17 Agosto
Primo giorno di scuola. A Berlino
Il governo chiude le discoteche in tutta Italia, ma il vero timore è che salti la riapertura della scuola in settembre. America 2020: si apre la convention dei Democratici. Battaglia con Trump sul voto per posta. Biden è il favorito (Cnn +4, WaPo +12). Cosa dicono i sondaggi e perché la corsa alla Casa Bianca resta aperta
Che succede? Guardate la foto che apre questo numero di List: è il primo giorno di scuola (15 agosto) dei bambini a della Grundschule im Panketal a Berlino, una delle scuole primarie più moderne della capitale della Germania, ogni classe è composta da 21 bambini, sono oltre 500 gli alunni, dai 5 ai 12 anni. Sabato sono tornati a scuola 36,800 studenti di Berlino.
Nell'immagine qui sopra c'è un momento della cerimonia d'apertura. All'inizio dell'anno scolastico, tra i bambini, era presente Sandra Scheeres (nella foto Ansa qui sotto), un'esponente dei socialdemocratici, responsabile della scuola a Berlino.
Questo è uno dei momenti più importanti e intensi della vita di un bambino, quello che si ricorda per tutta la vita. Bene, visto come funziona un paese ordinato, ora andiamo in Italia. Occhio al salvagente. Siamo in alto mare.
01
La musica è finita
La tribù non balla più. Il problema non è dei ragazzi (i quali trovano altri modi creativi per divertirsi, stare insieme, fare i giovani nonostante i vecchi), ma della classe politica che decide di chiudere le discoteche (dopo averle tenute aperte, copione consumato di tutta questa storia di stop and go) e in realtà sta solo mascherando l'incertezza sul vero banco di prova (e non potrebbe chiamarsi diversamente): la riapertura delle scuole. No, il problema non è la tribù che balla - che continuerà a ballare nelle feste private, in casa, nei giardini, ovunque sia possibile, nel bene e nel male, e più sarà proibito più i giovani lo faranno - o il destino di chi li faceva ballare (per ora avranno un aiuto economico, poi si vedrà, si naviga a vista), la grande trovata della mascherina obbligatoria all'aperto - dove c'è assembramento - dalle 18 alle 6 (perché si sa, la mattina il virus dorme, ma...
Che succede? Guardate la foto che apre questo numero di List: è il primo giorno di scuola (15 agosto) dei bambini a della Grundschule im Panketal a Berlino, una delle scuole primarie più moderne della capitale della Germania, ogni classe è composta da 21 bambini, sono oltre 500 gli alunni, dai 5 ai 12 anni. Sabato sono tornati a scuola 36,800 studenti di Berlino.
Nell'immagine qui sopra c'è un momento della cerimonia d'apertura. All'inizio dell'anno scolastico, tra i bambini, era presente Sandra Scheeres (nella foto Ansa qui sotto), un'esponente dei socialdemocratici, responsabile della scuola a Berlino.
Questo è uno dei momenti più importanti e intensi della vita di un bambino, quello che si ricorda per tutta la vita. Bene, visto come funziona un paese ordinato, ora andiamo in Italia. Occhio al salvagente. Siamo in alto mare.
01
La musica è finita
La tribù non balla più. Il problema non è dei ragazzi (i quali trovano altri modi creativi per divertirsi, stare insieme, fare i giovani nonostante i vecchi), ma della classe politica che decide di chiudere le discoteche (dopo averle tenute aperte, copione consumato di tutta questa storia di stop and go) e in realtà sta solo mascherando l'incertezza sul vero banco di prova (e non potrebbe chiamarsi diversamente): la riapertura delle scuole. No, il problema non è la tribù che balla - che continuerà a ballare nelle feste private, in casa, nei giardini, ovunque sia possibile, nel bene e nel male, e più sarà proibito più i giovani lo faranno - o il destino di chi li faceva ballare (per ora avranno un aiuto economico, poi si vedrà, si naviga a vista), la grande trovata della mascherina obbligatoria all'aperto - dove c'è assembramento - dalle 18 alle 6 (perché si sa, la mattina il virus dorme, ma al calar del sole, come il conte (c minuscola) Dracula va a sterminare ragazzini dalla morbida gola), il tema centrale della nostra vicenda umana è il rientro in classe, la riapertura della scuola. È qui tira che un'aria di crac, ci piacerebbe raccontare un successo, un ritorno alla vita in un paese che si sta sfasciando.
02
Sui banchi c'è il nulla
La scuola, la ferita più grande. Hanno cambiato le regole come costumi di scena, una compagnia di teatranti che non a caso è comandata dall'impresario Zelig-Conte. Pochette, una, nessuna, centomila versioni. Parlano del tunnel sullo Stretto di Sicilia (progetto di mezzo secolo fa) e non sono riusciti neppure a fare in maniera decente l'appalto per l'acquisto dei banchi che, ta-dà, sorpresona, ora abbiamo scoperto che gli stessi banchi definiti fondamentali per la riapertura non sono né urgenti né indispensabili e in classe gli alunni potranno stare senza distanziamento e con la mascherina. Domanda sul taccuino del cronista: cosa avete comprato a fare i banchi? Ah, perbacco, l'arredo. Non l'educazione e il sapere. Il mobilio. Presidi, insegnanti, alunni, sono finiti nel tritatutto di un esecutivo a debito. Esageriamo? Prima pagina del Corriere della Sera:
Il problema non è nel titolo, ma nel catenaccio (l'elemento che sta sotto l'apertura del giornale): "Scuola, l'ipotesi di regole diverse in base al rischio". Eccolo qui, il vero punto chiave, la kryptonite del governo, la reale intenzione: non ce la fanno con la scuola per settembre, non sono pronti, non hanno lavorato nei mesi in cui bisognava farlo (e quando lo hanno fatto è venuto fuori uno scarabocchio da zero spaccato sul quaderno), sono chiusi per ferie in agosto, sono incerti perfino sulla loro identità e non sanno come riaprire le aule. Non è un tema che riguarda solo il governo, ma l'intero Parlamento, la sua capacità di pensare e agire.
Riaprire la scuola è una priorità non per fare bella figura e farsi scattare la foto da impaginare sui giornali, ma per evitare - cosa che sta già accadendo - che cresca una moltitudine di disadattati (e ignoranti), arrabbiati e pronti a vendicarsi di una generazione di anziani che ha scaricato su di loro l'incapacità, la vigliaccheria, l'opportunismo, l'egoismo, l'umiliazione del lavoro sottopagato (quando c'è), la disoccupazione e una montagna di miliardi di debiti. Sciagurati. Viene in mente Dante, il terzo canto dell'Inferno:
Questi sciaurati, che mai non fur vivi,
erano ignudi e stimolati molto
da mosconi e da vespe ch'eran ivi.
Siamo nell'antiferno, è l'incontro di Dante e Virgilio con gli ignavi. La nostra grande letteratura è importante per capire chi siamo oggi. Per questo bisogna tornare in classe, per aprire gli occhi.
Settembre sta per arrivare, vedrete che spettacolino. Chi ha frequentato le pagine della poesia italiana avrà il cuore stretto, una nostalgia che sale come la marea, i versi di Gabriele d'Annunzio, I pastori:
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natía
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l'aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.
Ah perché non son io cò miei pastori?
Abbiamo la stessa domanda del poeta nel cuore. E un giorno la risolveremo. Andiamo avanti, esaurita la pratica discotecara, facciamo rotta sull'unico fatto che conta, le elezioni presidenziali in America.
03
Up & Down. Sondaggi e battaglia sul voto per posta
Milwaukee, Wisconsin. Qui si apre oggi la convention dei democratici e succede nel giorno in cui Donald Trump in un sondaggio della Cnn riduce il suo distacco a soli 4 punti. Biden guida la corsa, ha tutti i favori del pronostico, ha un vantaggio ancora solido, ma tra i Democratici si diffonde l'inquietudine per un'elezione che potrebbe complicarsi, la campagna del coronavirus è senza mappe e per i dem rivela più di una debolezza, la corsa è ancora lunga.
Ecco dunque emergere le paure sulla regolarità voto per corrispondenza e le dichiarazioni di Donald Trump sul Postal Service. Il presidente prima ha negato di voler dare i fondi al servizio postale, poi ha corretto il tiro e in ogni caso è contrario a quello che chiama "voto per corrispondenza universale", pensa che favorisca il Partito Democratico, e non rinuncia a parlare di possibili "frodi". I timori di un deragliamento delle elezioni sono tali che la speaker democratica Nancy Pelosi riaprirà sabato la Camera per lanciare un'offensiva sul tema del voto per corrispondenza e la riorganizzazione del Postal Service. In ballo ci sono 25 miliardi di dollari, di cui 3.6 miliardi dedicati esclusivamente al finanziamento del voto per posta. Dalla Casa Bianca è giunto un segnale di apertura a un finanziamento ad hoc, separato dalla discussione generale sugli aiuti economici per il coronavirus.
Il 24 agosto saranno chiamati in audizione davanti al Congresso il "Postmaster", Louis DeJoy, e il presidente del Postal Service Board of Governors, Robert Duncan, probabilmente ci sarà un voto per bloccare tutte le decisioni prese da DeJoy. Il tema è quello del ritiro e della spedizione dei ballots, delle schede elettorali, in tempo utile per il conteggio.
Il 27 luglio scorso, il direttore generale, Louis DeJoy, ha messo nero su bianco una situazione più che nota al Congresso: "Il servizio postale si trova in una posizione finanziariamente insostenibile, a causa di una sostanziale diminuzione del volume della posta e di un modello di business non più sostenibile. Attualmente non siamo in grado di far fronte ai nostri costi con le fonti di finanziamento disponibili per adempiere sia alla nostra missione di servizio universale che ad altri obblighi legali. Per questo motivo, il Servizio postale ha subito oltre un decennio di perdite finanziarie, la cui fine non si vede, e ci troviamo di fronte a un'imminente crisi di liquidità". Nel secondo trimestre l'agenzia ha conseguito 17.6 miliardi di dollari di ricavi, costi operativi per 19.8 miliardi, la perdita è di 2.2 miliardi.
Trump intervistato da Fox News stamattina ha difeso DeJoy e ribadito la sua visione : "Il servizio postale deve funzionare con efficienza, non è una questione di Trump" e i cambiamenti non sono stati fatti per "manipolare" il voto. La battaglia è totale, arrivano le carte bollate, alcuni stati governati dai democratici minacciano di fare causa contro l'amministrazione Trump e il Postal Service, nella lista vi sarebbero Massachusetts, Virginia, Pennsylvania, Minnesota, North Carolina, Washington e Colorado. Ci sarà posta per Trump.
Le regole per il voto postale sono diverse per ogni Stato, gli Stati sono 50, il servizio postale è uno e versa da anni in condizioni finanziarie e organizzative pessime, in luglio ha chiesto al Tesoro un prestito da 10 miliardi per far fronte ai costi. Le primarie dei democratici a New York hanno fatto emergere il problema, i risultati sono arrivati dopo 6 settimane. Il Postal Service dice che in realtà il problema non è rappresentato dalla quantità della posta elettorale - pari al 2% del totale del volume - ma dalle regole degli Stati per la spedizione e il ricevimento delle schede, in molti casi non ci sarebbe il tempo necessario (è una questione fisica e non virtuale) per il ritiro e il recapito nelle date che sono state fissate dai singoli Stati e dalle contee. Logistica e lotta politica s'intrecciano. Facciamo qualche esempio, un tuffo nel... sudoku del voto per posta.
04
Il sudoku del voto per posta
In Alaska dopo la registrazione (entro il 4 ottobre) puoi votare in anticipo dal 19 ottobre fino al 2 novembre (ricordiamo che l'elezione generale è il 3 novembre); andare di persona al seggio; richiedere un absentee ballot che deve essere certificato da un notaio o da due testimoni, spedito il 3 novembre e ricevuto entro il 13 novembre. Problemi in vista? Lo Stato dell'Alaska ha inviato il modulo per la richiesta a tutti gli elettori oltre i 65 anni - e si è aperta una causa legale perché c'è chi sostiene sia una discriminazione in base all'età e dunque andrebbe inviato a tutti gli elettori.
Scendiamo a Sud. In Georgia dopo la registrazione (entro il 5 ottobre) puoi votare in anticipo dal 12 al 16 ottobre, dal 19 al 24 ottobre, dal 26 al 30 ottobre, data e luogo variano a seconda della contea; votare al seggio il 3 novembre; fare richiesta per un absentee ballot (la conta di Dekalb sta inviando i moduli agli elettori, lo Stato lancerà un sito per la richiesta online per tutti i cittadini) che deve essere ricevuto entro il 3 novembre.
Andiamo in Minnesota. Registrazione entro il 13 ottobre, è possibile farla anche il 3 novembre direttamente al seggio; non c'è il voto anticipato vero e proprio, ma l'absentee voting è possibile, bisogna registrarsi entro il 2 novembre, non è necessario che questo voto venga certificato da testimoni o da un notaio(c'è la pandemia, ognuno applica le sue regole), il voto va spedito entro il 3 novembre e ricevuto per essere valido entro il 10 novembre. I repubblicani hanno fatto ricorso contro le nuove norme sull'assenza di testimoni e l'estensione della data di ricevimento per l'absentee ballot, tutto è nelle mani della Corte Suprema del Minnesota.
Ora immaginate questo sistema, con piccole e grandi varianti, applicato in 50 Stati, con il servizio postale che dichiara la sua inefficienza, ma promette di fare il possibile che a molti non a torto sembra davvero impossibile. C'è una sola parola per descrivere lo stato d'animo di tanti politici repubblicani e democratici: preoccupazione. Può darsi che si riveli eccessiva, che tutto alla fine vada vene, ma il problema esiste.
Donald Trump ha acceso la miccia dicendo di non voler dare 25 miliardi di dollari al Postal Service perché i democratici "hanno bisogno di quei soldi per far funzionare la posta in modo da poter prendere tutti questi milioni e milioni di voti" e dunque "se non facciamo un accordo, significa che non riceveranno i soldi. Significa che non possono avere il voto per corrispondenza universale. Non possono averlo". La frase ha fatto infuriare i dem che hanno preso carta e penna e scritto una lettera di fuoco di ben 9 pagine al "postmaster", Louis DeJoy, firmata da Nancy Pelosi, Charles E. Schumer, Zoe Lofgren e Amy Klobuchar, che suona così: "Per essere chiari, la richiesta di 25 miliardi (di nuovi fondi, ndr) arriva dal Postal service, che ha chiesto al Congresso questi fondi non per implementare un "sistema di voto per corrispondenza universale" (il riferimento è alla frase di Trump, ndr) ma per continuare a mantenere gli standard del servizio durante la pandemia (...). La Camera dei rappresentanti ha dato il via libera a questa richiesta tre mesi fa, come parte dell'Heroes Act, ma il presidente Trump ha rifiutato l'assistenza federale al Postal Service". Per Deloy si aprono scenari da inchiesta del Congresso, si vota, è in mezzo alla tempesta, è un donatore dei repubblicani e lo ha nominato Trump. Ha tutti i segni particolari del nemico. Nella lettera seguono domande pressanti a Deloy sulla riorganizzazione del servizio postale, il lavoro svolto durante il periodo elettorale, l'accusa non tanto velata di voler limitare il voto per corrispondenza e l'intimazione "durante una pandemia senza precedenti" a "fare tutto il possibile per facilitare" la gestione "delle elezioni da parte dei funzionari elettorali e il voto degli americani". Dunque la richiesta è quella "di non aumentare i costi" e "chiedere a tutti i dipendenti del Servizio postale di continuare a dare priorità alla consegna della posta elettorale, in modo che gli elettori e gli operatori elettorali abbiano tutto il tempo necessario per richiedere e inviare la posta".
Nella lettera dei Democratici c'è un riferimento a una corrispondenza tra Thomas Marshall, il General Counsel del Servizio postale, e alcuni membri del Congresso. Ci sono ben due lettere, una del 22 luglio (che dunque precede quella poi inviata da Marshall ai governatori il 29 luglio con l'allarme sui possibili ritardi nel voto per posta) e un'altra dell'11 agosto. In quest'ultima lettera Marshall non cita mai i problemi di recapito sulla posta elettorale, parla in generale dei cambiamenti organizzativi del servizio, dell'urgenza di nuovi fondi e attenzione da parte del Congresso.
Si vota, è partita la teoria della cospirazione e Trump ci mette la benzina per alimentarla: secondo i democratici il presidente non vuole risolvere i problemi del Postal Service perché così avrà la possibilità di dire che il voto è irregolare e fare causa se sconfitto. Trump corregge il tiro, dice non opporsi ai fondi per il Postal Service, ma continua a parlare e twittare sulle "frodi elettorali" che, tra l'altro, non sono un'invenzione, il caso di Paterson, in New Jersey, è un fatto, ma questo non significa che l'intero processo del voto possa essere compromesso.
Lo schema cospiratorio naturalmente funziona anche al contrario, a parti rovesciate: Trump vince e i dem diranno che l'elezione è irregolare, che la posta non ha funzionato, che The Donald ha truccato il voto, lo stanno già dicendo e scrivendo. Tutti si portano avanti e tutto fa pensare a un 3 novembre senza il presidente eletto. Lotta politica. Dunque i repubblicani a loro volta accusano i democratici di incentivare il voto per posta così potranno controllarlo e manipolare le schede. Nessuno ha ragione, tutti hanno torto, tutti fanno politica, la propaganda è al massimo dei minimi e il servizio postale americano è in crisi.
Non è la Casa Bianca che fa le regole del voto ma, come abbiamo visto, sono frutto delle scelte degli Stati, addirittura delle singole contee. L'unica cosa che appare chiara è che senza un lavoro straordinario (perché questa elezione presidenziale è straordinaria) c'è un potenziale problema di spedizione, ricevimento, spoglio e conteggio delle schede. Un problema di logistica e di tempo. E di denaro.
Siamo dentro un gigantesco risiko elettorale che si gioca sul piano nazionale (l'organizzazione, il funzionamento e la dotazione finanziaria del Postal Service) e uno locale dove gli Stati fanno i conti con il coronavirus, le paure degli americani, la tutela della salute (e quella della democrazia), i cinici calcoli elettorali di chi governa, da una parte e dall'altra. La partita del 3 novembre si decide nell'Electoral College, negli Stati. Così c'è chi ha inviato le schede a tutti gli elettori e si è aggiunto agli altri Stati che già lo facevano prima della pandemia; c'è chi ha inviato i moduli a tutti (o a parte dell'elettorato, come abbiamo visto) per la registrazione in caso di absentee ballot; altri che hanno eliminato ogni giustificazione da esibire in caso di richiesta per l'absentee ballot (prima bisognava avere una valida ragione per farlo, ora c'è il coronavirus), c'e chi ha cancellato l'obbligo di avere due testimoni o la firma di un notaio per l'absentee ballot; altri hanno esteso le scadenze di spedizione e ricevimento delle schede; c'è chi ha lanciato un sito online per richiedere l'absentee ballot, altri Stati hanno allungato il periodo per il voto anticipato.
Che cosa accadrà? La prova l'abbiamo vista durante le primarie dei dem a New York, esito disastroso: i vincitori sono stati ufficializzati dal New York City Board of Elections solo pochi giorni fa, dopo 6 settimane d'attesa. Il conteggio finale per ogni singola sfida appare così:
Dietro questa semplice tabellina c'è un lavoro enorme, si è votato il 23 giugno, sono arrivati 400 mila absentee ballots, 10 volte in più rispetto alla media delle elezioni precedenti.
Impatto del voto per posta sull'elezione presidenziale? Ai blocchi di partenza, con le nuove regola adottate in tutti gli Stati, nelle elezioni del 2020 il 76% degli americani avrà la possibilità di votare via posta, un record.
FiveThirtyEight scrive che l'Election Day rischia di diventare l'Election Month, con tutto il mese di novembre che si consumerebbe nell'attesa del risultato finale della corsa alla Casa Bianca. In questo scenario, il mese di ottobre sarà fondamentale, perché è in quel periodo che molti elettori voteranno. Il voto anticipato è un fattore che appare più incisivo rispetto al passato. Un servizio postale efficiente è una necessità, riguarda tutti, repubblicani e democratici. Assicurata la spedizione (regolare) del voto, c'è il problema dello spoglio. Non sarà veloce, è una questione ineludibile: vanno aperte le buste, verificata la corretta compilazione, controllate le firme, certificato e trascritto il voto. Serve tempo. Servono soldi. Servono persone. E c'è il distanziamento. L'America il 3 novembre avrà il presidente? Vista la situazione, sarebbe quasi un miracolo (o una "landslide victory", la vittoria a valanga di uno dei due candidati). Benvenuti nel voto del coronavirus.
05
La sfida tra "Buy American" e "America First"
Il tema che decollerà a razzo è quello dell'economia. Nella piattaforma dei Democratici c'è un piano "Buy American" che si contrappone a "America First" di Trump. L'agenda dei dem prevede in quattro anni 400 miliardi di dollari in acquisti governativi di beni e servizi prodotti negli Stati Uniti e 300 miliardi di dollari da investire in ricerca e sviluppo per nuove tecnologie e iniziative per l'energia pulita. Come si finanzia il programma dei Democratici? Secondo il Tax Policy Center il piano prevede un aumento delle tasse per 4 mila miliardi di dollari tra il 2021 e il 2030. Prelievi che saranno a carico delle società e delle famiglie ad alto reddito. Il piano aumenterebbe l'aliquota massima dell'imposta sul reddito delle società dal 21% al 28% e imporrebbe un'imposta minima del 15% sul reddito contabile delle società. Il piano raddoppierebbe anche l'attuale imposta minima sui profitti delle filiali estere di imprese statunitensi, aumentandola dal 10,5% al 21%. Scrive il Taxi Policy Center: "Circa la metà dell'aumento delle entrate deriverebbe dall'aumento delle imposte sulle famiglie ad alto reddito, e circa la metà dall'aumento delle imposte sulle imprese, in particolare sulle società". La pressione fiscale sarà sulle società, infatti ",'aumento dell'aliquota dell'imposta sulle società al 28% rappresenterebbe circa un terzo delle entrate supplementari. L'applicazione delle imposte sulla previdenza sociale ai guadagni superiori a 400 mila dollari rappresenterebbe circa un altro quarto" delle nuove entrate fiscali. L'aumento delle imposte sui guadagni in conto capitale e sui dividendi rappresenterebbe un altro 11 per cento dell'aumento delle entrate". Compensazioni fiscali? "Le entrate aggiuntive sarebbero parzialmente compensate nel periodo da più di 270 miliardi di dollari di crediti d'imposta ed esclusioni di reddito per la cura della famiglia, il risparmio per la pensione, il condono del prestito studentesco, l'efficienza energetica, l'energia rinnovabile e le auto elettriche".
I Democratici presentano un piano con più tasse per le società, nel paese con il più grande mercato azionario del mondo, dove è custodito il risparmio degli americani. È un rischio. E sarà un cavallo di battaglia di Trump.
06
Trump: "Sto andando in Wisconsin..."
Si apre la convention dei dem in Wisconsin e.. "Sto andando anche io in Wisconsin", dice Trump stamattina a Fox News (sarà a Oshkosh, prima farà tappa a Mankato in Minnesota e martedì sarà a Yuma, in Arizona). Il presidente e il suo vice Mike Pence stanno "coprendo" tutti gli eventi dei democratici, "marcano" l'avversario. Elizabeth Warren dice "siamo uniti e lo dimostreremo questa settimana", Trump intervistato da Fox & Friends stamattina commenta: "I Democratici vogliono unire e non sono in grado di unire il paese". Il sindaco di New York? è un "socialista", un "comunista", "un folle". Joe Biden? "Un grande perdente". È Trump, non si può dire che Trump faccia dei giri di parole. Passaggio cinese: ""Huawei ci spia, non vogliamo la sua tecnologia". I sondaggi che lo danno in svantaggio? Per il presidente sono "inaccurate", sbagliati.
Sondaggi? Variabili, secondo Nbc News/Wall Street Journal il vantaggio di Biden è di 9 punti (50 a 41), quello di Abc/Washington Post pubblicato oggi dà una vittoria netta di 12 punti per Biden (53 a 41), ma è quello impaginato dalla Cnn ieri sera a mettere i dem in allarme: il distacco di Biden su Donald Trump si sta riducendo, il ticket Biden-Kamala Harris ha il 50% dei consensi, mentre quello di Trump-Mike Pence il 46%.
Dal sondaggio di giugno a quello di agosto Trump fa un balzo di 5 punti (dal 41% al 46%), mentre Biden ne perde altrettanti passando dal 55% al 50% dei consensi. Effetto Kamala? Per ora non c'è (e addirittura c'è un passo indietro), ma è chiaro che l'impatto della candidata alla vicepresidenza sarà misurabile più avanti. Occhio, il margine d'errore in questo sondaggio è del 4%, fate i conti, stiamo parlando di una corsa aperta.
Cosa bisogna leggere per capire come va la corsa presidenziale? Tutto. E guardare bene tra le righe. La bussola migliore è la media nazionale di Real Clear Politcs, qui è sempre favorito Biden:
Al netto delle incognite rappresentate dall'Electoral College, se si vota oggi, Biden vince. Ma non si vota oggi. Dunque Biden non ha già vinto e Trump non ha già perso. La corsa alla Casa Bianca non era (e non è) il racconto dell'opinione scambiata per fatto.
07
Biden, The Donald e l'elettore americano
Quanto è forte la figura politica di Joe Biden? Un indizio interessante arriva da un sondaggio di Cbs News/YouGov, dove leggiamo alcune domande e risposte che dovrebbero preoccupare gli strateghi democratici:
C'è grande entusiasmo in generale tra gli elettori (65%) e questo è un dato che fa supporre un alto numero di partecipanti al voto (e poi vedremo il come che in questa elezione presidenziale farà la differenza), poi arrivano le risposte a domande che invece di chiarire la direzione della corsa dei dem aprono una serie di incognite.
Ha mai considerato di votare Biden a novembre? Solo il 4% dice sì e l'87% dice no. Questo è un primo segnale di debolezza del candidato dem. Altra domanda: ha mai considerato di votare Trump a novembre? Qui la risposta è ancora più forte: il 91% dice no, The Donald polarizza i sentimenti, odio e amore, non ci sono vie di mezzo. Prima considerazione: i due candidati non sono visti come l'ideale per gli elettori. Ma sono questi, dunque è con queste carte sul tavolo che l'elettore fa le sue valutazioni. Andiamo avanti, altra domanda: qual è la principale ragione per il suo voto a Biden in novembre? Il 29% dice perché è Joe Biden, il 22% risponde perché Biden è il candidato democratico, il 49% perché è il candidato che si oppone a Trump. Questo è il punto chiave: la scelta non è guidata dalle qualità di Biden, ma dal deficit (agli occhi di un elettore dem) del suo avversario, questo è un altro indice di debolezza nella proposta, nella figura del candidato dem. Ora arriva il passaggio che rivela la distanza tra gli elettori dei due partiti, le ragioni profonde (o superficiali) che separano i dem dai democratici. Domanda: qual è la principale ragione per il suo voto a Trump in novembre? Il 68% risponde perché è Donald Trump, il 12% perché è il candidato dei repubblicani, il 20% perché si oppone a Biden. Questo è un sottosopra elettorale, una fotografia dell'America: i democratici non votano il loro candidato per le sue qualità, ma per opposizione al candidato che invece riscuote il consenso degli elettori repubblicani. Quanto inciderà sul voto questo immaginario americano? A vedere i sondaggi, sta cominciando a muovere verso una riduzione del gap di Trump rispetto a Biden, ma qui consideriamo che sia ancora troppo presto e resta sospesa la valutazione dell'apporto o meno di Kamala Harris alla campagna di Biden. Se lei non cambia il quadro - o se addirittura lo dovesse peggiorare - allora la corsa di Trump accelera. Con una formula italiana la sintesi per ora è questa: gli elettori democratici e repubblicani andranno a votare turandosi il naso, ma i repubblicani lo faranno un po' meno.
Altro sondaggio che rafforza questo scenario, quello di Nbc News/Wall Street Journal. Prima di tutto vediamo il gradimento dei due candidati:
Trump non ha mai svettato nella classifica, ma qui il confronto con Biden rafforza il quadro di generale insoddisfazione e i numeri sono sorprendenti perché Trump ha un "molto positivo" al 30% che Biden non ha (totalizza solo il 18%) e se sommiamo il "molto positivo" al "un po' positivo" il totale di Trump fa 40% e quello di Biden 39%, il peggio Trump lo realizza sul "molto negativo" (44%), mentre Biden qui mette a segno un comunque pessimo 33%. Anche in questo caso i due candidati non sono l'ideale per gli elettori americani. Come va il gradimento dei candidati alla vicepresidenza, Mike Pence e Kamala Harris?
Il gradimento è positivo per Pence per il 49% degli intervistati, il 13% è neutrale e il totale dei negativi fa 44%. Per Harris le cose stanno così: 49% positivo, 13% neutrale, totale dei negativi al 43%. I due se la giocano sul filo della parità. Il problema di Trump è che il totale di quelli "molto negativi" e degli "un po' negativi" fa 52% e nella classifica finale (dove sono considerate altre figure del panorama politico americano, come Barack Obama), facendo la sottrazione dei negativi dai positivi, il presidente in carica arriva ultimo e primo è Obama (+20), seguito da Kamala Harris (+4), Mike Penche (-5), Joe Biden (-6), il Partito democratico (-8), il Partito repubblicano (-11) e The Donald (-12):
Il risultato finale del sondaggio di Nbc News/Wall Street Journale è che se si votasse oggi vincerebbe Biden, 50 a 41:
Ma non si vota oggi e ci sono altri elementi di cui prendere nota sul taccuino.
08
Non scelgono Biden, votano contro Trump
Torna la domanda agli elettori di Biden: perché lo voti? E qui si apre di nuovo lo scenario della sua debolezza come candidato che ha una visione e propone una svolta per l'America, guardate qui:
Solo il 36% degli elettori democratici voterebbe Biden perché è Biden, mentre il 58% vota il candidato democratico pensando a Trump, in opposizione al presidente. É una motivazione sufficiente per condurre i dem alla vittoria? Può darsi, ma è un'incognita, il tuo destino dipende in buona parte da quello che fa l'avversario (e il coronavirus), potrebbe non bastare e Trump è una figura imprevedibile, non è un repubblicano, potrebbe fare mosse che piacciono agli elettori democratici (e ce ne sono parecchie), al netto del non trascurabile fatto che Biden nei dibattiti è un candidato considerato a rischio. Per dare un'idea chiara di questo deficit di carisma di Biden è significativo guardare le motivazioni di chi nel 2016 votò per Hillary Clinton. La candidata dem riscuoteva il 49% dei consensi sulla sua persona (contro il 36% di Biden) e "solo" il 46% la votava perché doveva spegnere i sogni di gloria di Donald Trump. Ora andiamo a vedere il sentimento degli elettori repubblicani:
Nelle elezioni del 2020 il 74% degli elettori repubblicani vota Trump perché è Trump e solo il 20% è interessato a contribuire alla sconfitta di Biden. Votano Trump, questo è il punto chiave. Ancora una volta emerge l'immaginario dell'America conservatrice, la profonda differenza con quella in progress dei democratici che appare frastagliato e unito (vedremo quanto il 3 novembre) dalla figura negativa del presidente. C'è un'ulteriore evoluzione di cui prender nota, una variante importante: l'elettore repubblicano del 2020 ha una motivazione diversa rispetto al 2016. Quattro anni fa Hillary Clinton era... un Trump rovesciato. Nel 2016 il 53% dei repubbblicani votavano Trump per vedere la sconfitta di Clinton, oggi solo il 20% di quegli elettori si cura dei destini di Biden. Questo punto potrebbe "rilassare" la base elettorale di Trump oggi e diventare un punto debole della sua campagna, l'assenza di un avversario molto forte? La mobilitazione della base repubblicana è forte, Trump ha un consenso interno molto più elevato del suo partito:
Il 49% degli intervistati tra i repubblicani supporta Donald Trump. Il Gop è il partito di Trump e di nessun altro.
09
Cosa conta per l'elettore americano? L'economia
Altra domanda chiave, il confronto tra Trump e Biden sui temi dell'agenda americana, qui vediamo la forza e i limiti di entrambi i candidati:
Trump batte Biden sull'economia (48 a 38) e sulla criminalità (43 a 39), due temi molto importanti, soprattutto il primo. Il candidato democratico vince sulla leadership (43 a 39), sulla politica estera (49 a 39), sull'immigrazione (49 a 38), sulla sanità (50 a 34), sul coronavirus (49 a 33), sulle questioni razziali (53 a 29), sull'unione del paese (49 a 26), entrambi hanno un tasso basso sulla qualità fisiche e mentali per essere presidente - vince Trump 39 a 37 - perché la carta d'identità è ineludibile, sono due candidati anziani, Trump ha 74 anni e Biden 77 anni. Per entrambi è l'ultimo giro di giostra alla Casa Bianca. Biden batte Trump su 7 temi su 10, questo può far dire con certezza che vincerà le elezioni presidenziali? No. Vediamo cosa conta di più nell'agenda degli americani:
Al primo posto c'è l'economia, con un largo margine (51%) su tutto il resto. È anche il tema in cui Trump stacca Biden di 10 punti. Trump punterà su questo, sulla riapertura e la ripresa della crescita. Attenzione alla Borsa, l'indice S&P 500 è di nuovo vicino al record toccato in febbraio. La partita di America 2020 si gioca con il portafoglio in mano. Come diceva Gordon Gekko in Wall Street: "È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione". Sceneggiatura e regia di Oliver Stone, un democratico.
***
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immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
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dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
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rinnovato.
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diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
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almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.