2 Agosto

Perché la Lega cresce. Un ciclo politico tutto a destra

La leadership e il partito di Salvini avanzano malgrado il governo sia in piena crisi. La potenziale prateria di voti per l'opposizione che esiste solo nelle analisi virtuali e non c'è nel paese reale. Cresce la Meloni, sempre a destra. Un'indagine di Lorenzo Castellani

di Lorenzo Castellani

A volte lo spazio di una superficie è solo immaginario. Esiste in potenza, ma nella pratica troppi ostacoli si frappongono tra l’architetto ed il suo progetto. Lo spazio della politica italiana è nelle stesse condizioni, un foglio bianco pieno di geometrie e linee infinite che nella pratica s’infrangono su di una scena bloccata e paludosa.

Cosa dicono gli ultimi sondaggi? La Lega è al suo massimo storico, 38%. Nonostante i tanti casi mediatici, dai legami con la Russia alle navi della Guardia Costiera non lasciate sbarcare in Sicilia, dalla proposta dei mini-bot fino ai litigi con Luigi Di Maio, il partito di Matteo Salvini non subisce per ora battute d’arresto. Il Movimento Cinque stelle, al contrario, paga una linea politica ambigua ed inconsistente scendendo sotto il 18% dei consensi. La discesa nei sondaggi, iniziata un anno fa, per i pentastellati non si è più arrestata. Tuttavia, i due partiti di governo insieme, seppure in proporzioni molto diverse da quelle del marzo 2018, raccolgono ancora il 55% dei consensi ossia più di quanto valessero nel momento in cui si sono alleati. Un dato che suscita stupore e qualche riflessione.

Battaglie con l’Unione Europea di dubbio successo, altalena dello spread, riforme dimezzate, scandali e casi mediatici quasi quotidiani non hanno scalfito lo spazio complessivamente occupato dalle due formazioni populiste. Lo hanno soltanto redistribuito. Nemmeno l’imbarazzante tira e molla tra Salvini e Di Maio degli ultimi mesi, le incertezze sulla TAV, una politica industriale inesistente e dannosa (ILVA e Alitalia), il mancato funzionamento nei numeri e nella formazione del reddito di cittadinanza hanno fatto cadere a picco il consenso al governo Frankenstein. Certo, uno dei due alleati paga, ma l’altro continua a crescere e compensa le perdite. E’ come se, in assenza di alternative, gran parte degli elettori abbia deciso di...


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