9 Agosto
Ordine (e disordine) nella campagna americana
Trump"cangura" il Congresso e firma gli ordini esecutivi sull'economia. Biden: "Raffazzonati". Pelosi: "Incostituzionali". La mossa spiazza i democratici (e una parte dei repubblicani). Così il presidente ritorna outsider e Washington è sempre "la palude". Sondaggi, Biden è più che favorito, ma non è in "comfort zone". La guerra di spie e le interferenze di Cina, Russia e Iran
La campagna presidenziale è in fase di decollo verticale: Donald Trump ha firmato ordini esecutivi che bypassano il Congresso sulle misure economiche. Dopo due settimane di trattativa a vuoto tra Repubblicani e Democratici, di fronte al no di Chuck Schumer e ai sorrisi affilati di Nancy Pelosi, con Steve Mnuchin, il segretario del Tesoro, con il morale sotto i tacchi dopo ogni incontro, Trump ha tirato dritto e messo la firma sui provvedimenti che roteavano a mezz'aria nel negoziato: sussidi di disoccupazione per 400 dollari a settimana (con un taglio di 200 dollari dall'attuale importo, erano a 600 dollari); imposta sui salari rinviata fino alla fine del 2020 per chi guadagna meno di 100 mila dollari; posticipo dei pagamenti dei prestiti universitari e azzeramento degli interessi fino alla fine dell'anno; proroga della moratoria sugli sfratti. Sono misure anti-crisi urgenti, avrebbe dovuto prenderle il Congresso, ma il gioco dei Democratici è quello di frenare le iniziative dei Repubblicani per mantenere Trump nella palude della crisi del coronavirus più tempo possibile. Battaglia politica.
01
The Donald fa il canguro
Trump ha risposto con un colpo di cannone, "cangurando" tutti, il Congresso, il suo ministro del Tesoro, la delegazione repubblicana e i democratici. La mossa del presidente sul piano politico è un fatto enorme, perché dà a Trump la possibilità di affermare - ricordiamo che mancano meno di 3 mesi al voto - che lui agisce e l'establishment di Washington, "the swamp", la palude, fa giochi politici contro l'interesse dei cittadini americani. La sua narrazione elettorale riprenderà un pezzo forte della campagna del 2016, la mossa del cavallo sul Congresso dà a Trump l'occasione per raccontarsi di nuovo come "l'outsider", un "maverick", un cane sciolto, un anticonformista. Funzionerà? Lo vedremo, quel che è certo è che nelle prossime ore lo scontro tra la...
La campagna presidenziale è in fase di decollo verticale: Donald Trump ha firmato ordini esecutivi che bypassano il Congresso sulle misure economiche. Dopo due settimane di trattativa a vuoto tra Repubblicani e Democratici, di fronte al no di Chuck Schumer e ai sorrisi affilati di Nancy Pelosi, con Steve Mnuchin, il segretario del Tesoro, con il morale sotto i tacchi dopo ogni incontro, Trump ha tirato dritto e messo la firma sui provvedimenti che roteavano a mezz'aria nel negoziato: sussidi di disoccupazione per 400 dollari a settimana (con un taglio di 200 dollari dall'attuale importo, erano a 600 dollari); imposta sui salari rinviata fino alla fine del 2020 per chi guadagna meno di 100 mila dollari; posticipo dei pagamenti dei prestiti universitari e azzeramento degli interessi fino alla fine dell'anno; proroga della moratoria sugli sfratti. Sono misure anti-crisi urgenti, avrebbe dovuto prenderle il Congresso, ma il gioco dei Democratici è quello di frenare le iniziative dei Repubblicani per mantenere Trump nella palude della crisi del coronavirus più tempo possibile. Battaglia politica.
01
The Donald fa il canguro
Trump ha risposto con un colpo di cannone, "cangurando" tutti, il Congresso, il suo ministro del Tesoro, la delegazione repubblicana e i democratici. La mossa del presidente sul piano politico è un fatto enorme, perché dà a Trump la possibilità di affermare - ricordiamo che mancano meno di 3 mesi al voto - che lui agisce e l'establishment di Washington, "the swamp", la palude, fa giochi politici contro l'interesse dei cittadini americani. La sua narrazione elettorale riprenderà un pezzo forte della campagna del 2016, la mossa del cavallo sul Congresso dà a Trump l'occasione per raccontarsi di nuovo come "l'outsider", un "maverick", un cane sciolto, un anticonformista. Funzionerà? Lo vedremo, quel che è certo è che nelle prossime ore lo scontro tra la Casa Bianca e i Democratici raggiungerà temperature elevatissime.
Nota di colore, Trump ha parlato da Bedminster, in uno dei suoi golf club, i soci hanno seguito la conferenza stampa del presidente e applaudivano. Trump a casa sua. Trump con la claque. Trump che fa Trump.
Bersagli come buche da golf, il tosto Chuck Schumer e l'amica-nemica di sempre, Nancy Pelosi, quella soave del baciamano da pirata e del clap clap tracimante d'ironia (discorso sullo Stato dell'Unione, 6 febbraio 2019), eccola:
E quella scartavetrata dell'intervento del presidente strappato platealmente di fronte a tutti (discorso sullo Stato dell'Unione, 4 febbraio 2020):
Nancy e The Donald, coppia di opposti della politica americana.
Torniamo agli ordini esecutivi. Il punto più delicato riguarda la richiesta che la Casa Bianca rivolge agli Stati di pagare il 25% dei costi dei nuovi sussidi settimanali, i 400 dollari sono così ripartiti: 300 dollari verranno prelevati dal bilancio federale, 100 dollari saranno a carico degli Stati. I repubblicani non volevano più la misura da 600 dollari, il presidente ha tagliato l'assegno a 400 dollari, ma lo ha mantenuto e, come abbiamo visto, non era scontato (l'aiuto di 600 dollari è scaduto il 31 luglio scorso). Pagamento fino al 6 dicembre, un mese dopo il voto per la presidenza, notano gli avversari, ma ricordiamo che Trump sarà in carica fino al 20 gennaio, anche in caso di sconfitta, sarà il presidente della transizione fino all'Inauguration Day.
La ratio del taglio dell'assegno (c'era chi lo voleva abolire del tutto) per i repubblicani è la seguente: il sussidio è troppo alto, è un disincentivo alla ricerca di lavoro, allarga in maniera irreale la platea di iscritti alle liste di disoccupazione che vogliono incassare l'assegno. Vero, ma si vota e cancellare i sussidi non è una mossa pop, ecco perché Trump ha deciso di stare a quota 400 dollari, anche contro un'ala del suo partito.
L'ordine esecutivo sui sussidi aprirà la battaglia legale con le amministrazioni locali, in particolare con gli Stati guidati dai democratici che hanno già dichiarato in anticipo di non avere i soldi per finanziare la loro quota. Chi sarà il primo a andare in tribunale? Gran parte dei soldi arriverà dal Disaster Relief Fund, il fondo che finanzia le emergenze, attualmente ha una dotazione di 70 miliardi, per finanziare i nuovi sussidi serviranno 44 miliardi.
La sospensione della Social Security Tax, un prelievo del 6.2% sulle buste paga dei dipendenti, sarà in vigore dal 1° settembre al 31 dicembre. Sul piano legale la decisione è pienamente compatibile con le norme del codice tributario americano, c'è la dichiarazione di uno stato d'emergenza e la Casa Bianca può sospendere e differire gli obblighi fiscali dei contribuenti.
La mossa della Casa Bianca per i Repubblicani e i Democratici è una sconfitta, gli elettori americani sono molto sensibili su questo punto: un paese in grave difficoltà non può venire dopo le schermaglie tra i partiti. L'episodio conferma quanto sia profonda la divisione della politica americana, mostra le insicurezze dei partiti, si vota. È su questo punto che Trump confida e gioca le sue carte. Nel suo partito c'è chi applaude e chi dissente. I Democratici parlano di un "esproprio" delle prerogative del Congresso sul bilancio. Tutti hanno un pezzo di ragione, ma alla fine, di fronte allo stallo, la decisione l'ha presa Trump. E questo in campagna elettorale avrà un peso.
Non a caso Joe Biden si desta dal torpore elettorale e risponde al colpo di Trump. "Misure raffazzonate", le definisce, "una guerra sconsiderata contro la previdenza sociale", rincara. Poi arriva un passaggio per sottolineare che Trump è "unfit", inaffidabile e poco presidenziale, il mantra della campagna del candidato democratico: "Questa non è una leadership presidenziale, questi ordini non sono soluzioni reali, sono solo un altro piano cinico volto a evitare responsabilità. Alcune misure fanno molto più male che bene, per mesi Trump è andato a giocare a golf invece che negoziare. Ora, invece di stare a Washington a lavorare con Repubblicani e Democratici per raggiungere un accordo bipartisan, il presidente è al suo golf club nel New Jersey a firmare una serie di ordini esecutivi dubbi". Biden la butta sul "green", funzionerà? Forse no, Biden quando era vicepresidente si faceva fotografare mentre giocava a golf con Obama nel week end e per spostarsi usava l'Air Force Two e l'elicottero Marine Two, in America i giornalisti hanno memoria, la campagna elettorale è spietata, finiranno per riesumare anche questa storia.
Nancy Pelosi, più attenta al fatto istituzionale di quanto non appaia Biden, lascia perdere il golf e va al punto sul quale può creare grattacapi a Trump, la battaglia legale. Ospite di Dana Bash nel programma della Cnn State of the Union, la speaker della Camera definisce gli ordini esecutivi di Trump "incredibilmente anticostituzionali". Pelosi usa con consumata esperienza il giudizio di un avversario, il senatore repubblicano del Nebraska Ben Sasse, per rafforzare l'idea dell'incostituzionalità e soprattutto segnalare a Trump che esiste un'ala del Gop che è contraria alla mossa della Casa Bianca. Così calibra il suo giudizio su quello di Sasse ("il fatto è che ci vuole tempo per capire se sono legali o meno. Associo le mie osservazioni a ciò che dice il senatore Ben Sasse, che dice: "Sono "incostituzionali"), poi lascia intendere che la porta del negoziato è ancora aperta ("in questo momento vogliamo rispondere alle esigenze del popolo americano") e alla domanda sul che fare di fronte agli ordini esecutivi del presidente e a una possibile causa replica: "Come mi dicono i miei consiglieri costituzionali, sono assurdamente incostituzionali". La realtà? È tutta nelle parole della stessa Pelosi pronunciate in un'intervista a Fox News Sunday: "Right now, we need to come to agreement", i Democratici cercano l'accordo, il segretario al Tesoro, Steve Mnuchin, ha detto che è pronto a discutere: "Quello che dovremmo fare è fare qualcosa per il popolo americano ora, e dopo tornare a un altro disegno di legge". Pelosi chiama, Mnuchin risponde. Trump?
02
Sondaggi. Biden è il favorito, ma non è in "comfort zone"
Sondaggi? Il 2 agosto è uscito un sondaggio di The Hill/HarriX che dà Biden in vantaggio di 3 punti nella media nazionale (43 a 40); lo stesso giorno il sondaggio di The Economist/YouGov vede il candidato democratico guidare la corsa con 9 punti di vantaggio (49 a 40), il 29 luglio Rasmussen dà Biden sopra di 3 punti (48 a 45), sempre in quella data Emerson presenta Biden in testa di 4 punti (50 a 46). Biden negli ultimi 4 sondaggi non è mai sopra il 50% e nella media di RealClearPolitics ha un vantaggio di 6.4 punti ed è in fase calante, mentre Trump riprende quota:
Il candidato democratico è ancora più che favorito, ma non è affatto in una "comfort zone", Trump può chiudere la forbice, perfino vincere, con una strategia negli Stati chiave che abbiamo già visto nel 2016. Il 9 agosto di 4 anni fa Hillary Clinton era in vantaggio di 7,6 punti.
Il 2020 non è il 2016, siamo di fronte a una campagna presidenziale con la pandemia, ma il passato serve a temperare i giudizi di vittoria scontata di Biden, introdurre elementi di prudenza in una corsa accidentata come poche nella storia americana. Gli strateghi della campagna di Biden lo sanno, tanto che spenderanno 280 milioni di dollari in pubblicità sulla tv e online nelle prossime settimane per dare un'accelerata che per ora non si vede, il suo vantaggio è costruito sul coronavirus e gli errori di Trump, può non bastare, deve spingere la sua campagna per poter vincere la sfida nell'Electoral College, quello che conta. Sarà molto importante l'impatto di una decisione che è attesa tra oggi e domani, la scelta della vicepresidente. Biden ha bisogno di essere accompagnato rapidamente da una figura in grado di aiutarlo a superare le difficoltà che incontra con l'ala più progressista del suo elettorato. Chi sceglierà? Lo vedremo presto.
Biden ha tenuto finora una saggia linea di basso profilo, parla poco, lascia che sia Trump a sbagliare, una scelta conservativa (criticata sul Wall Street Journal da Karl Rove, intelligente stratega elettorale dell'era Bush: "Buona tattica, pessima strategia") dettata anche dalle storiche gaffe di cui è capace. Nel 2008 andò in tv e di fronte alla nazione disse: "Quando il mercato azionario è crollato, Franklin Delano Roosevelt è andato in televisione e...". Correva l'anno 1929, alla Casa Bianca c'era il presidente Hoover e la tv non era ancora stata inventata, arrivò dieci anni dopo, fu presentata all'Esposizione universale di New York del 1939. Sempre Rove sul WSJ definisce così Biden: "One-man gaffe machine".
Rispetto al reality show quotidiano di una figura da sottosopra come Trump, questo sembra niente, ma Biden resta un soggetto da tenere sotto controllo affinché non si faccia troppo del male, come stanno facendo i suoi strateghi. Quanto a Trump, contenerlo è una missione impossibile. Se vince, vince Trump, se perde, perde The Donald.
03
La partita aperta delle Big Tech. Twitter fa TikTok
La campagna presidenziale fa sentire i suoi effetti su tutto lo scenario americano. Le decisioni di Trump sulla Cina conducono a un ridisegno della mappa delle Big Tech, gli ordini esecutivi su due titani del social networking come TikTok e WeChat hanno dato il via a un negoziato di Microsoft per l'acquisto di TikTok, ma secondo il Wall Street Journal c'è anche Twitter in pista, ci sarebbero stati dei primi colloqui tra ByteDance (la società che controlla l'app cinese) e l'azienda fondata da Jack Dorsey. Possibile? Il colloquio sì, ma il resto della storia è un'impresa difficile. Rispetto a Microsoft, Twitter è una società piccola e non sembra in grado di chiudere un'operazione di questa portata. Un esempio per capire gli ordini di grandezza, andiamo a dare un'occhiata a Wall Street: la capitalizzazione di mercato di Twitter è pari a 29,3 miliardi di dollari, quella di Microsoft è di milleseicento miliardi di dollari. Su questo piano, non c'è partita, dunque la società guidata da Satya Nadella resta di gran lunga la favorita per l'acquisizione. Ma siamo in America, le sorprese nella Silicon Valley non mancano, tutto è possibile. Npr oggi racconta in esclusiva che Tik Tok sta preparando una causa legale - arriverà entro martedì prossimo - contro la decisione di Trump. I cinesi diranno che l'azione del presidente è incostituzionale, che non dà nessuna possibilità di risposta all'azienda e che le accuse di minaccia per la sicurezza nazionale sono infondate. Un'azione legale molto probabilmente ritarderebbe la cessione, complicando i piani di Trump. In attesa del martedì giudiziario di TikTok, non bisogna dimenticare che dall'altra parte del Pacifico, a Pechino, c'è un attore che ha una sua silenziosa influenza sul negoziato, Xi Jinping. Sapremo come andrà a finire entro il 15 settembre, termine fissato dalla Casa Bianca per la chiusura del negoziato.
04
Metà delle truppe via dall'Afghanistan
L'accelerazione della campagna presidenziale sta curvando anche lo spazio del Pentagono. Vedremo molti fatti nuovi nel settore della Difesa, sul fronte. Mark Esper, il segretario alla Difesa, ha detto in un'intervista a Fox News che gli Stati Uniti lasceranno in Afghanistan "meno di 5 mila soldati" entro la fine di novembre (segnare la data sul calendario, il 3 novembre si vota). Gli Stati Uniti in questo momento hanno 8600 soldati nel paese, Trump intervistato da Axios qualche giorno fa aveva parlato di una riduzione del contingente militare a circa 4 mila unità. Sta maturando il momento di un annuncio ufficiale della Casa Bianca sul rientro a casa dei soldati americani.
Trump fa il canguro, Twitter fa TikTok, Biden cerca una compagna, il Pentagono fa indietro tutta. È America 2020.
***
C' è altro? Perbacco, si vota, ci sono quelli che guardano e annotano. No, non sono i giornalisti, sono le spie.
05
Spie e disinformatia. Obiettivo Casa Bianca
I russi vogliono Trump, i cinesi preferiscono Biden. In questo esercizio di volontà c'è la potenza di Mosca e Pechino, il carattere di Vladimir Putin e Xi Jinping, i giochi di fumo e specchi delle spie e un appuntamento segnato in agenda per il 3 novembre, il voto in America.
Si può far eleggere un presidente come si può muovere un burattino? No, soprattutto se il paese è l'America, ma il mestiere dell'intelligence è quello di sempre: osservare e annotare, fotografare e registrare, incontrare e parlare, mostrare e nascondere, ricattare e adulare, favorire e ostacolare, sabotare e supportare, rubare e rivendere, hackerare e disseminare. La faccenda è complessa, oscura, tentacolare, pericolosa, oscilla come il pendolo di Edgar Alan Poe tra la tentazione del letto e quella del trono, tra il servire su un piatto d'argento in una festa di gala e la pena di scavare una buca nel deserto (per finirvi dentro), entri dalla porta di un grande albergo, esci dal retro di una bisca, inoculi un virus in un server, quel nemico bussa alla tua porta. Non era lontano, era là, ti controllava a sua volta. Tutti spiano tutti. E spiare non basta, qualche volta bisogna uccidere.
Le elezioni americane sono il luogo dove tutti si danno appuntamento ogni quattro anni per dare un'occhiata in giro e provare a fare il vecchio gioco. Come nel 2016, il copione si ripete, ma a differenza di allora, l'amministrazione è avvisata, non dorme (o fa finta di) come quella di Obama mentre i russi cercavano di infiltrare la campagna di Trump e hackeravano i computer dei democratici. Nel 2016 lo scudo americano non c'era e se c'era era di burro, nel 2020 la partita a scacchi è iniziata con un gran sventolìo di bandiere da tutte le parti. Siamo di fronte a un grande spettacolo, il TikTok delle spie, è tutto visibile. Attenzione al calendario e all'orologio, procediamo con ordine.
06
Mike Pompeo e la taglia sugli hacker del voto
Il 5 agosto il segretario di Stato Mike Pompeo (nella foto qui sopra) fa la sua conferenza stampa al Dipartimento di Stato, parla di cybersicurezza, del piano per le "Reti pulite", di spionaggio e, con una deviazione improvvisa evoca la "Russia e altri attori maligni" e annuncia: "Il programma Rewards for Justice del Dipartimento di Stato offre una ricompensa fino a 10 milioni di dollari per informazioni che portano all'identificazione o localizzazione di qualsiasi persona che, agendo sotto la direzione o il controllo di un governo straniero, interferisce con le elezioni negli Stati Uniti impegnandosi in attività cyber criminali".
Il cronista annota la frase sul taccuino e si chiede: cosa sta succedendo? Pompeo appende il manifesto della taglia da 10 milioni di dollari in un contesto più ampio, dove al centro c'è la Cina hi-tech, il caso TikTok e Huawei, la cyberguerra con Pechino. Suona un po' strano, un colpo di gong in un concerto d'archi.
Il riferimento a Mosca fa riemergere gli appunti sul Russiagate, tutto partì da un dossier confezionato da un'ex spia del servizio segreto britannico MI6, Christopher David Steele, in servizio dal 1987 al 2009, capo del Russia desk a Londra. Un dossier falso che serviva a far deragliare la campagna di Trump, utilizzato dai Democratici come elemento da classica "dirty campaign", poi diventato base per la prima indagine dell'Fbi, fino all'arrivo dell'inchiesta condotta dallo special counsel Robert Mueller e all'impeachment di Trump. Fu un buco nell'acqua, ma servì a tenere sotto pressione, logorare la Casa Bianca. Si chiama lotta politica.
Lo stesso giorno, il 5 agosto, l'ufficio del Global Engagement Center (GEC) del Dipartimento di Stato pubblica un report sulla Russia. È un dossier molto interessante sulle attività di disinformazione, l'apparato della cara vecchia "disinformatia" dei tempi d'oro del Cremlino è in servizio permanente effettivo. Vediamone alcuni passaggi, si parte dalla base, il sistema di creazione, manipolazione e diffusione delle false informazioni:
- "Non esiste un'unica piattaforma mediatica dove si distribuiscono propaganda e disinformazione. Né c'è uniformità di messaggi tra le diverse fonti".
- "Questo ecosistema riflette sia le fonti di disinformazione che le dichiarazioni ufficiali del governo, i mezzi di comunicazione finanziati dallo Stato, i siti web proxy, i bot, i falsi personaggi dei social media, le operazioni di disinformazione cyber. Questo approccio dà alla Russia tre vantaggi percepiti. In primo luogo, consente l'introduzione di numerose varianti delle stesse false narrazioni. Questo permette ai diversi pilastri dell'ecosistema di mettere a punto le loro narrazioni di disinformazione in modo che si adattino ai diversi destinatari, non c'è bisogno di coerenza, come ci sarebbe con le comunicazioni governative. In secondo luogo, fornisce la possibilità plausibile per i funzionari del Cremlino di negare responsabilità quando i siti proxy vendono disinformazioni sfacciate e pericolose, permettendo loro di deviare le critiche pur introducendo informazioni false. In terzo luogo, crea un effetto moltiplicatore mediatico tra i diversi pilastri dell'ecosistema che ne amplifica la portata e la risonanza".
- "Questo approccio permette alla Russia di essere opportunista, come nel caso di COVID-19, dove ha usato la pandemia globale come un gancio per spingere la disinformazione e le narrazioni propagandistiche di lunga data".
Ecco l'ecosistema della disinformatia ricostruito nel grafico del Dipartimento di Stato:
Il caso oggetto di studio è quello del Covid-19, dalla Russia parte una campagna cospiratoria: il virus è stato creato dagli Stati Uniti. Come funziona? Guardate questo secondo grafico del GEC:
Si parte dalle fonti ufficiali, da un'intervista di Zveda tv a un "esperto", poi il nazionalista russo Zhirinovsky parla di "arma biologica" statunitense in un'intervista, i siti filorussi diffondono la notizia, il racconto rimbalza sugli account dei social media, RT e Sputnik la amplificano. Così nasce una notizia falsa che nel mondo della comunicazione mainstream e della Rete diventa "vera". Si avvelenano i pozzi e c'è chi beve l'acqua. Il report è molto dettagliato, fa un elenco (non esaustivo, ma esemplare) di siti filorussi, legati direttamente o indirettamente al Cremlino, cita gli autori più prolifici e influenti, i link palesi e meno visibili del network (basta andare un po' in giro nella rete e clic dopo clic si finisce alle cospirazioni del Voltaire Network dove oggi Thierry Meyssan scrive che "Israele ha distrutto Beirut Est con una nuova arma"), mostra l'effetto moltiplicatore sui social media. Il Dipartimento di Stato getta una luce su questa "rete informale", con lo scopo di "dimostrare come i contenuti prodotti e amplificati da questi siti consentano la proliferazione della disinformazione e della propaganda attraverso altri pilastri dell'ecosistema". Tra i siti proxy citati nel rapporto ci sono Strategic Culture Foundation (legata al ministero degli Esteri della Russia), Global Research (sede in Canada, cospirazioni ovunque), New Eastern Outlook (una pubblicazione dell'Istituto di Studi Orientali dell'Accademia Russa delle Scienze, definita come"peudo-accademica"), News Front (basato in Crimea, supporta le operazioni della Russia in Ucraina), SouthFront (specializzata sulla difesa e operazioni militari), Katehon (sede a Mosca, con "chiari legami con lo Stato russo e i servizi di intelligence"), Geopolitica.ru (ispirato da Aleksandr Dugin, teorico della nuova Eurasia).
Siamo al 5 agosto, sul radar dell'amministrazione americana non c'è solo la Cina di TikTok e WeChat, anche la Russia fa la sua parte. Si muovono le pedine sulla scacchiera. Qualche giorno dopo, compare un altro tassello di questa storia.
Il 7 agosto il direttore del National Counterintelligence and Security Center, William Evanina (nominato da Trump e confermato dal Senato il 6 maggio scorso) comunica al mondo che Russia e Cina sono sul pezzo, stanno lavorando per influenzare le elezioni presidenziali. Cosa dice il capo del controspionaggio? Racconta che "in vista delle elezioni americane del 2020, gli Stati stranieri continueranno a usare misure di influenza occulta e palese" per "influenzare gli elettori americani, cambiare le politiche statunitensi, aumentare la discordia negli Stati Uniti e minare la fiducia del popolo americano nel nostro processo democratico". Fin qui, no news. "Possono anche cercare di compromettere la nostra infrastruttura elettorale", dice Evanina, "interferire con il processo di voto, rubare dati sensibili o mettere in discussione la validità dei risultati elettorali". Anche questo è un dejà vu e in ogni caso "sarebbe difficile per i nostri avversari interferire o manipolare i risultati delle votazioni su vasta scala". Saltato il preambolo, ecco la notizia: "Molti attori stranieri hanno una preferenza per chi vince le elezioni, che esprimono con dichiarazioni palesi e private; gli sforzi di influenza occulta sono più rari. Siamo preoccupati soprattutto per l'attività in corso e potenziale di Cina, Russia e Iran". Eccoli qua, i tre hotspot, punti caldi, della politica estera americana. Evanina fa un elenco che offre uno scenario per ognuno di questi tre paesi, vediamolo.
07
Cosa vogliono Xi, Putin e Khamenei
Presidente per sempre. Xi Jinping in visita a Changchun, nel nordest della Cina, il 23 luglio scorso (Foto Zuma/Ansa).La Cina non vuole Trump. La valutazione del controspionaggio americano è che la Cina "preferisce che il presidente Trump - che Pechino considera imprevedibile - non vinca la rielezione". Così apprendiamo che "la Cina sta espandendo la sua influenza in vista del novembre 2020 per plasmare il contesto politico negli Stati Uniti, fare pressione sulle figure politiche che vede in contrasto con gli interessi della Cina e deviare e controbattere alle critiche nei suoi confronti". Strategia cinese? A Pechino valutano i pro e i contro di una politica aggressiva nei confronti degli Stati Uniti, ma "negli ultimi mesi" Pechino "è diventata sempre più critica nei confronti della risposta dell'attuale amministrazione al Covid-19, della chiusura del consolato cinese di Houston" e "ha criticato duramente le dichiarazioni e le azioni dell'amministrazione su Hong Kong, TikTok, lo status legale del Mar Cinese Meridionale e gli sforzi della Cina per dominare il mercato 5G". Pechino riconosce che tutti questi sforzi potrebbero influenzare la corsa presidenziale.
San Pietroburgo, 26 luglio. Vladimir Putin nel giorno della parata della Marina Militare Russa (Foto Epa/Ansa).La Russia vuole Trump. Qui il gioco d'intelligence è rovesciato, secondo il controspionaggio americano la Russia sta lavorando "per per denigrare principalmente l'ex vicepresidente Biden e ciò che vede come un "establishment" anti-russo. Questo è coerente con la critica pubblica moscovita nei suoi confronti quando era vicepresidente per il suo ruolo nella politica dell'amministrazione Obama sull'Ucraina e il suo sostegno all'opposizione anti-Putin all'interno della Russia. Ad esempio, il parlamentare ucraino filo-russo Andriy Derkach sta diffondendo denunce di corruzione per minare la candidatura dell'ex vicepresidente Biden e del Partito Democratico. Alcuni attori legati al Cremlino stanno anche cercando di promuovere la candidatura del presidente Trump sui social media e sulla televisione russa".
Guida Suprema. L'ayatollah Ali Khamenei durante un discorso in diretta tv a Teheran il 31 luglio scorso, in occasione della celebrazione del Eid al-Adha (Foto Zuma/Ansa).L'Iran non vuole Trump. Sarebbe una sorpresa il contrario, dunque "l'Iran cerca di minare le istituzioni democratiche statunitensi, il presidente Trump, e di dividere il Paese in vista delle elezioni del 2020". Strumenti per raggiungere l'obiettivo? "Gli sforzi dell'Iran in questo senso si concentreranno probabilmente sull'influenza on-line, come la diffusione di disinformazione sui social media e la diffusione di contenuti anti-americani. La motivazione di Teheran a condurre tali attività è, in parte, guidata dalla percezione che la rielezione del presidente Trump porterebbe a una proseguimento della pressione degli Stati Uniti sull'Iran nel tentativo di fomentare il cambio di regime".
08
I tre fronti. Contenimento, riposizionamento, blocco
Il quadro ora è più chiaro e tutte le pedine stanno andando a dama in vista dell'elezione del 3 novembre. L'amministrazione americana è impegnata su tre fronti:
1. Contenimento dell'espansione economica e militare della Cina (Pechino ieri ha consegnato sei droni da attacco alla Serbia, primo Paese europeo a schierare velivoli senza pilota militari di fabbricazione cinese), cyberguerra aperta con Pechino sulla sicurezza della Reti (bando di TikTok e WeChat, stretta sui giganti delle telecomunicazioni), reazione al giro di vite di Xi Jinping su Hong Kong e sanzioni americane sull'ex colonia britannica (l'amministrazione si prepara a colpire anche la governatrice di Hong Kong Carrie Lam e altri dirigenti cinesi);
2. Riposizionamento delle truppe in Europa (spostamento dalla Germania verso altri paesi), appoggio agli Stati confinanti con l'ex "Cortina di ferro" (in particolare alla Polonia) e negoziato sui missili a corto e medio raggio aperto con la Russia (con la richiesta, rifiutata da Pechino, di partecipazione della Cina al tavolo);
3. Blocco del programma nucleare iraniano, dello sviluppo dei missili balistici di Teheran e sicurezza nel Golfo.
Cina, Russia e Iran hanno i loro interessi in gioco, il tema è quello della linea della politica estera americana di domani, i due candidati alla Casa Bianca sono profondamente diversi nel carattere, una loro vittoria (o sconfitta) offre pro e contro, secondo la visione degli avversari della scena internazionale.
Il fronte è doppio, interno e esterno. Il negoziato tra Repubblicani e Democratici sulle nuove misure per contrastare la caduta dell'economia è fallito e Trump ieri sera ha preso la decisione che il segretario del Tesoro, Steve Mnuchin, aveva anticipato: ordini esecutivi che bypassano il Congresso sulle misure economiche, estensione dei sussidi di disoccupazione, rinnovo della moratoria sugli sfratti e rinvio del rimborso dei prestiti studenteschi. Ogni mossa è legata al voto, il calendario corre, il 3 novembre s'avvicina e oggi, 9 agosto, in un gioco di date e storie che si inseguono, Richard Nixon, accompagnato da Henry Kissinger, lasciava la Casa Bianca, la sera prima s'era dimesso dalla presidenza degli Stati Uniti in diretta televisiva. Pianse, dicono per la prima volta nella sua vita, e annunciò la sua fine politica. Watergate. Correva l'anno 1974, era un'altra America.
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Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
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- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.