25 Febbraio

Non si vince con il reddito di cittadinanza

Voto in Sardegna. In una regione con altissima disoccupazione giovanile, il Movimento Cinque Stelle ha un pesante calo rispetto al dato delle elezioni politiche. Il conflitto tra Produzione e Protezione. Lezioni sarde per Di Maio (e anche per Salvini). Venezuela, gli Stati Uniti accelerano il regime change: Maduro ha i giorni contati

Che succede? Si attende il lento spoglio del voto in Sardegna, mentre scriviamo ci sono pochissime sezioni, nulla di significativo, siamo fermi agli exit poll di ieri notte, siamo dunque costretti a analizzare i trend. Il quadro lo conoscete: un vantaggio del candidato di centrodestra (Solinas) su quello di centrosinistra (Zedda), uno scenario provocato dal voto disgiunto. L'elemento politico che appare certo è il crollo del Movimento Cinque Stelle, rispetto al 42 per cento delle elezioni politiche, i consensi pentastellati si sarebbero dimezzati. Vedremo i voti reali affluire nel corso della giornata. L'impatto sul governo di questo voto regionale non mette in pericolo l'esecutivo a Roma, ma paradossalmente lo rafforza in una condizione di crescente debolezza. Salvini e Di Maio non possono aprire una crisi al buio; il primo per convenienza immediata che lo rende il partner più forte della coalizione (vigore che però si sta consumando) e il secondo per la fragilità della sua leadership che perde credibilità a ogni turno elettorale. Salvini e Di Maio sono due "prigionieri liberi". Liberi di governare, prigionieri di se stessi nel governo. 

A sinistra - se i voti confermeranno gli exit poll - emerge la figura di un nuovo "aggregatore", Massimo Zedda. Il sindaco di Cagliari è un elemento diverso rispetto al panorama desolante che offre il Partito democratico, prima di tutto perché non è del Pd e ha una visione larga dello schieramento e poi perché a differenza dei litiganti romani ha saputo mettere insieme quello che ha chiamato "Campo Progressista". Comunque vada, vinca o meno, la sua è un'esperienza positiva.

Naturalmente in molti si sono affrettati a vedere "la primavera" della sinistra in questo episodio. Non è così, soprattutto non è più tempo di un racconto, di una lingua, di un programma che non è sintonizzato con la storia. Vale...


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