5 Giugno

Niente di nuovo sul fronte del lavoro

Fagocitato dal dibattito sul reddito di cittadinanza (che non è un reddito universale), il tema del lavoro è stato trascurato. Francesco Seghezzi spiega come nel contratto di governo emerge una visione del lavoro convenzionale che non sfida i tempi eccezionali che viviamo.

di Francesco Seghezzi

Molto si è detto sui contenuti del contratto alla base del costituendo governo Frankenstein. Abbiamo parlato di infrastrutture, di Ilva, di euro, di debito, ma poco di lavoro. Fatto salvo per il reddito di cittadinanza ovviamente, ormai leitmotiv tanto sentito quanto non compreso, come vedremo. Nonostante il silenzio diffuso il contratto aveva un capitolo dedicato al tema lavoro, seppur breve e molto generico. Un capitolo probabilmente scritto senza troppo impegno e sul quale non si è riposta troppa aspettativa se è vero come è vero che nelle diverse versioni del contratto che abbiamo potuto vedere il contenuto non è mai variato, prova che non sia mai stato oggetto di grandi discussioni interne. Ed è facile capire il perché, basta vedere i suoi contenuti. Infatti sia il tema pensioni (con il graduale superamento della legge Fornero), cavallo di battaglia e fonte di voti di entrambi i contraenti, e il reddito di cittadinanza, carissimo ai cinque stelle, sono stai trattati autonomamente, così da avere dignità propria. Tutti gli altri temi legati al lavoro, mondo che non si esaurisce certo nelle pensioni e nel sostegno al reddito, sembrano invece essere messi in secondo piano.

Il breve capitolo infatti si concentra in modo molto generale su alcune tematiche che pongono il contratto in sostanziale continuità con una visione del mercato del lavoro che sembra sposare i modelli diffusi e promossi dalla Commissione europea negli scorsi decenni. Si parla di politiche attive del lavoro e di riforma dei servizi per il lavoro per sostenere i lavoratori nei periodi di disoccupazione e di difficoltà sul mercato. Di potenziare la formazione sia nei periodi di istruzione che in termini di formazione continua. Di combattere la precarietà del lavoro, senza specificare cosa si intende per essa, ponendosi così nell'ambito della pura ragionevolezza. Oltre a questo...


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