29 Maggio
Paese vecchio e senza fiducia. Chi paga? I giovani
Una lettura delle Considerazioni finali del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Un paese che ha ancora potenzialità, ma è in pieno inverno demografico, costruito sugli anziani, senza una visione del futuro. Benvenuti nell'Italia dell'era del coronavirus
Che succede? La temperatura della guerra tra America e Cina sta salendo, il fuoco interno che brucia gli Stati Uniti è potente, l'Europa è in piena senescenza e cerca di salvarsi in uno scontro tra generazioni che condurrà alla ribellione dei giovani, non si sta tranquilla nemmeno ai poli (surriscaldamento globale) e l'Italia è un paese di irresponsabili già in mascherina prima del coronavirus. In ogni caso, tutto va bene. Facciamo un breve giro di giostra nel dejà-vu, le Considerazioni finali del governatore di Bankitalia.
***
L'appuntamento quest'anno è in virtuale, pochi invitati, tutti distanziati, schieramento di forze dell'ordine in assetto anticoronavirus. Relazione lunga, siamo lontano dallo stile asciutto di Mario Draghi, Visco usa toni prudenti sul piano politico, fa una fotografia puntuale dello scenario macroeconomico - ma non è comparabile per energia e efficacia dal discorso di Jerome H. Powell che abbiamo pubblicato su List - fa un paio di sortite da annotare sulla situazione interna dell'Italia. Non c'è una cornice che tiene insieme il quadro, ma quello che emerge è che in un paese per vecchi alla fine il conto lo pagheranno i giovani italiani. Ci sono due grandi assenti sul palcoscenico: la fiducia e il futuro.
Lo scenario macroeconomico lo abbiamo sempre illuminato sullo schermo, bastano i grafici allegati al discorso di Visco, previsioni di crescita per aree geografiche, prima e dopo il coronavirus e poi il pompaggio del denaro delle Banche centrali nel sistema, quella cosa abnorme che cresce e crescerà e molti pensano che un domani non troppo lontano scoppierà:
Le aspettative di un rimbalzo nel 2021 (tutto da dimostrare, siamo in terra incognita) e quell'inflazione così bassa da far temere scenari di stagnazione:
In questo quadro c'è l'Italia, miracolo della manifattura mondiale immerso nell'inferno del non-Stato Moloch, la nostra parabola è scritta nella crisi:...
Che succede? La temperatura della guerra tra America e Cina sta salendo, il fuoco interno che brucia gli Stati Uniti è potente, l'Europa è in piena senescenza e cerca di salvarsi in uno scontro tra generazioni che condurrà alla ribellione dei giovani, non si sta tranquilla nemmeno ai poli (surriscaldamento globale) e l'Italia è un paese di irresponsabili già in mascherina prima del coronavirus. In ogni caso, tutto va bene. Facciamo un breve giro di giostra nel dejà-vu, le Considerazioni finali del governatore di Bankitalia.
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L'appuntamento quest'anno è in virtuale, pochi invitati, tutti distanziati, schieramento di forze dell'ordine in assetto anticoronavirus. Relazione lunga, siamo lontano dallo stile asciutto di Mario Draghi, Visco usa toni prudenti sul piano politico, fa una fotografia puntuale dello scenario macroeconomico - ma non è comparabile per energia e efficacia dal discorso di Jerome H. Powell che abbiamo pubblicato su List - fa un paio di sortite da annotare sulla situazione interna dell'Italia. Non c'è una cornice che tiene insieme il quadro, ma quello che emerge è che in un paese per vecchi alla fine il conto lo pagheranno i giovani italiani. Ci sono due grandi assenti sul palcoscenico: la fiducia e il futuro.
Lo scenario macroeconomico lo abbiamo sempre illuminato sullo schermo, bastano i grafici allegati al discorso di Visco, previsioni di crescita per aree geografiche, prima e dopo il coronavirus e poi il pompaggio del denaro delle Banche centrali nel sistema, quella cosa abnorme che cresce e crescerà e molti pensano che un domani non troppo lontano scoppierà:
Le aspettative di un rimbalzo nel 2021 (tutto da dimostrare, siamo in terra incognita) e quell'inflazione così bassa da far temere scenari di stagnazione:
In questo quadro c'è l'Italia, miracolo della manifattura mondiale immerso nell'inferno del non-Stato Moloch, la nostra parabola è scritta nella crisi:
In nessuno di questi scenari arriviamo alla base 100 del 2006 e se la fiducia dei consumatori non dovesse riprendersi, avremo fallimenti a catena. Un paese che investiva poco in ricerca e innovazione si ritrova con il pozzo a secco:
Continuiamo a far convivere punti di forza e di debolezza, riassunti in questo grafico sul debito pubblico e sul debito privato:
Qual è la cifra del discorso di Visco? Ecco cosa è rimasto sul taccuino del discorso del governatore. Il testo è del governatore Visco, tra parentesi e in corsivo le nostre stringate considerazioni mai finali:
Lo shock
Nel primo trimestre il PIL ha registrato una flessione dell’ordine del 5 per cento; gli indicatori disponibili ne segnalano una caduta ancora più marcata nel secondo. Alla metà di maggio il traffico aereo era inferiore di oltre l’80 per cento rispetto allo scorso anno, quello autostradale di quasi il 50; i consumi di gas per uso industriale di oltre il 15, quelli elettrici del 6. Negli ultimi mesi gli indici del clima di fiducia delle imprese e dei responsabili degli acquisti sono crollati.
(Lo shock del lockdown è tutto qui: non c'è fiducia, ci vuole tempo e non è detto che torni, si tratta di un trauma interiore).
L'azione del governo
Il Governo italiano si è mosso secondo le medesime priorità che hanno guidato gli interventi a livello internazionale, concentrandosi sulla capacità di risposta del settore sanitario e sugli aiuti ai lavoratori, alle famiglie, alle imprese. Tra marzo e maggio, sono state varate misure che accrescono il disavanzo pubblico di quest’anno di circa 75 miliardi, il 4,5 per cento del prodotto.
(Pilota automatico e corsa al debito pubblico. Domanda: ma la velocità della risposta dov'è?)
Alla ricerca della crescita
Nello scenario di base la flessione dell’attività produttiva nel 2020 sarebbe pari al 9 per cento, superiore a quella sofferta in due riprese tra il 2008 e il 2013; il calo si concentrerebbe nei primi due trimestri dell’anno, con un parziale recupero a partire dall’estate. Senza il sostegno alla domanda fornito dalle politiche di bilancio finora definite la contrazione dell’attività economica supererebbe l’11 per cento. Le moratorie sul credito e le garanzie sui nuovi prestiti alle imprese riducono drasticamente il rischio di effetti di amplificazione ulteriori, associati a una diffusa crisi di liquidità. Nel 2021 il prodotto recupererebbe circa metà della caduta. Queste stime presuppongono che prosegua il contenimento dei contagi a livello nazionale e globale.
In un secondo scenario basato su ipotesi più negative, anche se non estreme, in merito all’evoluzione dell’epidemia, all’entità del calo del commercio mondiale e all’intensità del deterioramento delle condizioni finanziarie, il prodotto si ridurrebbe del 13 per cento quest’anno e la ripresa nel 2021 sarebbe molto più lenta. In entrambi gli scenari la caduta del prodotto nell’anno in corso sarebbe dovuta per metà alle limitazioni connesse con i provvedimenti di sospensione dell’attività e la conseguente contrazione del reddito disponibile.
(Nessuno è in grado di fare previsioni, non le fa la Cina e neppure gli Stati Uniti, siamo fermi al dilemma della curva. Vedere sempre alla voce "fiducia").
Il coronavirus è asimmetrico
L’impatto dell’epidemia sui diversi settori di attività economica non è stato omogeneo. Gli effetti immediati sono stati più forti nei trasporti, nella ristorazione, nelle attività ricettive, in quelle ricreative e culturali, nei servizi alla persona e in larga parte del commercio, tutti settori nei quali le limitazioni imposte dalle misure di contenimento hanno portato quasi alla paralisi dell’attività. Anche in presenza di una graduale attenuazione delle misure di distanziamento, la ripresa di questi comparti dipenderà dal tempo necessario per il dissiparsi dei timori maturati in questi mesi. Una quota rilevante della domanda loro destinata dipende dal turismo, cui è direttamente riconducibile, rispettivamente, più del 5 per cento del PIL e oltre il 6 dell’occupazione. Dopo il brusco arresto indotto dall’epidemia, per il turismo si prospetta un recupero solo parziale nella seconda metà di quest’anno e nel prossimo; la ripresa sarà soprattutto frenata dalla riduzione delle presenze straniere. Ne conseguirà un calo del saldo con l’estero del settore, tradizionalmente in forte avanzo.
(Sono dati di fatto, e ancora una volta riemerge il tema della fiducia).
Il trionfo di Bezos e i suoi fratelli
Nel commercio si è intensificata la tendenza ad accrescere l’uso dei canali di vendita digitali. L’incidenza degli acquisti online sul totale delle spese effettuate con carta elettronica, pari al 23 per cento lo scorso anno, è salita al 40 in aprile, sostenuta dal settore alimentare, da quello dell’abbigliamento e dalle vendite al dettaglio di beni a uso personale o domestico. Nel bimestre marzo-aprile gli acquisti online della grande distribuzione di beni alimentari e di prima necessità sono cresciuti del 170 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Queste tendenze potranno proseguire nei prossimi mesi, accelerando la ricomposizione dell’offerta, con ulteriori sviluppi delle modalità di vendita miste (tradizionali e per via elettronica) anche negli esercizi commerciali di minore dimensione. È un processo che comporta nuove opportunità, ma anche costi di transizione; tenderà a premiare le aziende più dinamiche e innovative.
(La fine dello spazio fisico commerciale è un cataclisma per il mercato immobiliare sul piano materiale, ma l'effetto più grande è psicologico, l'alienazione dell'essere umano ridotto a estensione biologica della macchina a cui è attaccato, la sua connessione e l'algoritmo che ne misura e stimola la capacità d'acquisto con un clic. Andiamo a grandi passi verso un futuro connesso con la carta di credito e sconnesso dalla realtà che sta là fuori, sono le conseguenze inattese del "restate a casa").
Chi paga? Il futuro nero dei giovani
La caduta dell’attività economica ha ridotto le nuove opportunità di impiego, ripercuotendosi in particolare sui giovani che per la prima volta si affacciano sul mercato del lavoro, su chi è abitualmente impegnato in attività stagionali, con contratti a tempo determinato o di apprendistato. Colpisce con maggiore intensità le attività tradizionalmente svolte dai lavoratori autonomi e il lavoro irregolare, ancora troppo diffuso nel nostro paese.
(Ipnotizzati dai social, attaccati alla macchina del Grande Fratello della Silicon Valley, ma forse unica speranza per uscire da questa distopia al cloroformio digitale, i giovani).
Un paese di anziani
Le tendenze demografiche non sono favorevoli: pur tenendo conto dell’apporto dell’immigrazione (stimato dall’Eurostat in circa 200.000 persone in media all’anno), la popolazione di età compresa tra 15 e 64 anni si ridurrà di oltre 3 milioni nei prossimi 15 anni. Tuttavia, proseguendo lungo tendenze simili a quelle degli ultimi 10 anni, l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro e l’allungamento della vita lavorativa potranno permettere all’occupazione di contribuire positivamente alla crescita, per oltre mezzo punto all’anno.
(Non siamo un paese per giovani, manca la consapevolezza della classe dirigente sul nostro presente "inverno demografico" che prepara un futuro con una popolazione anziana, sempre più bisognosa di cure. Il tema dell'energia, delle forze nuove non emerge. C'è la prova che le donne sono il motore - ma siamo ancora lontani dalla parità, dall'accesso naturale ai posti di comando - della nostra vita economica e sociale. Mancano politiche adeguate per la famiglia, ne abbiamo avuto prova con il lockdown e lo stress scaricato sulle donne).
Pochi soldi per la ricerca
Nonostante l’elevata efficienza e qualità della ricerca italiana, lo Stato investe nelle università circa 8 miliardi, la metà in rapporto al PIL di quanto fanno i paesi a noi più vicini. Anche solo lo spostamento di una frazione modesta del bilancio pubblico produrrebbe un deciso miglioramento della formazione dei giovani e della capacità di produrre innovazione. Ne risulterebbe potenziata la capacità di intercettare le risorse europee destinate alla ricerca, ne trarrebbe beneficio anche il settore produttivo, che investe nella ricerca appena lo 0,9 per cento del PIL, contro l’1,7 della media dei paesi dell’OCSE (fig. 11). L’assunzione di nuovi ricercatori, prevista nei più recenti provvedimenti, costituisce una significativa discontinuità rispetto alle tendenze del passato
(L'assenza di visione sul domani, si riflette sul settore degli investimenti. Se non hai un orizzonte, se i tuoi anni più vibranti sono alle spalle, se accumuli debito da far pagare ai giovani, se peggiori le condizioni di reddito e dunque di vita, è chiaro che non pensi alla ricerca e all'innovazione, ma a come prendere una badante a basso costo, possibilmente a carico dello Stato, ultima frontiera del Soviet).
Un ecosistema chiamato Italia
La crisi del settore turistico ha reso immediatamente percepibile la rilevanza anche economica del patrimonio naturale e storico-artistico che costituisce l’identità stessa del nostro paese. Esso va preservato e reso sempre più fruibile in maniera sicura perché possa, dopo la pandemia, contribuire ancora, con accresciuto rilievo, allo sviluppo. Vanno colte le occasioni che verranno dalla transizione, che non può che essere accelerata, verso un’economia con minori emissioni di gas serra e più tecnologia digitale.
(Considerazioni verdi del governatore che, francamente, restano sospese a mezz'aria, un passaggio di mainstream che invece poteva essere incastonato nel discorso sui consumi, il turismo di massa che cambierà, l'aumento delle ineguaglianze a causa di un virus che non è affatto democratico).
Dove prendiamo i soldi
Le risorse pubbliche necessarie per finanziare tutti questi interventi e favorire un impiego produttivo di quelle private possono venire da una ricomposizione del bilancio pubblico, da un recupero di base imponibile e da una riduzione del premio per il rischio sui titoli di Stato, da un uso pragmatico e accorto dei fondi europei. Al netto degli interessi, la spesa pubblica italiana è in linea con quella media dell’area dell’euro, anche se il peso di quella pensionistica è più elevato ed è destinato a crescere ulteriormente sulla spinta dell’invecchiamento della popolazione. Anche il livello delle entrate fiscali è sostanzialmente allineato alla media degli altri paesi, pur se è più elevato il cuneo fiscale sul lavoro. Ciò che soprattutto ci differenzia dalle altre economie avanzate è l’incidenza dell’economia sommersa e dell’evasione, che si traduce in una pressione fiscale effettiva troppo elevata per quanti rispettano pienamente le regole. Le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che ne derivano si riverberano sulla capacità di crescere e di innovare delle imprese; generano rendite a scapito dell’efficienza del sistema produttivo.
(Il problema del denaro, tutte le pedine vanno a dama: il peso degli interessi del debito, non spendiamo i fondi europei - e vedrete che spettacolo con la partenza della Fiera dell'Est del Recovery Fund, con calma, nel 2021 - e poi, voilà, una cosa nuova: l'evasione fiscale. Cambiano i governatori, non le Considerazioni finali, cioè i problemi italiani).
Quanto è bello il Recovery Fund
La proposta della Commissione presentata due giorni fa al Parlamento Europeo per la creazione del nuovo strumento denominato Next Generation EU ribadisce la centralità della transizione ambientale e di quella digitale; vi affianca l’obiettivo di rafforzare la cooperazione in campo sanitario. Viene prevista la costituzione di un fondo di 750 miliardi da destinare a trasferimenti e prestiti agli Stati membri (rispettivamente per 500 e 250 miliardi). Le risorse raccolte sul mercato dalla Commissione sarebbero assegnate nell’ambito del quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea, privilegiando i paesi più colpiti dalla crisi.
(Bene, resta sul taccuino del vostro cronista una domanda: quando arrivano i soldi? Perché c'è una risposta di John Maynard Keynes che ci inquieta: nel lungo periodo siamo tutti morti).
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comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.