15 Novembre
Prima e dopo il coronavirus
Il Covid-19 circolava in Italia almeno da settembre 2019 (Istituto Tumori di Milano), si tornerà alla normalità entro l'inverno del 2022 (Ugur Sahin, Biontech). All'improvviso, una speranza (Economist). E una certezza: il "modello Italia" non esiste. La pandemia è l'inizio o la fine di un ciclo storico? C'era una volta a Washington, storia di una foto
Che succede? Viviamo in uno strano paese che non vuole accettare la realtà e si racconta favole auto-consolatorie. Finita l'illusione, siamo tornati ai "lockdown leggeri", alle zone rosse e via così. Il governo ha ora iniziato l'operazione di relazioni pubbliche sul "salviamo il Natale". Siamo sempre nel campo della fiction. E quello che era stato presentato come "il modello" non c'è più, che sorpresa. E naturalmente arrivata anche la conferma di quanto scritto tanti mesi fa sulla base di un'evidenza che ha sempre ragione, la cronaca dei fatti che resta sul taccuino, a futura memoria: il virus circolava in Italia già da settembre 2019, secondo l'Istituto Tumori di Milano il Covid era in Italia da mesi, la prova viene da una ricerca sui test sierologici dei campioni di sangue conservati per lo screening del tumore al polmone. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Il vaccino. La luce in fondo al tunnel
Tutti i miti sono caduti. E accade proprio nel momento in cui in realtà si vede la luce della speranza, perché il vaccino sembra vicino al traguardo. Ugur Sahin, amministratore delegato della Biontech, la società tedesca che sta sviluppando il vaccino con la Pfizer, dice che si tornerà alla normalità (che non sarà lo stesso mondo), entro l'inverno del 2022. Ci vuole tempo, ma la strada ha finalmente una direzione, il vaccino va testato, prodotto, conservato, distribuito. Ultima copertina dell'Economist:
All'improvviso, la speranza. Dobbiamo prepararci al meglio, gli italiani hanno bisogno di fiducia (non di favole, lettere dei bambini, missioni in Lapponia per salvare Babbo Natale), guardare in faccia la realtà. Quale? Andiamo avanti.
02
Il modello Italia. Non proprio un modello
Tre passi nella realtà, per non commettere altri grandi errori.
La pandemia non si ferma con i lockdown, si può solo contenere e rallentare,...
Che succede? Viviamo in uno strano paese che non vuole accettare la realtà e si racconta favole auto-consolatorie. Finita l'illusione, siamo tornati ai "lockdown leggeri", alle zone rosse e via così. Il governo ha ora iniziato l'operazione di relazioni pubbliche sul "salviamo il Natale". Siamo sempre nel campo della fiction. E quello che era stato presentato come "il modello" non c'è più, che sorpresa. E naturalmente arrivata anche la conferma di quanto scritto tanti mesi fa sulla base di un'evidenza che ha sempre ragione, la cronaca dei fatti che resta sul taccuino, a futura memoria: il virus circolava in Italia già da settembre 2019, secondo l'Istituto Tumori di Milano il Covid era in Italia da mesi, la prova viene da una ricerca sui test sierologici dei campioni di sangue conservati per lo screening del tumore al polmone. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Il vaccino. La luce in fondo al tunnel
Tutti i miti sono caduti. E accade proprio nel momento in cui in realtà si vede la luce della speranza, perché il vaccino sembra vicino al traguardo. Ugur Sahin, amministratore delegato della Biontech, la società tedesca che sta sviluppando il vaccino con la Pfizer, dice che si tornerà alla normalità (che non sarà lo stesso mondo), entro l'inverno del 2022. Ci vuole tempo, ma la strada ha finalmente una direzione, il vaccino va testato, prodotto, conservato, distribuito. Ultima copertina dell'Economist:
All'improvviso, la speranza. Dobbiamo prepararci al meglio, gli italiani hanno bisogno di fiducia (non di favole, lettere dei bambini, missioni in Lapponia per salvare Babbo Natale), guardare in faccia la realtà. Quale? Andiamo avanti.
02
Il modello Italia. Non proprio un modello
Tre passi nella realtà, per non commettere altri grandi errori.
La pandemia non si ferma con i lockdown, si può solo contenere e rallentare, le chiusure servono a guadagnare tempo e programmare una difesa attiva, ma quel tempo non è gratis, "si compra", distrugge l'economia, falcidia il reddito, produce disoccupazione e povertà, ha un costo in termini finanziari, diminuisce l'aspettativa di vita generale, aumenta i rischi di morte per altre patologie che non vengono curate.
Il "modello italiano" non esiste, a meno che non si intenda quello dei peggiori, basta guardare questa classifica della mortalità pubblicata dalla Johns Hopkins University.
Siamo al terzo posto, dopo il Messico e l'Iran. Prima degli inglesi, e dopo di noi ci sono paesi che nelle cronache nostrane vengono dipinti come l'inferno, a cominciare dagli Stati Uniti (2,3%). Siamo il paese più vecchio del mondo, si obietta, dunque il nostro tasso di mortalità è più alto perché i soggetti a rischio sono di più. Vero, ma solo in parte, perché c'è un dettaglio che viene omesso: anche la Germania è il paese più vecchio del mondo insieme all'Italia (e al Giappone). Il tasso di mortalità della Germania è pari a 1,6%, lo stesso del Giappone che in questa tabella non è riportato ma ha solo 118.601 casi e 1872 morti dall'inizio della pandemia (per 126 milioni di abitanti!). Paesi vecchi, performance migliori di quelle dell'Italia. Ora osservate l'andamento della curva della mortalità comparato con quello degli Stati Uniti (328 milioni di abitanti e 50 Stati), grafici dell'Organizzazione mondiale della Sanità.
È probabile che queste curve cambino a breve, le chiusure in Italia produrranno un miglioramento (attendiamo dati consolidati) e in America i morti potrebbero aumentare con la progressione dei contagi (ieri 150 mila), ma restano i fatti e i misfatti.
Crisi costituzionale. Il rapporto tra governo e Regioni è lacerato, la decisione di far diventare zona rossa la Campania e la Toscana ha rivelato che non è solo un problema di relazioni con le Regioni guidate del centrodestra, anche dove governano presidenti del Pd (Giani e De Luca) la tensione istituzionale è grande.
03
Il new normal dell'economia
Due passi nello scenario economico, collasso, rimbalzo e cambiamento degli stili di consumo.
Il rimbalzo frenato. Il quadro dell'economia mondiale resta incerto e per il primo trimestre del 2021 sempre al buio, si attende il vaccino. Le previsioni del Fondo monetario internazionale ci dicono dove stiamo con la produzione:
Siamo a oltre i dieci punti in meno di Pil, ma in queste stime non ci sono ancora i lockdown delle ultime settimane che peseranno sulla ripresa. Sull'occupazione ci sono misure che mantengono in vita posti di lavoro che in realtà in alcuni settori non esistono più, quando si entreremo nel new normal, sarà chiara la perdita netta dell'occupazione. Basta vedere cosa accade nei comparti più colpiti dalla pandemia.
Ristrutturazione della domanda. I cambiamenti nelle abitudini dei consumatori sono profondi, in alcuni casi irreversibili, fanno parte di un trend costante che il coronavirus ha accelerato. Guardate questo grafico sulla spesa online durante le festività, è tratto da uno studio di Adobe Digital Insights che verrà presentato il prossimo 18 novembre nel forum statistico del Fondo monetario internazionale:
Salvare il Natale? Bisogna salvare l'economia dall'illusione che tutto possa tornare come prima. Non andrà così. I piani di digitalizzazione vanno sostenuti con investimenti massicci (Recovery Fund) e aiuti alla trasformazione delle imprese. Non servono contributi senza un obiettivo (sono uno spreco di tempo e denaro che non possiamo permetterci più), ma infrastrutture e formazione. Siamo in un campo dove la concorrenza taglierà posti di lavoro e metterà a rischio settori chiave del Made in Italy.
04
La manovra e il memento del debito
Lunedì il governo consegnerà la manovra alle Camere, comincia un dibattito che andrà avanti fino alla fine dell'anno, come sempre. La linea la detterà soprattutto il sindacato, mentre l'obiettivo politico è quello di finanziare il ciclo elettorale. Sulla scrivania del titolare c'è una bozza di 204 pagine, 248 articoli, interventi per 38 miliardi di euro ( il rinnovo della Cassa integrazione vale oltre 5 miliardi e il nuovo fondo anti-Covid è a quota 4 miliardi). Ancora boom della spesa. Effetto coronavirus. Siamo a oltre 120 miliardi in più di debito pubblico in pochi mesi, andremo avanti così, con le cambiali per i nostri figli. Paolo Gentiloni, commissario europeo all'Economia, stamattina ricorda un dettaglio ai naviganti: "Non dimentichiamo che la questione del debito per un paese come l'Italia esiste, non può essere cancellato dalla discussione: dobbiamo evitare i rischi che questa crisi porti a conseguente negative sul piano finanziario. Tutti in Europa - ha sottolineato - avremo alto livello di debito, al 103-104% in media, nell'Ocse il 130%: ovvio che dobbiamo rivedere le regole per come si affronta la situazione ma non significa immaginare che questa questione possa essere cancellata, dobbiamo responsabilmente nel medio lungo periodo affrontare anche questo tema". Il rapporto tra debito e prodotto interno lordo in Italia è previsto per il 2020 al 160%. Gentiloni sembra l'unico a non aver perso la memoria.
***
Quanto sarà lungo questo ciclo? È un inizio o una fine? Quando il fiume della storia s'ingrossa, il mondo si fa più stretto, le vicende sono diverse, ma fanno parte dello stesso romanzo. Surfiamo tra globale e locale.
05
Fine o inizio? I cicli della storia
La storia è fatta di cicli, il loro "eterno ritorno" (Nietzsche) segna l'inizio e la fine di ogni periodo diverso e uguale all'altro. In questa sequenza che cosa rappresenta la pandemia? È l'inizio o la fine di un ciclo storico? Possiamo dire che si tratta di una "rottura" di un lungo periodo di espansione dell'economia, dunque potrebbe essere sia il punto terminale di un ciclo e nello stesso tempo il suo nuovo inizio. Siamo in presenza di uno shock che cambia tutto senza finire tutto, lo tras-forma. In che cosa? Non lo sappiamo, non vediamo il futuro, ma possiamo giocare a scomporre e ricomporre il mosaico del domani.
Guardiamo la parabola del virus: si è mosso da Oriente a Occidente, ha viaggiato con i mezzi della globalizzazione, ha continuato il suo percorso da Nord a Sud, seguendo le rotte commerciali. Nato in Cina, nel dominio della dittatura, è migrato dove c'è il mercato, fino a stravolgere la storia della più grande democrazia del mondo, gli Stati Uniti d'America. Il virus è un nemico del mondo libero.
Dove ci sono grandi comunità si propaga rapidamente, spezzando i legami reticolari delle metropoli. Nei piccoli villaggi semina lo smarrimento di chi si sentiva protetto dal guscio dell'isolamento. Non c'è paradiso in terra. La città che non dorme mai, New York, è zombificata, le scuole da domani saranno chiuse. Orani e Oliena sono in lockdown. Manhattan e la Barbagia, il destino dell'umanità. Sette miliardi di persone che cercano una risposta. E non la trovano perché siamo dentro un'opera in fieri. Il trader di Wall Street ha una giornata diversa rispetto a quella del sindaco di Silanus, la Borsa sta già fissando il prezzo del futuro, una ripresa a V dell'economia nel 2021, ma il primo cittadino di un piccolo paese cerca la soluzione nell'immediato. L'investitore no border piazza la sua scommessa sul domani, il sindaco Gian Pietro Arca si interroga sulla propria solitudine nei confini dell'oggi ("ho chiuso il paese e non ho ricevuto neppure una telefonata"). Il primo vede nella crisi un'opportunità da sfruttare, il secondo una difficoltà da superare. Entrambi vogliono evitare perdite. La Borsa e la vita.
Si cercano capri espiatori ovunque (le discoteche in Sardegna, le case di riposo in Lombardia, le vie dello shopping e della movida a Roma, l'aperitivo a Milano), fin dall'inizio della pandemia è scattata la caccia al colpevole in un gioco al massacro che non ha condotto da nessuna parte, abbiamo perso tempo sui banchi a rotelle e i monopattini (centinaia di milioni di euro buttati), mentre servivano ospedali efficienti e prevenzione, test, trattamento e tracciamento. È saltato tutto e siamo tornati ai "lockdown leggeri" (e non c'è niente di leggero nel coprifuoco e nella crisi economica). Così siamo alla seconda ondata e al doppio inverno con un vaccino quasi introvabile (quello anti-influenzale) e un altro che prima o poi arriverà (quello anti-coronavirus).
Nel limbo di una crisi, spuntano sciacalli, fenomeni da baraccone, profittatori, per molti vale il detto che finché c'è guerra c'è speranza. Li vediamo all'opera. La separazione del destino dei ceti produttivi da quelli assistiti è l'elemento radioattivo di questa storia, quello più visibile, non l'unico, pensate alla pressione che ha subito la nostra Costituzione, al danno incalcolabile sull'educazione, in un prossimo futuro vedremo l'impatto della pandemia sulle nuove generazioni.
Antonio Gramsci nei Quaderni del carcere scrisse: "La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati". Questa frase è un bagliore del passato che si posa come un velo sul nostro presente. Fu scritta negli anni Trenta, nella polvere della Grande Depressione, nel crac di Wall Street, nell'ascesa del fascismo, laboratorio del populismo. Scomponiamo la frase, prendiamone i singoli elementi, guardate il paesaggio che ci circonda: c'è la crisi, c'è il vecchio e non c'è il nuovo, c'è un interregno di incertezza, c'è l'uso di un termine del dizionario medico, il morbo. Suona come una profezia della contemporaneità.
Gli anni Trenta, un ciclo storico, sfociarono nella Seconda guerra mondiale. Siamo all'inizio di un tempo lungo. Tutto questo con il vaccino cambierà, avremo la fine e il nuovo inizio. E ancora una volta (forse) ci salveranno gli americani.
***
Come chiudiamo questo viaggio della domenica mattina? Con un po' di ultime nuove dall'America.
06
C'era una volta a Washington. Storia di una foto
Manifestazione a Washington, supporter di Trump nel feudo dem della Capitale, tutto fila liscio e pacifico fino all'arrivo dei gruppi AntiFa. Segue una notte di petardi lanciati su persone sedute ai tavolini del Willard Hotel, pestaggi di elettori di Trump, vandalismo e minacce, bastoni e manganelli. Immagini disponibili. Ma va tutto bene, l'importante è raccontarla a una dimensione. Veduta dall'alto di un momento della manifestazione.
Sulla Rete parte il tam tam nevertrumpista: la foto è ritoccata! La faccenda appare succulenta, anche perché l'immagine viene twittata da Dan Scavino, il guru dei social media di Trump.
Dalle parti di Yahoo News bollano subito il tweet di Scavino come fake.
Davvero? Gli ineffabili segugi di Yahoo non leggono la firma sulla foto, Brooks Meriwether. Chi è? Se l'avessero fatto, avrebbero scoperto che...
Dunque la foto è stata scattata da Brooks Meriwether, fotogiornalista di NBC a Washington e viene rilanciata da un cronista di NBC, Shomari Stone.
Shomari Stone ringrazia Scavino, una questione di civiltà. Non è un novellino al suo primo servizio in cronaca che perde la testa di fronte a una notizia importante, il giornalista fa parte del team di News4, ha vinto due premi Emmy (uno nel 2019 proprio con il collega Brooks Meriwether), dunque o i giornalisti di NBC giocano con Photoshop oppure semplicemente abbiamo l'ennesima prova che non possiamo affidare il monopolio della verità ai sacerdoti delle Big Tech.
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gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.