21 Maggio
Movida e ondata. Fiducia e paura
Il nuovo bersaglio del rancore: i giovani. La politica a caccia di un nemico e non di soluzioni, anche in questa fase si perde tempo. Nord, Sud, Nord, il cammino del coronavirus e la paura di una seconda ondata. Un altro lockdown? Letale. La crisi morde, il Parlamento discute una finta sfiducia
Che succede? I sogni sono sempre brevi e gli incubi troppo lunghi. Il governo Conte (sogno o incubo? ognuno scelga il suo posto) va avanti anche perché non si vede quale possa essere l'alternativa oggi, Renzi lo ha tirato su ma non lo butta giù perché cadrebbe anche lui e in fondo così tiene in pugno il premier. Attenzione alla compagnia dell'anello del Nord, il piano di Merkel e Macron per istituire un fondo (perduto) da 500 miliardi di euro nel bilancio dell'Unione è a rischio. Olanda, Austria, Svezia e Danimarca non vogliono alcuna mutualizzazione e il cancelliere austriaco Sebastian Kurz l'ha messa giù semplice e dura: "È chiaro che i soldi che stanno affluendo ora in Italia, Spagna e Francia per uscire dalla crisi causata dal coronavirus dovranno essere restituiti". Ursula von Der Leyen ha chiamato il premier Conte, il quale poi ha commentato: "Alcuni Paesi non comprendono la sfida storica". Evidentemente ha capito tutto lui, con il rapporto tra debito e pil al 160 per cento e un livello di inadempienza della pubblica amministrazione che non ha eguali in Occidente. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
La paura della seconda ondata
Lo scenario mondiale è una polveriera, ne abbiamo tratteggiato una mappa, ma è chiaro che il coronavirus ha innescato giochi senza frontiere molto più pericolosi di quanto si immagini. Sul Financial Times stamattina c'è un'intervista inquietante di Robert Redfield, direttore del Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) degli Stati Uniti che prefigura una seconda ondata di lockdown in autunno e in inverno. Cosa dice? Che le preoccupazioni su uno sviluppo del coronavirus nell'emisfero Sud del pianeta si stanno realizzando (vedere cosa sta accadendo in Brasile). E che "quando nell'emisfero meridionale sarà finita, il mio sospetto è che il virus risalirà nel Nord", dice...
Che succede? I sogni sono sempre brevi e gli incubi troppo lunghi. Il governo Conte (sogno o incubo? ognuno scelga il suo posto) va avanti anche perché non si vede quale possa essere l'alternativa oggi, Renzi lo ha tirato su ma non lo butta giù perché cadrebbe anche lui e in fondo così tiene in pugno il premier. Attenzione alla compagnia dell'anello del Nord, il piano di Merkel e Macron per istituire un fondo (perduto) da 500 miliardi di euro nel bilancio dell'Unione è a rischio. Olanda, Austria, Svezia e Danimarca non vogliono alcuna mutualizzazione e il cancelliere austriaco Sebastian Kurz l'ha messa giù semplice e dura: "È chiaro che i soldi che stanno affluendo ora in Italia, Spagna e Francia per uscire dalla crisi causata dal coronavirus dovranno essere restituiti". Ursula von Der Leyen ha chiamato il premier Conte, il quale poi ha commentato: "Alcuni Paesi non comprendono la sfida storica". Evidentemente ha capito tutto lui, con il rapporto tra debito e pil al 160 per cento e un livello di inadempienza della pubblica amministrazione che non ha eguali in Occidente. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
La paura della seconda ondata
Lo scenario mondiale è una polveriera, ne abbiamo tratteggiato una mappa, ma è chiaro che il coronavirus ha innescato giochi senza frontiere molto più pericolosi di quanto si immagini. Sul Financial Times stamattina c'è un'intervista inquietante di Robert Redfield, direttore del Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) degli Stati Uniti che prefigura una seconda ondata di lockdown in autunno e in inverno. Cosa dice? Che le preoccupazioni su uno sviluppo del coronavirus nell'emisfero Sud del pianeta si stanno realizzando (vedere cosa sta accadendo in Brasile). E che "quando nell'emisfero meridionale sarà finita, il mio sospetto è che il virus risalirà nel Nord", dice Redfield. Che aggiunge un altro dettaglio della sua esperienza: "Se abbiamo una stagione influenzale come quella dell'anno in cui sono diventato direttore del Cdc (2018), nella quale morirono 80 mila persone, il sistema andrà sotto stress in ogni caso... e se aggiungiamo il coronavirus si può capire lo stress che ci sarà sul sistema sanitario". Tutti e 50 Stati in America hanno allentato le restrizioni prese nella crisi del coronavirus.
L'intervista di Redfield è importante per un motivo: dice chiaramente che il fattore tempo è sempre presente nel contrasto al coronavirus e l'Italia ne sta perdendo altro. Quanto e come?
1. Siamo arrivati in ritardo nel prendere le misure, ma qui abbiamo come attenuante il fatto che eravamo i primi in Occidente a subire l'impatto del coronavirus (e in ogni caso è una scusante che regge poco di fronte alle informazioni ufficiali che comunque c'erano da anni sul rischio di una pandemia);
2. Il lockdown lungo e duro (questo è stato in Italia) doveva servire a preparare la fase di riapertura dell'economia. Non è stato così, perché abbiamo sprecato il tempo comprato (a prezzo altissimo) con il lockdown e oggi siamo in pieno Far West con il governo che non ha neppure l'app di tracciamento, le mascherine, un caos regolatorio incredibile;
3. La fase di riapertura a sua volta è sempre tempo comprato (e pagato a carissimo prezzo, il fallimento di tante aziende e la povertà di altrettante famiglie) che deve essere usato per dispiegare mezzi per evitare una seconda ondata di lockdown nel caso di ritorno del coronavirus in dimensione e intensità pari alla prima ondata. Cosa stanno facendo in questo senso? Niente, sono ancora all'organizzazione della fase 2 che in realtà è una fase 1 nella giungla.
Per essere chiari: una seconda chiusura dell'economia vorrebbe dire una sola parola: carestia. Per chi vive d'emergenza, questo governo, è un'occasione per allungarsi l'esistenza e il potere, ma chi governa non può usare il lockdown come una politica, quello è un provvedimento d'emergenza che si usa una volta, poi o trovi la soluzione o vai casa e avanti il prossimo. Altro che sparare ad alzo zero sui giovani e la movida per trovare una scusa alle proprie gravi inefficienze e responsabilità. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
***
La buoncostume del coronavirus nel frattempo ha trovato un altro nemico, "la movida", e i giornali si sono subito adeguati alla nuova parola d'ordine. Dopo aver fallito nel controllo del virus con un lockdown più lungo di quello cinese, dopo la repressione dei diritti fondamentali per via amministrativa, dopo aver distrutto il Prodotto interno lordo e mandato a morte certa migliaia di imprese italiane, dopo aver decretato la fine dell'isolamento senza aver realizzato una sola delle misure di prevenzione annunciate, il governo ora ha un altro bersaglio. I giovani, i loro riti sociali, il loro cercare il contatto (oddìo vogliono baciarsi e forse fanno pure l'amore!), una generazione sulla quale spostare rancore, frustrazione, invidia sociale, i peggiori istinti di una popolazione vecchia e pronta a richiudersi in casa perché tanto, dentro o fuori, ha il cervello in fase terrore, come se si potesse vivere reclusi per il resto della vita. Ci sono cose inevitabili, tra queste c'è il semplice e inesorabile fatto che bisogna convinvere con il coronavirus.
02
Il nuovo bersaglio del rancore: la movida
E basta con la sfrontata movida! Cos'è 'sta roba che i giovani vogliono divertirsi? Certo, è uno scandalo, si capisce, il governo apre e i giovani, cosa inaudita, escono di casa e ossignore, perfino si assembrano. Come osano mostrare vitalità a vent'anni? E voi tecnocrati dei comitati scientifici a cosa servite? Non avete calcolato tutto questo? E che scienziati siete? Non potevate dircelo che riaprendo questi sciagurati si sarebbero riversati nelle piazze a bere? Santi numi, non c'è un documento di previsione del cocktail consumato sul marciapiede? È chiaro che c'è qualcosa che non quadra nel programma operativo del controllo sociale via dpcm, cribbio, non ascoltano papà Conte! Eccolo, il tramonto nel ridicolo degli dei dell'ingegnerizzazione sociale. Hanno già sfasciato l'economia, prodotto danni incalcolabili sulla psiche dei bambini e delle donne, costrette al doppio e triplo lavoro in casa, con le scuole chiuse per manifesta incapacità di organizzare un minimo rientro in classe, e ora guardate che meraviglia, il decantato modello della Wuhan italiana, grafico dell'Istituto Bruno Leoni, dati che abbiamo snocciolato nei giorni scorsi, rimessi in fila per l'occasione:
Mentre l'economia collassa, invece di occuparsi del baratro industriale, i giornali impaginano la parola preferita del questurino da coronavirus che è "chiudere", il Corriere della Sera oggi ha usato un notevole "altolà" che segnala la tracimazione da caserma:
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Altolà. Con il presidente del Consiglio che dice "che non è tempo di party" e non si rende conto di aver già fatto il lockdown più lungo di tutti. Nessuno si interroga sul paradosso di un governo che vuol aprire l'economia (per non fallire) ma tenendo segregati i corpi e spente le coscienze. Come se gli esseri umani - informiamo Palazzo Chigi che i giovani, le donne, gli anziani ne fanno parte - potessero vivere solo mangiando e dormendo come animali privi di coscienza e senso storico. Il totalitarismo delle democrature, il dispotismo delle oligarchie, comincia sempre dal linguaggio.
Altolà. D'altronde i segnali c'erano tutti, quando si pensa di regolare "gli affetti stabili", allora è chiaro che c'è sotto e sopra un'idea di "cinesizzazione" della società, un posto asettico, sanificato, dove tutti sono obbedienti e ridotti a certificato di sana e robusta costituzione sull'app Immuni. Così il mantra dell'igienista perbenista ora è quello dei giovanotti da rinchiudere, da mettere dentro e buttiamo la chiave previa ozonizzazione della cella domestica, prego si accomodi, giovine. A breve emaneranno direttive contro il jeans dalla vita bassa, l'esposizione delle tette, la fiera dei bicipiti, tutto quel corpo sullo scaffale del desiderio no, dai, perché le allusioni del sesso sono pericolose, fanno da apripista al virus e poi il godimento non è politicamente corretto, non s'addice ai tempi in pochette, siamo in un'era abbottonata, non lo vedete? Dunque andate a sfasciare la vostra esistenza in chat da qualche parte, ragazzini, con le finestre della cameretta adolescenziale serrate, babbo e mamma che litigano perché non ci sono i soldi e caro marito buono a nulla te l'avevo detto io che il bonus da 500 euro per le vacanze non basta! In salotto il nonno fuma dell'erba scadente che gli ha rimediato il nipote l'ultimo giorno di movida e sembra l'unico vivo in quella casa, passa le ore a guardare YouPorn.
Cos'è questa cosa pazza di uscire? Non l'avete sentito il monito del Conte più che dimezzato che non riesce a divincolarsi neppure dallo stritolamento di Renzi e però, caspita, lui si crede Churchill? Si capisce che voi a vent'anni dovete essere naturalmente rincoglioniti, cloroformizzati di fronte a un telequiz in tv, storditi dalle partite di burraco e pronti a intascare il reddito di cittadinanza (abbiamo scoperto ieri che lo prendevano 101 affiliati alla 'ndrangheta, perché voi no?) con il quale vi comprate una birretta da consumare con nonno Libero.
Basta movida, torna l'epidemia! urla il virologo ormai trasformato in complemento d'arredo del talk show. Dopo non averne azzeccata neanche una, questi becchini dell'intelligenza continuano a sognare di fare l'unica cosa che gli è riuscita, sopprimere la libertà lasciando libero il virus. In una società vecchia, rancorosa, inacidita e impoverita serve un nemico, un furto con destrezza delle colpe e dei problemi - che arriveranno copiosi e crudeli - e i giovani sono il bersaglio perfetto. Scuole chiuse, bar chiusi, discoteche chiuse, concerti chiusi, tutto chiuso. E si pensa che questo sia senza conseguenze, gratis, a prezzo calmierato con l'Arcuri che dà lezioni di economia di guerra a reti unificate, si pensa che tutto questo non si paghi domani, che l'anima di questi ragazzi e ragazze non esploda come una supernova. Poveri illusi, ne faranno come minimo dei disadattati sociali o dei ribelli. Di questo passo, temiamo la prima, speriamo la seconda.
***
Che facciamo? Ci occupiamo di quelli che danno l'esempio, andiamo in Parlamento, mi raccomando il disinfettante.
03
Un caso di finta sfiducia
La scena del Senato durante la discussione della sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede trova la perfetta definizione in un'espressione francese: "politique spectacle" o "politique politicienne", la tendenza della politica a occuparsi degli affari (im)propri o di questioni del tutto irrilevanti per il bene comune, della propaganda. Niente di nuovo, il fenomeno nasce dall'antichità, l'ascesa dei mezzi di comunicazione di massa lo fa decollare, i social media lo proiettano a razzo, siamo in piena era di qualunquismo techno-pop. Tutti instagrammati nella decrescita (in)felice del coronavirus.
L'antefatto è una storia di sotto potere e nessuna grandezza politica: il ministro Bonafede nel 2018 propose al procuratore Nino Di Matteo la guida del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) o la direzione degli Affari Penali (meglio conosciuta come la “poltrona” di Falcone). La scelta, la mattina dopo scomparve: il posto del Dap venne affidato a Francesco Basentini e a Di Matteo rimase “solo” la posizione che fu di Falcone. Problema: l’organigramma di Via Arenula in questi vent’anni è profondamente cambiato, il posto che fu di Falcone oggi non ha alcun peso. Vi fu una discussione tra i due, il disaccordo, tutto rimase nel silenzio. Due anni dopo, la crisi del coronavirus innesca le rivolte nelle carceri, le evasioni dei detenuti provocano uno sconquasso nel Dap, il ministro deve tagliare la testa a qualcuno per non perdere la sua, rotola quella di Basentini. La crisi carceraria finisce in una puntata pulp della trasmissione di Massimo Giletti, viene evocata la nebulosa dell'antefatto del 2018 e così Di Matteo alza il telefono e racconta in diretta come andarono le cose due anni prima, con una coda elettrica sulle presunte pressioni dei boss per non far approdare lui, l’uomo forte del processo “Trattativa”, al Dap.
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Altrove questo imbarazzante pezzo di teatro dei pupi sarebbe sfociato in un confronto all'americana tra la versione di Bonafede e quella del Di Matteo, qui non è successo niente e si capisce perché, più si agita il tappeto, più polvere si solleva e meno soggetti possono dichiararsi candidi, a cominciare dal Consiglio superiore della magistratura, corroso dalle lotte intestine fra le correnti. L'istituzione è travolta da uno storico contrappasso, uno sputtanamento generale in cui gli intercettatori diventano intercettati, improvvisamente gli "elevati" in toga si umanizzano con le loro pulsioni e desideri di prestigio sociale. Ora sanno quanto sia barbaro tutto questo.
La storia si consuma in un contesto incandescente. Nel momento in cui il coronavirus sta mordendo la vita di decine di migliaia di imprese e famiglie, il Parlamento si produce in numero non-sense con una sfiducia a Bonafede che non è mai esistita sul serio, ma serviva a far passare il trenino del riequilibrio del governo. Matteo Renzi ha "salvato" l'esecutivo, ma in realtà non ha mai pensato di farlo cadere (oggi), il leader di Italia Viva sfrutta le debolezze della coalizione, le sue contraddizioni, preme su Conte perché sa di aver davanti un premier malleabile, che si nutre d'emergenza, dunque Renzi continua a interpretare il ruolo di colui che ha plasmato il Golem del governo e ogni tanto minaccia di disfarlo con la stessa magia con cui lo ha creato. Si chiama strategia di logoramento politico.
Il caso Bonafede non sarebbe mai dovuto arrivare in aula, le mozioni di sfiducia sono pistole scariche, servono a fare altri giochi, non a rimuovere il problema politico: in una dimensione normale, il premier avrebbe dovuto chiamare il Guardasigilli a Palazzo Chigi e invitarlo a dimettersi e chiarire il fatto con Di Matteo in tribunale, mentre il magistrato a sua volta avrebbe dovuto trarre le conseguenze del suo comportamento sopra le righe, lasciare il Consiglio superiore della magistratura e sostanziare le sue parole. Rappresentano istituzioni, non se stessi. Restano entrambi al loro posto, con un gioco d'ombre alle spalle e il paradosso del ministro della Giustizia Bonafede che nel suo intervento al Senato denuncia "le allusioni e le illazioni" sul suo caso. Sul taccuino del cronista resta una nota: il Guardasigilli avvisa i naviganti sui pericoli della cultura del sospetto di cui il suo partito, il Movimento Cinque Stelle, s'è nutrito. Così, alla fine del nostro giro, la "politique politicienne" torna indietro al Terrore di Robespierre che alla fine ghigliottina anche lui, Robespierre. È la Rivoluzione che si mangia i suoi figli.
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Dove andiamo? All'asta, cribbio, siamo nell'Italia del debito pubblico.
04
Una buona notizia sul Btp Italia (e una meno buona)
Notizia secca: nella terza giornata dedicata ai risparmiatori il Btp Italia ha battuto le due precedenti aste raccogliendo 5,211 miliardi di euro. L'ammontare sottoscritto dal retail del titolo indicizzato all'inflazione che garantisce un rendimento dell'1,4% arriva così a 13,996 miliardi a ridosso della soglia dei 14 miliardi. Oggi è l'ultimo giorno dell'emissione, dedicato agli investitori istituzionali.
Lezione? Il risparmio italiano va, in un momento di bassi rendimenti i nostri Btp incontrano la domanda di chi cerca interessi decenti a basso rischio. Perché questo è il punto, l'Italia per quanto in difficoltà, onora i suoi impegni. La notizia meno buona è che il risparmio viene destinato al titolo pubblico con la logica del rentier e la massa di denaro che in Italia è grande non va agli investimenti produttivi. Una società ricca ma non imprenditrice, con un governo e una classe politica che coltiva il Soviet Dream, prima o poi muore per desertificazione industriale.
Anche questo è un segnale che viene da un paese vecchio, il più anziano del mondo insieme alla Germania e al Giappone. Li abbiamo citati, che notizie ci sono da Berlino e Tokyo?
05
Merkel salva Lufthansa (senza mettersi alla cloche)
Sbarramento preventivo per quelli che Alitalia e via così con il rubinetto del denaro del contribuente. Il governo tedesco com'è logico aiuta e non compra Lufthansa, non la trasforma in una compagnia aerea statale con alla cloche la politica. Lufthansa, inoltre, fino al lockdown era una compagnia che faceva profitti, Alitalia non vede utili da trent'anni ed è costata oltre 10 miliardi di euro agli italiani e ora il governo ha messo sul piatto in una botta sola altri 3 miliardi, il doppio di quanto stanziato per l'università. Per Alitalia, una compagnia tecnicamente fallita. Consumava carburante e cassa per due milioni di euro al giorno.
Edificata la diga per fermare il nazionalizzatore del popolo, diamo la notizia: sarebbe stato raggiunto l'accordo politico sul salvataggio statale della compagnia aerea Lufthansa, lo scrive Der Spiegel. La cancelliera Angela Merkel, il ministro dell'Economia Peter Altmaier e il ministro delle Finanze Olaf Scholz hanno trovato una soluzione. Il governo avrà una partecipazione del 25 per cento e due membri nel consiglio di Sorveglianza, l'investimento è di 9 miliardi di euro. La cancelliera Merkel ha detto che "una decisione dovrebbe arrivare presto".
Domanda sul taccuino: cosa fa il lockdown da coronavirus all'economia? Risposta: brucia la liquidità. Andiamo dove c'era cassa, in Giappone.
06
La cassa giapponese
I forzieri delle imprese giapponesi sono sempre stati ricchi, a fine dicembre secondo i dati della Banca del Giappone, la liquidità delle aziende era pari a oltre 2.400 miliardi di dollari. Siamo a maggio 2020, l'economia giapponese, la terza del mondo, è andata in recessione e secondo un sondaggio di Reuters un'impresa giapponese su cinque teme di non avere cassa sufficiente per andare avanti nel corso dell'anno.
Intanto il governo confermerà oggi la revoca dello stato di emergenza nelle prefetture di Osaka, Kyoto e Hyogo entro la fine di questa settimana, in considerazione del costante calo del numero di contagi da coronavirus in quella zona del paese.
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I paesi vecchi, senza giovani, non hanno un futuro, prima di tutto biologico, come la crisi del coronavirus ci ha insegnato. Si chiama inverno demografico, funziona anche d'estate. Arrivano numeri da freezer dall'America.
07
L'inverno demografico americano
Niente figli, zero domani. Gli Stati Uniti pensano di poter dominare ancora il mondo a lungo, ma in realtà hanno il fiato corto (si vede) e devono decidere cosa fare con le loro politiche sulla natalità, perché il tasso dei nuovi nati è sceso ai minimi degli ultimi 35 anni nel 2019. E il coronavirus non darà una mano. I bimbi venuti alla luce lo scorso anno negli Usa sono stati 3,75 milioni, il livello più basso dal 1985, secondo il National Center for Health Statistics. In America in questo momento ci sono 36 milioni di persone in fila per il sussidio di disoccupazione. Nessuno mette su famiglia in queste condizioni.
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Come chiudiamo questo numero mattutino di List? Andiamo in giardino, respiriamo e dimentichiamo per un po' tutto questo, si apre il sipario della bellezza.
08
Leggere i giardini
Che cosa è un giardino? Un sogno vivo. I sogni vanno letti, interpretati, curati, ci raccontano molto della nostra persona, del nostro Essere. Un libretto intitolato "Leggere i giardini" fa al caso nostro, scritto da Lorraine Harrison, storica dei giardini. Siamo di fronte alla "grammatica degli spazi verdi".
Si alza una voce dal loggione: "Titolare, non serve a niente questa lettura, e poi i giardini sono tutti uguali". Davvero? Esistono i giardini della magnificenza, i giardini del piacere, i ritiri agresti, i giardini domestici, i giardini islamici, i giardini allegorici, i giardini segreti, i giardini d'idee, i giardini utili, i giardini ubertosi, i giardini botanici, i giardini da collezione, i giardini pubblici, i giardini formali, rinascimentali, barocchi, paesaggistici, pittoreschi e rococò, vittoriani, romantici (oh sì), suburbani, modernisti, contemporanei, ci sono boschetti, arboreti, viali, panchine, giostre, gazebo, giochi di prospettiva, ceppaie ornamentali, frutteti e pomari, alberi sospesi, fiori di mille colori, manti fioriti, nastri e isole, bordure vivaci, rose romantiche (colpo al cuore, totale), giardini di sole rose, giardini d'erbe, oasi palustri, giardini sensoriali e piante viaggiatrici.
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Ci sono le stanze del giardino e gli enigmi del giardino, confini invisibili, prospettive, spettacoli, alture e collinette, giardini infossati, acqua, vasche, canali, stravaganze, cascate, salti d'acqua, pozzi e fonti, canali e canalette, e templi di delizia e pagode, padiglioni e rovine, grotte e casali, palazzi di vetro e opulente aranciere, decorazioni, colonne, obelischi, pilastri, arcate verdi, confini aperti e chiusi, accessi, ingressi, terrazzamenti, gradinate, percorsi, ponti, urne, vasi, orologi. Il giardino è il nostro respiro. E ora, dopo tutta questa delizia, provate voi a occuparvi di Bonafede. Buona giornata.
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termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.