15 Dicembre
Pressing tedesco per il via libera al vaccino in Europa
La Germania fa appello all'Ema: sia approvato prima di Natale. Anche l'Italia chiede una procedura rapida. L'allarme di Berlino per la seconda (e terza) ondata. Il nostro paese è pronto? Ricostruzione, monito di Mario Draghi: non sprecare le risorse del Recovery Fund
Che succede? Joe Biden è stato incoronato dal collegio dei Grandi Elettori e ora è il presidente eletto non più solo dai media, la sua avventura alla Casa Bianca inizierà il 20 gennaio, ma già il 5 gennaio ha un appuntamento importante per i ballottaggi in Georgia, c'è in gioco il controllo del Senato, ecco perché oggi Biden andrà a Atlanta. Il gioco della politica americana è lungo, si vota con regolarità, è una continua prova della democrazia, non finisce mai. I future di Wall Street stamattina sono tutti positivi, buon segno, la stabilità politica è un valore e la partenza della vaccinazione è un segnale di fiducia.
La sfida europea è cominciata in ritardo, il dinosauro di Bruxelles deve diventare rapido come un velociraptor. Perché la partita del futuro si gioca su su due versanti: vaccinazione e ricostruzione. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Merkel appello all'Ema: fate presto
Chi nei giorni scorsi ha criticato con disprezzo gli inglesi (che sono partiti per primi) e naturalmente gli yankee dell'amministrazione Trump, non ha capito la posta in gioco e ha la vista decisamente annebbiata. In fila per vaccinarsi ci sono anche i messicani, gli emiratini, i cinesi, i russi. E i cittadini europei? Attendono. Ma arrivare prima con il vaccino in questo contesto (seconda ondata in corso e preludio di una terza in piena fase influenzale) è fondamentale. E lo è al punto che oggi sono arrivate le esortazioni di Angela Merkel (sopra, nella foto Ansa) all'Ema, l'agenzia europea per il farmaco, a fare presto nell'approvazione del vaccino di Pfizer. La Germania ha chiesto all'Ema di approvare l'uso del farmaco "prima di Natale", fatto confermato stamattina dal ministro della Sanità Jens Spahn: "Puntiamo tutto sul fatto che il vaccino sia approvato prima di Natale". La popolazione deve essere vaccinata...
Che succede? Joe Biden è stato incoronato dal collegio dei Grandi Elettori e ora è il presidente eletto non più solo dai media, la sua avventura alla Casa Bianca inizierà il 20 gennaio, ma già il 5 gennaio ha un appuntamento importante per i ballottaggi in Georgia, c'è in gioco il controllo del Senato, ecco perché oggi Biden andrà a Atlanta. Il gioco della politica americana è lungo, si vota con regolarità, è una continua prova della democrazia, non finisce mai. I future di Wall Street stamattina sono tutti positivi, buon segno, la stabilità politica è un valore e la partenza della vaccinazione è un segnale di fiducia.
La sfida europea è cominciata in ritardo, il dinosauro di Bruxelles deve diventare rapido come un velociraptor. Perché la partita del futuro si gioca su su due versanti: vaccinazione e ricostruzione. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Merkel appello all'Ema: fate presto
Chi nei giorni scorsi ha criticato con disprezzo gli inglesi (che sono partiti per primi) e naturalmente gli yankee dell'amministrazione Trump, non ha capito la posta in gioco e ha la vista decisamente annebbiata. In fila per vaccinarsi ci sono anche i messicani, gli emiratini, i cinesi, i russi. E i cittadini europei? Attendono. Ma arrivare prima con il vaccino in questo contesto (seconda ondata in corso e preludio di una terza in piena fase influenzale) è fondamentale. E lo è al punto che oggi sono arrivate le esortazioni di Angela Merkel (sopra, nella foto Ansa) all'Ema, l'agenzia europea per il farmaco, a fare presto nell'approvazione del vaccino di Pfizer. La Germania ha chiesto all'Ema di approvare l'uso del farmaco "prima di Natale", fatto confermato stamattina dal ministro della Sanità Jens Spahn: "Puntiamo tutto sul fatto che il vaccino sia approvato prima di Natale". La popolazione deve essere vaccinata subito. All'appello della cancelliera Merkel è seguito quello del ministro della Salute italiano, Roberto Speranza: "Il mio auspicio è che l'Ema, nel rispetto di tutte le procedure di sicurezza, possa approvare il vaccino Pfizer-BioNtech in anticipo rispetto a quanto previsto e che al piu' presto le vaccinazioni possano iniziare anche nei Paesi dell'Unione Europea". Fate presto.
Domanda sul taccuino: l'Italia è pronta? Il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, stamattina dà una notizia: "Domani con il ministro Speranza, il commissario Arcuri e il capo dipartimento della Protezione civile Borrelli terremo la riunione finale per varare il piano vaccini". Riunione finale. Siamo pronti?Non si sa, siamo presi da altri problemi, a quanto pare. Quali?
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Ci sono due modi per superare una crisi di governo: il primo è non fare niente (e andare a sbattere); il secondo è provare a fare politica (e allungarsi la vita). La maggioranza è in una fase surreale, è andata in testacoda nel momento in cui doveva stare in pista al meglio in uno scenario di gravissima complessità - la più grande crisi sanitaria, la più grande crisi economica, la più grande vaccinazione, la più grande ricostruzione - e rischiando di finire nel reparto demolizioni è andata in officina e ha aperto la insostituibile cassetta degli attrezzi della Prima Repubblica. Cosa ha tirato fuori? L'ovvio e indispensabile in questi casi: la verifica e il rimpasto. La verifica è in corso, il rimpasto prima o poi si farà. Senza tutto questo il governo evapora. Fa sorridere ascoltare i nani politici di questa legislatura (e perfino i giornalisti che s'accodano al populismo più ignorante mascherato di moralismo) dire "no, la verifica no" e poi stare seduti al tavolo e farsi pure fotografare e riprendere dalle telecamere. Si fa la "verifica" perché si deve fare, è nell'ordine naturale delle cose della politica, altrimenti il governo rischia di andare a casa. E nessuno vuole andare a casa.
02
No news. Nessuno vuole andare al voto
Cosa è emerso finora dagli incontri di Conte? L'ovvio dei popoli, Cinque Stelle e Partito democratico temono il voto. Che scoperta. Questo basta a Conte? È sufficiente per permettergli di non tirare le cuoia e tirare a campare. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, sa che il governo ha un profilo basso, che il rischio è quello di restare intrappolati nella palude contiana, che i pentastellati sono un partner in crisi, che l'incasso dell'ala ministeriale del partito oggi può diventare un problema di voti persi domani, ma dal suo punto di vista non vede alternative, deve andare avanti con quello che c'è. Il problema è che quello che c'è si chiama Conte e nessuno più nel Pd è convinto sul nome e soprattutto il modo in cui il premier governa. Quanto ai Cinque Stelle, sono un partito in disarmo, non vale i parlamentari che alla Camera e al Senato - una truppa che tra l'altro si è sfracellata all'impatto con la realtà - non ha un leader e l'unico che sembra avere i mezzi sufficienti per guidarlo - Luigi Di Maio - è costretto a funamboliche dichiarazioni quotidiane per tenere insieme un partito di lotta che pretende di stare al governo.
03
Renzi ha un problema: se non ora, quando?
Cosa resta in agenda? Matteo Renzi. E i bersaniani che coltivano Speranza. Il leader di Italia Viva cosa farà? Si ritrova per la seconda volta di fronte a un problema chiamato virus. Nel febbraio di quest'anno era pronto a spegnere il governo e mandare Conte in archivio, ma l'esplosione della crisi del Covid-19 lo aveva costretto a rinunciare al progetto di defenestrazione dell'ex avvocato del popolo. Poi è arrivata la partita del Recovery Fund, tra i due dev'essere successo qualcosa (o semplicemente non è successo niente, non-fatto che nel gioco delle coppie basta e avanza per andare in crisi) e nove mesi dopo il primo tentativo, Renzi ha deciso di riprovarci. Gong, arriva la seconda ondata, il dibattito sull'aperto-chiuso nelle festività, il boom dei decessi, la resurrezione dei virologi e in una scena perfetta per un a volte ritornano Renzi è di nuovo al punto di febbraio: aprire la crisi ora? Così siamo al punto di prima: la paura della terza ondata salverà l'esecutivo. Solo che rispetto all'inizio dell'anno il problema per Renzi è diventato una domanda pressante: se non ora quando? Perché se l'ex tante cose non regola la partita con Conte oggi, domani si ritroverà davanti un premier con un portafoglio di oltre 200 miliardi da spendere, praticamente il Presidente del consiglio più potente dal dopoguerra a oggi. E LeU? Sta al tavolo del governo, sorseggia il caffè del potere, what else?
Segnali di vita dall'opposizione? Ieri in televisione Bruno Vespa si vantava di aver riunito per la presentazione del suo libro su Mussolini i tre del centrodestra: Berlusconi, Meloni, Salvini. E questo secondo i commentatori è un segno d'unità dell'opposizione. Fiction.
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Torniamo alle cose serie, la vaccinazione di massa deve andare di pari passo con la ricostruzione dell'economia e di un minimo clima di fiducia. Fari da seguire? Mario Draghi. Fece la diagnosi giusta all'inizio della crisi del coronavirus, continua ad essere tra i più lucidi. E inascoltati.
04
Draghi. In principio fu il Grande Debito
Quando all'alba della pandemia Mario Draghi disse che sarebbe cambiato il paradigma che aveva retto finora il rapporto tra pubblico e privato, molti pensavano che avesse esagerato. È successo. È arrivato il grande debito. Il tema è vedere se è buono o cattivo. List fece questo titolo:
Draghi disse che "la pandemia è una tragedia umana di bibliche proporzioni (...) servono azioni coraggiose e necessarie. Tali azioni hanno un costo grande e inevitabile. Giorno dopo giorno le notizie sull'economia stanno peggiorando. (...) Una profonda recessione è inevitabile. (...) Dobbiamo evitare che si trasformi in una lunga depressione. (...) È chiaro che la risposta deve riguardare un significativo aumento del debito pubblico. La perdita di reddito nel settore privato dovrà essere assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Debiti pubblici più alti diventeranno un elemento permanente delle nostre economie e accompagneranno la cancellazione del debito privato".
In agosto, al Meeting di Rimini, l'ex presidente della Bce tornò sul tema della crisi e degli strumenti usati per contrastarla e disse: "Dodici anni fa la crisi finanziaria provocò la più grande distruzione economica mai vista in periodo di pace. Abbiamo poi avuto in Europa una seconda recessione e un’ulteriore perdita di posti di lavoro. Si sono succedute la crisi dell’euro e la pesante minaccia della depressione e della deflazione. Superammo tutto ciò. Quando la fiducia tornava a consolidarsi e con essa la ripresa economica, siamo stati colpiti ancor più duramente dall’esplosione della pandemia: essa minaccia non solo l’economia, ma anche il tessuto della nostra società, così come l’abbiamo finora conosciuta; diffonde incertezza, penalizza l’occupazione, paralizza i consumi e gli investimenti. In questo susseguirsi di crisi i sussidi che vengono ovunque distribuiti sono una prima forma di vicinanza della società a coloro che sono più colpiti, specialmente a coloro che hanno tante volte provato a reagire. I sussidi servono a sopravvivere, a ripartire. Ai giovani bisogna però dare di più: i sussidi finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri. La società nel suo complesso non può accettare un mondo senza speranza; ma deve, raccolte tutte le proprie energie, e ritrovato un comune sentire, cercare la strada della ricostruzione". E ancora, un po' di pragmatismo, vi prego: "Nelle attuali circostanze il pragmatismo è necessario. Non sappiamo quando sarà scoperto un vaccino, né tantomeno come sarà la realtà allora. Le opinioni sono divise: alcuni ritengono che tutto tornerà come prima, altri vedono l’inizio di un profondo cambiamento. Probabilmente la realtà starà nel mezzo: in alcuni settori i cambiamenti non saranno sostanziali; in altri le tecnologie esistenti potranno essere rapidamente adattate. Altri ancora si espanderanno e cresceranno adattandosi alla nuova domanda e ai nuovi comportamenti imposti dalla pandemia. Ma per altri, un ritorno agli stessi livelli operativi che avevano nel periodo prima della pandemia, è improbabile. Dobbiamo accettare l’inevitabilità del cambiamento con realismo e, almeno finché non sarà trovato un rimedio, dobbiamo adattare i nostri comportamenti e le nostre politiche. Ma non dobbiamo rinnegare i nostri principii. Dalla politica economica ci si aspetta che non aggiunga incertezza a quella provocata dalla pandemia e dal cambiamento. Altrimenti finiremo per essere controllati dall’incertezza invece di esser noi a controllarla. Perderemmo la strada. Vengono in mente le parole della ‘preghiera per la serenità’ di Reinhold Niebuhr che chiede al Signore: Dammi la serenità per accettare le cose che non posso cambiare,/ Il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, / E la saggezza di capire la
differenza".
05
E ora non bisogna sprecare le risorse (vedi Recovery Fund)
Tre mesi dopo, in dicembre, Draghi in un colloquio sul Corriere della Sera avvisa di nuovo i naviganti: "La sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation Eu. Se saranno sprecate il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita". Come funziona la relazione tra Recovery Fund, crescita e debito? "In base a tutte le previsioni, i tassi d'interesse resteranno bassi per molto tempo. La mia congettura è che, in ultima analisi, la sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation EU. Se saranno sprecate, il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita. Se invece i tassi di rendimento dei progetti fossero elevati e tali da giustificare l'investimento pubblico, allora la crescita arriverebbe e diventerebbe il fattore decisivo per la sostenibilità del debito". La preoccupazione non riguarda solo il pubblico, la condizione di molte imprese private non è quella che vediamo ora, perché i provvedimenti straordinari stanno "coprendo una realtà che è molto più preoccupante di quanto possiamo stimare per il momento".
Draghi ha una ricetta che si fonda sul buon senso, nessun padre di famiglia fa operazioni che non hanno una reale utilità: "Quel che bisogna valutare è se un progetto è utile o no. Se supera certi test che riguardano il suo tasso di rendimento sociale, come anche nell'istruzione o nel cambiamento climatico, oppure e' semplicemente il frutto di una convenienza politica e di clientelismo. Questa è un'opportunità unica di investire in molti progetti di valore elevato. Se sono vecchi o nuovi non è importante, ciò che conta e molto è che il loro valore sociale sia dimostrabile". Traduzione: siamo seduti sulla nitroglicerina. E siamo vecchi, un paese di anziani non ha futuro. Dobbiamo battere l'inverno demografico.
06
In Italia cinque anziani per ogni bambino
Cinque anziani con almeno 65 anni per ogni bambino con meno di sei anni. Questa è la foto dell'inverno demografico dell'Italia. Lo rileva l'Istat nel suo censimento sul 2019 secondo il quale nell'anno a fronte di 2.763.682 minori di sei anni c'erano 13.859.090 over 65 con un rapporto di cinque a uno. Questo rapporto era al 3,8 nel 2011 e allo 0,7 nel 1951 quando per ogni over 65 c'era più di un bambino in età prescolare. Nel 1971 il rapporto era ancora all'1,1 mentre nel 1991 era al 2,6. Se si guarda agli under 15 la popolazione è di 7,727.554 persone a fronte di 13,85 milioni di anziani con un rapporto a favore degli anziani (indice di vecchiaia) del 179,3%. Viviamo tempi interessanti. E senili. Forse troppo.
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6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.