2 Marzo

Pensioni, talk show e realtà

Due o tre esempi di come il dibattito elettorale televisivo dimentica leggi, dati statistici, stime delle istituzioni. Giuliano Cazzola fa un viaggio dove tutto diventa un'opinione.

di Giuliano Cazzola

Immaginiamo che un leader  di partito si presenti in un talk show ad esibire  una faccia di tolla da primato sostenendo che è il sole a girare intorno alla terra, senza che il conduttore lo corregga ricordandogli che da secoli è stato dimostrato il contrario. La cosa sarebbe notata, almeno come vengono notate le gaffe di Silvio Berlusconi quando confonde le lire con l'euro o imputa ad altri governi gli atti compiuti da quelli da lui presieduti.

Se si parla di pensioni tutto è ammesso; non esistono più i dati statistici, le disposizioni di legge, le stime della Rgs e degli organismi internazionali (che si avvalgono di metodologie di classificazione comuni, uniformi e condivise): le opinioni diventano come i vaccini, ognuno è libero  di dire ciò che vuole. E i conduttori si limitano a prendere atto  di  tutto e del suo contrario ed  a far passare - come verità assodate - anche il racconto degli asini che volano. Ricordo che una volta Giancarlo Pajetta affermò che lui tra la verità e la rivoluzione avrebbe scelto sempre la rivoluzione. In quel vecchio militante del Pci c'era la dignità di credere in un'idea totalitaria anche per la coscienza dei militanti. Oggi alternativa alla verità è rimasta soltanto la menzogna.  

Prendiamo talune performance di Matteo Salvini in tema di pensioni. Il conducator della Lega è solito  presentarsi  in tv portandosi appresso una busta arancione: una di quelle che l'Inps ha inviato a tanti italiani con la pretesa non di indovinare quanto prenderanno di pensione, ma  la vita che attende loro fino al momento della quiescenza, giacchè il futuro da pensionati dipende essenzialmente da ciò che faranno durante la vita attiva.  Uno dei casi denunciati (a ''8 ½''  insieme con Laura Boldrini) riguardava una persona non vedente (e...


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