7 Gennaio
Netflix, Trump e l'Italia. Geopolitica dell'immaginario
America First non è solo una politica ma anche un potente veicolo di immaginario, una fabbrica dei sogni globale con cui l’Italia populista si trova in particolare sintonia. Fatti, miti, geopolitica. Un articolo per Aspenia su Trump e il cambio di scena del nostro paese
L'ultimo numero di Aspenia, la rivista dell'Aspen Institute, si intitola "Il secondo tempo di Trump". Il titolare ha contribuito con un lungo articolo sui rapporti tra l'Italia e l'America, una questione che ha sempre più a che fare con l'immaginario. Soprattutto nell'era di Trump. Buona lettura.
America First non è solo una politica ma anche un potente veicolo di immaginario, una fabbrica dei sogni globale con cui l’Italia populista si trova in particolare sintonia: c’è un terreno comune tra Roma e Washington sul piano della “visione del mondo”, ma anche degli interessi geopolitici. È un rapporto che può fare la differenza per l’Italia, se saprà però giocare bene le sue carte sul fronte europeo.
Se chi scrive questo articolo appartenesse all’accademia, il lavoro si esaurirebbe in quattro righe, così: le elezioni di midterm non cambiano la politica estera americana, pesano sul piano interno dei rapporti di forza tra la Casa Bianca e il Congresso, ma non hanno un impatto sull’“America First” di Donald Trump, dunque per l’Italia non cambia niente. Arrivederci nel 2020. I professionisti delle relazioni internazionali fanno scenari perfetti a tavolino, salvo poi scoprire che la realtà è divergente perché hanno dimenticato di considerare elementi come storia, cultura, costume, gruppi tribali (sì, tribù), mass media, lo spirito del tempo. Possiamo fare un lungo elenco di questi epic fail politici, a cominciare dalla guerra in Vietnam, dove un’amministrazione farcita di grandi esperti – quella di John Fitzgerald Kennedy – finì per impantanarsi per eccesso di hybris e difetto di conoscenza della realtà quotidiana del paese in cui avevano paracadutato i propri soldati. Morire per Saigon, senza sapere cosa ci fosse a Saigon. Dunque questo articolo si occuperà poco di geopolitica e molto di cultura e immaginario, storia e flash crash, cinema, libri e internet, cioè gli elementi fondanti, visibili...
L'ultimo numero di Aspenia, la rivista dell'Aspen Institute, si intitola "Il secondo tempo di Trump". Il titolare ha contribuito con un lungo articolo sui rapporti tra l'Italia e l'America, una questione che ha sempre più a che fare con l'immaginario. Soprattutto nell'era di Trump. Buona lettura.
America First non è solo una politica ma anche un potente veicolo di immaginario, una fabbrica dei sogni globale con cui l’Italia populista si trova in particolare sintonia: c’è un terreno comune tra Roma e Washington sul piano della “visione del mondo”, ma anche degli interessi geopolitici. È un rapporto che può fare la differenza per l’Italia, se saprà però giocare bene le sue carte sul fronte europeo.
Se chi scrive questo articolo appartenesse all’accademia, il lavoro si esaurirebbe in quattro righe, così: le elezioni di midterm non cambiano la politica estera americana, pesano sul piano interno dei rapporti di forza tra la Casa Bianca e il Congresso, ma non hanno un impatto sull’“America First” di Donald Trump, dunque per l’Italia non cambia niente. Arrivederci nel 2020. I professionisti delle relazioni internazionali fanno scenari perfetti a tavolino, salvo poi scoprire che la realtà è divergente perché hanno dimenticato di considerare elementi come storia, cultura, costume, gruppi tribali (sì, tribù), mass media, lo spirito del tempo. Possiamo fare un lungo elenco di questi epic fail politici, a cominciare dalla guerra in Vietnam, dove un’amministrazione farcita di grandi esperti – quella di John Fitzgerald Kennedy – finì per impantanarsi per eccesso di hybris e difetto di conoscenza della realtà quotidiana del paese in cui avevano paracadutato i propri soldati. Morire per Saigon, senza sapere cosa ci fosse a Saigon. Dunque questo articolo si occuperà poco di geopolitica e molto di cultura e immaginario, storia e flash crash, cinema, libri e internet, cioè gli elementi fondanti, visibili e invisibili delle leadership contemporanee.
AMERICA FIRST: FATTI E TENDENZE. Partiamo da alcuni fatti che si sono materializzati in questi ultimi due anni:
- America First non è uno slogan, è una politica e nello stesso tempo un potente veicolo di immaginario;
- sono tornate sulla scena le nazioni e con loro un nuovo nazionalismo;
- la globalizzazione ha rallentato;
- la democrazia è in arretramento;
- la richiesta di libertà nei paesi avanzati sta assumendo nuove forme e non tutte sono conquiste del progresso;
- gli Stati Uniti d’America sono una forza (militare) globale riluttante;
- la Russia è tornata a svolgere il suo ruolo nelle relazioni internazionali, sono nuovamente attive le “sfere di influenza”;
- la Nato non ha una missione chiara dal 1989;
- il Medio Oriente continua a essere un problema irrisolto e non possono risolverlo gli Stati Uniti;
- il più potente motore di espansione dell’impero americano non è al Pentagono, ma nelle centrali di Big Data dei faang (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google) e degli altri titani di internet;
- Silicon Valley ha sostituito Hollywood,
- il ranch è più importante del grattacielo;
- la politica in Occidente si sta radicalizzando;
- il capitalismo vive una enorme crisi di credibilità e tornano ideologie che ne contestano il valore;
- la leva finanziaria senza lavoro, la trimestrale per forza e l’utile per pochi, la cultura della rendita e la diseguaglianza hanno minato il capitalismo (copertina dell’Economist: “The Next Capitalist Revolution”, 15 novembre 2018);
- i democratici non hanno vinto le elezioni di midterm e Donald Trump non le ha perse.
È un elenco parziale, ognuno di questi capitoli potrebbe riempire una biblioteca, ma lo scopo di questo esercizio di sintesi che facciamo è quello di mettere sul tavolo un po’ di figure retoriche sul reale e l’immaginario della scena internazionale.
L’ITALIA POPULISTA E I RAPPORTI CON GLI USA. E l’Italia? Cosa c’è nel mazzo di carte di Roma?
- il valore strategico (potenziale) dell’Italia nell’area del Mediterraneo è aumentato per effetto del ritiro americano dal Medio Oriente e dal Nord Africa;
- la storia della Libia dice che l’Italia era nel giusto quando nel 2011 esprimeva forti dubbi sul piano per far cadere il colonnello Gheddafi;
- l’Italia è un interessante e unico laboratorio politico, con il primo governo populista d’Europa nella stanza dei bottoni;
- l’ascesa della maggioranza populista in Italia ha messo in luce il corto circuito dei media tradizionali, distanti dalla realtà, e certificato l’importanza di internet come fonte primaria d’informazione e deformazione;
- i poveri sono andati a votare e hanno scelto il governo populista. Lo hanno votato anche coloro che hanno paura di diventare poveri.
- i ricchi – quando non vincono loro – disprezzano la democrazia e invocano il governo dei “competenti”;
- il caso dell’Italia dimostra come l’Unione Europea sia in una crisi permanente e forse irreversibile;
- l’Italia ha un legame forte con l’America e un’attrazione naturale, dettata dalla sua storia, per la Grande Madre Russia a Oriente;
- l’Italia è un forte esportatore di prodotti verso gli Stati Uniti;
- l’Italia ha un debito pubblico troppo grande e una gestione al netto degli interessi sul debito eccellente, è il meraviglioso mostro a due teste di un’incisione medievale;
- lo stile e il design italiano dominano la scena mondiale del gusto;
- il Belpaese continua a essere bellissimo. A dispetto dei luoghi comuni sul suo declino, la Italian way of life esiste e resiste.
Le relazioni tra Stati Uniti e Italia dopo la fine della Guerra Fredda si sono scongelate: in alcuni casi si sono rafforzate e sono diventate un fiume comune, in altri si sono indebolite e sono evaporate. La fine di Jalta non ha ancora un esito conclusivo, i movimenti tettonici sono in corso e vedremo tra qualche anno un nuovo volto di Pangea. Gli Stati Uniti hanno una presenza finanziaria e industriale marginale in Italia, anche se abbiamo visto due investimenti importanti di fondi americani sulle reti: prima con Italo (trasporto ferroviario, fondo gip) e poi con Telecom (telecomunicazioni, fondo Elliott). La presenza americana in Italia era una conseguenza di Jalta e come tale è sempre stata di tipo strategico-militare: aveva un senso finché gli equilibri generati dalla Seconda guerra mondiale erano attivi.
Oggi questo scenario è mutato, incerto, ci sono evidenti rotture nei canali di comunicazione di Washington e Bruxelles (come abbiamo evidenziato nel recente Forum Aspen Italia/Francia) e serve un nuovo Patto Transatlantico.
GLI ITALIANI IN SINTONIA CON TRUMP. Sul piano dell’azione politica, l’America continua a essere guardata dagli italiani con interesse e diffidenza: interesse per la sua nuova leadership, Trump; diffidenza per la sua potenza militare considerata, a torto o a ragione, “destabilizzante”.
Trump è il vero punto di connessione: la realtà del panorama politico d’Italia dice che l’America First del presidente agli italiani piace. Il suo decisionismo, la sua imprevedibilità, la sua totale assenza di bon ton, il suo confondere l’“Azienda America” con la politica (e con la sua azienda), il suo candido e sfacciato “America is open for business” pronunciato di fronte all’Homo Davos in Svizzera, il suo essere sotto e sopra le righe: tutto ciò rende Trump così familiare, simile al primo tycoon che divenne capo di governo in Europa, Silvio Berlusconi.
America First comincia con la Brexit e quest’ultima è una rivolta contro Bruxelles che è oggi a sua volta il fiume carsico che alimenta il pensiero (confuso ma presente in bagliori) della maggioranza di governo in Italia, un nazionalismo dadaista, tutto sentimento e poca ragione, ma reale, forte di un consenso che va dai ceti produttivi del nord alle masse in cerca di occupazione del sud. L’Italia ha bisogno di un “new deal” rooseveltiano: non a caso citiamo Roosevelt, un presidente che fu interprete del populismo. La politica antidelocalizzazione di Trump per le imprese americane è il caso Pernigotti in Italia, la storica fabbrica di cioccolato in Piemonte comprata dai turchi che avrebbe dovuto chiudere. Il cioccolato italiano a Istanbul! Cosa colpisce l’immaginario popolare con altrettanta forza? Niente.
Un voto di midterm disastroso per Trump avrebbe rotto questo incantesimo della comunicazione politica, spezzato il fil rouge della rappresentazione, fermato la rivoluzione. Quello che “non è successo” nel voto americano del novembre 2018 solidifica il terreno di movimento di queste forze. Sappiamo bene che i repubblicani americani non sono certo né la Lega di Salvini né il Movimento 5 Stelle di Di Maio, ma il simbolismo non solo è intatto, ma più forte di prima. Dunque Matteo Salvini potrà presentarsi di fronte ai suoi elettori di volta in volta interpretando l’America First di Trump per la difesa dei confini o il patriottismo di Putin per esaltare i “valori” del paese; Luigi Di Maio potrà chiedere una politica di dazi, reshoring delle aziende, intervento dello Stato nel capitale privato e protezione dei lavoratori. La presenza di Donald Trump in America rafforza tutto questo, alla Casa Bianca c’è un totem che ispira le parole d’ordine del populismo. Questa è la vera onda lunga dell’America sulla contemporaneità. A sua volta Trump, forte della naturale empatia con questi partiti, potrà usare l’Italia contro il suo reale obiettivo in Europa, la Germania. Anche la Francia è nel mirino del presidente americano, ma le attuali condizioni della politica francese (il consenso rasoterra, la rivolta stradale dei gilet gialli) dicono che la spettacolare ascesa di Macron nel 2016-17 (il populista delle élite) si trasformerà molto probabilmente in una altrettanto spettacolare caduta nel voto europeo di maggio 2019.
L’Italia trarrà beneficio dall’appoggio della Casa Bianca per cercare di non soccombere di fronte all’asse tra Parigi e Berlino, i quali, a loro volta, cercheranno di mettere l’Italia all’angolo per indebolire Trump e limitare l’azione di Putin, che in Italia ha da sempre grandi relazioni con le leadership che si sono alternate al potere (vedere alla voce Silvio Berlusconi e anche Romano Prodi) e vanta una presenza diplomatica e di intelligence di prim’ordine.
La Casa Bianca ha ottenuto agevolmente il sì del governo Conte alla realizzazione del gasdotto Tap nonostante uno dei partiti della maggioranza, il Movimento 5 Stelle, fosse contrario. E la ragione non è solo una questione di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, di equilibri geopolitici, di impossibilità di tornare indietro per ragioni contabili e di alleanze: tra Trump e la maggioranza populista in Italia c’è un terreno comune sul piano della “visione del mondo”.
Questo “risiko” non è spiegabile solo intrecciando gli elementi della geopolitica, tanto meno puntando sulla sola analisi economica che in questi ultimi dieci anni ha sbagliato tutte le previsioni e fallito l’aggancio con la realtà (mutui subprime? speculazione sul debito sovrano? distribuzione del reddito? effetti del quantitative easing? erosione della democrazia nelle economie avanzate?) al punto da sembrare aliena dalla storia. Lasciamo gli economisti chini sui loro fogli excel, guardiamo là fuori alla storia che si sta componendo di fronte a noi, cerchiamo di sentire le pulsazioni irregolari, pazze, del Signor Zeitgeist.
LA SUPERPOTENZA DELL’IMMAGINARIO: IL NUOVO DOMINIO AMERICANO. Il mondo contemporaneo oggi si nutre di una dimensione fondamentale, quella che il filosofo francese Edgar Morin chiama la seconda industrializzazione, “quella che si rivolge alle immagini e ai sogni”. La radio, il cinema, la televisione, la carta stampata, i media tradizionali descritti in maniera sfolgorante da Morin nella sua opera del 1962, oggi hanno una piattaforma di disseminazione e sviluppo esponenziale, Internet: una piattaforma americana, una ciclopica portaerei.
Questa fabbrica dei sogni globale è in gran parte americana (la sua importanza strategica è rivelata proprio dal fatto che gli Stati Uniti non ne hanno mai ceduto il controllo) e costituisce la reale infrastruttura del nuovo dominio degli Stati Uniti, il potere di creare “un pubblico universale”. Questo tsunami di significati e significanti è il nostro vissuto quotidiano e parla la lingua dell’America.
Quando Trump conia lo slogan “Sanctions are coming” per annunciare le sanzioni all’Iran, parafrasando il “Winter is coming”, cuore della serie del Trono di Spade, si tuffa nella cultura pop globale e nel cuore della macchina narrativa americana che trae origine dal mondo fantastico creato dallo scrittore George R.R. Martin e trasformato in immagini dalla televisione americana Hbo. Siamo nel nocciolo incandescente dell’immaginario, dentro l’officina del mezzo e del messaggio dell’America (siamo anche al compimento della profezia di Marshall McLuhan), un’arma ad alto potenziale che Trump usa con totale padronanza e consapevolezza. Non a caso è uomo di business e di spettacolo. Come l’italiano che lo ha preceduto, Silvio Berlusconi.
Altro punto d’attacco che testimonia la forza di questo magnete culturale, la sua presa nella realtà della politica. La serie tv di House of Cards fu usata per definire lo stile di governo decisionista di Matteo Renzi, ne fu fatta un’esaltazione sui giornali al punto da tessere articoli su delle vere e proprie citazioni di Renzi nei panni di Frank Underwood. Era un festival del cinismo, ma quello che conta in questa sede è l’impatto sull’immaginario.
L’America penetra la società italiana con le sue immagini, le sue storie, le sue canzoni, i suoi stili di vita e consumo. Un tempo era Hollywood con i suoi film, oggi sono le serie di Netflix a dominare la scena e, tra i giovanissimi, la cultura penetrante dei videogame, creatrice di un nuovo linguaggio e nuove tribù online. Gli adulti che non sono genitori non conoscono l’impatto sui ragazzi di “Fortnite”, un gioco sviluppato dalla Epic Games, un’azienda del Maryland: un campione di incassi in cui il titolo dell’ultima battaglia è “L’oscurità avanza”. Come l’inverno del Trono di Spade.
L’ITALIA, OCCASIONE O PROBLEMA? La spada, il trono, la potenza. Il gioco tra America e Italia è rafforzato dagli elementi comuni tra la presidenza Trump e la maggioranza populista al governo. È proprio nel caso delle sanzioni all’Iran che abbiamo visto muoversi i pezzi in maniera simmetrica sulla scacchiera: l’Italia è stata esentata (almeno per tutta una fase iniziale) dalle sanzioni. L’Italia e non la Francia. Non si tratta di una mossa casuale. Significa che tra Roma e Washington esiste un legame di fiducia più forte che con Parigi. I tentativi di Macron di diventare partner privilegiato di Washington si sono scontrati con il legame di cooperazione – ricordiamo che è stabilito da un trattato recentemente rafforzato – che Parigi ha con Berlino. Anche qui c’è la storia, il legame di Francia e Germania è un deterrente, evita lo scontro, il fantasma delle guerre che hanno insanguinato l’Europa per secoli. Roma in questo dualismo post guerra, un’eredità del “secolo breve”, è di volta in volta con l’una e con l’altra, ma sempre in posizione di debolezza, subordinata, in seconda battuta; ecco perché avere (o non avere) Washington al proprio fianco in questo scenario di ribaltamento dell’ordine mondiale può fare la differenza. Direte che questo è il gioco geopolitico per eccellenza, e certamente lo è, ma questo meccanismo non sarebbe mai stato attivo se non vi fosse quel terreno comune di segnali deboli e forti, onde invisibili (“l’essenziale è invisibile agli occhi”, scrisse Antoine de Saint-Exupéry ne Il Piccolo Principe) che costituiscono la contemporaneità.
Questa Italia, nella seconda parte del primo mandato di Trump, può essere un’occasione ma anche un problema. È un’occasione se a Palazzo Chigi sapranno governare in maniera ordinata il loro sottosopra, negoziando con l’Unione sul bilancio ma senza arrivare al conflitto nucleare con la Commissione; questo sarebbe il problema, un’Europa con un paese too big to fail in crisi. Come andrà? Non lo sappiamo. A questo punto della storia, solo questo possiamo dire: “Winter is coming”.
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prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.