22 Ottobre
Non vedo, non sento, non parlo
La secessione catalana. L'Europa fa finta di niente, il re è muto, Rajoy accarezza l'idea di cancellare l'autonomia della Catalogna. La crisi della democrazia e il caso spagnolo. Giro d'Italia in attesa di un voto a vuoto
La Catalogna cerca l'Europa e non la trova. E il re è muto. Mai s'era vista una tempesta accolta con un silenzio così assordante. L'Unione europea è smarrita, il Regno è silente. Sembra una scena da teatro dell'assurdo e invece siamo di fronte al dramma contemporaneo, la crisi della democrazia.
L'establishment politico immaginava un percorso della storia fatto di immutabilità, un progresso senza strappi, salti in alto e in basso, esplorazioni nel buio. E invece la storia, ancora una volta, ha dimostrato di essere imponderabile, il futuro non ipotecabile, il domani non figlio di una scrittura automatica del destino.
La Spagna ha già detto ai catalani che "l'indipendenza non ci sarà". Il premier Mariano Rajoy (sopra, nella foto Ansa) sta preparando il terreno politico per la soluzione estrema. Il ministro dell'Economia Luis De Guindos ieri durante il forum di dialogo tra Italia-Spagna ieri lo ha ribadito: "Questa è la posizione del governo spagnolo, in primo luogo per una questione di legalità e in secondo luogo per una questione di razionalità economica. Penso che il referendum non fosse altro che un mezzo, non ho mai visto un referendum in cui non si presti attenzione ai risultati. Tutti hanno visto che non c'è stato alcun controllo, nessun tipo di garanzia. È una questione evidente tutti sappiamo che ieri ci sono stati momenti delicati, tesi, credo che tutto il mondo sia triste per la gente che ha avuto problemi, per i feriti, per chi ha riportato contusioni, però in ultima istanza c'è un governo che difende la legalità, che è un principio di base della democrazia. Quello che vorrei evidenziare è la volontà del governo spagnolo di voler continuare sempre nella cornice istituzionale, di voler continuare a dialogare con tutti i partiti politici. Credo sia un processo lungo".
La linea è...
La Catalogna cerca l'Europa e non la trova. E il re è muto. Mai s'era vista una tempesta accolta con un silenzio così assordante. L'Unione europea è smarrita, il Regno è silente. Sembra una scena da teatro dell'assurdo e invece siamo di fronte al dramma contemporaneo, la crisi della democrazia.
L'establishment politico immaginava un percorso della storia fatto di immutabilità, un progresso senza strappi, salti in alto e in basso, esplorazioni nel buio. E invece la storia, ancora una volta, ha dimostrato di essere imponderabile, il futuro non ipotecabile, il domani non figlio di una scrittura automatica del destino.
La Spagna ha già detto ai catalani che "l'indipendenza non ci sarà". Il premier Mariano Rajoy (sopra, nella foto Ansa) sta preparando il terreno politico per la soluzione estrema. Il ministro dell'Economia Luis De Guindos ieri durante il forum di dialogo tra Italia-Spagna ieri lo ha ribadito: "Questa è la posizione del governo spagnolo, in primo luogo per una questione di legalità e in secondo luogo per una questione di razionalità economica. Penso che il referendum non fosse altro che un mezzo, non ho mai visto un referendum in cui non si presti attenzione ai risultati. Tutti hanno visto che non c'è stato alcun controllo, nessun tipo di garanzia. È una questione evidente tutti sappiamo che ieri ci sono stati momenti delicati, tesi, credo che tutto il mondo sia triste per la gente che ha avuto problemi, per i feriti, per chi ha riportato contusioni, però in ultima istanza c'è un governo che difende la legalità, che è un principio di base della democrazia. Quello che vorrei evidenziare è la volontà del governo spagnolo di voler continuare sempre nella cornice istituzionale, di voler continuare a dialogare con tutti i partiti politici. Credo sia un processo lungo".
La linea è quella tracciata fin dall'inizio: il voto è illegale, le conseguenze sono quelle di un fatto che non è politico, ma una violazione della Costituzione e dei codici. La conseguenza logica di questa strategia (è una strategia?) è che presto il governo centrale applicherà l'articolo 155 della Costituzione. Lo si evince chiaramente dalle parole di De Guindos: "Non c'è il minimo dubbio che il governo spagnolo reagirà e prenderà le misure che servono e che saranno necessarie". Non c'è il minimo dubbio. Necessarie. La strada sta scivolando in discesa, va verso lo scontro istituzionale più duro. L'articolo 155 della Costituzione spagnola dice chiaramente cosa accadrà:
Ove la Comunità Autonoma non ottemperi agli obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi, o si comporti in modo da attentare gravemente agli interessi generali della Spagna, il Governo, previa richiesta al Presidente della Comunità Autonoma e, ove questa sia disattesa con l’approvazione della maggioranza assoluta del Senato, potrà prendere le misure necessarie por obbligarla all’adempimento forzato di tali obblighi o per la protezione di detti interessi.
Il Governo potrà dare istruzioni a tutte le Autorità delle Comunità Autonome per l’esecuzione delle misure previste nel comma precedente.
L'applicazione dell'articolo 155 sarebbe un colpo durissimo al governo catalano che dopo lo strappo del referendum sta cercando la sponda dell'Unione europea. "Non vogliamo una rottura traumatica, vogliamo una nuova intesa con lo Stato spagnolo". Il problema è che il trauma c'è già stato - il referendum - e ogni ulteriore concessione alla Catalogna per la Spagna diventa una cessione di sovranità. Le parti sul palcoscenico sono per ora in un vicolo cieco. E nessuno in Europa vuole bruciarsi le penne. Tutti hanno dispute territoriali più o meno grandi con cui fare i conti e accendere la miccia catalana significa far scoppiare il barile di polvere da sparo delle piccole patrie sparse in Europa. La mediazione per ora non c'è e l'unico soggetto che potrebbe dire una parola importante per sbloccare la situazione non parla. È il re della Spagna, Felipe VI, a spandere questa coperta di silenzio, alla fine l'unità della Spagna è simbolicamente nella sua corona. Il suo silenzio parla: dice che la crisi istituzionale della Spagna è gravissima. E basta vedere le immagini dello sciopero generale di oggi in Catalogna per capire che non è una faccenda che si risolve con uno schiocco di dita o con il gioco del silenzio.
Rajoy conta sull'Europa, si trova di fronte a un'Unione indebolita dalle elezioni in Germania, con un'Italia destinata probabilmente a restare nel limbo di un voto senza vincitori. Tutto questo potrebbe giocare ancora a suo favore. Stamattina su La Vanguardia, un acuto articolo di Enric Julianadipinge il quadro dell'incertezza europea e lo incastona nei rapporti tra Madrid e Roma, Rajoy e Renzi: Renzi e Rajoy si detestano, il segretario del Pd ha sempre lavorato per tenere fuori la Spagna dalle decisioni finali, in accordo con la Germania e la Francia, al contrario di Romano Prodi e Enrico Letta che, invece, avevano una politica di contenimento di Parigi e Berlino. Juliana spiega che nel quadro europeo incerto di qualche mese fa, con l'Italia in crisi dopo il crollo di Renzi nel referendum del 4 dicembre e con la Francia in cerca d'autore (in attesa di Macron), la Spagna di Rajoy aveva portato stabilità e il premier l'ha sfruttata a suo favore, complice la debolezza dei socialisti spagnoli. Qualche mese dopo, Rajoy ha subito un duro colpo dal referendum catalano, la sua stabilità è in forse, ma ancora una volta, paradossalmente, le debolezze degli altri lo terranno in piedi: Angela Merkel ha il problema di fare il governo, nella sua agenda c'è la coalizione Jamaica, non la secessione catalana; Macron - scrive Juliana - "fa Bonaparte a Parigi", la sorte dell'Italia è in un banco di nebbia fittissima, tutto dunque porta a una conclusione: la Spagna non può essere a sua volta indebolita, deve stare al tavolo europeo e Rajoy sul versante europeo dormirà sonni tranquilli.
L'analisi di Juliana è condivisa dal titolare di List, l'Europa è un club di sinistrati che non può permettersi né oggi né domani di prendere a picconate il governo spagnolo, la mediazione in favore dei catalani non ci sarà. Ma è proprio questa debolezza a mandare in ebollizione tutto quello che c'è in pentola a Madrid e a Barcellona. Senza un intervento di Bruxelles la crisi si estenderà su piani che finora sono stati solo sfiorati. Se il governo spagnolo ricorrerà all'articolo 155 della Costituzione cancellando l'autonomia della Catalogna gli esiti saranno disastrosi. L'azione dell'Unione europea non è risolutiva, ma necessaria per "raffreddare" il clima, preparare il terreno per un negoziato, inserire la parola "tregua" in una storia che sta marciando a tappe forzate verso la parola "guerra". Non è difficile da comprendere, ma siamo in una stagione in cui in Europa domina il gioco delle tre scimmie: non vedo, non sento, non parlo.
È in questo quadro di grande incertezza e smarrimento che occorre ritrovare alcune chiavi per interpretare quello che sta accadendo. Daniela Coli recupera su List due classici, Hobbes e Canetti, per tessere la trama della crisi della democrazia (scarica qui il file pdf del pezzo). Nella sua interpretazione traspare la forza del realismo e dunque "per Hobbes anche il Leviathan, nato dalla paura della morte violenta, è fragile e vulnerabile e può finire per una guerra civile o per una sconfitta". Vi ricorda qualcosa? È lo scenario contemporaneo, niente è più certo, i confini sono friabili, la massa (eccolo, Canetti) prende lo scettro quando i poteri dello Stato diventano improvvisamente deboli e poco rappresentativi. Su quest'ultima parola, "rappresentanza", si innesta un altro articolo, è quello scritto da Michele Magno (scarica qui il file pdf) sulle leggi elettorali e il miraggio del proporzionalismo, tema che all'Italia dovrebbe interessare parecchio, nei suoi tratti di fondo, nelle scelte che determinano poi la sua "civiltà" politica. Quello che sta apparecchiando il Parlamento italiano è invece qualcosa di lontano da questa "civiltà" delle regole, il Rosatellum è un vino elettorale che sa già di tappo, è noto ai commensali che non è una bevanda che può durare a lungo, ma in un pranzo mediocre si serve vino mediocre.
Quelli di Coli e Magno sono due contributi alti, riflessioni che prendono le mosse dalla cronaca e cercano di riannodare i fili di un presente che appare senza trama. Dite che sono troppo alti? C'è un sacco di gente che sguazza in basso, noi proviamo a stare in alto, come i lettori di List. Che si fa? Facciamo un giro d'Italia, breve.
01
Giro d'Italia
Che cosa sta succedendo? Poco. Esclusa la cronaca nera, gli arresti per corruzione e il voyeurismo editoriale, il Paese è in una specie di bagno di cloroformio. La legge elettorale viene discussa come se si trattasse di uno strumento qualsiasi, chi è d'accordo pubblicamente in realtà in privato si tura il naso di fronte al Rosatellum, mentre il ministero dell'Economia ha presentato il Def più ottimista della storia e prepara una legge di stabilità con il buco intorno. La legislatura è già finita, il titolare di List ha fatto i conti sui giorni effettivi di lavoro a disposizione del Parlamento da qui a marzo (scioglimento delle Camere a gennaio e voto in marzo è lo scenario probabile) e sono nella più ottimistica previsione un centinaio, dunque non c'è altro da discutere, tutti gli altri provvedimenti sono già affondati dal calendario istituzionale.
C'è movimento sull'ala sinistra dello schieramento, i due presidenti delle Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini (sopra, nella foto Ansa) si muovono in un'area politica lontana anni luce dal Pd di Renzi. Grasso e Boldrini sono germinazioni del bersanismo, refusi di una fase storica in cui il Pd strizzava l'occhio al Movimento 5Stelle, due carambole del sinistrismo, soggetti diversi dal Pd di oggi, creatura disegnata su misura extra-fit per il segretario. Cosa faranno? Non è ancora chiarissimo. La presidente della Camera è ancora a un disegno politico di sinistra-sinistra, il presidente del Senato gioca a fare il pendolo, si tiene aperta la porta per un approdo nel Pd, potrebbe servire al partito renziano per "coprirsi" su quel fronte, ma Giuliano Pisapia ha fatto la sua offerta, qualcuno lo chiama "il ragazzo di sinistra". Siamo in pieno dentro la solita seduta di autocoscienza a sinistra e l'esperienza insegna che non finisce mai.
A destra il programma non è una priorità, semmai bisogna capire come funziona la faccenda del Rosatellum nei rapporti di forza tra Berlusconi e Salvini. Giorgia Meloni è stata chiara: il Rosatellum non le piace neanche un po'. Resta il punto di frattura tra il leader di Forza Italia e il segretario della Lega. Tra i parlamentari di Forza Italia c'è chi guarda ai possibili esiti nei collegi e dice: "Contro Salvini al Nord perdiamo". Il punto è tutto qui, quella quota di maggioritario senza una spinta di candidati forti, favorisce la Lega Nord. E la vera sfida tra i due è solo una: chi taglia il traguardo per primo. Berlusconi ha sempre a disposizione il doppio forno dell'alleanza con il Pd, ma ai suoi elettori non piace l'inciucio. Siamo di fronte a uno strano minuetto: il centro-destra può vincere le elezioni come cartello elettorale (che con questa legge tra l'altro non serve) ma perderle un minuto dopo lo spoglio per mancanza di collante sul piano del programma e soprattutto per dissidio totale sul nome del presidente del Consiglio. Staranno insieme per forza, forse si divideranno dopo per necessità.
L'unico partito che in questa situazione di noia permanente ha un vantaggio competitivo è il Movimento 5Stelle. Il candidato premier (che non esiste) Di Maio fa la sua campagna di piccola e grande demagogia (l'ultima sparata sui sindacati era surreale) ma al partito di Grillo non serve altro né ora né dopo. Deve raccogliere il massimo dei voti, lo fa con il minimo sforzo di pensiero e il più grande impiego di argomenti da bar sport. Il tritatutto grillino è acceso, i sondaggi dicono che non c'è una flessione di voti, ma nello stesso tempo indicano che non c'è neanche un decollo a razzo.
L'elemento comune a tutti i partiti è che probabilmente la stima sui loro voti che viene fuori dai sondaggi è sovrastimata. Sono più piccoli delle stime, quando la campagna elettorale entrerà nella fase finale saranno ancora più polarizzati e l'effetto per ora è quello di mantenere a distanza dalla politica gli elettori indecisi. Il Rosatellum potrebbe condurre a un esito da incubo: non vince nessuno, il partito più grande è quello dell'astensione, si fa un governo-yogurt, con la scadenza nella confezione, serve una nuova legge elettorale. Cosa facciamo? Andiamo da un'altra parte, List ha la libertà e gioia di poter andare dove succedono le cose che contano. Allacciate le cinture.
02
Vladimir d'Arabia
I vuoti si riempiono e la ritirata dell'America dal Medio Oriente ha messo Vladimir Putin nell'incredibile condizione di occupare spazi prima impensabili. Bloomberg fa il punto sulla strategia del presidente della Russia e il quadro è quello che ben conoscono i lettori di List: non c'è praticamente un solo dossier dell'area che non veda il Cremlino come fattore decisivo. Non si muove foglia se Putin non ha dato il via libera. Le porte del Cremlino si sono aperte per tutti i leader regionali: Arabia Saudita, Giordania, Egitto, Turchia e ovviamente la Libia di Haftar. La Russia dispiega il suo gioco geopolitico in assenza degli Stati Uniti, alleato della Cina, in un disegno che cerca un nuovo ordine mondiale. Scriveva Leone Tolstoj: "Non siamo struzzi, e non possiamo credere che se non guarderemo, ciò che non vogliamo vedere non esisterà più".
Abbiamo evocato gli Stati Uniti. Che fa Trump? Andiamo alla Casa Bianca.
03
L'incubo a mano armata
L'America è imprigionata nel suo incubo a mano armata. Un paese che conta le stragi e non riesce a liberarsi del suo arsenale privato. È un tema ripetitivo, un film già visto centinaia di volte. La strage di Las Vegas è la più grande, ma è vissuta con impotenza. I media parlano di test per Trump. Non c'è alcun test perché quell'articolo della Costituzione americana sul diritto a portare armi è considerato intoccabile. Al 32esimo piano del Mandalay Bay Resort di Las Vegas il sessantaquattrenne Stephen Paddock aveva portato 23 fucili. A casa custodiva altre 23 armi di vario tipo, proiettili e esplosivo. Il supermarket americano delle armi è aperto a tutti, anche a uno come Paddock il cui padre era uno degli uomini più ricercati dall'FBI. Il test per Trump in realtà dovrebbe essere un test per l'America intera. L'editoriale più efficace lo ha fatto il New York Times con una ricostruzione delle stragi che ci sono state negli Stati Uniti dal giugno 2016 a oggi: 477 giorni, 521 assalti a mano armata, zero azione del Congresso. Non c'è nient'altro da aggiungere. Anzi no, il titolare di List impagina questo grafico, eloquente, senza bisogno di ulteriori commenti:
04
Premi Nobel
È tempo di premi Nobel. L'Accademia di Svezia ha assegnato quello per la medicina e la fisica, domani tocca alla chimica, giovedì alla letteratura e venerdì alla pace. Il premio Nobel è la vetta più alta. Il titolare di List riporta un brano del discorso che fece lo scrittore William Faulkner quando venne premiato:
Credo che l' uomo non solo resisterà: prevarrà. Egli è immortale, non perché solo tra le creature ha una voce inesauribile, ma perché ha un'anima, uno spirito capace di compassione, sacrificio e resistenza. Il dovere del poeta, dello scrittore, è quello di scrivere di queste cose. È suo privilegio aiutare l'uomo a sopportare sollevando il suo cuore, ricordandogli il coraggio, l'onore, la speranza, l'orgoglio, la compassione, la pietà e il sacrificio che sono stati la gloria del suo passato. La voce del poeta non deve essere solo la testimonianza dell'uomo, può essere uno dei suoi sostegni, i pilastri per aiutarlo a resistere e a prevalere.
05
PlayList
La musica dei lettori di List su Spotify vola. Il titolare aggiorna la lista delle canzoni e siamo arrivati a quota 316 brani per oltre 25 ore di musica. Ascoltate qui la musica che avete scelto. E se non lo avete fatto ancora, fatelo, è inutile provare a nascondere la chitarra elettrica che suonavate da ragazzi, lo sappiamo che avete il riff nelle vene. Scrivete al titolare di List.
Il vostro cronista mentre scrive le sue note sul taccuino sta ascoltando ben altre note in cuffia. Ecco il brano in loop da un paio di giorni: David Bowie,China Girl, una fantastica versione live.
Il titolare vi consiglia di ascoltare questa cover di un altro pezzo meraviglioso di Bowie, Heroes. La canta un amico del titolare, Gianluigi Cavallo, già frontman dei Litfiba, il "Cabo". Che voce.
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acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.