20 Settembre

Nazione Battisti

Ritratti da List. Vent'anni dopo la sua scomparsa, Lucio Battisti è la presenza che incarna un'identità nazionale sofferta. Eugenio Capozzi esplora l'avventura totale di un artista mai prevedibile, classico e moderno, la geniale eredità culturale di "un italiano vero"


di Eugenio Capozzi

A vent'anni dalla sua morte prematura, emerge con sempre maggiore chiarezza l'importanza cruciale di Lucio Battisti non solo nella musica, ma nella cultura di massa, nel costume, in definitiva nella storia italiana. 

Il motivo di questa centralità è presto detto: Battisti è uno tra i pochissimi artisti in cui praticamente tutti gli italiani prima o poi si sono riconosciuti, e si sono riconosciuti come italiani, senza differenze di ceto, di rango, di istruzione, di opinioni, di ideologie. È stato nel secondo Novecento – e continua ad esserlo nel Ventunesimo secolo - la più efficace incarnazione del sentimento di un'identità nazionale che storicamente è così sofferta, conflittuale, difficile da definire, e lo è divenuta ulteriormente a partire dal secondo dopoguerra, per molte ragioni politiche, culturali e psicologiche. 

Alla fine degli anni Sessanta, mentre infuriava la grande ribellione dei giovani baby boomers, in Italia la cultura accademica affondava tra l'iperspecialismo autoreferenziale e la pura strumentalizzazione ideologica, l'arte era congelata dalle avanguardie, la poesia veniva inghiottita dallo sperimentalismo. Tutto il peso dell'"educazione sentimentale" di quei ragazzi in fermento era, praticamente, sulle spalle della cultura pop, nelle sue varie diramazioni (musica rock, cinema, fiction televisiva, fumetti). 

Ma la cultura pop viveva in quel periodo una scissione drastica: da una parte ciò che rimaneva dell'edonismo naif degli anni del miracolo economico; dall'altra l'ideologizzazione totale, la dittatura del "messaggio", la subordinazione di ogni prodotto di intrattenimento di massa ad obiettivi politici. Nella canzone ciò significava da un lato solisti e gruppi che riproponevano canzoncine di evasione nello stile melodico "massimalista" italico riverniciate più o meno sommariamente di estetica hippie, flower power, capelli lunghi e simili; dall'altro la trasformazione dei "cantautori" in austeri, seriosi, prolissi predicatori che producevano "inni" (in genere lunghi, monotoni e noiosi) per giovani "arrabbiati", feste dell'Unità, e soprattutto movimenti...


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