26 Febbraio
Nevica, campagna elettorale congelata
Berlusconi e Renzi si contendono il voto utile, ma i partiti a sei giorni dal voto sembrano arrivati a fine corsa. Xi realizza il sogno dell'Homo Davos: il potere eterno senza democrazia. La Silicon Valley ci prova ma... Il diario del titolare di List.
Nevica. E la campagna elettorale sembra congelata. Tutti i cavalli sembrano già arrivati a fine corsa, mancano colpi d'ala, c'è quasi una resa generale all'evidenza del vuoto. Fiocca la neve, è già abbastanza. Che cosa succede tra i partitanti? Mancano sei giorni al voto e i pezzi sulla scacchiera sono disposti così: tutti dicono che non ci saranno larghe intese, che senza maggioranza si tornerà al voto. Non c'è da credergli perché il risultato delle urne allo stato attuale è letteralmente un poker al buio; Silvio Berlusconi fa campagna per il voto utile, ha parlato oltre due ore al Teatro Manzoni e ha lanciato un referendum per l'elezione diretta del Presidente della Repubblica (piano del tutto senza senso in questo contesto); Matteo Renzi va a zig zag, non aveva una linea per la campagna elettorale e non l'ha trovata, ha martellato Grillo, poi ha puntato il dito su Liberi e Uguali, ora imita Berlusconi e dice che il voto utile è per il Pd, insomma, spera in un (probabile) piccolo recupero del Pd a causa della polarizzazione del voto negli ultimi giorni e poi in un colpo di fortuna che lo piazzi a Palazzo Chigi anche senza i voti sufficienti; Walter Veltroni ha battezzato Paolo Gentiloni e negato il suo arrivo come traghettatore del Pd dopo il voto (segno che qualcosa sotto e sopra Uòlter c'è); i Cinque Stelle fanno espulsioni a raffica, godono dello smarrimento degli altri ma di proprio hanno messo ben poco, in ogni caso erano in testa alla corsa e nessuno per ora minaccia questo primato; Emma Bonino spera di sgambettare Renzi raggiungendo quota 3 per cento, se succede e le altre liste prendono meno di 1, il Pd perde 19 seggi, bingo; in Liberi e Uguali c'è malumore sulla campagna di Pietro Grasso (quale campagna?) che ha le ruote...
Nevica. E la campagna elettorale sembra congelata. Tutti i cavalli sembrano già arrivati a fine corsa, mancano colpi d'ala, c'è quasi una resa generale all'evidenza del vuoto. Fiocca la neve, è già abbastanza. Che cosa succede tra i partitanti? Mancano sei giorni al voto e i pezzi sulla scacchiera sono disposti così: tutti dicono che non ci saranno larghe intese, che senza maggioranza si tornerà al voto. Non c'è da credergli perché il risultato delle urne allo stato attuale è letteralmente un poker al buio; Silvio Berlusconi fa campagna per il voto utile, ha parlato oltre due ore al Teatro Manzoni e ha lanciato un referendum per l'elezione diretta del Presidente della Repubblica (piano del tutto senza senso in questo contesto); Matteo Renzi va a zig zag, non aveva una linea per la campagna elettorale e non l'ha trovata, ha martellato Grillo, poi ha puntato il dito su Liberi e Uguali, ora imita Berlusconi e dice che il voto utile è per il Pd, insomma, spera in un (probabile) piccolo recupero del Pd a causa della polarizzazione del voto negli ultimi giorni e poi in un colpo di fortuna che lo piazzi a Palazzo Chigi anche senza i voti sufficienti; Walter Veltroni ha battezzato Paolo Gentiloni e negato il suo arrivo come traghettatore del Pd dopo il voto (segno che qualcosa sotto e sopra Uòlter c'è); i Cinque Stelle fanno espulsioni a raffica, godono dello smarrimento degli altri ma di proprio hanno messo ben poco, in ogni caso erano in testa alla corsa e nessuno per ora minaccia questo primato; Emma Bonino spera di sgambettare Renzi raggiungendo quota 3 per cento, se succede e le altre liste prendono meno di 1, il Pd perde 19 seggi, bingo; in Liberi e Uguali c'è malumore sulla campagna di Pietro Grasso (quale campagna?) che ha le ruote sgonfie; i piccoli cercano minutaglia percentuale per strappare qualche seggio ai presunti grandi. Situazione esaltante. Nevica. Il titolare ha visto uno con gli sci in spalla che andava al parco di Villa Paganini, Roma. Sì, ho visto cose che voi umani... Stop.
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Anzi no, andiamo avanti, perché c'è dell'antropologia istituzionale in tutto questo (nella politica, sì vabbè anche negli sci dell'Urbe), un'ossessione per il Nessuno al Comando, una Repubblica di leader che finiscono senza vittoria. Lorenzo Castellani ricostruisce la nostra storia politica e lo fa camminando sul filo sospeso sul precipizio che separa classe dirigente e popolo. Entriamo nella fabbrica dei leader dimezzati, l'Italia.
01
Leader senza vittoria
di Lorenzo Castellani
Sul far del Diciannovesimo Secolo si usava evidenziare nella politica italiana della democrazia dei notabili la frattura fra il paese reale e quello legale, cioè la separazione tra i bisogni della società italiana e gli interessi della minoranza politica chiamata a gestire gli affari pubblici. Per lungo tempo questa frattura non venne risolta in alcun modo creando un progressivo scollamento tra le classi dirigenti dell'Italia liberale e il popolo italiano. Frattura che divenne accentuata, e critica, tra gli anni Dieci e Venti quando il suffragio universale irruppe sulla scena politica. Un suffragio a cui i partiti dell'epoca non erano probabilmente attrezzati ad affrontare. Quel sistema collassò piegato dal fascismo, dalla sua violenza e sintonia con le masse. Continua a leggere l'articolo su List.
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In questo teatro di visconti dimezzati, sospesi tra l'aspirazione al bene e il richiamo infido del male (Italo Calvino pensava agli intellettuali, ma la metafora vale anche per i politici), conquistare il potere non equivale al comando pieno, ma è pur sempre un esercizio di potenza che in talune personalità è una necessità, una pulsione, una volontà, un irrefrenabile desiderio di conquista, il potere per il potere. Ecco allora fiorire il surreale scenario dei "candidati premier", figura istituzionale che non esiste, amo per gonzi votanti e abboccanti, medaglia per perdenti di successo, bandiera del vincente di regresso, una figura retorica della politica che non esiste, ma resiste nell'immaginario, travalica il fatto istituzionale, diventa ultra-finzione nella fiction indietro-pop del voto. Il più esemplare tra i non candidati è Renzi. Doveva passare dall'Io al Noi, è rimasto intrappolato nell'Ego al punto da (dis)farsi spot in bicicletta. Francesco Damato, attento al dettaglio perché là l'esperienza gli fa vedere le corna del diavolo, ha acceso il suo radar e durante una di quelle interviste del Matteo che non passeranno alla storia ha scoperto che...
02
Il candidato premier che (non) c'è
di Francesco Damato
Una lingua galeotta ha tradito quel pensierino per Palazzo Chigi che Matteo Renzi continua a coltivare, anche se mostra di non tenerci poi tanto accontentandosi che sia un uomo del Pd a guidare anche il nuovo governo. Purché, naturalmente, lo consentano l'elettorato, conferendo ai piddini i voti necessari per costituire i gruppi parlamentari più numerosi, e il capo dello Stato Sergio Mattarella, conferendo al fortunato di turno, con la discrezionalità consentitagli dalla Costituzione, l'incarico di presidente del Consiglio. Continua a leggere l'articolo su List.
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Va bene, ci siamo capiti, dobbiamo aspettare la notte del 4 marzo (stiamo preparando un grande evento live, una diretta streaming di List per la notte elettorale) e tutto quello che la politica dice da qui al voto può essere tranquillamente archiviato. Che facciamo? Andiamo all'estero, dove si sta costruendo il futuro, in Asia.
03
Corea del Nord. Dopo lo sci cosa ci sarà?
Le Olimpiadi invernali in Corea del Sud hanno aperto un canale diplomatico, le posizioni in campo sono le seguenti: gli americani vogliono che ogni dialogo con il regime nordcoreano parta dalla condizione sine qua non della denuclearizzazione; l'approccio della Corea del Sud è quello di andare a vedere le carte di Kim jong-un e infatti Chung Eui-yong, il responsabile della sicurezza nazionale, secondo l'agenzia Yonhap News si è incontrato con gli inviati di Kim in un pranzo in un hotel di Seul. La Casa Bianca teme il bluff, pensa che a Pyongyang giochino solo a prendere tempo. Forse è vero, ma a poker devi spesso anche perdere tempo per poi andare a vedere le carte. Bisogna pur ricordare che la Corea del Nord ha questo arsenale:
In realtà, come scrivono in un'analisi pubblicata dal CSIS di Washington Jung H. Pak, Sue Mi Terry e Bruce Klingner, non siamo mai stati così vicini a una guerra con la Corea del Nord. L'amministrazione americana correttamente fa notare che il fattore tempo in questa partita sta andando fuori controllo, il piano di armamento nucleare di Pyongyang continua, ma la domanda del compagno Lenin - che fare? - non ha una risposta. Una guerra preventiva secondo gli analisti del Centro di studi strategici di Washington non è la scelta più saggia e potrebbe condurre a esiti imprevedibili. Una guerra nell'area Nord Est dell'Asia condurrebbe a perdite in Cina, Giappone e Corea del Sud, cioè la seconda, la terza e la dodicesima economia del mondo. Impatto globale. Secondo questa analisi, le azioni di Kim vanno monitorate - potrebbe in teoria perfino puntare a riunificare le due coree con la forza delle armi - e la cooperazione tra Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone va rafforzata. La diplomazia degli sci di Kim jong-un ha un sottile e tagliente obiettivo: separare Seul da Washington. Obiettivo tanto importante al punto che Kim ha inviato la sorella alle Olimpiadi invernali e ha continuato a esercitare una azione diplomatica di apertura ma stando bene attento a non parlare mai del dossier nucleare. Il suo deal è semplice: ho l'atomica, state al tavolo con me e alle mie condizioni. L'accettazione di una Corea del Nord nucleare ha conseguenze dirette su tutto il risiko dell'area asiatica: la Cina è circondata ai suoi confini da altre quattro potenze atomiche, Russia, Corea del Nord, India e Pakistan. Gli americani, inoltre, non sono più sicuri dell'efficacia del loro scudo anti-missile e la potenza balistica di Pyongyang resta sconosciuta. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
04
Da Xi all'eternità
La sagoma per cui l'Homo Davos s'è spellato le mani di applausi ha deciso di restare al potere per l'eternità. Xi Jinping è riuscito dove neanche il Grande Timoniere Mao aveva potuto, resterà al potere finché vorrà. Dalle nevi della Svizzera, dove l'Homo Davos si ritira per chiacchierare delle sorti del mondo, dei poveri, dei reietti, cioè delle sue vittime, si alza un altro fragoroso applauso. Finalmente l'Homo Davos ha un punto di riferimento stabile, nessuna incertezza, non ci sarà più il fastidio del voto, del popolo che cambia idea, del mercato che deve fare i conti con la democrazia.
Il Comitato centrale del Partito comunista ha già preparato tutto per la riunione fissata il 5 marzo: rimuovere dalla costituzione il limite di due mandati di cinque anni l’uno per la carica di presidente della Repubblica Popolare cinese. Da Xi all'eternità. Il sogno dell'Homo Davos realizzato. Applausi. E dopo l'Homo Davos cosa c'è? Be', che domande, quelli più in alto, Silicon Valley Boys.
05
Silicon Valley. Il sistema operativo unico
Leggere le cronache della Silicon Valley aiuta a capire da che parte va il torto. Un tempo si discuteva di Old e New Economy, oggi il problema è superato: abbiamo una sola economia, un solo modello operativo costruito per dominare il mondo, quello dei titani della Rete. Il tema per i lettori di List non è certo una novità, qui ne abbiamo fatto uno dei filoni del nostro lavoro di decostruzione e ricostruzione della realtà. Le aziende della Silicon Valley oggi sono un problema per la loro invasiva presenza in tutti i settori del business - non è vero che integrano, letteralmente lo mangiano se non incontrano barriere tecnologiche e vanno ormai anche oltre - e la dimensione che impedisce la nascita di altri campioni. Su Wired Zachary Karabell fissa il punto con precisione:
Le grandezza e scala delle aziende tecnologiche superano oggi quelle della maggior parte delle aziende industriali, energetiche e finanziarie che hanno dominato l'economia americana durante il XX secolo. Gli affiatati gruppi di finanziatori, fondatori, CEO e società quotate in borsa della Silicon Valley sembrano pensare di poter rimanere isolati e dominanti, senza alcun contraccolpo governativo o sociale.
Non solo legibus solutus, svincolati dalla legge, ma anche privi di qualsiasi percezione della loro realtà. Quando l'FBI chiese a Apple di accedere ai dati dello smartphone di uno terroristi della strage di San Bernardino, l'azienda si rifiutò di cooperare e il governo americano spese 900 mila dollari (soldi del contribuente) per sbloccarlo grazie all'intervento di una società esterna. Quando i miliardari della Rete costruiscono sistemi operativi in grado di accedere ai dati degli utenti, di monitorarne ogni aspetto della vita, hanno in mente la costruzione di un sistema operativo unico dell'esistenza. Questo intreccio di interessi che tende inevitabilmente al monopolio finora non ha incontrato l'Antitrust, ma i tempi di un intervento sembrano avvicinarsi. Sempre Karabell su Wired fa un'efficace considerazione sul punto:
Al suo apice, il miliardario del petrolio J. Paul Getty era l'uomo più ricco del mondo, con un patrimonio di circa 11 miliardi di dollari. Oggi, ci sono 53 miliardari tech solo in California, e 78 negli Stati Uniti; Jeff Bezos, Bill Gates (entrambi ovviamente a Seattle), e Mark Zuckerberg hanno ciascuno fortune superiori ai 50 miliardi di dollari.
La rivolta di Peter Thiel nei confronti del pensiero a una dimensione della Silicon Valley (sposterà il suo centro operativo a Los Angeles) ha origine proprio dalla percezione che questa tendenza al monopolio economico-finanziario si sia estesa allo stile di vita, alla costruzione di un'ideologia dove la tua vita si consuma all'Apple Store nell'attesa del totem, l'ultimo modello. D'altronde, se tutti ti incensano, anche quando hai varcato la soglia del ridicolo, alla fine l'idiozia diventa immune e contagiosa. Guardate qui sotto.
06
La moda nel vuoto
Il mondo della moda è talmente alla frutta congelata che abbiamo visto in passerella modelle che trasportano teste mozzate e droni che volano con la borsetta. I giornali ci hanno scritto sopra dei pensosi articoli per leggere la filosofia del messaggio, cribbio. Non fanno neanche più né ridere né piangere, sono la perfetta rappresentazione del vuoto, del nichilismo, dello smarrimento, dell'idiozia e della disperazione del mondo contemporaneo. Aveva ragione George Bernard Shaw: "La moda è un'epidemia creata ad arte".
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collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.