27 Luglio

Morte a Roma di un figlio dell'Arma

L'assassinio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, la Città Eterna, la gioventù bruciata di due diciannovenni di San Francisco. Una storia di droga e nichilismo, di sangue e di non-sense in una Capitale arroventata e mai così abbandonata

I cattivi esistono. In un mondo che s'immagina immerso nell'illusione del virtuale, in un perenne videogame dove si muore e si resuscita e vai così con un'altra partita, l'assassinio di un carabiniere fa calare il velo della fiction, ci ricorda che non siamo di fronte allo schermo della tv, al monitor della PlayStation, s'ode il gong della realtà più dura e lancinante, quella che ti sussurra con un gorgoglìo sinistro che la vita può essere breve, un veloce istante nella partita dell'esistenza, display, touch, game over. Otto coltellate nella notte. Roma. Così muore il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, 35 anni, il futuro trafitto da una lama.

Il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega (Foto Ansa)

Cala il buio sugli occhi suoi chiari, cala il silenzio sul chiacchiericcio vuoto del paesone intabarrato nell'afa. È il tempo dell'estate al mare, delle colonne sonore dell'effimero, del motoscafo, della "barca", dello scafo e del vino e passatemi il ghiaccio, aspetta, è morto un carabiniere. Silenzio. Ecco, questa è l'Italia con la testa sott'acqua perché la vita là fuori a volte fa correre troppo le pulsazioni, e allora è meglio non sentire il rumore, le urla, gli spari. Zac. Un rumore sordo. Uno zampillo di sangue. Ancora. E poi ancora. Otto volte. Morte di un carabiniere. Ecco Roma con la sua distopia, questa Città Eterna che soffoca nel velluto ogni stridore, che sopravvive a ogni invasione, che assorbe e macina gli unni, i vandali, i lanzichenecchi, ogni risma e ogni saccheggio, Roma che sopravvive al cataclisma e all'assassinio. Tu quoque, Bruto. Cesare che muore.

Piovono sul monitor le notizie, i dettagli del decreto di fermo, la burocrazia di ghiaccio dell'indagine: gli assassini sono due diciannovenni americani, Gabriel Christian Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee, l'accusa è omicidio aggravato in concorso e tentata estorsione. Americani. Sorpresa. Non gli "immigrati", non gli "africani", non "la banda di nigeriani". Poteva essere certamente...


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