23 Ottobre
Ora comincia la guerra delle tasse
Grande vittoria in Veneto, buon risultato in Lombardia. I referendum sull'autonomia avranno un forte impatto istituzionale. Zaia e Maroni alleati per il federalismo fiscale: "Chiederemo tutto". Abe vince in Giappone, Catalogna in tribunale e Macron soffre nei sondaggi
È cominciata la battaglia per le tasse del Nord. E quello che diceva Bossi trent'anni fa sull'autonomia fiscale da ieri sera ha un fatto politico sul quale costruire un percorso istituzionale. In Veneto e Lombardia il Nord ha votato per il Nord. Il risultato è netto. In Veneto affluenza al 60 per cento e Sì al 98 per cento; in Lombardia affluenza quasi al 40 per cento e Sì al 95 per cento. Si possono fare mille considerazioni sulle differenze tra i numeri delle due regioni, ma alla fine di tutto il giro, resta un fatto: un blocco socio-economico dell'Italia ha detto in maniera massiccia che è ora di finirla con la gestione romano-centrica del potere.
"È il Big Bang, apriremo il negoziato, chiederemo tutto". Quando Luca Zaia (sopra, nella foto Ansa) ha cominciato a parlare, improvvisamente qualcuno a Roma ha realizzato che il plebiscito del referendum sull'autonomia in Veneto produce effetti immediati.
"Faremo insieme la battaglia del secolo". Quando Roberto Maroni ha cominciato a sorridere, citare l'alleanza con Zaia, perfidamente ricordare che "nel paese del ministro Martina ha votato il 40 per cento degli elettori", qualcuno a Roma ha realizzato che questa domenica non è stata come le altre, è successo qualcosa nella politica italiana.
List aveva anticipato questo scenario in piena estate, messo nero su bianco che i referendum di Lombardia e Veneto sarebbero stati una tappa importante del Grande Slam elettorale. È andata esattamente così. Il 2 settembre scorso su List abbiamo fatto l'analisi giusta e dunque possiamo ripubblicarla oggi, senza cambiamenti:
"Il cronista osserva una data sul taccuino: domenica 22 ottobre. È il giorno in cui Lombardia e Veneto apriranno i seggi per il voto consultivo sull'autonomia regionale. Sedici milioni di elettori, le due regioni che trainano il sistema produttivo italiano, un appuntamento che...
È cominciata la battaglia per le tasse del Nord. E quello che diceva Bossi trent'anni fa sull'autonomia fiscale da ieri sera ha un fatto politico sul quale costruire un percorso istituzionale. In Veneto e Lombardia il Nord ha votato per il Nord. Il risultato è netto. In Veneto affluenza al 60 per cento e Sì al 98 per cento; in Lombardia affluenza quasi al 40 per cento e Sì al 95 per cento. Si possono fare mille considerazioni sulle differenze tra i numeri delle due regioni, ma alla fine di tutto il giro, resta un fatto: un blocco socio-economico dell'Italia ha detto in maniera massiccia che è ora di finirla con la gestione romano-centrica del potere.
"È il Big Bang, apriremo il negoziato, chiederemo tutto". Quando Luca Zaia (sopra, nella foto Ansa) ha cominciato a parlare, improvvisamente qualcuno a Roma ha realizzato che il plebiscito del referendum sull'autonomia in Veneto produce effetti immediati.
"Faremo insieme la battaglia del secolo". Quando Roberto Maroni ha cominciato a sorridere, citare l'alleanza con Zaia, perfidamente ricordare che "nel paese del ministro Martina ha votato il 40 per cento degli elettori", qualcuno a Roma ha realizzato che questa domenica non è stata come le altre, è successo qualcosa nella politica italiana.
List aveva anticipato questo scenario in piena estate, messo nero su bianco che i referendum di Lombardia e Veneto sarebbero stati una tappa importante del Grande Slam elettorale. È andata esattamente così. Il 2 settembre scorso su List abbiamo fatto l'analisi giusta e dunque possiamo ripubblicarla oggi, senza cambiamenti:
"Il cronista osserva una data sul taccuino: domenica 22 ottobre. È il giorno in cui Lombardia e Veneto apriranno i seggi per il voto consultivo sull'autonomia regionale. Sedici milioni di elettori, le due regioni che trainano il sistema produttivo italiano, un appuntamento che è chiaramente un altro passaggio di quello scenario di crisi istituzionale che Miglio aveva chiaramente dipinto nei suoi libri e nelle sue riflessioni. I benpensanti e quelli che tanto tutto passa dicono: "Non succederà niente". No, cari, non è così, la doppia consultazione avrà invece un impatto politico enorme, quando il popolo vota succede sempre qualcosa. Proviamo a spacchettare lo scenario, seguite il titolare di List.
Voto doppio, un solo giorno. La notte del 22 ottobre apparirà chiaro che Lombardia e Veneto vivono in una dimensione diversa dal resto del paese. Il Nord farà una scelta per il Nord. È incredibile come questo aspetto sfugga ai più. Gli elettori non andranno alle urne "solo" per chiedere più autonomia (e parliamo già di una cosa che avrà conseguenze importanti), ma si sveglieranno la mattina con la convinzione e volontà di andare a dire che tra il Nord e il Sud la distanza è grande e la misura è colma.
Non succederà niente? È una pia illusione. Non ci vuole l'immaginazione di Salvador Dalì per vedere la scena: vince il sì in maniera schiacciante, dichiarazioni su tutte le televisioni in contemporanea dei due presidenti, Maroni e Zaia, trionfo della Lega (che ben governa le due regioni, sia detto chiaramente), Salvini carico a pallettoni scartavetra la sua dichiarazione sul "popolo del Nord", Forza Italia partecipa alla festa, il Pd si ritrova all'angolo con l'apertura ufficiale della Questione Settentrionale dopo decenni di zero tituli sulla Questione Meridionale. Sarà uno tsunami della comunicazione. E la comunicazione è politica.
Il 22 ottobre si aprirà ufficialmente la Questione settentrionale che Umberto Bossi aveva individuato con grande chiarezza nei primi anni Novanta. È una parabola politica che continua perché le intuizioni e analisi fatte in quel tempo dal Senatur e da Miglio erano corrette e sono non solo ancora in piedi, ma si presentano in forma sempre più grave. Cosa diceva Bossi? Il titolare di List tira fuori dalla sua libreria un discorso parlamentare del 1993, un gioiellino se lo confrontiamo con quello che passa oggi il Parlamento. I referendum promossi da Mario Segni e dai Radicali (eccolo, il voto) hanno avuto un esito travolgente (il segnale politico) e il presidente del Consiglio Giuliano Amato presenta le sue dimissioni. Il paese è in piena emergenza, si prepara l'arrivo del governo di Carlo Azeglio Ciampi. Camera dei Deputati, 22 aprile 1993, seduta pomeridiana, presidenza di Giorgio Napolitano, prende la parola Umberto Bossi:
"Non voglio insistere sul fatto che il federalismo fu l'anima del nostro Risorgimento. A tutti coloro che in malafede combattono l'autonomia regionale pur dichiarandosi a parole favorevoli, rammenterò le dichiarazioni di Salvemini, che non era lombardo: se non sbaglio era nato a Molfetta, in Puglia. «Oggi l'intervento del Governo centrale» — sono parole di Salvemini — «è sempre a vantaggio dei più forti, cioè di quelli che dispongono di maggior numero di voti alla Camera e di un regime unitario. Il Governo centrale non potrebbe fare diversamente, per non rimanere in minoranza nelle votazioni di fiducia. In un regime federale, invece, qualora le lotte fra i partiti di una regione degenerassero in modo da richiedere l'intervento delle altre regioni, di qualunque colore siano, non avendo interessi diretti nelle lotte altrui ed essendo interessati a ristablire saldamente l'ordine turbato, deciderebbero secondo giustizia e darebbero a ciascuna il suo». Non basta, incalza Salvemini, che l'idea federalista venga affermata nelle pagine di un libro; bisogna che diventi programma politico dei partiti democratici. Il federalismo è economicamente utile alle masse del sud, politicamente utile ai democratici del nord, moralmente utile a tutta l'Italia".
Interessante. E sorprendentemente "colto" e attuale. Ora fate il giochino di immaginare quali saranno le parole di Maroni, Zaia e Salvini alla vista dell'esito del referendum. Il passaggio del 22 ottobre non sarà una scampagnata nella festa popolare del voto, ma l'accelerazione di un processo di crisi che non ha avuto una risposta negli ultimi trent'anni".
È andata così. List ha i piedi per terra, fa analisi prive di moral bias, pregiudizio. Allo scenario che avevamo anticipato il 2 settembre dobbiamo solo aggiungere l'aggiornamento in presa diretta, le note svelte che danno quasi sempre il ritorno giusto di quel che è accaduto, la prima registrazione della scossa, quella a caldo a cui segue poi l'analisi a freddo. Sul taccuino del titolare di List la sintesi è questa: trionfo della Lega, è una spinta al centrodestra, Matteo Salvini acquista ancora più peso (e da oggi ha un antagonista interno, Luca Zaia), Silvio Berlusconi se la cava, ma non è lui il vincitore di questo giro, il Partito democratico è in grave difficoltà, appare sconfitto nonostante abbia appoggiato il referendum, Matteo Renzi fa il capotreno ma è completamente fuori dai binari del Nord, fase Tafazzi del ministro democratico Maurizio Martina che ha invitato all'astensione (non ne azzeccano mai una, incredibile), il Movimento 5Stelle tiene un basso profilo ma ha un problema di lettura e comprensione dell'agenda settentrionale, siamo all'apertura ufficiale della questione fiscale sul piano istituzionale che significa una sola grande cosa fin dagli albori degli Stati nazionali: "tasse".
Squadernata così, la giornata è di quelle memorabili e infatti lo è. È la pistola dello starter che fa bum! sulla pista dei cento metri dove tutta la tensione accumulata si scarica nello scatto bruciante. Bang! è partita alla grande la campagna elettorale. Il Grande Slam elettorale ha il vincitore della prima tappa: il centrodestra. Il 5 novembre arriva il secondo appuntamento, il voto per la Regione Sicilia, non c'è un sondaggio che dia una sola chance al Pd. Matteo Renzi suda freddo. Brividi.
Suda di gioia invece Shinzo Abe, il premier giapponese ha vinto il voto anticipato alla grande. Andiamo nel paese del Sol Levante, seguite il titolare di List.
01
La grande vittoria di Shinzo Abe
Il super tifone Lan gli ha dato una mano, gli avversari calcano la mano su questo aiuto atmosferico, ma la realtà che i giapponesi vedono in Abe stabilità e crescita e alla fine ha vinto il politico più esperto, dinamico, che sa interpretare una fase nuova del Giappone, percorsa da sentimenti di insicurezza con un paese, la Corea del Nord, che lancia i suoi missili sul cielo di Hokkaido. Abe, 63 anni, ha conquistato la super maggioranza e farà la riforma costituzionale per dare al Giappone quella "difesa attiva" di cui ha bisogno per stare pienamente dentro lo scenario balistico contemporaneo. Il premier giapponese con questa vittoria si avvia a diventare il primo ministro più longevo nella storia del Giappone. La sua politica economica ultra espansiva, assicurata da Haruhiko Kuroda, il governatore della Banca del Giappone (verrà riconfermato a marzo) che manovra la catapulta del denaro, sarà rafforzata e le riforme che ancora mancano all'Abenomics saranno completate.
Yuriko Koike, grande speranza delle elezioni, come spesso capita è diventata la grande delusione. Ha conquistato 49 seggi, molto al di sotto delle previsioni e ha addirittura perso nel distretto di Tokyo numero 10, il feudo di Koike. Resta Shinzo Abe, quello che la Asian Nikkei Review definisce "the comeback kid" della politica giapponese (c'è sempre un "Rieccolo", un Fanfani, in ogni storia politica) e gli altri stanno a guardare, anche se il premier ha assicurato che farà una politica di coinvolgimento delle opposizioni che siedono nella dieta parlamentare.
La Borsa ha festeggiato, l'indice Topix ha fatto il suo balzo. Da questo momento bisogna tenere d'occhio le mosse della Banca del Giappone e le riforme costituzionali. Il primo punto è l'economia, il secondo la guerra. Abe in teoria sarebbe al suo ultimo giro di giostra, ma francamente non si vedono successori. Lo saluteremo come Rieccolo tra qualche anno. Tutto a posto, ora dove ci trasferiamo? Andiamo a dare un'occhiata rapidissima a quello che fa Puigdemont. Catalogna, arriviamo.
02
Catalogna. Ricorsi in tribunale e ricorsi storici
Carles Puigdemont fa come se niente fosse successo, il suo governo pensa di essere ancora là a fare e disfare il destino dei catalani. Non convocherà nuove elezioni e prepara ricorsi presso i tribunali spagnoli e europei. Sembra una farsa, ma è la strana realtà degli indipendentisti catalani. La storia si sta divertendo a giocare a dadi con questa vicenda, come ricorda El Pais, proprio oggi, 23 ottobre, corre l'anniversario del celebre discorso di Josep Tarradellas a Barcellona nel 1977, quello in cui fu sancita la sua leadership alla guida del governo, nel palacio de la Generalitat, e la transizione dei poteri dal governo centrale alla Catalogna. Quarant'anni dopo, la Storia si svolge al contrario. Ci voleva la frangetta di Puigdemont per arrivare a un simile sottosopra.
Proprio uno frou frou. No, quello è Macron. Come se la passa il presidente? Seguite il titolare di List.
03
Macron tra gelosia e nevrosi
Mon dieu, Macron sta lottando per fare le riforme in Francia (fisco e lavoro, caos totale), tutto molto divertente, ha detto che i francesi sono gelosi e ora si ricordano solo questo. Come va la sua popolarità? Alla grandissima, guardate il grafico qui sopra. C'è qualcosa che si è rotto nel rapporto tra Macron e la Francia, non è solo una questione economica. È come se improvvisamente il Presidente avesso trasmesso una "distanza" tra lui e gli elettori e non è più riuscito a colmarla. Poi naturalmente c'è la Francia con quella che Michel Houllebecq ha efficacemente definito "la nevrosi". Andare tutti dallo psicologo?
04
Le liti dei conservatori inglesi
Ne avrebbero bisogno anche quelli del governo inglese, dello psicologo. I Tories sono in rivolta contro il Cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, perché non sono d'accordo sul budget. Rischia la sostituzione. I conservatori inglesi litigano, i laburisti sono tornati a Marx senza Marx. Theresa May prenderebbe tutti i giorni a borsettate Juncker. Il titolare di List si chiede cosa abbia colpito il cervello di David Cameron il giorno in cui ha dato il via libera al referendum sulla Brexit. Una sola cosa è certa: non era sotto l'effetto del Gin Martini.
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7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.