13 Settembre
Moscovici: l'Italia è un problema, in Europa piccoli Mussolini
Il commissario Ue all'Economia va sopra le righe, parla del bilancio italiano e dice che il nostro paese "è un problema", poi riferendosi al quadro europeo commenta: "Non c'è Hitler ma tanti piccoli Mussolini". Draghi critica il governo: "Le parole hanno creato dei danni"
AGGIORNAMENTO. Mario Draghi al termine della riunione della Bce, sull'Italia e la legge di bilancio da presentare alle Camere: "Le parole negli ultimi mesi sono cambiate diverse volte ora aspettiamo i fatti. Il fatto principale è la bozza della legge di bilancio e la discussione che il Parlamento farà su essa. Dobbiamo vedere come avverrà e di conseguenza si regoleranno gli investitori. Finora sfortunatamente le parole hanno creato dei danni. I tassi di interesse sono saliti per le famiglie e per le imprese. Confidiamo in quanto detto dal presidente del Consiglio italiano, dal ministro dell'Economia e dal ministro degli Esteri ossia che l'Italia vuole rispettare le regole".
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Il titolare stava per cliccare il tasto invio sul numero di List e a un certo punto appare sullo schermo un lancio d'agenzia: "C’è un problema che è l’Italia nella zona euro. È assolutamente l’Italia il tema su cui voglio concentrare la mia attenzione prima di tutto". Moscovici in conferenza stampa a Parigi conferma la collaborazione positiva con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, poi lancia a mezz'aria una granata: "Le forze populiste sono democratiche quando vincono le elezioni, ma poi erodono progressivamente le libertà. C'è un clima che assomiglia molto agli anni '30. Certo, non dobbiamo esagerare, chiaramente non c'è Hitler, forse dei piccoli Mussolini. La storia, come diceva Raymond Aron, è tragica. Bisogna evitare che sprofondi nelle sue ore più buie". È tragico anche l'autogol politico di Moscovici, non prepara il terreno per un confronto costruttivo con le forze politiche della maggioranza. Reazioni?
Luigi Di Maio: "Gli atteggiamenti da parte di alcuni commissari europei sono inaccettabili e veramente insopportabili.
Giorgia Meloni: "Se siamo il problema siamo pronti a togliere il disturbo. Vediamo come se la cava la zona euro senza l'Italia e vediamo come se la cava l'Italia senza l'euro".
A meno che non si...
AGGIORNAMENTO. Mario Draghi al termine della riunione della Bce, sull'Italia e la legge di bilancio da presentare alle Camere: "Le parole negli ultimi mesi sono cambiate diverse volte ora aspettiamo i fatti. Il fatto principale è la bozza della legge di bilancio e la discussione che il Parlamento farà su essa. Dobbiamo vedere come avverrà e di conseguenza si regoleranno gli investitori. Finora sfortunatamente le parole hanno creato dei danni. I tassi di interesse sono saliti per le famiglie e per le imprese. Confidiamo in quanto detto dal presidente del Consiglio italiano, dal ministro dell'Economia e dal ministro degli Esteri ossia che l'Italia vuole rispettare le regole".
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Il titolare stava per cliccare il tasto invio sul numero di List e a un certo punto appare sullo schermo un lancio d'agenzia: "C’è un problema che è l’Italia nella zona euro. È assolutamente l’Italia il tema su cui voglio concentrare la mia attenzione prima di tutto". Moscovici in conferenza stampa a Parigi conferma la collaborazione positiva con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, poi lancia a mezz'aria una granata: "Le forze populiste sono democratiche quando vincono le elezioni, ma poi erodono progressivamente le libertà. C'è un clima che assomiglia molto agli anni '30. Certo, non dobbiamo esagerare, chiaramente non c'è Hitler, forse dei piccoli Mussolini. La storia, come diceva Raymond Aron, è tragica. Bisogna evitare che sprofondi nelle sue ore più buie". È tragico anche l'autogol politico di Moscovici, non prepara il terreno per un confronto costruttivo con le forze politiche della maggioranza. Reazioni?
Luigi Di Maio: "Gli atteggiamenti da parte di alcuni commissari europei sono inaccettabili e veramente insopportabili.
Giorgia Meloni: "Se siamo il problema siamo pronti a togliere il disturbo. Vediamo come se la cava la zona euro senza l'Italia e vediamo come se la cava l'Italia senza l'euro".
A meno che non si voglia sfasciare tutto - e sarebbe un'opzione da matti - Moscovici ha commesso un errore grave per un politico che dice di voler trovare un accordo sul bilancio italiano. La faccenda è destinata a crescere, stasera ci sarà un vertice sui conti pubblici a Palazzo Chigi. Nel frattempo, facciamo un breve giro di giostra di notizie approfondimenti.
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Uragani. Florence sta per toccare terra nella costa del Sud degli Stati Uniti.
Ecco l'immagine satellitare:
Florence è stato declassato a uragano forza 3, ma quando toccherà terra avrà - queste sono le ultime analisi - un forte impatto a causa dei venti (200 km orari) e delle forti piogge. L'amministrazione Trump ha preparato un piano d'emergenza e evacuato 1 milione di persone. Non resta che attendere l'arrivo di Florence sulle Carolinas, la Virginia e la Georgia. Effetto sul prezzo del petrolio? Il Brent ha toccato gli 80 dollari:
Draghi e i suoi fratelli. Riunone della Banca centrale europea e conferenza stampa di Mario Draghi. Si riuniscono anche la Banca d'Inghilterra e la Banca centrale della Turchia. Il punto da osservare con più attenzione è quest'ultimo, la crisi in Turchia è una cosa seria. Leggere su List "La Turchia suda freddo. E l'Italia ha un problema in banca".
Felix Vatican. Pedofilia. Il cardinale dell'Arcidiocesi di Washington Dc, Donald Wuerl, arcivescovo della capitale americana, chiederà al Papa di accettare le sue dimissioni. Il Papa ha convocato per il 21-24 febbraio 2019 i presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo, stamattina Avvenire, il quotidiano dei vescovi, fa un titolo da Mundial argentino:
Il Ponte. Oggi il consiglio dei ministri dovrebbe varare il decreto per la costruzione del nuovo ponte a Genova.
Toninellate. A proposito di trasporti. Il ministro Toninelli conferma che "sarà italiana al 51 per cento". Ognuno ha le sue idee, quella di List è che Alitalia è un business che non può essere a maggioranza dello Stato. Ci sono valide ragioni di mercato, modello di business e c'è la storia di Alitalia. Leggere su List "Il conto di Alitalia non finisce mai".
Milleproroghe, passa la fiducia. Ecco il conteggio di Montecitorio: 329 voti a favore, 220 contrari e quattro astenuti. Questa è una storia di politica interna che merita un approfondimento. Seguite il titolare di List.
01
La fiducia e il Pd
Il Pd ha occupato ieri l'aula di Montecitorio per protestare contro la fiducia posta dal governo sul decreto Milleproroghe. La protesta è ufficialmente scattata su una questione del tutto irrilevante ai fini dei contenuti del provvedimento, una questione procedurale: la fiducia è stata decisa dal governo il 24 luglio, mentre il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il giorno dopo, 25 luglio. Le opposizioni sostengono che si tratta di un vizio procedurale per cui la fiducia è illegittima, la maggioranza sostiene il contrario.
Il tema è di rilevanza giuridica pari a zero, perché la fiducia è un atto politico del governo e i dem che parlano di "atto eversivo" più che fare opposizione testimoniano un grado di isteria che fa perdere loro lucidità. Lo stesso dicasi per Forza Italia che, tra l'altro, dovrebbe avere l'accortezza di voltarsi indietro e leggere gli archivi dell'era Berlusconi, visto che almeno due precedenti di decreto d'urgenza e fiducia contestuale sono dei governi del Cav: uno nel dicembre del 2009 e uno nell'aprile del 2011. Nessuno del Pd allora occupò l'aula di Montecitorio. Quanto a Forza Italia, c'è evidentemente un problema di memoria del sistema operativo del pc azzurro, hardware e software non si parlano.
Il Pd fa opposizione, è il suo mestiere, è bene che ci sia un pungolo sul governo, solo che ha sbagliato oggetto, tempo e modo. Segno di sbandamento e testimonianza che il gruppo parlamentare non è guidato da una mente raffinata, che conosce il procedimento legislativo e le sue sfumature, ma da uno sfasciacarrozze: Renzi. Il quale stamattina dice: "Io credo che l'utilizzo del voto di fiducia sia legittimo, ma ieri il governo ha chiesto il voto di fiducia prima che il Presidente della Repubblica firmasse il decreto legge e che questo andasse in Gazzetta Ufficiale. Trovo che questo abbia dei profili di illeggittimità".
Le questioni sollevate dal Pd non hanno alcun fondamento: il Consiglio dei ministri può approvare un decreto e contestualmente porre la fiducia. È un atto politico. E come abbiamo visto ci sono dei precedenti. L'altro punto che sollevano i parlamentari del Pd purtroppo è perfino ridicolo perché sostenere che non si possa porre la fiducia su un testo diverso da quello uscito dalle commissioni, significa che nella storia della Repubblica italiana non c'è nessuna fiducia legittima. Comprese quelle poste dai governi del Pd, soprattutto dall'esecutivo Renzi.
02
Quanta fiducia? Il record è di Renzi
Sull'uso della fiducia, basta un paio di numeri, la realtà: sono trascorsi 100 giorni ed è la prima volta che il governo la pone. Sempre per fare un salutare esercizio di memoria, questi sono i dati elaborati da Openpolis sui voti di fiducia della XVI e XVII legislatura:
Dal 2008 a oggi il governo che ha fatto più ricorso alla fiducia è stato quello di... Matteo Renzi. L'allora presidente del Consiglio Renzi oggi "senatore di Scandicci" (ipse dixit) l'ha usata più del governo Monti, che pure agiva in uno scenario di emergenza.
Come sia possibile che un partito, il Pd, che dovrebbe esprimere una solida cultura politica e istituzionale, che si considera portabandiera dei "competenti", sia ridotto a questo stato di degrado è un mistero. Hanno sganciato una bomba atomica per colpire una formica. E l'hanno pure mancata.
03
L'uscita è una e Tria
Il ministro Tria smentisce le sue dimissioni, annunciate dai giornali in cerca di strappi. Nel corso di taglio e cucito del governo c'è sempre una crisi tra il ministro dell'Economia e i partiti e leader della maggioranza, citofonare Giulio Tremonti per informazioni. Il nome di Giovanni Tria fu scelto da Paolo Savona e Matteo Salvini dopo il no del Quirinale alla candidatura di Savona. Tria accetto l'invito, salì al Quirinale e giurò. Da quel giorno il suo nome è tirato a destra e a sinistra, si capisce, da chi ha un interesse diretto ad aprire una crisi nella maggioranza. Tria è un tecnico, condivide con Lega e Cinque Stelle la visione di una politica europea da correggere e di un impianto economico più "keynesiano", ma ha anche la sua idea sui conti pubblici. Come in tutte le partite a poker della politica, c'è chi dà le carte e chi prova a stare al tavolo. Le carte non le dà Tria per la semplice ragione che non è un leader di un movimento politico, dunque il ministro deve di volta in volta aggiustare il tiro e tenere conto di quella che è la linea e il programma che sono usciti dalle urne. Non è un mestiere facile e Tria si è mostrato in questo avvio di legislatura più conservativo di quanto non fosse quando scriveva di conti pubblici e Europa. È sensibile a quel che dice il Quirinale, si capisce, come per tutti i ministri dell'Economia la linea rossa con il Colle è attiva. Giancarlo Giorgetti, uomo-macchina del governo, mette giù la faccenda ciclistica del Tria crono-scalatore: "La Legge di bilancio non è una passeggiata, come il Tour de France o il giro d'Italia. Non bisogna affannarsi, stancarsi troppo, inizia a maggio e finisce a dicembre. È un percorso a ostacoli, alla fine si trovano tutte le soluzioni". Basta ricordare che si corre per una squadra e la corsa è a tappe. Oggi ci sarà una riunione di governo sul bilancio. Chissà cosa pensa Tria delle parole di Moscovici.
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Mentre Tria è alle prese con il pallottoliere giallo-verde, Savona ha spedito una lettera all'Unione europea e al Presidente della Repubblica. Ha un piano per Bruxelles e l'Italia. Uno dei rari casi in cui un economista fa scenari per la realtà politica. Lo ascolteranno?
04
Il piano Savona per l'Europa
Quello che segue è il documento che il ministro degli Affari Europei, Paolo Savona, ha inviato al Presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker e al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. È un piano di riforme dell'Unione europea di largo respiro, riforme non solo economiche, per una nuova "politeia". Il Governo italiano proporrà all'Europa la costituzione di un gruppo di lavoro "composto dai rappresentanti degli Stati membri, del Parlamento e della Commissione", che esamini la rispondenza dell'architettura istituzionale europea vigente e della politica economica con gli obiettivi di crescita nella stabilità e di piena occupazione esplicitamente previsti nei Trattati". I lettori che vogliono ulteriormente approfondire il tema, possono scaricare dall'archivio di List il documento originale con tutti gli allegati e i grafici. Buona lettura.
Non esiste cosa più difficile a trattare, né più dubbia a riuscire, né più pericolosa a maneggiare, che farsi capo e introdurre nuovi ordini, perché lo introduttore ha per nimici tutti quelli che degli ordini vecchi fanno bene, e ha tepidi defensori tutti quelli che degli ordini nuovi farebbono bene.
(Niccolò Machiavelli, Il Principe, 1513)
Diagnosi e possibili soluzioni
L’Europa unita trova il suo fondamento nel principio affermatosi nella convivenza civile tra i popoli che se si muovono le merci non si muovono le armi. L’esperienza dell’abbattimento delle barriere doganali vissuta dal Trattato di Roma in poi è stata altamente positiva per la pace e il benessere delle popolazioni europee. Il Governo italiano riconosce che il mercato comune, di cui l’euro è parte indispensabile, è componente essenziale del suo modello di sviluppo, ma ritiene che l’assetto istituzionale dell’Unione Europea e le politiche seguite non corrispondano pienamente agli scopi concordati nei Trattati. La crisi finanziaria globale esplosa nel 2008 ha mostrato i limiti delle istituzioni create soprattutto dal 1992 in poi e le conseguenze insoddisfacenti delle politiche seguite. Anche l’accelerazione dei flussi immigratori illeciti ha mostrato analoghi limiti istituzionali nelle scelte e ha creato uno stato di tensione intraeuropeo pericoloso per il futuro dell’Unione. Continua a leggere il documento su List.
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Che facciamo? Andiamo in America, Trumpland. E sogni politici della Silicon Valley.
05
Oh oh, il video anti-Trump di Google
Ok, Breitbart è il giornale online che nessuno può mai confessare di leggere, non si può nominare, non si può portare nell'alta società senza provocare un'eruzione cutanea dei presenti. Solo che se vuoi capire come va il mondo, fare il cronista con la mente aperta, comprendere che cosa sta succedendo là fuori, devi guardare mondi dove si formano opinioni, visioni che poi diventano politica e, come diceva Antonio Gramsci - non un pericoloso sovranista - devi comprendere l'avversario. Andiamo al sodo: Breitbart ha pubblicato un leak fenomenale, un video di una riunione interna di Google nel 2016 - una periodica occasione di incontro della comunità aziendale - dove la crème de la crème del titano della Rete è in lutto subito dopo l'elezione di Donald Trump. Nessuna sorpresa, si sa che il cuore della Silicon Valley batte per i Democratici, siamo nel campo di battaglia della società americana, ma vedere e ascoltare quello che dicono è un'esperienza antropo-politica notevole. E quindi vai con The Google Tape, 60 minuti di lutto hi-tech che è finito, ovviamente, in Rete.
Lasciamo perdere le reazioni dei Repubblicani, la polemica politica, le cose che dice e dirà Trump. Non ci interessano, non sono il centro del Maelstrom, non contano nulla di fronte alla profondità del tema in questione. Andiamo al punto chiave di tutta questa storia. Una domanda semplice sul taccuino: se queste sono le opinioni radicali, manichee, senza alcuna sfumatura, nuance intellettuale e sforzo di critica e comprensione dei fondatori di Google - a cui si aggiungono quelle di gran parte dei fondatori delle super aziende della Silicon Valley - su una parte politica e un Presidente votato da milioni di americani (quella dannatissima cosa chiamata democrazia), se parliamo dell'imperatore assoluto dei motori di ricerca, se abbiamo di fronte un moloch che influenza con la semplice graduatoria del search box opinioni, notizie, scelte di vita, consumi, se Google è tutto questo - e lo è in forma immensamente più grande di quanto qui sommariamente si descrive - siamo sicuri che questo super potere sia neutro? Facciamo uno sforzo ulteriore, andiamo oltre Google. Siamo certi che il modello di business di Amazon sia compatibile con una democrazia e il libero mercato? A cosa serve l'Antitrust se pochi predatori mangiano tutti gli altri? Per essere ancora più chiari: se i titani della Rete sono sopra la politica, fanno politica e tagliano l'artiglio regolatorio della politica, cosa resta della libertà? Fare shopping su Amazon?
Google risponde alle accuse di mostrare un netto pregiudizio politico ribadendo che tutto questo non ha niente a che fare con le linee guida dell'azienda, la sua equi-distanza, le sue procedure trasparenti, il suo metodo e il suo modello di business aperto a tutti. Buono tutto. Punto e a capo.
Google è una fantastica impresa, piena di talento. Ma il video è un memento per chiunque sappia ragionare sui fondamenti del libero dibattito e della democrazia. Il top management di una società globale che giudica gli elettori come male o poco informati e promette a se stessa di superare il problema con i suoi strumenti - sempre per il bene comune, che stranamente coincide con quello di chi lo promuove - sta de facto facendo politica, al massimo livello. E la politica non è solo quella che si compie nelle istituzioni (dove Google è presente in massa con i suoi lobbisti in tutto il mondo) ma soprattutto quella che si fa sul piano della cultura, dell'immaginario, della persuasione (leggere I persuasori occulti di Vance Packard fa sempre bene).
Ai piani alti di Google ci sono persone di genio che avranno anche letto, immaginiamo, qualche riflessione di un tale chiamato Aristotele: Zoon Politikon, l'uomo è per natura un animale politico e tutto è politica. Siamo su un piano delicatissimo della contemporaneità. Tutti sono liberi di esprimere le proprie opinioni - anche le più nette, giuste o sbagliate - ma se dalle dichiarazioni ideali si passa alla praticaccia del mondo, è difficile scindere la cultura del top management di Google - così espressa in forma unidimensionale - da quella dell'impresa, per il semplice motivo che i fondatori, i manager, sono l'azienda. Non c'è niente di male, serve solo chiarezza sul piano regolatorio, basta prenderne atto e far sì che se un soggetto si muove come un'entità politica nuova, tentacolare, onnipresente, allora deve essere sottoposto - come tutti gli attori del gioco politico - a uno scrutinio e regolazione politica. Google non produce tondini di ferro, è il più grande veicolo d'immaginario del mondo.
Probabilmente è una battaglia già persa, i titani della Rete sembrano destinati a controllare il mondo in forme ben più pervasive, è solo una questione di tempo, di resa della politica, di cloroformizzazione online, di accettazione di un mondo su misura per le stock option e le trimestrali, la cassa automatica. La povera gente, gli ultimi rimasti a pensare, saranno eliminati e emarginati, sarà questione di un clic. Come scriveva il poeta Fernando Pessoa: "La morte è la curva della strada / morire è solo non essere visto". Quando la fortuna di un business, la circolazione di un'idea, dipendono dal motore di ricerca, il potere non è più sotto controllo, non c'è un sistema di chek and balance, il potere di scegliere non è nelle mani dell'elettore che vota, è altrove.
È un tema ad alto voltaggio, sarebbe molto seria e utile una discussione aperta di questi temi da parte di Google in ogni sede, a cominciare dalla propria che appare monolitica. Aperta significa che si dà voce a opinioni diverse, informate, libere, si fanno cadere i totem e i tabù (Sigmund Freud, un'intelligenza naturale, non artificiale, un signore ben più importante di Google nella storia dell'umanità), si spalanca la mente a contaminazioni di culture e tradizioni diverse, si abbandona la visione totalitaria del giusto a prescindere, del progresso da una parte e del regresso dall'altra, si smette di considerarsi un impero dove non tramonta mai il sole (Carlo V d'Asburgo) e si ragiona sul semplice e inesorabile fatto che ci sono forze e movimenti che l'algoritmo non è in grado di (pre)vedere e di cui bisogna tener conto quando si fanno i conti con il gioco democratico. La realtà parla anche un'altra lingua e non è quella della Silicon Valley.
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Con che cosa chiudiamo questo numero di List? Con Guido Ciompi che immagina l'annessione e digestione del Sud Tirolo, zona Kurz, ma siamo in Italia. Ah, l'Austria.
06
Il pranzo di Kurz
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recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.