19 Gennaio

Proporzionalizzato e decadente. Noi e le rivoluzioni degli altri

La Corte Costituzionale con la decisione sulla legge elettorale ha posto fine a ogni discussione, in Italia il conflitto permanente è un immobilismo decadente. Un viaggio di Lorenzo Castellani che parte dagli Stati Uniti, attraversa l'Europa e torna in un paese che non protesta in piazza ma cova il Big Bang nelle urne

di Lorenzo Castellani

L’Italia è ormai un paese proporzionalizzato, di fatto e di diritto. La Corte Costituzionale ha posto fine ad ogni discussione. Che Paese sarà sul piano politico? Per rispondere è necessario guardarsi intorno, applicare una lettura orizzontale della politica mondiale. Vediamo.

Negli Stati Uniti Trump ha introdotto un cambiamento duraturo: braccio di ferro con la Cina e nazional-populismo. Due variabili che non cambieranno che dispiegano i propri effetti anche sulle primarie del Partito Democratico, dove il vecchio mainstream è stato sostituito da sfumature più o meno intense della nuova sinistra socialista. Una estremizzazione che era iniziata con Obama e che ha visto fallire il tentativo di Hillary Clinton di tornare al centrismo. Dai dazi, dalla competizione tecnologica aggressiva, dal capitalismo politico non si tornerà indietro in ogni caso. Così come non si ripasserà per formule più austere in economia: Trump fa deficit, i dem propongono politiche interventiste per farne ancora di più. Tutti vogliono più liquidità dalla banca centrale. 

Voliamo a Londra. A Downing Street c’è il politico più interessante dell’emisfero occidentale, quel Boris Johnson che ha reso possibile una Brexit che sembrava impossibile. E, per ora, senza le catastrofi finanziarie, economiche e democratiche annunciate dai suoi numerosi e competenti detrattori. A Westminster dopo il voto di dicembre, perché da quelle parti si vota per risolvere gli impasse, c’è una maggioranza forte, molto spostata a destra. Come sarà l’Unione Europea senza Londra? Un complesso istituzionale intricato senza la più antica democrazia liberale al mondo a farne parte. Johnson e Trump rinsaldano l’antica alleanza della lingua inglese, senza troppi patemi verso il Continente. Andiamo avanti.

Emmanuel Macron ha oramai rinunciato ai suoi piani di grande riforma europea, dopo aver capito che è il conservatorismo tedesco ad impedire passi avanti, e si è concentrato sulla politica interna. Le proteste lo...


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