10 Marzo

Promesse, illusioni e verità sul traffico di esseri umani

Il Consiglio dei ministri a Cutro, le decisioni del governo, la ricerca della sicurezza e della legalità della speranza. Il governo corre su un binario operativo alla ricerca delle convergenze parallele con l'Unione europea. Bruxelles ferma al Patto di Dublino che applica regole a senso unico che ricascano sull'Italia. Chi dà lezioni di civiltà e chi illude il prossimo commettendo peccato

Un binario operativo alla ricerca delle convergenze parallele. Il Consiglio dei ministri straordinario a Cutro dà un colpo al cerchio della criminalità e uno alla botte della disperazione, varando all’unanimità un decreto di ripristino dei flussi di immigrazione, triennale, che prevede l’inasprimento delle pene per gli scafisti e l’apertura di un canale legale di ingresso in Italia, cioè in Europa, il convitato di pietra dell’emergenza nel Mediterraneo che ha registrato finora 15.823 casi. In mezzo, un inasprimento che passa dall’introduzione di una nuova fattispecie di reato relativa a morte o lesioni gravi conseguenza del traffico di clandestini punita fino a 30 anni di reclusione (con l’allargamento della giurisdizione dello Stato italiano a un reato definito «universale»), corsie preferenziali per chi in patria ha fatto corsi di specializzazione affinché abbia una «vita dignitosa», quote riservate per cittadini di nazioni che collaborano con l’Italia a combattere il traffico di esseri umani, snellimento della semplificazioni nell’avvio al lavoro e delle procedure di espulsione e rimpatrio. Lotta ai trafficanti (e anche allo sfruttamento, come per le «agro-mafie») e difesa dei confini, dunque, per «cercare soluzioni, fare quel che si può fare perché queste tragedie non abbiano a ripetersi. Siamo determinati a sconfiggere la tratta di esseri umani responsabile di questa tragedia».

Il presidente del Consiglio da Cutro ha ribadito la volontà di profilare «una politica di maggiore fermezza, finalizzata a rompere la tratta degli scafisti e combattere la schiavitù del Terzo millennio», con un approccio europeo «pragmatico e concreto» ai vari dossier a partire dalla cooperazione e dalle risorse: una strategia che ha visto la premier Giorgia Meloni tessere e cucire preliminarmente una rete in Europa grazie all’uno-due con Ursula von der Leyen e soprattutto col collega olandese Mark Rutte, che di morbido conosce solo la margarina. Certo, l’Italia non può essere lasciata sola, è un...


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