26 Marzo
Muro della Germania, "ni" dell'Italia, virus nell'Unione
Scontro tra Berlino e Roma al vertice europeo. Conte non firma la bozza anti-crisi dell'Unione, poi firma. In realtà i leader non hanno deciso niente, si sono presi due settimane di tempo per fare nuove proposte. Governo Draghi? Una road map. Il virus negli Stati Uniti corre (anche Trump e Wall Street)
Che succede? La doppia crisi galoppa, per avere un quadro completo di quello che accade e non perdersi in terra incognita bisogna avere molta pazienza, attendere che i fatti maturino, selezionare con cura ogni tessera del mosaico, non farsi prendere dalla fretta di pubblicare ciò che in realtà non serve a niente. Ieri la notizia che ha dato un senso alla giornata è arrivata ben oltre 22:00, stasera poco dopo le 19:00 è giunta la non-conclusione del vertice europeo (con coda finale, ancora una volta intorno alle 22:00, ma resta la non-conclusione) a confermare che la situazione è grave, seria e per l'Italia molto preoccupante. Quanto? Seguite il titolare di List.
01
Muro tedesco, il Conte del non firmo e poi firmo ma solo un po'
La rottura è là, dietro l'angolo, si sentono gli scricchiolii ogni volta che qualcuno propone di mutualizzare il debito, di prendere soldi in prestito a condizioni da saldi di fine stagione. In fondo, il divorzio è già consumato, il Nord da una parte e il Sud dall'altra, i Protestanti da una parte, i cattolici dall'altra, una cosa che sembra da Seicento, in realtà una crisi del 2011 in versione remix, con il virus, il blocco della produzione mondiale, un ariete che può schiantare anche un titano come l'America, figuriamoci la Germania e noi. L'odore di bruciato del cortocircuito era nell'aria, in serata è arrivato il botto: l'Italia non firma la dichiarazione finale del Consiglio dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea. La tensione con Berlino culmina in uno scontro che produce uno stallo nell'Unione, Berlino ha detto "nein" alle proposte italiane su eurobond e finanziamenti del fondo salva Stati (Mes) senza condizioni e per tutti, l'Italia non firma e Conte dà dieci giorni di tempo per trovare una soluzione. È sempre Italia-Germania.
Alle 21:57 arriva un'altra versione...
Che succede? La doppia crisi galoppa, per avere un quadro completo di quello che accade e non perdersi in terra incognita bisogna avere molta pazienza, attendere che i fatti maturino, selezionare con cura ogni tessera del mosaico, non farsi prendere dalla fretta di pubblicare ciò che in realtà non serve a niente. Ieri la notizia che ha dato un senso alla giornata è arrivata ben oltre 22:00, stasera poco dopo le 19:00 è giunta la non-conclusione del vertice europeo (con coda finale, ancora una volta intorno alle 22:00, ma resta la non-conclusione) a confermare che la situazione è grave, seria e per l'Italia molto preoccupante. Quanto? Seguite il titolare di List.
01
Muro tedesco, il Conte del non firmo e poi firmo ma solo un po'
La rottura è là, dietro l'angolo, si sentono gli scricchiolii ogni volta che qualcuno propone di mutualizzare il debito, di prendere soldi in prestito a condizioni da saldi di fine stagione. In fondo, il divorzio è già consumato, il Nord da una parte e il Sud dall'altra, i Protestanti da una parte, i cattolici dall'altra, una cosa che sembra da Seicento, in realtà una crisi del 2011 in versione remix, con il virus, il blocco della produzione mondiale, un ariete che può schiantare anche un titano come l'America, figuriamoci la Germania e noi. L'odore di bruciato del cortocircuito era nell'aria, in serata è arrivato il botto: l'Italia non firma la dichiarazione finale del Consiglio dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea. La tensione con Berlino culmina in uno scontro che produce uno stallo nell'Unione, Berlino ha detto "nein" alle proposte italiane su eurobond e finanziamenti del fondo salva Stati (Mes) senza condizioni e per tutti, l'Italia non firma e Conte dà dieci giorni di tempo per trovare una soluzione. È sempre Italia-Germania.
Alle 21:57 arriva un'altra versione che conferma la prima: il vertice Ue è finito, l'Italia firma le conclusioni. Ossignore quanta pazienza ci vuole con questi leader indecisi a tutto. Dunque c'è un accordo. Possibile? Alzi il telefono, chiedi lumi a una fonte e questa ti risponde così: "Sì, c'è l'accordo, ma è una cazzata". Traduzione: dovevano salvare la forma e hanno dato tutti la firma, ma l'accordo è solo un rinvio del problema, un modo per prendere tempo, un escamotage per non far naufragare subito l'Unione europea. E quindi? I leader europei dopo 6 ore di dibattito senza esito, si sono dati due settimane di tempo per elaborare proposte nuove sull'uso dei fondi del bilancio. Nessuna decisione. E molta confusione. La prova? Due visioni del mondo, diciamo così, quelle di Italia e Germania.
Le solite fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che "c’è stato un dibattito molto vivace. Alla fine sono passate molte delle posizioni italiane condivise nella lettera dei nove leader, grazie anche al loro appoggio. Il compromesso finale ha fatto sparire la parola 'Mes' dallo statement finale. E il consiglio Ue dà mandato all’eurogruppo di elaborare più proposte e riportarle al Consiglio, entro due settimane, tenendo conto della natura eccezionale dello shock".
Che dice la Germania? Al posto delle solite fonti anonime del governo italiano, parla direttamente Angela Merkel: "Non abbiamo parlato nello specifico delle condizionalità o meno del Mes", ha detto la cancelliera. "Ho spiegato che dal punto di vista tedesco noi preferiamo il Mes, come strumento, che è stato fatto per le crisi. Ma non siamo andati nello specifico e adesso la questione passa ai ministri delle finanze".
Il governo italiano ha una tesi, quello tedesco un'altra. E visto che da una parte si fanno parlare "fonti" e dall'altra parla la cancelliera Merkel in persona, vale di più come fonte quest'ultima. Sintesi? Germania, Olanda e i paesi del Nord pensano di farcela da soli. Gli altri, soprattutto l'Italia, no. Cosa accadrà? I leader si sono dati due settimane, in una crisi che avanza così rapidamente, è un'incredibile perdita di tempo.
E il vaffa di Conte? Era un bluff. Poco prima, il premier diceva con il petto all'infuori che "qui si tratta di reagire con strumenti finanziari innovativi e realmente adeguati a reagire a una guerra che dobbiamo combattere insieme per vincerla quanto più rapidamente possibile. Una risposta forte ed adeguata la dobbiamo ai nostri cittadini e in definitiva alla stessa Europa". Qui il premier fa un preambolo che ha un taglio politico, non ci sarebbero spiegazioni valide da dare ai cittadini di fronte a una divisione, ma il nocciolo del suo discorso è questo: "Come si può pensare che siano adeguati a questo shock simmetrico di così devastante impatto strumenti elaborati in passato, che sono stati costruiti per intervenire in caso di shock asimmetrici con riguardo a tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi?". Facciamo da soli. Davvero? Non era vero.
Vedremo domani mattina come i mercati prenderanno questa separazione di fatto nella casa europea. Intanto sul taccuino registriamo il fatto. Si sta nello stesso appartamento perché è costoso andare a cercarne un secondo, esci e diventi povero. Nessuno si fida, soprattutto la Germania e l'Olanda (con gli altri paesi della nuova Lega Anseatica) non hanno alcuna intenzione di andare a condividere i debiti degli altri. Hanno i loro, a Berlino devono pensare alle pensioni dei loro cittadini (la Germania è insieme all'Italia e al Giappone il paese più vecchio del mondo), gli olandesi non sono mai stati degli zuccherini, sembra difficile arrivare a un accordo. Il vertice dei capi di Stato che si è tenuto oggi in videoconferenza è la prova di questa profonda divisione, nonostante il coronavirus (o soprattutto a causa della profondità della crisi) la separazione nel club dell'Unione è totale. Da una parte Italia, Francia, Spagna e altri paesi del Sud che chiedono un intervento di Bruxelles; dall'altra parte il blocco del nord, guidato da Germania e Olanda.
***
Cos'altro c'è sul taccuino? Un viaggio nel Draghistan.
02
L'ombra di Draghi su Palazzo Chigi
Nessuna citazione nel suo intervento al Senato, segno che Mario Draghi preoccupa tanto Giuseppe Conte. Il premier nel discorso a Palazzo Madama glissa, solo all'uscita, interpellato dai cronisti, commenta l'intervento dell'ex presidente della Bce sul Financial Times: "Siamo in sintonia". La freddezza di Conte è comprensibile, non ha avversari reali sul piano dei partiti, ma Draghi è un soggetto temibile e soprattutto imbattibile sul piano dell'autorevolezza, competenza, esperienza. Tutte cose che Conte non ha. Il premier ha però il vantaggio competitivo di avere la crisi del coronavirus e di doverla gestire, dunque finché dura l'emergenza sanitaria il suo posto è garantito, ma per il dopo - quello che comincia con il rilancio dell'economia (si spera) - quando gli ospedali cominceranno a svuotarsi (e speriamo presto) non c'è da scommetterci. Le tappe di avvicinamento verso un altro governo (Draghi o no), sono in fase di preparazione: cabina di regia, due relatori (uno di maggioranza e uno d'opposizione) sulle leggi da approvare, due nuovi decreti entro aprile - si fanno proiezioni nel Palazzo, nella prima settimana si spera di vedere l'arresto dei nuovi casi e la diminuzione del numero di malati - e a quel punto parte la rumba di un nuovo governo che vada a chiudere la legislatura tra due anni e conduca il paese al voto.
Draghi è la figura ideale che chiude questo periodo opaco, caotico, con provvedimenti che sospendono le libertà fondamentali. Draghi fa il suo percorso d'emergenza e poi va al Quirinale, lasciando il campo a un presidente del Consiglio che uscirà dalle prossime elezioni politiche. Una soluzione lineare, costituzionale, con una personalità di grande livello per un paese che deve affrontare la prova più dura della sua storia dal dopoguerra a oggi. I partiti fanno finta di non aver subito l'onda d'urto dell'articolo di Draghi, la sua soluzione del Grande debito per evitare il Grande Crollo, ma in realtà lo shock è stato grande. Il Partito democratico è in grande imbarazzo, non può certo dire che Draghi non vada bene, ma non può neppure dire che si può fare, dunque va avanti la linea Bettini, si fa la cabina di regia e basta. Attendiamo con ansia il primo ciak di quest'opera cinematografica. La Lega ci starebbe (Giorgetti lo dice da tempo, Salvini pare sia in fase di rapida conversione), Fratelli d'Italia attende gli eventi, ma non è nelle corde del partito di Giorgia Meloni un banchiere a capo del governo o sul Colle, i renziani non vedono l'ora di levarsi di torno Conte ma per ora non dicono "prego, si accomodi", del Movimento Cinque Stelle sappiamo già tutto: Draghi è come Nosferatu, vade retro. Questo è il quadro e la cosa sorprendente è che c'è ancora qualcuno che si chiede come mai rischiamo di fallire. Il doppio virus va fermato e il secondo è spietato perché si chiama carestia.
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C'è altro sul taccuino? Quello che accade nel resto del mondo, che è anche quello che conta ancora di più.
03
Il virus e la corsa di Trump
In una lettera inviata ai governatori, Donald Trump ha preannunciato la presentazione di nuove linee guida per ridurre il ricorso a misure d'emergenza per contrastare la diffusione dell'epidemia. Il presidente degli Stati Uniti sta pensando di togliere la "distanza di sicurezza" in quelle zone con meno contagi. Trump vuole, inoltre, presentare una mappatura del Paese, diviso in zone a "basso", "medio" e "alto rischio", in base al quale i governatori potranno decidere quale tipo di misure adottare. Obiettivo della Casa Bianca, il ritorno alla normalità entro Pasqua, il 12 aprile, una scadenza considerata improbabile dagli scienziati (Agi).
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Cosa sta bollendo in pentola? Mettiamo in chiaro un paio di note sul taccuino:
Quanto durerà l'epidemia in America? Davvero Trump rischia l'elezione con la crisi del coronavirus? Quanto sarà vasta? Trump ha davanti una sfida gigantesca, deve terminare il lockdown e salvare la più grande economia del mondo, una robetta. Come vanno i sondaggi? Andiamo in casa Gallup, sondaggio del 24 marzo:
Il gradimento di Trump è al 49 per cento, in salita di 5 punti rispetto al sondaggio precedente, il 60 per cento degli intervistati da Gallup approva la linea d'azione di Trump nella crisi del coronavirus. Guardate il dato spacchettato, un flash sul gradimento tra le famiglie elettorali americane:
Il gradimento di Trump è pressoché totale tra gli elettori Repubblicani, ma la cosa notevole è l'aumento di 8 punti tra gli Indipendenti e di 6 punti tra i Democratici. Per ora la linea della Casa Bianca è apprezzata, Joe Biden (se vincerà le primarie dem) deve sperare nel crash dell'economia (arriverà), nel fallimento della risposta economica dell'amministrazione (possibile), in un ruzzolone di Trump, in qualche altra piaga biblica, lo scioglimento dei ghiacci. Per ora, le cose vanno in una direzione imprevista. E le altre domande sul taccuino? Andiamo veloci.
La ripresa cinese è davvero robusta? La risposta è no, le fabbriche sono aperte, ma alcune fino a poco tempo fa di acceso avevano solo la luce. Secondo alcuni analisti la Cina tornerà alla normalità della produzione nel secondo trimestre, il Fondo monetario internazionale ha previsto un Prodotto interno lordo al 5.6 per cento quest'anno. Con tutto il rispetto, per ora stanno tutti guidando a fari spenti perché di luce il regime cinese ne ha fatto ben poca su tutta la storia del coronavirus. In questo caso, occorre più che mai attendere sulla riva del fiume.
Altre domande? Ah, sì, quella sull'efficacia dell'Helicopter Money. Non abbiamo ancora la risposta, come cantava Battisti con le parole di Mogol: lo scopriremo solo vivendo. Abbiamo un po' di numeri interessanti (forse troppo) dall'America.
04
Disoccupazione e Helicopter Money
Chiusa la nottata col botto (Mario Draghi, il Grande Debito per salvarsi dal Grande Crollo), abbiamo atteso la pubblicazione dei dati americani sui nuovi iscritti alle liste di disoccupazione. Risultato? Boooom.
Questo sì che è un decollo a razzo: le richieste di disoccupazione negli Stati Uniti sono balzate da 700 mila a 3,2 milioni. Questo è l'effetto del secondo virus, il collasso economico di cui scriviamo fin dall'inizio della crisi del coronavirus. Mentre il primo virus è democratico, il secondo no: pagheranno subito i poveri, la classe media e certo, anche i ricchi subiranno la perdita di colossali fortune, ma nessuno di loro morirà di fame, qui siamo vicinissimi al rischio di una lunga recessione, come ha spiegato magistralmente Mario Draghi nel suo intervento sul Financial Times.
Il dato monstre in ogni caso non ha spaventato i mercati, perché bisogna sempre saper leggere i dati, gli Stati Uniti hanno appena varato un piano economico da 2 mila miliardi di dollari e Steve Mnuchin ha detto che i dati sulle richieste di sussidi alla disoccupazione "non sono rilevanti", sono un effetto a breve del coronavirus, ma l'amministrazione conta di rimettere in carreggiata subito l'economia, con i sussidi diretti che arriveranno sul conto corrente degli americani "entro tre settimane". Sembrava impossibile fino a pochi giorni, benvenuti nell'era dell'Helicopter Money.
05
Wall Street vola
La legione dei Gordon Gekko da tastiera (ne troverete parecchi su Twitter, sono quelli un giorno tutti virologi e l'indomani sempre stati agenti di Borsa) a quel punto ha sentenziato: Wall Street colerà a picco. Risposta dal loggione: Jack, fatti un concertino sul balcone. L'indice Dow Jones guarda dove sta il denaro e il denaro è nel forziere del governo americano che ha fatto sapere di non avere limiti e così anche la Federal Reserve, per ora sono 2.000 miliardi di dollari di piano straordinario e poi si vedrà. Il cruscotto della Borsa americana ha chiuso tutto in verde:
È partito un altro rally? Calma, qui si cammina su un ponte sospeso e sotto ci sono i coccodrilli. Domanda: ma se Wall Street va bene perché preoccuparsi? Perché i mercati cercano di anticipare un trend, ma prima che si realizzi passa del tempo e in mezzo ci sono gli imprevisti. Trump vuole (ri)aprire l'America prima di Pasqua. Possibile? Lasciamo uno spazio vuoto.
***
Accanto al taccuino, nella foto in alto, c'è la copertina di un libro di Mervin King, ex governatore della Banca d'Inghilterra: "The End Of Alchemy".
06
La fine dell'alchimia (e del mondo di ieri)
Ci sono cose che sono un presagio, un segno, un evento che poi finisce nel futuro. Il libro di Merving King è una cavalcata nella terra della moneta, un racconto senza maquillage sull'economia e la finanza. Ce ne siamo occupati all'inizio del nostro viaggio, nel 2017, quando List era solo una newsletter per pochi lettori. Tra le tante cose che King afferma, una è fondamentale: la politica monetaria ha mostrato tutti i suoi limiti. Fatto oggi davanti agli occhi di tutti. Non è morta, resta importante (il quantitative easing della Bce, la liquidità in dollari della Fed) ma di fronte alla crisi del coronavirus siamo in un altro mondo, come abbiamo visto. King ha anticipato la maturazione della mela di Newton, è cascata perché c'è la forza di gravità, l'economia reale, la domanda, l'offerta, la produzione, il commercio, il coronavirus. Il dilemma del prigioniero in cui era finita l'economia governata dalle banche centrali - non si alzano i tassi di interesse perché si rischia di provocare un crollo della crescita e anche un crash in Borsa - è stato fatto secco dal virus. Un motivo perfetto per fare atterrare le quotazioni, solo che come spesso accade poi al pilota è sfuggito il volante e ora ci ritroviamo nel marasma.
Mervin King tre anni fa diede un'intervista che oggi appare profetica, allora fu riassunta così da List:
La Brexit potrebbe dividere il Regno Unito, ma è anche una minaccia per l’integrità dell’Unione europea, come ha ribadito stamattina Mervin King, ex governatore della Bank of England, in un’intervista al Corriere della Sera. L’intervista a King è la cosa più importante pubblicata oggi dai giornali italiani, alcuni passaggi sono notevoli e vale la pena di isolarli perché sono decisamente di un altro tono rispetto alle opinioni del mainstream, quella di King è una lezione di realismo e fine della inconcludente retorica europeista.
- L’impatto della Brexit anche nel lungo periodo sarà molto limitato;
- La Gran Bretagna ha il diritto di governarsi da sé;
- Chi ha votato per la Brexit non è razzista, xenofobo o stupido;
- Le élite hanno perso il contatto con i bisogni della gente;
- È l'Unione ad avere lasciato noi;
- La Sterlina debole è benvenuta;
- Draghi è in una posizione impossibile;
- L’Eurozona precipiterà di nuovo nella crisi senza un dibattito genuino e un reale cambiamento;
- L’unione monetaria è stata prematura senza l’unione fiscale, un terribile errore (…) c’è bisogno di un’unione fiscale e la Germania deve pagare;
- Vengono liquidati come populisti (i partiti euroscettici, ndr) ma le loro critiche sono basate su fatti economici, che le élite non capiscono;
- Stiamo andando verso il disastro.
Tre anni fa, un altro mondo. La Brexit è diventata realtà, il problema numero uno in agenda è un virus (il disastro), la Germania non vuole pagare, l'Eurozona è di nuovo nella crisi, alla Bce non c'è Draghi ma Lagarde, là fuori c'è un problema chiamato coronavirus. Il mondo di ieri è finito, quello di oggi non è ancora nato. Abbiamo fatto tardi anche stasera (meno tardi di ieri), di cena non c'è ancora l'ombra, il Gin Martini è finito. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.