28 Settembre

Prudenza e gioco d'azzardo. La manovra e l'eredità del Superbonus

Il governo ha presentato la Nadef, cosa c'è dietro i numeri, perché la legge di Bilancio light è un'altra conferma della linea di equilibrio contabile e ponderazione politica del premier Meloni e del ministro dell'Economia Giorgetti

Questa è una storia di prudenza (oggi) e azzardo pesante (ieri). Scoprire chi fa fatto cosa è semplice, non c'è bisogno di Sherlock Holmes, le impronte del colpevole sono dappertutto.

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Il governo ha presentato la Nadef, l'aggiornamento del Documento di economia e finanza che precede la legge di Bilancio. La Nadef contiene tutti i dati di scenario, quelli macroeconomici e di finanza pubblica, è la base per la manovra economica, disegna il ‘il programma’ dell’esecutivo. I dati comunicati dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sono prudenti e nello stesso tempo rivelano una prospettiva positiva, a dispetto di uno scenario internazionale incerto. Il quadro programmatico per il 2024 è riassunto in quattro numeri: crescita del Pil all’1,2% , rapporto deficit/Pil al 4,3%, rapporto debito pubblico/Pil al 140,1%, tasso di disoccupazione al 7,3%. Sono previsioni, ma è il sotto testo a renderle ancora più interessanti, il governo ha fiducia nelle capacità di adattamento e reazione del sistema delle famiglie e delle imprese. Per quest'anno il Pil è stato rivisto al ribasso a +0,8. La manovra sarà di dimensioni contenute (circa 20 miliardi), il deficit resterà dentro margini che non alimentano turbolenze (ricordiamo ai vaneggiatori di procedure d’infrazione dell’Unione europea che se l’Italia mette nero su bianco un rapporto deficit/Pil al 4,3, la Francia presenta un 4,4), l’obiettivo primario del governo è quello di confermare il taglio del cuneo fiscale, sono soldi in busta paga, un fatto concreto.

L’impostazione della Nadef è ovviamente frutto dello scenario globale, prima di tutto della guerra in Ucraina che ha ridisegnato i mercati, la disponibilità e le rotte commerciali di materie prime fondamentali per la produzione (petrolio, gas, carbone, l’elenco è lungo e non è limitato all’energia), poi c’è l’impatto della politica monetaria restrittiva e del conseguente aumento dei tassi di interesse che sta contenendo l’inflazione ma...


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