13 Novembre
Può ancora essere Capitale?
L'Italia s'è sfatta. Il referendum per l'autonomia di Lombardia e Veneto, la voragine di Roma. Indagine sullo "sbrego costituzionale" che c'è ma non si dice
La cronaca, il presente, i fatti che rotolano a valle. La notizia nuova che cancella quella vecchia. Ma la potenza dei ricordi è sempre imprevedibile. Questo numero di List parte da una telefonata remota del titolare.Primissimi anni Novanta, l'Italia è in pieno sottosopra giudiziario e politico, l'allora giovane cronista chiacchiera al telefono con il professor Gianfranco Miglio che risponde dotto e sulfureo ai colpi di dritto e rovescio sul campo più insidioso, l'intervista.
A un certo punto, Miglio scende sotto rete e spara lo smash: "Sechi, è inutile che ci giriamo intorno, l'Italia in ogni caso andrà incontro a uno sbrego costituzionale". Venticinque anni dopo, il professor Miglio guarda da lassù l'avanzare sferragliante della sua profezia: l'Italia ha fallito l'appuntamento con due referendum costituzionali, la Repubblica è sommersa dal debito pubblico (nuovo record a giugno: 2.281,4 miliardi di euro), a Palazzo Chigi dal 1993 a oggi si sono alternati tredici presidenti del Consiglio (cinque dal 2008 a oggi), il Parlamento ha realizzato in questa legislatura il record assoluto di cambi di casacca dei parlamentari raggiungendo lo stroboscopico numero di 521 cambi di gruppo, il 35 per cento degli eletti ha cambiato partito. E mentre Miglio osserva dall'alto, il cronista osserva una data sul taccuino: domenica 22 ottobre.
È il giorno in cui Lombardia e Veneto apriranno i seggi per il voto consultivo sull'autonomia regionale. Sedici milioni di elettori, le due regioni che trainano il sistema produttivo italiano, un appuntamento che è chiaramente un altro passaggio di quello scenario di crisi istituzionale che Miglio aveva chiaramente dipinto nei suoi libri e nelle sue riflessioni. I benpensanti e quelli che tanto tutto passa dicono: "Non succederà niente". No, cari, non è così, la doppia consultazione avrà invece un impatto politico enorme, quando il popolo vota succede sempre qualcosa. Proviamo...
La cronaca, il presente, i fatti che rotolano a valle. La notizia nuova che cancella quella vecchia. Ma la potenza dei ricordi è sempre imprevedibile. Questo numero di List parte da una telefonata remota del titolare.Primissimi anni Novanta, l'Italia è in pieno sottosopra giudiziario e politico, l'allora giovane cronista chiacchiera al telefono con il professor Gianfranco Miglio che risponde dotto e sulfureo ai colpi di dritto e rovescio sul campo più insidioso, l'intervista.
A un certo punto, Miglio scende sotto rete e spara lo smash: "Sechi, è inutile che ci giriamo intorno, l'Italia in ogni caso andrà incontro a uno sbrego costituzionale". Venticinque anni dopo, il professor Miglio guarda da lassù l'avanzare sferragliante della sua profezia: l'Italia ha fallito l'appuntamento con due referendum costituzionali, la Repubblica è sommersa dal debito pubblico (nuovo record a giugno: 2.281,4 miliardi di euro), a Palazzo Chigi dal 1993 a oggi si sono alternati tredici presidenti del Consiglio (cinque dal 2008 a oggi), il Parlamento ha realizzato in questa legislatura il record assoluto di cambi di casacca dei parlamentari raggiungendo lo stroboscopico numero di 521 cambi di gruppo, il 35 per cento degli eletti ha cambiato partito. E mentre Miglio osserva dall'alto, il cronista osserva una data sul taccuino: domenica 22 ottobre.
È il giorno in cui Lombardia e Veneto apriranno i seggi per il voto consultivo sull'autonomia regionale. Sedici milioni di elettori, le due regioni che trainano il sistema produttivo italiano, un appuntamento che è chiaramente un altro passaggio di quello scenario di crisi istituzionale che Miglio aveva chiaramente dipinto nei suoi libri e nelle sue riflessioni. I benpensanti e quelli che tanto tutto passa dicono: "Non succederà niente". No, cari, non è così, la doppia consultazione avrà invece un impatto politico enorme, quando il popolo vota succede sempre qualcosa. Proviamo a spacchettare lo scenario, seguite il titolare di List.
Voto doppio, un solo giorno. La notte del 22 ottobre apparirà chiaro che Lombardia e Veneto vivono in una dimensione diversa dal resto del paese. Il Nord farà una scelta per il Nord. È incredibile come questo aspetto sfugga ai più. Gli elettori non andranno alle urne "solo" per chiedere più autonomia (e parliamo già di una cosa che avrà conseguenze importanti), ma si sveglieranno la mattina con la convinzione e volontà di andare a dire che tra il Nord e il Sud la distanza è grande e la misura è colma.
Non succederà niente? È una pia illusione. Non ci vuole l'immaginazione di Salvador Dalì per vedere la scena: vince il sì in maniera schiacciante, dichiarazioni su tutte le televisioni in contemporanea dei due presidenti, Maroni e Zaia, trionfo della Lega (che ben governa le due regioni, sia detto chiaramente), Salvini carico a pallettoni scartavetra la sua dichiarazione sul "popolo del Nord", Forza Italia partecipa alla festa, il Pd si ritrova all'angolo con l'apertura ufficiale della Questione Settentrionale dopo decenni di zero tituli sulla Questione Meridionale. Sarà uno tsunami della comunicazione. E la comunicazione è politica.
Il 22 ottobre si aprirà ufficialmente la Questione settentrionale che Umberto Bossi aveva individuato con grande chiarezza nei primi anni Novanta. È una parabola politica che continua perché le intuizioni e analisi fatte in quel tempo dal Senatur e da Miglio erano corrette e sono non solo ancora in piedi, ma si presentano in forma sempre più grave. Cosa diceva Bossi? Il titolare di List tira fuori dalla sua libreria un discorso parlamentare del 1993, un gioiellino se lo confrontiamo con quello che passa oggi il Parlamento. I referendum promossi da Mario Segni e dai Radicali (eccolo, il voto) hanno avuto un esito travolgente (il segnale politico) e il presidente del Consiglio Giuliano Amato presenta le sue dimissioni. Il paese è in piena emergenza, si prepara l'arrivo del governo di Carlo Azeglio Ciampi. Camera dei Deputati, 22 aprile 1993, seduta pomeridiana, presidenza di Giorgio Napolitano, prende la parola Umberto Bossi:
Non voglio insistere sul fatto che il federalismo fu l'anima del nostro Risorgimento. A tutti coloro che in malafede combattono l'autonomia regionale pur dichiarandosi a parole favorevoli, rammenterò le dichiarazioni di Salvemini, che non era lombardo: se non sbaglio era nato a Molfetta, in Puglia. «Oggi l'intervento del Governo centrale» — sono parole di Salvemini — «è sempre a vantaggio dei più forti, cioè di quelli che dispongono di maggior numero di voti alla Camera e di un regime unitario. Il Governo centrale non potrebbe fare diversamente, per non rimanere in minoranza nelle votazioni di fiducia. In un regime federale, invece, qualora le lotte fra i partiti di una regione degenerassero in modo da richiedere l'intervento delle altre regioni, di qualunque colore siano, non avendo interessi diretti nelle lotte altrui ed essendo interessati a ristablire saldamente l'ordine turbato, deciderebbero secondo giustizia e darebbero a ciascuna il suo». Non basta, incalza Salvemini, che l'idea federalista venga affermata nelle pagine di un libro; bisogna che diventi programma politico dei partiti democratici. Il federalismo è economicamente utile alle masse del sud, politicamente utile ai democratici del nord, moralmente utile a tutta l'Italia".
Interessante. E sorprendentemente "colto" e attuale. Ora fate il giochino di immaginare quali saranno le parole di Maroni, Zaia e Salvini alla vista dell'esito del referendum. Il passaggio del 22 ottobre non sarà una scampagnata nella festa popolare del voto, ma l'accelerazione di un processo di crisi che non ha avuto una risposta negli ultimi trent'anni.
Il secondo punto incandescente di questo scenario è rappresentato dalla crisi della Capitale, Roma. La situazione debitoria del Campidoglio è piovuta sulle spalle del Movimento 5Stelle. Non è responsabilità del partito di Grillo, ma delle acrobazie contabili fatte nei decenni in larga parte da giunte di centro-sinistra con una parentesi non insignificante di centro-destra (la giunta Alemanno). I grillini sono nei guai, perché hanno una base elettorale nella Capitale che è direttamente investita dal problema: i dipendenti del Comune e delle società partecipate. Il caso Atac è quello più emblematico, ma non è l'unico, è solo quello più radioattivo. L'azienda romana dei trasporti urbani ha oltre 1350 milioni di debiti, 1.3 miliardi di euro, problemi strutturali giganteschi, sindacati e dipendenti che pensano di vivere nel mesozoico dell'economia. Il sindaco Virginia Raggi ha deciso di percorrere la strada del concordato, è probabilmente la più giusta, ma siamo in pieno ciclo elettorale e per risolvere i problemi del Comune di Roma servirebbe la piena collaborazione tra le forze di governo e il Movimento 5Stelle. Parliamo di una cosa chimerica, perché l'interesse del Pd è chiaramente quello di mettere in una posizione impossibile la giunta Raggi e dare una spinta (non ci vuole molto) per far collassare il governo pentastellato della Capitale. I segnali di questo contrasto sono sparsi un po' ovunque. Sabino Cassese sul Corriere della Sera l'altro ieri ha segnalato lo stato di degrado della Capitale - era in questo stato pietoso anche con Marino, tanto che il suo partito lo ha affondato - e ha avanzato una proposta in tre punti:
- Affidare le funzioni di rappresentanza a una persona diversa dal sindaco;
- Dare alla Capitale un ordinamento speciale;
- Abbandonare il cinismo del "lasciamoli fare" e rimboccarsi le maniche per salvare Roma.
È una proposta di buon senso che si scontra con la realtà. Quale? Il titolare di List la riassume in altri tre punti:
- Il Movimento di Grillo non accetterà mai il depotenziamento del sindaco;
- Roma ha già avuto leggi speciali, provvedimenti straordinari e l'unica occasione che aveva per riprendersi era l'Olimpiade che i grillini hanno affondato;
- Il Partito democratico di Matteo Renzi è impegnato in una lotta mortale contro Grillo, salvare Roma ora equivarrebbe ad auto-affondarsi.
Roma rischia il crac? In teoria tutto è possibile, naturalmente nessun governo può permettersi il collasso della Capitale, ma il punto è che ogni provvedimento verrà come suol dirsi "fatto sudare" parecchio, le difficoltà dei grillini si accresceranno fino a entrare in una spirale di crisi amministrativa (ci siamo quasi) che danneggerà il Movimento 5Stelle. Questo è il piano teorico, poi vedremo la praticaccia quotidiana.
Nel frattempo, l'elettore del Nord osserva. E fa i conti. La Lega di Bossi dipingeva il Nord come la gallina dalle uova d'oro depredata dalla Capitale e dal Mezzogiorno e questa immagine continua ad essere vivissima nel contribuente e con ragioni più che solide.
Nella proposta di Cassese si cela una domanda che nessuno nell'establishment ha il coraggio di farsi, ma in realtà anche questa comincia ad essere sempre più condivisa nella parte del paese che guarda al Nord: Roma può essere ancora la Capitale? In passato lo furono Torino e Firenze, perché mai non potrebbe esserlo Milano? Questo è quello che frulla nella testa di molti: levare a Roma il suo unico potere (e dannazione): essere il centro politico del paese. Non siamo di fronte a una distopia, a un'ipotesi senza basi reali. Le cose accadono. E il pendolo della storia fa incrociare la prossima apertura della Questione Settentrionale con la drammatica Questione Capitale.
L'innesco è pronto, la miccia verrà accesa dal voto. E poi? Bum! Pensate al risultato altamente probabile del referendum sull'autonomia in Lombardia e Veneto, aggiungete il diluvio (non solo figurato, Roma si allaga regolarmente) di guai del Campidoglio, condite con il sale della cassa romana e poi tirate giù una riga su cosa potrebbe accadere in un dibattito elettorale ad alto tasso alcolico. Non siamo più di fronte all'emergenza di una metropoli, ma a un caso che mette in discussione le fondamenta dello Stato, perfino il ruolo futuro della sua Capitale.
Che facciamo? Su Roma List ha prodotto una serie di interventi e analisi. Il titolare mette tutto a disposizione dei lettori in una libreria dedicata al tema che si svilupperà sempre più nel corso del tempo. La sabbia nella clessidra sta scorrendo velocemente. Più di quanto immaginiamo.
01
Tre visioni su Roma
Il titolare di List, Michele Magno e Giordano Bruno Guerri hanno provato a mettere insieme i pezzi del mosaico. Il titolare ha fatto un viaggio nel presente, un racconto della Roma politica, economica, terrazzata, potentona e Cafonal (copyright di Roberto D'Agostino, spettacolare osservatore del costume della Città Eterna), Magno ha esplorato con delizia l'epoca di governo delle grandi famiglie romane, l'aristocrazia bassa dell'Urbe; Guerri ha affondato la sua penna nella Capitale dominata dai Papi (e che dominio...). Troverete il persistente carattere di questa città. I testi sono scritti e impaginati con lo stile di List e potete scaricarli in formato pdf qui. Giudicate voi. Buona lettura.
Che si fa? Dobbiamo occuparci per qualche riga di ornitologia politica. Di chi stiamo parlando? Dai, è facile. Uno, due, tre...
02
Renzi: i gufi sono ancora in ferie
È più forte di lui e d'altronde di fronte a un'analisi politica così raffinata dobbiamo tutti prestare attenzione: Matteo Renzi è tornato a evocare i gufi. Stavolta lo ha fatto a Bologna, presentando il suo libro, Avanti, ha detto: "I gufi sono ancora in ferie". Deve avere una profonda conoscenza sulle usanze di questi uccelli, il segretario del Pd. Sa perfino il loro calendario di lavoro e riposo. Renzi ha anche detto che con Marco Minniti va d'amore e d'accordo: "Si è fatto bene a bloccare gli sbarchi. Non c'è divisione nel Pd su questa cosa. Normale che in un partito che vuole prendere il 30 per cento ci siano opinioni diverse. Ma nella sostanza non ci sono opinioni diverse". Fatto bene. Nella sostanza. Traduzione: con Minniti il problema c'è, ma si va d'accordo in nome della campagna elettorale e poi scatterà un sublime "stai sereno"; le opinioni nella sostanza non sono diverse perché Renzi ha già fatto fuori (quasi) tutti quelli che ne avevano una contraria. Notevole. Bisogna riconoscere a Renzi l'arte della lotta. Spesso anche contro se stesso.
Non l'arte della scrittura però (Matteo pensa di essere un maestro anche in questo). Qui trovate la recensione del titolare di List al suo libro, "Avanti". Stiamo parlando del testo più anticipato e meno recensito della storia editoriale italiana. Là fuori succede qualcosa che vada al di là del volo dei simpatici rapaci? Sì, andiamo nel Pacifico, che pacifico non è mai stato.
03
Trump muove la flotta del Pacifico
La flotta americana del Pacifico ha ripreso a pattugliare le acque del Sud della Cina e la cosa non farà piacere al presidente Xi Jinping. Siamo sempre dentro il plot della storia in corso tra Washington e Pechino: serve un impegno più deciso sulla Corea del Nord, altrimenti facciamo da soli e diamo anche fastidio nei luoghi dove ultimamente Obama vi ha lasciato mano libera. Il Pentagono ha dato ordine alle sue navi di muoversi. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Proviamo a distrarci, andiamo al cinema.
04
Apple va al cinema
Cosa c'è in sala? Il gran gioco di titani della Rete che si comprano gli studi cinematografici. Se Amazon vince l'Oscar, Apple non può restare indietro. Ecco dunque l'azienda di Tim Cook mettere mano al portafoglio per comprare i Calver Studios, una firma leggendaria di Hollywood. Quanto sono importanti? Ci hanno girato Via col Vento e Matrix, fate voi. Che cosa significa tutto questo? Che la cassa dei titani di Internet può tutto, che il mondo della produzione dell'entertainment diventerà loro e che per chi fa contenuti come List è un buon segno perché tutto questo significa che "the content is the king". Non facciamo cinema, ma giornalismo, scriviamo e la buona scrittura è la base di tutto il resto. Dite che non è buona? Mannaggia. Motore, azione, si gira.
Dite che è tutta un'illusione del titolare di List? Uhm, sì, forse, ma la nostra esistenza è anche una sfida tra l'Uomo e la Macchina, un gioco di volontà tra reale e immaginario, vero e falso. Michele Magno ha una storia da raccontarci in proposito. Andiamo a leggerlo.
05
La partita tra Uomo e Macchina
di Michele Magno
Esattamente vent'anni fa, il supercomputer Ibm Deep Blue sconfiggeva per la prima volta il campione mondiale di scacchi Garry Kasparov. Dotato di un algoritmo capace di calcolare cento milioni di posizioni al secondo, era una derivazione del progetto Deep Thought sviluppato dall'informatico cinese Feng-hsiung Hsu. L'11 maggio 1997 New York fu così la sede di un piccolo miracolo, che lasciò tuttavia perplesso il maestro russo. Kasparov, infatti, aveva notato nelle mosse del suo competitore meccanico una creatività di tipo umano. Il sospetto di un "aiutino" esterno si rafforzò quando scoprì che il computer non stava vicino alla sala nella quale si disputava la partita, ma ad alcuni chilometri di distanza. Inoltre, non furono mai resi noti i tabulati sull'attività di Deep Blue. In realtà, i tecnici modificavano il suo software durante le partite per adattarlo alle strategie dell'avversario, come poi ammise lo stesso Feng-hsiung Hsu in un libro autobiografico.
La macchina che vince nel più nobile e più complesso dei giochi è un sogno che affonda le sue radici nel Settecento, nel corso di quella esplosione scientifica e tecnica che pose le basi della rivoluzione industriale. Fu allora che nacquero gli automi, i quali eseguivano movimenti preordinati e di grandissima precisione, come "Il Flautista" di Jaques Vaucanson (1738). Per vederlo all'opera i parigini facevano code chilometriche pagando ben tre lire di ingresso, pari alla paga settimanale di un operaio del tempo. Ma l'invenzione che suscitò un entusiasmo indescrivibile in tutta Europa fu proprio un giocatore artificiale di scacchi. Nella Vienna fastosa e frivola della seconda metà del Settecento, la corte dell'imperatrice Maria Teresa era un teatro in cui si esibivano illusionisti, medium e maghi di ogni risma. Dopo aver assistito ad uno spettacolo di prestigiatori, l’imperatrice esortò un suo consigliere, esperto in meccanica e idraulica, a creare un gioco specialissimo in grado di stupire una nobiltà sempre a caccia di nuove emozioni. Questo consigliere era il barone Wolfgang Von Kempelen, nativo di Pressburg (l'attuale Bratislava).
Nel 1770 von Kempelen presentò il frutto del proprio lavoro. Si trattava di un fantoccio di foggia orientale, seduto su una grande cassa di legno e che fumava proprio come... un turco! Davanti a sé il pupazzo aveva una scacchiera, e riusciva a battere regolarmente tutti gli avversari scelti di persona dalla sovrana. Un successo subito seguito da una trionfale tournée nelle principali capitali europee, in cui "il Turco" (come venne ribattezzato il pupazzo meccanico) prevalse, tra gli altri, su Giorgio III, Benjamin Franklin, Napoleone e Federico II di Prussia. Studiosi, matematici e persino alcuni esorcisti esaminarono l'automa per carpirne il segreto, ma invano. L'alone di mistero che circondava la strana macchina alimentava le leggende più strampalate: c'era chi affermava che fosse posseduta da uno spirito maligno, mentre altri erano convinti che il barone avesse venduto l'anima al diavolo.
Dopo la morte di von Kempelen (1784), i figli vendettero l'automa a Johann Maelzel, il celebre inventore del metronomo, per l'astronomica cifra di trentamila franchi. Questi proseguì le esibizioni in tutta Europa fino al 1811, quando Eugenio de Beauharnais lo acquistò senza badare a spese. Scoperta la reale natura del congegno, il principe denunciò Maelzel per truffa. L'automa infatti, non era un prodigio tecnologico, ma un astuto imbroglio: era infatti azionato nell'interno da un giocatore di piccola statura, che si occultava abilmente dietro gli ingranaggi. Durante la partita, i movimenti dei pezzi sul tavolo gli venivano segnalati da piccoli magneti, in modo da poterli riprodurre su una scacchiera tascabile, per poi rispondere manovrando il braccio mobile del pupazzo.
Il trucco funzionò anche negli Stati Uniti (dove si era rifugiato Maelzel), fino a quando una serie di incidenti diede inizio a quella che i giornali dell'epoca chiamarono pittorescamente "la maledizione del Turco": due bambini videro un corpo mingherlino che usciva dalla cassa dopo lo show, mentre il deduttivo Edgar Allan Poe scrisse un articolo dove raccontava che c'era una donna minuta che appariva in sala prima e dopo lo spettacolo, ma mai durante... Così il povero Maelzel fu costretto a riparare in tutta fretta nell'isola di Cuba, dove morì di febbre gialla. Stessa sorte subì la sua aiutante francese sulla nave che la stava riportando in patria.
Si stima che negli ottantaquattro anni delle sue esibizioni "il Turco" abbia ospitato non meno di quindici formidabili scacchisti. Nel 1865, un americano ne costruì una copia (Ajeeb) che giocava col pubblico, a dama per 10 cents ed a scacchi per 25 cents. Con lei si misurarono il presidente Roosevelt, il mago Houdini e l'attrice Sara Bernhardt. Un'altra imitazione (Mephisto) era spietata con gli uomini e galante con il gentil sesso, da cui si faceva sconfiggere dopo aver dominato la partita. All'interno di Mephisto si nascondeva il giovane Harry Nelson Pillsbury, che di lì a poco sarebbe diventato uno dei più forti giocatori del mondo.
Un'ultima considerazione: Kempelen e Maelzel disponevano sicuramente di uno straordinario potere di persuasione, di cui si servirono per guadagnare fama e denaro. Oggi, altri sofisticati strumenti forniti dalla rivoluzione digitale sembrano in grado di trasformare l'ingenuità e la meraviglia di grandi masse in poderosi meccanismi di consenso. Oggi, inoltre, gli inganni visivi e la tranquilla diffusione di notizie false spacciate per verità incontrovertibili sui social network sembrano in grado di condizionare profondamente la battaglia delle idee e la stessa lotta politica. Beninteso, non è solo un fenomeno italiano, ma da noi ha un'aggressività e una virulenza del tutto particolari. Riflettiamoci bene. La mitologia della Rete può giocare brutti scherzi alla democrazia rappresentativa e agli ideali liberali.
Michele Magno
@magnomiche
Gioco letale, gli scacchi. Chi è appassionato e chi vuole rovinarsi per sempre con questa ossessione, può leggere un libro pubblicato da Adelphi intitolatoLa psicologia del giocatore di scacchi.
Il lettore di List apprenderà, tra le tante gustose cose, che Steinitz in pieno stato d'allucinazione giocava a scacchi con Dio e gli concedeva il vantaggio di un pedone. Noi che facciamo? Il nostro scacco matto quotidiano, la partita più difficile e divertente, il sottosopra.
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3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.