11 Maggio

Non c'è un caso Italia perché l'Europa è già cambiata

Il Presidente Mattarella fa bene a richiamare tutti alla responsabilità, ma l'allarme contro il sovranismo è superato dal quadro politico dell'Unione. Lorenzo Castellani fa il giro d'Europa (e del mondo) e racconta perché le forze politiche tradizionali sono già in minoranza.

di Lorenzo Castellani

Ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha messo in guardia le forze politiche anti-establishment che si accingono a formare un governo dei rischi del “sovranismo”, ovvero del richiamo nazionalista ed euroscettico promosso dagli stessi Lega e Movimento 5 Stelle. Quello del Capo dello Stato è un messaggio chiaro: l’esecutivo dovrà essere condiviso il più possibile con il Quirinale, che è garante nei confronti dell’ordine internazionale e dei rapporti con Bruxelles. Quella di Mattarella è una linea espressamente europeista, volta a contenere le escandescenze dal basso delle nuove forze politiche, a limitare l’incrocio di linee geopolitiche sgradite. 

La strategia è quella della pentola a pressione, in cui l’acqua ribolle ma il fumo necessita di essere contenuto affinché non si disperda nell’ambiente. I populisti, dunque, possono governare, ma a certe condizioni stabilite dal vecchio ordine. 

La Presidenza della Repubblica esercita il suo potere frenante, agisce da contro democrazia nei confronti dei risultati delle urne, si posiziona nell’ultimo cordone sanitario dei vecchi poteri che sostengono l’europeismo come mantenimento e promozione dell’integrazione economico-funzionale. È la zona rossa, come quella di una città cinta d’assedio, l’ultimo muro prima che gli avversari bussino alla porta. Viene da chiedersi se queste pressioni così forti esercitate su forze nuove o rinnovate che si presentano al governo con programmi radicali e lessico duro, ma pur sempre nel solco della legimittimità democratica sia giustifica o non sia, piuttosto, uno sforzo residuale d’immaginare la realtà come ciò che si vorrebbe e non per ciò che è veramente. In questo esercizio è opportuno srotolare sul tavolo una carta geografica del mondo e andare per punti:

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