo di mescola utilizzare proprio in terra iberica. Perciò è stata un pò per tutti, in Spagna, una corsa al buio. Che alla fina ha certamente avvantaggiato, anche se non volutamente, la Mercedes. La Ferrari, forse anche per aver portato numerosi aggiornamenti alla monoposto, non aveva trovato il bandolo della matassa nella regolazione aerodinamica e telaistica che di norma la vede superlativa (dall’anno scorso). Per questo i test dopo il Gran Premio sono arrivati al momento giusto per capire “cosa fare”. Se nell’equazione della gara spagnola, a mente fredda, ci mettiamo un clima leggermente più freddo rispetto agli standard stagionali ed una monoposto Mercedes che si è sempre esaltata sul circuito, otteniamo una plausibile spiegazione della “disfatta” rossa in terra catalana. Come ha spiegato anche l’ingegnere Cristiano Sponton di F1 analisti Tecnica: “Un massimo di prestazione che si è scontrato con un minimo. Agli uni è andato tutto per il verso giusto, agli altri tutto per il verso sbagliato”. Insomma, mettiamola così: la Mercedes era troppo bella per essere davvero così, e la Ferrari troppo brutta per essere davvero così. Resta, come un forte rumore di sottofondo, una Pirelli che non ha ancora capito le sue stesse gomme e una Formula Uno che non può essere una formula gomme; quelli affari tondi e neri, lo ripetiamo, dovrebbero essere una variabile indipendente e non una variabile determinante.
D’altronde mai come in questi anni, da quando abbiamo il fornitore unico con la P lunga, si parla di gomme e del loro rendimento ottimale. Chi lo centra, vince il mondiale. A margine, come ha spiegato anche l’ingegnere Piergiorgio Donadoni, collega di Sponton: “La monoposto della Mercedes preferisce gomme a spalla più rigida; diminuendo il battistrada aumenti la pressione ed irrigidisci la spalla, non si tratta di favoritismo, ma si sposano bene con la W09 di Hamilton e Bottas”. Ed in effetti, se due indizi non fanno una prova, di certo ci si avvicinano assai. È il secondo Gran Premio in cui si utilizzano le gomme Pirelli “ribassate" e il secondo gran premio vinto con relativa facilità dalla corazzata grigia anglo-tedesca. La prova definitiva la avremo nel prossimo Gp di Silverstone, ultima tappa in cui verrà utilizzata questa gomma. Le polemiche sono stante tante e continueranno ad essere tante, per il semplice motivo che questa gomma si adatta, appunto, meravigliosamente alla Mercedes. Lasciando perdere i complotti, terreno fertile per rettiliani e no vax, resta un concetto fondamentale, come afferma Leo Turrini. “Non è bello che ci siano 3 Gp per i quali vengono montati pneumatici di tipo diverso. Punto”. E non c’è molto da aggiungere.
Il vostro cronista, oltre alla “formula-gomme” intanto sul tuo taccuino (rigorosamente rosso, e non per motivi politici) ha appuntato altre cose. Detto quanto sopra di Vettel, parliamo di Raikkonen. Finalmente una gara buona ed un meritato terzo posto. Ma anche questa volta il pilota finlandese ha tappato clamorosamente in qualifica, partendo sesto quando avrebbe tranquillamente potuto partire al fianco di Vettel, buon quarto. Il problema è che se vuoi vincere il Mondiale (tanto quello piloti quanto quello marche) devi avere due piloti che vanno alla grande. Iceman, alias Kimi Raikkonen, l’ultimo pilota sino ad ora ad aver vinto il mondiale con la Ferrari (2007) è terribilmente incostante, e quando serve non fa mai la sua parte. Almeno in questa prima parte di Mondiale. La Ferrari ha dovuto giocare quasi sempre con il solo pilota di punta e non ha potuto capitalizzare punti pesati o limitare i danni quando serviva.
Per concludere, un ultimo appunto sul taccuino: la Formula Uno che c’è dietro le quinte. Vi accenno la torta da dividere. Poi ne parleremo con calma prossimamente. I soldi. La distribuzione dei premi, ai vari Team, il come e il quanto è il vero argomento attorno a cui gira tutto.
È una torta che secondo stime attendibili pesa 1 miliardo e 380 milioni. Segui i soldi, dicono gli americani. La vera partita, e la vera dead line sono fissati per il 2021: nuovo regolamento tecnico e nuova gestione dei ricavi generati dalla Formula Uno che fa gola a tutti, appunto. La Ferrari vanta anche (che vinca o perda, in base al suo status particolare di scuderia che non ha mai distratto una sola edizione del mondiale di Formula Uno, un unicum) una quota di introiti derivanti dagli incassi del Circus maggiore degli altri. Intanto le grandi manovre, nelle segrete stanze, dove conta, sono già cominciate da tempo. Denaro. Cos’altro? È il carburante del mondo, d’altronde… non solo della Formula Uno.
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8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.