12 Agosto
Prossima tappa: ritirare i ministri dal governo
Salvini pensa alla mossa per accelerare la fine dell'esecutivo: via la delegazione di sette ministri da Palazzo Chigi, cosa farà Conte? Assumerà l'interim di tutti e farà finta di niente? Il Senato domani fisserà per il 20 agosto il suo intervento per il voto di (s)fiducia. Renzi prepara una conferenza stampa, psicodramma tra i dem
Che succede? Giornata lunghissima, complicata, piena di giochi d'illusionismo e con molte opzioni aperte. La crisi di governo è una gigantesca partita a scacchi. Abbiamo descritto ieri lo scenario di riferimento, messo tutti i pezzi sulla scacchiera e ora siamo al movimento rapido, una mossa dopo l'altra. Non esistono le crisi facili, nella politica italiana anche le situazioni politiche più chiare diventano crisi al buio. Qualcuno che accende la luce? Per ora non c'è. Si va veloci, ma tutto potrebbe rallentare improvvisamente e finire nella palude di un governicchio che serve a tirare a campare. Sembra incredibile, ma non lo è, sono i misteri della politica che in realtà trovano sempre una spiegazione logica e una sequenza di fatti. Accendiamo la torcia, seguite il titolare di List.
La giornata è stata tutta concentrata sulla conferenza dei capigruppo del Senato. È durata due ore, l'esito è quello atteso: non c'è stata l'unanimità sulla data della discussione della mozione di sfiducia presentata dalla Lega contro il governo Conte, la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha applicato il regolamento: domani si riunisce l'aula di Palazzo Madama per decidere la calendarizzazione delle comunicazioni di Conte. I numeri al Senato su questo punto sono contro la Lega e non c'è possibilità di ribaltarli. La saldatura tra Movimento Cinque Stelle, Partito democratico, Leu e Autonomie sul punto è solida. E si vedranno nel voto di domani dell'aula (seduta convocata alle ore 18.00) che fisserà l'appuntamento di Conte a Palazzo Madama per il 20 agosto. Sulla convocazione dell'aula per domani le opposizioni accusano di "forzatura" la presidente del Senato, ma siamo alla coreografia necessaria, non è un tema politicamente rilevante né fondato sul piano del regolamento. Si va in aula.
La conferenza dei capigruppo al Senato (Foto Ansa)Queste sono schermaglie, la vera partita...
Che succede? Giornata lunghissima, complicata, piena di giochi d'illusionismo e con molte opzioni aperte. La crisi di governo è una gigantesca partita a scacchi. Abbiamo descritto ieri lo scenario di riferimento, messo tutti i pezzi sulla scacchiera e ora siamo al movimento rapido, una mossa dopo l'altra. Non esistono le crisi facili, nella politica italiana anche le situazioni politiche più chiare diventano crisi al buio. Qualcuno che accende la luce? Per ora non c'è. Si va veloci, ma tutto potrebbe rallentare improvvisamente e finire nella palude di un governicchio che serve a tirare a campare. Sembra incredibile, ma non lo è, sono i misteri della politica che in realtà trovano sempre una spiegazione logica e una sequenza di fatti. Accendiamo la torcia, seguite il titolare di List.
La giornata è stata tutta concentrata sulla conferenza dei capigruppo del Senato. È durata due ore, l'esito è quello atteso: non c'è stata l'unanimità sulla data della discussione della mozione di sfiducia presentata dalla Lega contro il governo Conte, la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha applicato il regolamento: domani si riunisce l'aula di Palazzo Madama per decidere la calendarizzazione delle comunicazioni di Conte. I numeri al Senato su questo punto sono contro la Lega e non c'è possibilità di ribaltarli. La saldatura tra Movimento Cinque Stelle, Partito democratico, Leu e Autonomie sul punto è solida. E si vedranno nel voto di domani dell'aula (seduta convocata alle ore 18.00) che fisserà l'appuntamento di Conte a Palazzo Madama per il 20 agosto. Sulla convocazione dell'aula per domani le opposizioni accusano di "forzatura" la presidente del Senato, ma siamo alla coreografia necessaria, non è un tema politicamente rilevante né fondato sul piano del regolamento. Si va in aula.
La conferenza dei capigruppo al Senato (Foto Ansa)Queste sono schermaglie, la vera partita è quella sulla fiducia. Qui abbiamo un paio di scenari possibili: battaglia sulle mozioni di (s)fiducia e dunque voto su Conte; oppure Conte anticipa tutti, evita la fiducia (che lo brucerebbe per sempre) e si presenta dimissionario da Mattarella - ma non sfiduciato - e dunque pronto per fare altro. Cosa? Un governo alternativo, evitare lo scioglimento delle Camere e salvare l'attuale configurazione dei gruppi politici. Un'operazione da Poltronistan, ma non certo soprendente per questo, siamo nell'ordine naturale delle cose che abbiamo visto negli ultimi trent'anni tra Montecitorio e Palazzo Madama.
Naturalmente questo risultato - il congelamento dei seggi che sono usciti dal voto del marzo 2018 - può anche arrivare con la fiducia ottenuta attraverso un'altra maggioranza che si realizza con i voti di Movimento Cinque Stelle e Partito democratico, cioè il piano A di Matteo Renzi. Operazione che non ha futuro politico, ma una forza micidiale: conserva il posto e l'indennità parlamentare alla legione dei senza-mestiere. Questo quadretto per materializzarsi ha bisogno di un Pd unito nel voto del gruppo al Senato, ma la mossa ha creato un incendio di vaste proporzioni dentro il Pd. I dem sono già scissi in almeno due partiti: i gruppi parlamentari obbediscono a Renzi, le strutture del partito sono di Zingaretti. Siamo di fronte a un incredibile sdoppiamento di personalità, un Dottor Jekyll e Mister Hyde che rischia di mandare in frantumi il Pd.
L'altro elemento importante della giornata arriva dal centrodestra che appare in via di ricomposizione, con qualche incognita. Lo scenario ci dice che Salvini ha bisogno di Berlusconi e che Berlusconi ha bisogno di Salvini. Dato per finito, dalla scatola magica è saltato fuori a molla, come un jocker, il Cavaliere. Chiede pari dignità con la Lega, nessun veto alla sua candidatura. Sarà necessario? Bisogna aspettare, se il Pd dovesse inabissarsi in aula nella discussione della mozione di sfiducia a Conte e spaccarsi come uno specchio che cade a terra, l'appoggio di Forza Italia alla Lega sarebbe meno determinante. Per questo Salvini stasera ha mostrato prudenza e per questo da Forza Italia sono cauti.
La ressa dei giornalisti mentre Matteo Salvini parla di fronte all'Hotel Palatino (Foto Ansa)Tra il leader di Forza Italia e quello della Lega è in corso l'altra partita a scacchi che si gioca con gli ingredienti dell'astuzia e della freddezza: Berlusconi dice che l'incontro con Salvini si farà, ma prima bisogna vedere come va il dibattito in Senato, Salvini parla di una nuova alleanza ma tiene d'occhio il pallottoliere dei voti a Palazzo Madama. Nessuno finora è certo del risultato. Non lo è Salvini perché Renzi domina i gruppi parlamentari e pare determinato a affondare Salvini - e naturalmente come da tradizione renziana anche il Pd - ma neppure Renzi è tranquillo (per non parlare di Zingaretti) perché la rottura tra i dem non assicura la rielezione ai ribelli del Pd e lui può assicurare un posto ai suoi fedelissimi solo in due modi: fa la scissione e tenta l'avventura, resta nel partito e costringe Zingaretti alle dimissioni. Siamo ormai in una dimensione da Kill Bill con la sceneggiatura che prevede il duello a colpi di katana e tanto sangue dei democratici.
Mentre stendiamo questa nota Salvini ha bollato il taglio dei parlamentari come un "salva Renzi" e riunito i suoi parlamentari all'Hotel Palatino per discutere la strategia dell'aula e la linea politica sulle alleanze. Ritirare la delegazione dei ministri della Lega dal governo? Salvini ha detto di "essere pronto a tutto" e il tono era quello di uno che ha caricato la catapulta. "Siamo pronti a tutto. L'unica cosa che non ci interessa è scaldare le poltrone", ha detto Salvini. Il ritiro dei ministri è una freccia nella faretra di Salvini, potrebbe non cambiare i tempi del passaggio in aula del premier Conte - i precedenti non sono univoci, lasciano aperte tutte le strade - ma presenta in maniera plastica la crisi, è strumento di pressione politica e comunicazione elettorale. Difficile fare spallucce e andare avanti come se niente fosse successo.
I tempi in questo momento sono tutto, Salvini corre, gli altri rallentano. Cosa accade se si ritirano i ministri? Conte dovrebbe salire al Quirinale, in teoria. Ma potrebbe anche assumere l'interim di tutti i ministeri e attendere la data del 20 agosto. Premier, pluriministro e senza maggioranza. Ma in carica e pronto a rilanciare. Saremmo al limite, alla crisi più pazza del mondo, materiale da Mel Brooks, ma l'opzione esiste, il pulsante c'è, attendiamo di vedere la parabola di Conte sul seggiolino eiettabile. Bisogna sempre ricordare che presto la crisi passerà nella mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella è attento - e non a caso Salvini ha espresso la sua totale fiducia "sulla saggezza" del Quirinale - tanto al rispetto della Carta costituzionale, quanto ai segnali che giungono dall'esterno.
Standing ovation all'arrivo di Salvini all'Hotel Palatino per l'incontro con i parlamentari (Foto Ansa)E Giuseppe Conte? Prova a stare in piedi, spera di fare un bis a Palazzo Chigi in altra forma, ma per arrivarci non può essere sfiduciato in aula. Ignazio La Russa dixit: "Conte non ha ancora capito che è morto". Forse. Bisogna stare in campana, sempre. Per il momento i numeri del salvataggio non sono stesi come lenzuoli, ma esistono: il Pd è spaccato in due, Forza Italia almeno a parole dice che non appoggerà un disegno politico simile, la Lega non ha certo dubbi, il resto della truppa va in rigoroso disordine sparso e il destino - almeno fino a oggi - sembra dare a Conte giusto il lumicino di una candela. Ma bisogna attendere, continuare a seguire i lavori delle Camere, cogliere ogni sfumatura. Certo, sarebbe clamoroso vedere Conte salvato dai voti del Pd. E sarebbe un colpo contro Salvini a breve termine. E di certo un'operazione kamikaze nel tempo medio. Ma di suicidi spettacolari in fondo la storia politica è piena. Sarebbe una strage politica futura, ma nell'istante Conte si salverebbe. Attendiamo con il taccuino squadernato sulla riva del fiume. Un cadavere (politico) passerà, è l'unica certezza che abbiamo stasera.
Chi comanda nel Pd? Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato. Linea divergente dal segretario Zingaretti (Foto Ansa)La situazione più grave sul piano della tenuta politica è certamente quella del Partito democratico, è in pieno caos, zingarettiani contro renziani è l'ultima versione del "facciamoci del male, compagni". Lo scenario è quello descritto da socio spagnolo, Maite Carpio, una corrida. Mentre il capogruppo al Senato Andrea Marcucci diceva che "l'obiettivo è un nuovo governo", fonti della maggioranza dem raddrizzavano la linea: "Quella espressa dal capogruppo del Pd, Andrea Marcucci, sull'obiettivo primario di andare a un nuovo govern è da ritenere una considerazione personale e non la posizione del gruppi Pd al Senato che è chiamato a decidere unicamente sulla calendarizzazione dei lavori". Gong. Quanti Pd esistono? Domani ne scopriremo un'altra versione, ci sarà una conferenza stampa di Renzi nel pomeriggio. Tenterà di ricucire con Zingaretti, forse, cioè una missione impossibile perché se il segretario accetta l'abbraccio di Renzi si mette tra le spire di un boa constrictor (parliamo di politica, non dell'affascinante mondo dei rettili). Nel frattempo la futura maggioranza si è già vista oggi nella conferenza dei capigruppo al Senato, quella vecchia è morta, un'altra inedita potrebbe spuntare in aula come un folletto. Quanti governi si possono fare in questa situazione? Rispondiamo con Pirandello: uno, nessuno, centomila. La crisi è ancora al buio, ma lontano c'è un bagliore. Presto o tardi, con o senza il governo salva seggi, alla fine là si arriverà. È l'uscita e si vede benissimo: il voto.
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avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.