7 Maggio
Prove di distanziamento dalla crisi politica
Zingaretti in sintonia con il Quirinale avvisa: "Non c'è un'altra maggioranza". Casini ricorda la realtà: "Nuove maggioranze nascono in 5 minuti". In America 33 milioni in fila per il sussidio, crolla la produzione in Germania e Francia. In Italia è Soviet dream e Retromarche dal lavoro. Lasciate che Marx riposi in pace
Che succede? Tom e Jerry è una metafora della politica: chi insegue la crisi senza un piano non la trova mai, finisce per cascarci (ricordare Salvini), chi fa finta di inseguirla prima o poi la trova senza volerla per incidente d'aula. Poi c'è il cambio di stagione, l'inizio di una nuova fase che dipende anche da quello che accade fuori dal Palazzo. Tom insegue Jerry, ma per ora non succede niente. Accadrà, forse, quando matureranno le condizioni e si scoprirà che l'inseguimento del gatto con il topo in politica è un gioco a somma zero e non è un cartone animato.
La crisi, il contesto che può cambiare tutto o cristallizzare il quadro politico, intanto galoppa. Siamo in una dimensione nuova, estrema, fredda e torrida nello stesso tempo. In questo quadro, ci sono due livelli, due mondi: c'è la politica e poi c'è la realtà. Qualche volta le due cose coincidono, spesso sono divergenti, qualche volta divertenti e perfino interessanti. Ieri, oggi e domani c'è sempre qualche "tensione" nella maggioranza. Cose già viste, si capisce, in tutti i governi (ricordiamo le prodezze del governo Frankenstein tra Lega e Cinque Stelle), solo che siamo dentro una scena della Storia mai vista e dunque il dejà vu dei nostri partitanti diventa un'offesa se non all'intelligenza quanto meno al buon senso. Sono miserie in cronaca che evaporano di fronte ai fatti reali della nostra vita quotidiana. Oggi dem e pentastellati sono divisi sulla regolarizzazione dei migranti che lavorano nei campi (dove quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza - e pure gli altri - non vogliono andare) e sulla giustizia con il pietoso caso Bonafede-Di Matteo. Tutto questo con la più grande crisi dal dopoguerra a oggi, gli esponenti della maggioranza fanno proprio tutto da soli, siamo ai tentativi estremi di auto-affondamento e...
Che succede? Tom e Jerry è una metafora della politica: chi insegue la crisi senza un piano non la trova mai, finisce per cascarci (ricordare Salvini), chi fa finta di inseguirla prima o poi la trova senza volerla per incidente d'aula. Poi c'è il cambio di stagione, l'inizio di una nuova fase che dipende anche da quello che accade fuori dal Palazzo. Tom insegue Jerry, ma per ora non succede niente. Accadrà, forse, quando matureranno le condizioni e si scoprirà che l'inseguimento del gatto con il topo in politica è un gioco a somma zero e non è un cartone animato.
La crisi, il contesto che può cambiare tutto o cristallizzare il quadro politico, intanto galoppa. Siamo in una dimensione nuova, estrema, fredda e torrida nello stesso tempo. In questo quadro, ci sono due livelli, due mondi: c'è la politica e poi c'è la realtà. Qualche volta le due cose coincidono, spesso sono divergenti, qualche volta divertenti e perfino interessanti. Ieri, oggi e domani c'è sempre qualche "tensione" nella maggioranza. Cose già viste, si capisce, in tutti i governi (ricordiamo le prodezze del governo Frankenstein tra Lega e Cinque Stelle), solo che siamo dentro una scena della Storia mai vista e dunque il dejà vu dei nostri partitanti diventa un'offesa se non all'intelligenza quanto meno al buon senso. Sono miserie in cronaca che evaporano di fronte ai fatti reali della nostra vita quotidiana. Oggi dem e pentastellati sono divisi sulla regolarizzazione dei migranti che lavorano nei campi (dove quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza - e pure gli altri - non vogliono andare) e sulla giustizia con il pietoso caso Bonafede-Di Matteo. Tutto questo con la più grande crisi dal dopoguerra a oggi, gli esponenti della maggioranza fanno proprio tutto da soli, siamo ai tentativi estremi di auto-affondamento e non si può neppure colare a picco degnamente perché là fuori ruggiscono le tigri della crisi. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Zingaretti e l'altra maggioranza che (non) c'è
Così stamattina il segretario del Pd, Nicola Zingaretti (qui sopra, nella foto Ansa), volendo mettere il punto (e virgola) sul continuo tiro alla fune con i Cinque Stelle e con Italia Viva (si alternano nel ruolo o lo fanno insieme, dipende da come si alzano al mattino) ha tirato fuori una frase che sembra una sibillina autobiografia della maggioranza: "Questo governo deve governare in una ricerca continua di dialogo con le opposizioni e se questo governo non ce la fa, io francamente vedo difficile che dentro questo Parlamento si possa riproporre una maggioranza diversa". Zingaretti dice una cosa vera e nello stesso tempo anche lontana dalla realtà: è vero che il governo ha difficoltà e il "se" è meglio piazzarlo davanti a ogni ragionamento politico, ma non è fantascienza pensare ad altre maggioranze perché i leader ne parlano e si parlano, perché in fondo lo stesso segretario del Pd dice che bisogna trovare un ingaggio con le opposizioni (e per ora non c'è), perché egli sa bene che la crisi affrontata senza spalle larghe (le spalle sono la coalizione) può diventare un boomerang. Un'altra maggioranza non c'è, ma questa così si schianta sugli scogli della contemporaneità.
Evocare il voto anticipato in caso di incidente irreparabile nella maggioranza (in piena sintonia con la linea del Quirinale, va fatto notare) per Zingaretti inoltre ha un significato tattico: il Pd nei sondaggi è in buona salute, gli altri no. Anche nell'opposizione. Nella maggioranza né i Cinque Stelle né Italia Viva possono permettersi di andare a votare, così Zingaretti usa le urne come deterrente. Finitela di tirare la corda, perché noi non temiamo il voto. Tattica corretta, ma serve ponderazione perché pentastellati e renziani hanno una dose di imprevedibilità e irrazionale molto alta. E i politica le intenzioni di solito finiscono sfiammate dalle conseguenze inattese.
02
Casini: nuove maggioranze? nascono in 5 minuti
Un tipo navigato, Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, figlio della Balena Bianca, ascoltato il granitico ragionamento del segretario del Pd, lancia un messaggio in bottiglia: "Non ho la stessa certezza di Zingaretti. La sua posizione è molto coerente e chiara, ed è un tentativo generoso di tutelare questo governo", ma la questione è che "il governo però andrà bene o male, governerà o cadrà, a seconda dei problemi sociali che sarà in grado di risolvere". Casini ricorda a Zingaretti che è tutto un problema di tempismo: "Mentre nella prima fase la gente aveva paura di morire per il coronavirus e tutti ci siamo inevitabilmente stretti intorno al governo, adesso c'è il problema della ripartenza, dell'economia, di imprese in ginocchio e persone che perdono il lavoro. Se il governo, come mi auguro, riuscirà a dare risposte chiare su questi problemi, andrà avanti. Se queste risposte non arriveranno è inevitabile che si arriverà a una fase diversa, dentro il Parlamento e fuori". In queste condizioni, in quanto tempo si fa un ribaltone? "Si creano in cinque minuti maggioranze nuove. Quando Monti ha governato è stato in un momento di drammatica emergenza, e l'emergenza e' stata piu' forte dei giochi della politica". Casini dixit e (forse) docet.
Il Pd ha la vocazione di governo, chiaro, è una grande qualità sapersi assumere responsabilità, sta a Palazzo Chigi anche quando le elezioni non le vince (spesso è andata così), ma l'ondata di crisi che sta arrivando sull'economia neppure un tipo zen come Zingaretti può attutirla. Sarà violenta, finora ne abbiamo visto solo la schiuma, ma sta arrivando in pieno.
03
Fila americana e blocco europeo. Disoccupazione e produzione
Ecco gli appunti sul taccuino, una doccia gelata:
- Altri 3,2 milioni di americani si sono iscritti alle liste per ricevere il sussidio di disoccupazione. Il totale degli iscritti da quando è partita la crisi del coronavirus è di 33 milioni di persone.
- La produzione industriale tedesca è crollata a marzo su base mensile del 9,2 per cento. Secondo Destatis, l'istituto di statistica della Germania, "è il calo più grande dall'inizio della serie nel gennaio 1991". Gli analisti intervistati si aspettavano un calo del 5 per cento. Tutta la manifattura è in apnea, il settore dell'automobile, fondamentale per la Germania (e l'Italia, nonostante si faccia finta che non esista) è in calo del 31,1 per cento.
- La produzione industriale francese è scesa a marzo del 16,2 per cento rispetto al mese precedente. La previsione degli analisti era 13,4 per cento.
- La Banca d'Inghilterra prevede una riduzione del 14 per cento del Pil del Regno Unito quest'anno. I tassi d'interesse restano invariati, ma gli analisti si attendono un allargamento del quantitative easing nelle prossime settimane. Nel secondo trimestre secondo la Banca d'Inghilterra il pil potrebbe contrarsi fino al 30 per cento.
- Nel mese di marzo l'Istat stima un calo su febbraio delle vendite al dettaglio in Italia pari al 20,5 per cento in valore ed al 21,3 per cento in volume. Vendite negli spazi commerciali a prevalenza non alimentare: -40,5 per cento. Esercizi specializzati: -55,7 per cento. Il commercio elettronico è "l'unica forma distributiva in costante crescita". Benvenuti in un nuovo mondo.
Che succede? Siamo immersi un racconto del maestro, Edgar Allan Poe, La discesa del Maelstrom. Che situazione è? Illustrazione magnifica di Harry Clarke del 1919:
Che cosa racconta Poe? Il grande indagatore degli incubi descrive l'effetto di uno shock. Una barca di pescatori norvegesi viene catturata da un vortice e sbattuta sul fondo marino. Solo un pescatore si salva. Sopravvissuto alla morte per acqua (uno dei temi de La Terra desolata di T.S. Eliot, grandioso poema), invecchierà rapidamente. Il collasso economico ha questo effetto: preoccupa, ti leva il sonno, consuma gli anni in anticipo.
04
Vincenti e perdenti
Rischiamo una stagflazione da anni Settanta, gli Stati e le imprese stanno letteralmente "bevendo" nuovo debito. L'era del coronavirus è terraa incognita, siamo senza mappa. Questo effetto si legge sui bilanci delle imprese. Le trimestrali di Wall Street disegnano un nuovo mondo di vincitori e perdenti. Sul Financial Times oggi Mohamed El-Erian ne traccia con efficacia i sintomi, tre sono i punti chiave che emergono dalla lettura dei conti trimestrali:
1. Si allarga il divario tra vincenti e perdenti, Microsoft dichiara "un minimo impatto" e grandi marchi del retail come J. Crew (abbigliamento) dichiarano il fallimento. Chi usa lo spazio fisico come ambiente naturale del suo business è nei guai (durante e dopo il lockdown, assenza di fiducia, le persone non escono di casa, non entrano nei negozi e nei centri commerciali), mentre chi ha uno spazio di movimento digitale si muove con agilità in una dimensione di acquisto, consumo di "prodotti" (materiali e immateriali) tra le mura dell'abitazione. Questo non significa affatto che le imprese digitali siano "immuni" al coronavirus: Apple per la prima volta dal 2003 non è in grado di fare previsioni sulle vendite del prossimo trimestre, i costi di adeguamento sanitario e prevenzione hanno zavorrato i conti di Amazon.
2. Nei bilanci delle aziende sono spariti i ricavi e l'attenzione non è più solo su taglio dei costi come contromisura. Ci sono problemi ben più urgenti che minacciano la sopravvivenza delle imprese: cassa disponibile, liquidità, maturazione del debito. Il tempo diventa il fattore decisivo. Conseguenze: si cercano finanziamenti a fondo perduto (o non ci sono o sono pochi) e si ricorre all'indebitamento.
3. Non c'è visibilità sul futuro (il caso di Apple è esemplare). La rottura delle catene di produzione e il crollo della domanda si traducono in un processo di zombificazione di una moltitudine di imprese, l'indebitamento per molti diventerà insostenibile. È l'economia del 90 per cento sui cui The Economist ha fatto la sua ultima copertina. Il declino della qualità del credito porterà a un aumento delle sofferenze e conseguenti fallimenti. Non riguarda solo le imprese, ma anche le famiglie e i governi.
El-Erian fa notare come la risposta dei governi sia quello di un gioco che si conclude con un solo round, ma lo scenario in realtà è in più round e il settore pubblico svolge il ruolo di salvagente (rileggere le parole di Mario Draghi sull'assorbimento dello shock del debito privato nei bilanci pubblici) di aziende e famiglie (senza diventare imprenditore e precettore). La lezione del 2008 è sul tavolo: salvati i bilanci pubblici e le banche, si sono dimenticati i cittadini e dopo la crisi economica è arrivata la crisi politica con l'ascesa dei populismi di destra e di sinistra. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse tropppo.
***
In questo scenario, in una realtà parallela, c'è l'Italia con le sue persistenti tentazioni e deviazioni. Benvenuti nel mondo prima del 1989, prima della caduta del Muro di Berlino.
05
Il Soviet dream
La declinazione in Italia dell'aiuto a fondo perduto è invece che lo Stato pretende di condizionare la vita delle aziende, la cosa è esplicitata (in)volontariamente stamattina in un'intervista di Andrea Orlando sulla Stampa. Ecco il titolo:
Che programmino liberale. Com'era logico, scoppia quel che si definisce tecnicamente "casino politico". Matteo Renzi su Twitter ci dà dentro:
Visto il caos, Orlando contesta il titolo della Stampa e arriva una nota dell'ufficio stampa del Pd: "Il titolo dell'intervista del quotidiano La Stampa ad Andrea Orlando, 'Se lo Stato finanzia le aziende deve avere un posto nei Cda', e' totalmente privo di fondamento, come risulta evidente dalle stesse dichiarazioni del vicesegretario Pd riportate fedelmente dal quotidiano nell'intervista".
Bene, ma cosa ha detto Orlando nell'intervista? Vediamo i due passaggi che contano. Le domande in neretto sono di Fabio Martini:
L'emergenza impone interventi sociali imponenti e in questa fase sembra naturale a tanti che lo Stato faccia di tutto e di più: anche "nazionalizzare" le piccole e medie imprese?
Il capitale delle imprese non deve essere partecipato dallo Stato per corrispondere ad un astratto modello ideologico. Il tema è valutare se lo Stato debba entrare per un determinato periodo, in modo da garantire che l’impresa mantenga gli impegni assunti nel momento in cui riceve finanziamenti a fondo perduto da parte dello Stato. Nessuno ha proposto che lo Stato entri nella govemance delle imprese, né che si proceda a nazionalizzazioni.
Un grande "fratello" in casa?
Per nulla. Si tratta di esperienze che si stanno facendo in un Paese come la Germania e che si stanno sperimentando in regioni governate dal centro-destra. In un Paese che ha una storica sotto capitalizzazione delle imprese come l'Italia e nel quale la crisi obbligherà a ricapitalizzazioni si tratta di fornire finanziamenti con alcune garanzie. Ad esempio che si mantenga la presenza sul territorio nazionale, che non si delocalizzi, che non si riduca la manodopera, che siano realizzati interventi che vadano nella direzione della sostenibilità.
Uhm, qui la cosa va decrittata, fase cremlinologo. Il passaggio in cui Orlando incespica in quello che pensa veramente è questo:
Il tema è valutare se lo Stato debba entrare per un determinato periodo, in modo da garantire che l’impresa mantenga gli impegni assunti nel momento in cui riceve finanziamenti a fondo perduto da parte dello Stato.
A noi sembra chiaro. Valutare. Entri. Periodo. Garantire. Impegni. Fondo perduto.
Ergo, si può fare, si può pensare di entrare nei cda di tutte le aziende a cui verrà concesso di sopravvivere. Che cosa emerge da questa frase? Che nel Pd persiste una vena robusta di anti-capitalismo e pregiudizio nei confronti degli imprenditori, quel "sentimento anti-industriale" di cui parlava giorni fa il presidente di Confindustria, Aldo Bonomi, che è come un riflesso condizionato, basta sollecitarlo e non è certo l'idea dei cosacchi che abbeverano i cavalli sulle fontane di piazza San Pietro, ma è la cultura del Soviet, il controllo.
06
La Retromarche dal lavoro
Siamo in piena sceneggiatura da Retromarche, quello che non fa più la Francia macroniana, vogliamo fare noi. Che cosa? Diminuire le ore di lavoro e mantenere l'assegno in un come prima più di prima, l'idea della decrescita (in)felice, perché viviamo nella società dell'abbondanza (segnaliamo che in America c'è scarsità di carne bovina) e possiamo permetterci tutto. Poi arriva un virus sconosciuto e pensi che questa idea sarà abbandonata e sì, certo il capitalismo è malato, da riformare, bisogna cambiare (non c'è più bisogno, lavori e livori sono in corso) quello che con la globalizzazione non ha funzionato. Tutto sacrosanto, salvo che poi bisogna sempre tenere a mente una frase di Winston Churchill:
Il capitalismo è un'ingiusta ripartizione della ricchezza. Il comunismo è una giusta distribuzione della miseria.
Tra le due, resta migliore la prima opzione e si può migliorare. Detto questo, è sul Capitale (degli industriali) che si puntano le attenzione del Capitale (di Karl Marx) che nessuno sembra poi aver letto compiutamente. Neppure il Carlo nato il 5 maggio 1818 a Treviri e sepolto a Londra oggi sosterrebbe questa idea in pieno clima di depressione economica. Ma in Italia si può, è qui che si realizza una convergenza (nociva per il Pd) con i Cinque Stelle che sognano una società sussidiata di senza lavoro. Basta pensare alla proposta di Nunzia Catalfo, responsabile del ministero del Lavoro, di ridurre l'orario di lavoro a parità di retribuzione, tutto questo non in presenza di produzione e fatturati record, di boom della domanda e società in pieno edonismo consumistico, no, questa rivoluzione dovrebbe avvenire adesso, cioè quando l'Italia ha bisogno di produrre e uscire da una crisi micidiale che rischia di mietere vittime (ieri, primo suicidio di un imprenditore).
L'ideona come potete immaginare sta entusiasmando gli imprenditori. Gianluigi Cimmino, il ceo di Pianoforte, holding che detiene i marchi dello stile italiano nel settore della moda come Yamamay, Jaked e Carpisa, ha accolto così l'idea catalfista: "L'ultima idea geniale è quella della ministra Nunzia Catalfo: pagare gli stessi stipendi lavorando meno ore. Cioè il contrario rispetto a quello che servirebbe: detassare gli straordinari e abbassare il costo del lavoro per renderci competitivi. Invece no, vogliono un esercito di stipendiati senza fare nulla, che, ovviamente dovrebbero poi votare per i partiti di governo. Allora voglio lanciare l'hastag #iorestoinazienda. Insieme ai miei amici imprenditori che hanno a cuore le loro aziende e il futuro dei loro dipendenti, resteremo nelle nostre aziende stanotte e poi ancora fino a quando non vedremo i fatti seguire alle parole, fintanto che non arriveranno le risorse per la cassa integrazione e i contributi per sostenere le spese di questi mesi di chiusure forzate. Non vogliamo essere costretti a chiudere da un governo. Voi state pure a casa, #iorestoinazienda".
Nicola Zingaretti, interpellato sul progetto di felicità sulla Terra, si guarda bene dallo sposare l'idea, ma in piena fase saponetta neppure la boccia: "Questa è un'idea che ha tirato fuori il ministro. Idea legittima, ma che non è mai stata discussa in nessuna sede. E credo che debba far parte di una discussione sull'Italia che immaginiamo". Il problema è che a volte l'immaginazione galoppa nel Fantasy. E speriamo che almeno Zingaretti resti nella dimensione dove abitano gli italiani.
07
Karl Marx
Torniamo lui, alla fine, in questo giro di giostra, riemerge la barba pensosa di Karl Marx, evocato, usato, incompreso perché citato e mai letto, o forse compreso troppo e troppo deviato, non applicato o applicato a iosa, padre e poi marito separato dalla sinistra, congiunto e affetto stabile dell'intellettuale (dis)organico. Toh, il suo spettro s'aggira sempre per l'Europa (e ora va forte anche altrove, nell'America neo-socialista dei Dem sperduti nella terra di mezzo), nonostante il proletariato fosse dato in paradiso dall'intellò al caviar che oggi, intabarrato tra le mura di casa, in conferenza su Skype a dir non si sa bene cosa su una linea wifi che gracchia, cerca un suo personale (come sempre) rilancio dell'audience, spiegazzando antiche e nuove riedizioni dell'Ideologia, il comunismo. Oggi lo accoppiano in bluetooth con Papa Francesco (a proposito, cari compagni della cellula di List: la messa in chiesa è stata liberata, porte aperte il 18 maggio), ma Marx è un personaggio tragico, i marxisti a tratti lo furono, anche comici, d'altronde ogni storia filosofica e politica ha la sua compagnia di marionette dentro il carro di Mangiafuoco. Capire Marx, vaste programme. Si potrebbe cominciare lasciando decantare Il Capitale e guardando un film disponibile su RaiPlay, Il giovane Karl Marx:
Il movimento operaio, una cosa che c'era e oggi non c'è più, nonostante gli operai (r)esistano e siano nati altri mestieri in cui l'alienazione è la regola, la paga è un varie ed eventuali, l'alto rischio una certezza. Vabbè, che te lo dico a fare? (Donnie Brasko, bel film), resta sospeso il tema dei reietti, degli ultimi e della creazione (e non distruzione) di lavoro e dignità. E ora con il coronavirus e la correttezza sanificata del #iorestoacasa (a far che? come sono teneri quelli che cambiano tutto dal divano, in salotto, anche questo un dejà vu), ecco emergere altri avventurieri degli -ismi, qualcosa di esilarante se non fosse in gioco la nostra pelle. Marx a Cinque Stelle, come no? Pagare uguale, lavorare meno, si capisce, funzionerà. Ossignore, salvaci tu, bisognerà riportare prima o poi la navicella Italia sulla Terra, non farsi ingannare da quella che Engels chiamava "la coda di estrema sinistra della borghesia" che poi neppure esiste più, qui da noi, la borghesia. Ci sono gli operai, i muratori, i contadini, i pescatori, i pastori, i piccoli artigiani, i barbieri e quelle figure felliniane che con disprezzo le elité riflessive e aperitivanti (che non reggono neppure l'alcol, ma si danno il tono con il bicchiere) hanno sempre chiamato "le sciampiste", tutta gente che si fa un mazzo per poco più di un tozzo di vita. Questa crisi spazzerà via parecchia fiction politica che fino all'altro ieri raccontava frottole, ma rischia di metterne in pista in eterno un'altra che la spara grossa ("un atto d'amore dalle banche") e Marx non solo ha sbagliato la fine del capitalismo, ma ha mancato l'appuntamento con la pandemia e il populismo, l'opulenza della diretta facebook, il sottosopra del docile lockdwon in gabbietta domestica, no, proprio Marx l'avvocato Conte non lo aveva previsto. Cosa resta sulla strada tra la Via Emilia e il West (Guccini, il miglior rosso in cantina) dopo l'esplosione atomica e il fallout del coronavirus? Una frase di Antonio Gramsci, stampata a fuoco: "La verità è sempre rivoluzionaria".
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dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.