8 Ottobre
Non è il gioco del 2011. La partita è quella del voto europeo
Lo scontro con la Commissione Ue, lo spread sopra i 300 punti, i mercati che attendono le mosse di Roma e Bruxelles. Salvini e Le Pen cercano un candidato comune per le elezioni europee di maggio 2019. Il leader della Lega avvisa Juncker: non siamo la Grecia. Trump e il voto di mid-term, Camera ai dem, ma il Senato è ancora rosso.
Com'è andata la giornata? I titoli di Stato italiani sono in tensione, la Borsa ha segnato un - 2.43 per cento, il mercato vende (no panic) ma soprattutto cerca di capire come si risolverà la partita aperta con la Commissione Ue. Il punto è tutto qui, la partita per le elezioni europee. Il caso ha ricamato un racconto dove il potere ha un appuntamento previsto con un esito imprevisto: il voto di maggio 2019.
01
Lady Spread vola oltre 300 punti
Ecco il punto finale dello spread tra Btp e Bund oggi:
Domanda: lo spread si mangia? Può apparire come una provocazione, ma è una domanda utile per comprendere lo scenario politico. Non siamo nella stessa dimensione del 2011, la maggioranza degli elettori non sente la pressione della Borsa e del risparmio perché semplicemente e inesorabilmente non fa parte del mondo "affluente" che descrivono i giornali.
02
Povertà, diseguaglianza e (im)mobilità sociale in Italia
L'Italia ha problemi enormi sul fronte della povertà (5 milioni di poveri assoluti, dati Istat), dell'eguaglianza e della mobilità sociale. Guardate questo grafico tratto da una recente ricerca dell'Ocse ripresa dall'Istituto Cattaneo e quasi del tutto ignorata dai media:
Cosa significa tutto questo? Usiamo le parole dell'Istituto Cattaneo, sono perfette:
In sostanza, l’Italia è un paese con medio-alta disuguaglianza del reddito, bassa mobilità intergenerazionale, bassa mobilità individuale nel corso della vita e bassissima mobilità sociale di classe. Un paese fermo.
Questo Paese fermo il 4 marzo ha dato una prima scossa al sistema, ma si prepara a darne altre, siamo in presenza di un movimento intenso e determinato a rivoluzionare le mappe del paese. È la rivoluzione descritta da Marco Gervasoni in due puntate sul tema pubblicate da List. Ancora qualche considerazione presa dall'analisi dell'Istituto Cattaneo:
L’Italia, tra i paesi OCSE, ha un livello di...
Com'è andata la giornata? I titoli di Stato italiani sono in tensione, la Borsa ha segnato un - 2.43 per cento, il mercato vende (no panic) ma soprattutto cerca di capire come si risolverà la partita aperta con la Commissione Ue. Il punto è tutto qui, la partita per le elezioni europee. Il caso ha ricamato un racconto dove il potere ha un appuntamento previsto con un esito imprevisto: il voto di maggio 2019.
01
Lady Spread vola oltre 300 punti
Ecco il punto finale dello spread tra Btp e Bund oggi:
Domanda: lo spread si mangia? Può apparire come una provocazione, ma è una domanda utile per comprendere lo scenario politico. Non siamo nella stessa dimensione del 2011, la maggioranza degli elettori non sente la pressione della Borsa e del risparmio perché semplicemente e inesorabilmente non fa parte del mondo "affluente" che descrivono i giornali.
02
Povertà, diseguaglianza e (im)mobilità sociale in Italia
L'Italia ha problemi enormi sul fronte della povertà (5 milioni di poveri assoluti, dati Istat), dell'eguaglianza e della mobilità sociale. Guardate questo grafico tratto da una recente ricerca dell'Ocse ripresa dall'Istituto Cattaneo e quasi del tutto ignorata dai media:
Cosa significa tutto questo? Usiamo le parole dell'Istituto Cattaneo, sono perfette:
In sostanza, l’Italia è un paese con medio-alta disuguaglianza del reddito, bassa mobilità intergenerazionale, bassa mobilità individuale nel corso della vita e bassissima mobilità sociale di classe. Un paese fermo.
Questo Paese fermo il 4 marzo ha dato una prima scossa al sistema, ma si prepara a darne altre, siamo in presenza di un movimento intenso e determinato a rivoluzionare le mappe del paese. È la rivoluzione descritta da Marco Gervasoni in due puntate sul tema pubblicate da List. Ancora qualche considerazione presa dall'analisi dell'Istituto Cattaneo:
L’Italia, tra i paesi OCSE, ha un livello di disuguaglianza del reddito medio-alto – tra i paesi UE è più alto quello di Austria, Spagna, Portogallo e Grecia, oltre alla Gran Bretagna (vedi figura 1) – e presenta una mobilità sociale medio-bassa nelle varie dimensioni di reddito, occupazione, istruzione e salute e mobilità individuale nel corso della vita bassa e decrescente per i redditi bassi e media per i redditi alti. Gli altri paesi UE fanno meglio. In ogni caso, se confrontiamo la media italiana con quella dell’insieme dei paesi OCSE – tra i quali vi sono paesi con alti livelli disuguaglianza come Sati Uniti e Messico – vediamo che mentre nei paesi OCSE il 50% degli individui nella classe di reddito più bassa tende a restare nella stessa classe nel corso del tempo (almeno 4 anni), in Italia sono circa il 60%. E quelli nella classe media? Per l’Italia come per la media OCSE le quote sono simili: solo il 40% di chi appartiene al ceto medio riesce a salire di classe nel corso del tempo e circa il 20% scende a livelli di reddito più bassi. La “persistenza” è poi più alta per i più ricchi: chi è nel quintile più ricco della popolazione per più del 70% vi resta nel corso del tempo. In altre parole: chi si trova in una certa classe di reddito, sempre più tenderà a rimanervi (la mobilità sociale e di reddito è diminuita), una tendenza che dagli anni Novanta continua imperterrita.
I poveri restano (più) poveri. I ricchi restano (più) ricchi. I primi sono avvolti in una spirale di difficoltà crescenti, ai limiti della sopravvivenza, i secondi (tranne rare eccezioni) non si curano del problema, questi due mondi paralleli sono ormai in rotta di collisione. L'Unione europea parla di "macerie" (Jean-Claude Juncker) mentre è in corso la speculazione. Vero, anche questo è possibile, ma caro Presidente Juncker che si fa con queste masse di reietti? Lasciamo che affondino e viva Darwin? Spiace dover ripubblicare l'ovvio, ma a quanto pare l'attuale dibattito politico in Italia e in Europa non accetta che si discuta dell'unico tema che conta: chi pensa agli ultimi?
03
Lo scontro con la Commissione
La data del 15 ottobre si avvicina, da quel momento Bruxelles dirà la sua. Le premesse sono quelle di una Commissione che fa la faccia feroce (Juncker, Moscovici, Dombrovskis) ma non bisogna immaginare un match a senso unico, l'Italia ha le sue carte da giocare e la più importante è che nessuno vuole creare una crisi nell'Eurozona. Juncker è uomo navigato, sta giocando la partita che nella strategia della guerra si chiama show of force, mostro i muscoli, uso un linguaggio duro e vediamo chi cede prima. Juncker sa di avere come alleato una parte del mercato, ma conosce anche i limiti di questa condotta: se non molla nessuno, perdono tutti e il voto per Strasburgo di maggio 2019 potrebbe diventare la liquidazione della ditta europeista con fumanti macerie in scena.
Salvini sa che si gioca tutto e stasera in tv ha dichiarato: "Lo spread oltre i 300 punti? E se arriva a 500, a 600, a 700? Mi auguro di no, perché ci vanno di mezzo i nostri risparmi, i miei risparmi, i suoi risparmi. Ripeto, se devono giudicare la nostra idea di Italia e di economia lo spread scende perché se io devo fare un prestito a qualcuno e questo qualcuno ha un'idea di come far crescere il valore della sua azienda glieli do i soldi. Se voglio vendere perché questo governo non mi piace perché può essere un pericolo per coloro che comandano in Europa, allora è un pregiudizio, il governo è pronto, noi non torniamo indietro, gli italiani italiani sono pronti a darci una mano. Nessuno pensi che faremo la fine della Grecia, assolutamente no". È una gara di resistenza e simbolicamente siamo di fronte a una feroce lotta tra due entità che sono la metafora della contemporaneità: la tecnocrazia contro la politica.
Questa lotta è riassunta in una frase del ministro degli Affari Europei, Paolo Savona, pronunciata durante un incontro con la stampa estera: "La prova mercato l'abbiamo superata, non siamo preoccupati, il mercato si sta comportando moderatamente. Il problema è lo scontro politico tra le élite conservatrici e le altre forze, non solo in Italia, che vogliono il cambiamento. Il mercato ha retto bene, io ho sempre creduto nel mercato, lo scontro politico è insano, il mercato è sano". Chi vincerà?
04
Scenario politico. Salvini e Le Pen
La prova di questo quadro europeo è che né Salvini né Di Maio stanno parlando alle istituzioni di Bruxelles. Si stanno rivolgendo agli elettori e - soprattutto Salvini - lavorano alle alleanze dei populisti in Europa. L'incontro del leader della Lega con Marine Le Pen ha questo scopo e non va preso sotto gamba, come una semplice comparsata davanti ai flash. La Lega nei sondaggi è il primo partito italiano, ecco la Supermedia di YouTrend/Agi:
Il partito di Marine Le Pen in Francia è incollato a quello di Macron:
A cosa pensano gli elettori francesi? Non alla finanza, guardate qui:
Potere d'acquisto, immigrazione, sicurezza, ambiente. Sono temi che riguardano il benessere e la serenità delle famiglie, cose semplici e immediate della vita di ogni giorno. È guardando a questi temi che Salvini e Le Pen stanno cercando un candidato unitario per il voto europeo.
***
Che facciamo ora? Diamo un'occhiata alla corsa per il voto di mid-term in America. Il caso Kavanaugh ha risvegliato la base repubblicana. Conseguenze inattese di tattiche spregiudicate dei Dem.
05
Voto di mid-term. Il Senato è di Trump (forse)
Le stime sono fatte per essere smentite, in ogni caso, questo è il quadro di Nate Silver per il Senato americano:
I Democratici finora non sono riusciti ad abbattere il muro rosso. Hanno altissime chance di conquistare la Camera (3 probabilità su 4), ma il colpo di grazia a Trump sembra lontano. Una resistenza del Presidente nel mid-term sarebbe un rilancio importante per la sfida finale del 2020 dove gli analisti vedono i Repubblicani favoriti.
In questo scenario d'incertezza si comincia a ipotizzare per la sfida del 6 novembre addirittura non solo che il Partito repubblicano possa mantenere il controllo del Senato, ma addirittura guadagnare seggi. È un evento raro (le elezioni di medio-termine vedono il partito del Presidente perdere e arretrare come seggi sia alla Camera che al Senato), ma con Trump - l'abbiamo visto nel 2016 - tutto è possibile. E tutto quello che si poteva intuire - bastava in fondo studiare e leggere con umiltà la realtà, senza piegarla ai propri desideri - è emerso, si è realizzato.
06
Il volo 93, Trump e Never Trump
Lo scenario americano è di estremo interesse, è un treno a vapore che trascina a tutta velocità vagoni colmi di contemporaneità. Dal momento della candidatura di Trump è cambiato tutto e la storia ha rivelato il fiume carsico di un neo-jacksonismo che pochi avevano visto. Quanto il titolare di List disse e scrisse che Trump non era il suo candidato ideale ma avrebbe vinto le elezioni (come oggi non è certo il Presidente ideale ma rischia di rivincere nel 2020) non era un esercizio divinatorio, l'analisi si basava (ieri e oggi) sull'osservazione dei numeri, l'annotazione dei punti fondamentali del dibattito politico giorno dopo giorno, la lettura di fonti storiche, gli incontri con chi ne sa di più e offre punti di vista non fotocopiati, letture di riviste e saggi che non emergono nella giungla del ciclostile del mainstream. I bagliori del trumpismo erano visibili.
Uno degli elementi chiave di questa analisi fu un eccezionale saggio comparso sulla raffinatissima Claremont Review intitolato "The Flight 93 Election". Firmato da un anonimo Publius Decius Mus, era la riflessione prodotta da un pensatore strategico, Michael Anton, già collaboratore di Rudy Giuliani e George W. Bush (e con un passato nella finanza con Citi e Black Rock). In un articolo del 5 settembre del 2016, due mesi prima del voto presidenziale, Anton scartavetrava in pagina una metafora destinata ad alimentare polemiche: l'elezione di Hillary Clinton era come il volo 93 della American Airlines dirottato dal commando islamico l'11 settembre e destinato verso Washington. Una rivolta dei passeggeri impedì ai terroristi di completare il piano dell'11 settembre 2001. Anton scrisse che non conquistare la cabina di pilotaggio del volo 93 del voto, avrebbe condotto alla morte. Fase Antenati: Wilma, passami la clava.
L'articolo era un esempio di scrittura radicale, la bruciante trasformazione in metafora dello scontro politico, lo scenario americano. In realtà il primo vero bersaglio non erano né Hillary né Obama, ma l'establishment repubblicano che aveva condotto una battaglia senza esclusione di colpi contro Trump (il primo dossier su The Donald e la Russia fu confezionato dai Repubblicani e poi utilizzato dai Democratici), un processo a un ventennio di politica repubblicana che per Anton aveva conseguito zero risultati, la morte cerebrale del movimento. Era uno scontro interno durissimo tra i repubblicani, Trump stava avanzando e c'era chi preferiva la sconfitta alla vittoria. Il Never Trump dell'establishment repubblicano. Sempre sulla Claremont Review furono anticipati tutti gli elementi della collisione tra la Casa Bianca e i Democratici, il Never Trump dei liberal, l'isteria che ha reso il Partito democratico prigioniero degli attivisti. Il culmine di questa battaglia è stata la vicenda del giudice Brett Kavanaugh il cui esito inatteso è stato il ricompattamento del Partito repubblicano e la mobilitazione dell'America conservatrice contro l'uso improprio del #MeToo per far deragliare Kavanaugh e infliggere una sconfitta a Trump a un mese dal voto di mid-term. È andata come sanno i lettori di List: Kavanaugh ha giurato come giudice della Corte Suprema e Mitch McConnell ha detto "la nostra base è in fiamme".
E ora? Si è realizzato tutto: la rivolta sul volo 93 del voto, la lotta intestina nel Partito repubblicano, l'elezione di Trump, la nascita del movimento del Never Trump, l'estremismo che ha imprigionato i Democratici e il Presidente sopra e sotto le righe di un'America che ha fatto boom (Clinton), è stata ferita l'11 settembre (Bush), è andata in guerra in paesi lontani senza esportare la democrazia (Bush), ha fatto sboom (gli estrogeni della finanza clintoniana), ha superato la crisi con hope e change (Obama), ha ucciso Bin Laden consumando la vendetta (Obama), si è ritirata senza razionalità dal Medio Oriente (Obama), ha innescato primavere arabe che erano inverni (Obama), per assenza sul campo ha risvegliato l'Orso Russo (Obama), ha assecondato la globalizzazione (Clinton-Bush-Obama) senza mai vedere il lato oscuro della crescita senza lavoro, ha nutrito il moloch della Silicon Valley (tutti), ha scoperto che c'era ancora l'ombra del Forgotten Man (Trump), ha vinto contro tutti e anche se stesso (Trump), si dibatte in una guerra di spie (Trump), guida un paese dove la disoccupazione è al minimo dai tempi della guerra in Vietnam (Trump). Che paese straordinario, complesso, ruggente e stellato, i cavalli al galoppo che escono dal ranch, la scintilla d'acciaio e vetro dei grattacieli. Cosa manca? Niente. E tutto. La storia sta scrivendo una storia. L'America è una scatola magica che genera sogni e incubi.
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comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.