12 Settembre
Putin e l'exit che non c'è. Guerra, pace (e voto in Italia)
L'esercito dell'Ucraina riconquista territorio, i generali russi colti di sorpresa nel nord-est. Mito e realtà sulla mappa dell'Ucraina. Il conflitto è a un bivio? La Russia all'angolo è un problema esistenziale per il Cremlino. Elezioni sul rettilineo finale, il primo primo e unico dibattito non-televisivo tra Enrico Letta e Giorgia Meloni ha confermato chi guida e chi insegue
Che succede? La campagna elettorale volge al termine, i trend si stanno consolidando, il dibattito tra Enrico Letta e Giorgia Meloni ha confermato chi guida e chi insegue. L'Europa sta per entrare in una fase delicatissima della storia, l'Italia va al voto e nella storia della guerra in Ucraina avrà un peso perché il prossimo governo dovrà supportare (e sopportare) un conflitto che si sta avvitando. Questi sono gli appunti della giornata, focalizzata su due temi chiave, il resto è di nessuna importanza rispetto all'urgenza che richiama l'agenda. Facciamo il nostro punto nave, seguite il titolare di List.
01
Più di 200 giorni di guerra, nessuna via d'uscita
Siamo a più di 200 giorni di battaglia in Ucraina, sul piano dinamico il conflitto è una classica guerra d'attrito, uno scenario di logoramento che corrisponde al disegno di Vladimir Putin: arrivare all’inverno, girare il rubinetto del gas e vedere l’effetto che fa.
Un palazzo di Kharkiv dopo i bombardamenti (Foto Epa).Le guerre non hanno un andamento lineare, sono una corsa a tappe (e a strappi e ricuciture), alla battaglia segue la calma, la tregua, la ripresa degli scontri, le avanzate e le ritirate. La letteratura è sterminata, dalla battaglia di Maratona in avanti, abbiamo a disposizione cronache istruttive sull’inizio e la fine delle guerre. Non essendo mai stata una guerra-lampo (le allucinazioni collettive sul Blitzkrieg che non poteva esserci), siamo di fronte a uno scontro di media-lunga durata, siamo di fronte a un'opera in fieri. La guerra è in una fase di stop and go, non è alla fine, riserva molte sorprese.
02
La mappa della (ri)conquista tra mito e realtà
Come sempre, diamo un’occhiata a cosa accade sul terreno, ecco la mappa dell’Institute for the Study of War:
Le zone in celeste sono quelle della contro-offensiva...
Che succede? La campagna elettorale volge al termine, i trend si stanno consolidando, il dibattito tra Enrico Letta e Giorgia Meloni ha confermato chi guida e chi insegue. L'Europa sta per entrare in una fase delicatissima della storia, l'Italia va al voto e nella storia della guerra in Ucraina avrà un peso perché il prossimo governo dovrà supportare (e sopportare) un conflitto che si sta avvitando. Questi sono gli appunti della giornata, focalizzata su due temi chiave, il resto è di nessuna importanza rispetto all'urgenza che richiama l'agenda. Facciamo il nostro punto nave, seguite il titolare di List.
01
Più di 200 giorni di guerra, nessuna via d'uscita
Siamo a più di 200 giorni di battaglia in Ucraina, sul piano dinamico il conflitto è una classica guerra d'attrito, uno scenario di logoramento che corrisponde al disegno di Vladimir Putin: arrivare all’inverno, girare il rubinetto del gas e vedere l’effetto che fa.
Un palazzo di Kharkiv dopo i bombardamenti (Foto Epa).Le guerre non hanno un andamento lineare, sono una corsa a tappe (e a strappi e ricuciture), alla battaglia segue la calma, la tregua, la ripresa degli scontri, le avanzate e le ritirate. La letteratura è sterminata, dalla battaglia di Maratona in avanti, abbiamo a disposizione cronache istruttive sull’inizio e la fine delle guerre. Non essendo mai stata una guerra-lampo (le allucinazioni collettive sul Blitzkrieg che non poteva esserci), siamo di fronte a uno scontro di media-lunga durata, siamo di fronte a un'opera in fieri. La guerra è in una fase di stop and go, non è alla fine, riserva molte sorprese.
02
La mappa della (ri)conquista tra mito e realtà
Come sempre, diamo un’occhiata a cosa accade sul terreno, ecco la mappa dell’Institute for the Study of War:
Le zone in celeste sono quelle della contro-offensiva Ucraina. Il resto è sotto il controllo della Russia. Si può dichiarare che la guerra ha cambiato corso? No, l'esercito di Kiev ha avuto successo a nord-est, ha usato una migliore tattica di battaglia, ma i russi hanno un enorme territorio (è pari all'estensione dell'isola d'Inghilterra) in cui muoversi e dare battaglia. La domanda successiva è questa: Mosca vuole una guerra intensa? No, perché è costosa in termini umani ed economici, inutile ai fini politici. Putin mira chiaramente fin dall'inizio a una guerra in perenne stallo, dove il teatro dell'Ucraina è solo un elemento del gioco letale.
03
Generali colti di sorpresa e Putin senza exit
Il problema dell'uomo del Cremlino non è espandersi, ma tenere le posizioni. Non è riuscito a farlo nella regione di Kharkiv e questo impone alla Difesa russa un ripiegamento e una riorganizzazione. Il comando russo ha commesso un evidente errore di valutazione: gli ucraini sono ben armati, hanno un sistema anti-aereo, radar e droni che coprono lo spazio tridimensionale rendendo troppo rischiose le sortite dei jet di Mosca, usano i missili Himars per spezzare le linee e colpire con precisione le postazioni dei russi.
I generali di Mosca si sono fatti cogliere di sorpresa, l'offensiva è iniziata il 6 settembre con i colpi d'artiglieria nella città di Balakliya e dopo settimane in cui le truppe non si muovevano nello spazio di un chilometro, i soldati di Kiev si sono diretti verso Kupyansk mirando al controllo della strada e della ferrovia. Regola numero uno: neutralizzare le comunicazioni. Eseguito il colpo, quattro giorni dopo, il 10 settembre, Izyum è stata circondata e le forze russe hanno dovuto ripiegare ai confini della provincia di Kharkiv, in una linea difensiva sul fiume Oskil. Da qui, tutto è possibile: i russi devono mantenere la linea sul fiume, evitare che gli ucraini entrino nel Donbass, non permettere alle truppe di Kiev di puntare l'artiglieria al confine con Belgorod, in territorio russo. A Kiev hanno bisogno di una vittoria - qualunque essa sia - per dimostrare agli Stati Uniti che gli aiuti militari non sono vani, hanno sfondato una linea nemica e questo per ora basta.
La reazione più importante di Mosca è stata il bombardamento delle infrastrutture energetiche dell'Ucraina, i black out, Putin stacca la corrente a Kiev. Il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia fin dall'inizio della guerra fa parte di questo schema: mandare al buio il nemico, tagliare la rete dei rifornimenti di carburante, prima di tutto. E mettere al freddo l'Europa quando arriverà il primo gelo. L'Ucraina è un pezzo, non l'intera scacchiera. E l'escalation della guerra in queste condizioni sembra un passo inevitabile. Putin è comunque a un bivio, deve rispondere e deve decidere subito che fare. La Russia che perde la guerra. Fa venire i brividi. Viviamo tempi interessanti, forse troppo.
***
Cosa resta? La campagna elettorale. Siamo sul rettilineo.
04
Primo e unico dibattito. Giorgia guida, Enrico insegue
Primo e unico confronto non-televisivo tra Enrico Letta e Giorgia Meloni. Com'è andata?
Giorgia Meloni e sullo sfondo Enrico Letta (Foto Ansa).La legge sulla par condicio ha prodotto uno strabiliante risultato per la storia della televisione: l'unico confronto diretto tra i leader dei due maggiori partiti lo ha organizzato e trasmesso online il Corriere della Sera. Con il sudoku degli Azzeccagarbugli si arriva al silenzio in tv e naturalmente alla distruzione del servizio pubblico. E naturalmente il tentativo del domani sarà quello di mettere altri bavagli, stavolta sulla Rete. No, cari censori, la soluzione è quella di lasciar fare ai giornalisti il proprio mestiere, come ha fatto in maniera eccellente il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. Chi ha esperienza, sa esattamente cosa fare e come fare, sa le regole di un dibattito equilibrato, sa calibrare la regia, moderare senza invadere il campo, dare la possibilità agli italiani di farsi un'opinione e decidere cosa è meglio per il paese.
Letta e Meloni si sono misurati sulla distanza dei novanta minuti (siamo sempre una nazione nel pallone), con un format semplice, zero fronzoli, niente effetti speciali, pochi stacchi di regia fuori dai primi piani, il timer che scorre (2 minuti e 30 secondi per gli interventi e 1 minuto e 30 secondi per le repliche), il sottopancia con il simbolo e il nome di chi prende la parola, sfondo azzurro Italia, logo del Corriere, espressione rassicurante di Fontana e vai con la sfida tra i leader dei due partiti che corrono per il podio.
Enrico non sorride mai, camicia bianca, cravatta scura, elegante, ma... ingessatissimo. Qualcuno avrebbe dovuto dirgli che un guizzo di brio in una dibattito elettorale in video fa la differenza tra una vittoria e una sconfitta. Ma la campagna dem è diventata allegra solo su Twitter, grazie ai meme del giochino di qua o di là, quel nero e rosso che ha schiacciato tutto il messaggio del Pd a qui stanno i buoni e dall'altra parte attenti ai cattivi.
E infatti... la differenza è rimasta e s'è vista.
Meloni si è presentata in scena con i capelli raccolti, camicetta color turchese (che fa molto Tiffany), pronta alla battuta, ironica, punzecchiante con grazia, mai sopra le righe, ma pronta a non farsi sfuggire ogni incertezza dell'avversario. Sì è ben preparata all'appuntamento, sapeva dove avrebbe provato a toccare le corde Letta e aveva già risposta e alternativa, frecce pronte nella faretra. La politica si fa studiando l'avversario e prevedendone le mosse.
Con queste premesse scenografiche, la faccenda ha subito preso una certa piega. Quale?
05
I diritti, il presidenzialismo, la Francia e Max
Il confronto si è svolto con la dinamica di un soggetto in fuga inesorabile (Meloni) e di un inseguitore perenne (Letta). La leader di Fratelli d'Italia è apparsa a suo agio nel gioco delle risposte, di dritto e di rovescio ha sempre messo la palla dentro il campo, non si è mai scomposta, ha mostrato di conoscere i dossier di governo e ha illustrato il suo programma senza ansia, con la calma che si impone a chi sa di essere a un passo da un risultato storico. Lei, un angioletto, lo ha fatto girare a vuoto e ogni tanto, zac. È in netto vantaggio, non ha bisogno di fare l'acrobata elettorale.
Tra i due sfidanti, doveva essere Letta a mordere di più (per l'urgenza di scuotere l'albero e vedere se casca a terra qualche frutto, i voti), ma il segretario del Pd è apparso... sdentato, non è uscito dal copione dell'allarme democratico (che in studio ha dovuto stemperare per non apparire 'tracimante' e quindi alla fine l'argomento retorico usato in lungo e in largo s'è sgonfiato in diretta), sì, il suo progressismo è emerso nettamente sul modello sociale e istituzionale, sul paese come lo immagina il Partito democratico, in pratica ha difeso lo status quo parlamentare, ha spiccato un no secco al presidenzialismo, ha mosso una critica radicale perfino al sistema francese (che annullerebbe il Parlamento, cosa tra l'altro sbagliata, l'Assemblea nazionale conta, eccome). Meloni lo ha messo di fronte alla storia del suo partito con perfidia sottile: "Abbiamo avanzato la proposta di semi-presidenzialismo alla francese perché uscita dalla Bicamerale D'Alema e quindi quella sulla quale ci può essere la più facile soluzione ma non mi impicco sul modello. Voglio una democrazia più efficiente, il punto è se si è disposti o no a dialogare. Loro le riforme le fanno a maggioranza ma se non sono d'accordo loro non si fanno". Il fantasma di Max è in scena.
La carta di Letta è quella dei valori, il lato tutto in progress, alto e nobile, perfetto in centro, con qualche problema fuori dalle mura d'alto censo, da mettere alla prova del consenso (e del buonsenso) in un Paese che in ogni caso è ben più avanzato di quel che riescono a immaginare i laicisti di partito. Gli italiani ben prima del Pd (e grazie a Marco Pannella, un gigante) hanno messo nelle mani dello Stato (cioè le proprie e senza buoncostume democratica tra le lenzuola) quello che voleva tenersi la Chiesa e si era fatto incontenibile. Si sono dati il divorzio, la legge sull'aborto, amministratori gay, parlamentari lesbiche, pornostar, amorazzi irregolari e regolarissimi fuori e dentro il matrimonio, un po' di varia umanità, senza grandi turbamenti, annamo. Nel paese della Dolce Vita, con un Federico Fellini pre-visionario, intriso di realismo magico e sensuale, giocoliere di una fantasia da circo con l'happy end dello spogliarello finale di Nadia Grey nella villa a Fregene, ma figuriamoci. Ampia letteratura, film, dejà vu di gran classe, altro che l'ultima mostra del Cinema di Venezia, messa al tappeto dagli influencer sul red carpet. Musica, Ivano Fossati, 'Il bacio sulla bocca': "Ti sembra tutto visto tutto già fatto / tutto quell'avvenire già avvenuto / scritto, corretto e interpretato / da altri meglio che da te".
Fase onirica, il dibattito dov'è? Rieccolo. In Italia la parola 'conservatore' evoca a sinistra un mondo di cavernicoli, illetterati che si nutrono di film con Bombolo, così Letta casca regolarmente nello stereotipo. Giorgia Meloni non fa un plissé, il passaggio proto-moralista, con la superiorità antropologica incorporata, è atteso. Dunque "Dio, Patria, Famiglia" è "un motto mazziniano" e poi quando il segretario del Pd usa la parola "amore" con un (in)volontario tocco di veltronismo per sostenere le adozioni gay, la leader di Fratelli d'Italia lo spiazza a sinistra mettendo Ragione e Sentimento (senza Jane Austen, che pubblicò il romanzo anonimo nel 1811) sul terreno della legge, lo Stato: "Non si possono fare così i confronti, dai su... che c'entra l'amore, lo Stato non norma l'amore", chiosa Meloni ricordando come le leggi puntino a tutelare i bimbi e dare loro il meglio, anche in termini di capacità di reddito di chi adotta. Lo Stato, l'Amore. L'idea di sfornare leggi su tutto è reazione pavloviana, che poi, in fondo, era quello che fece il Conte in tuta da virologo quando si arrogò il potere di regolare le 'relazioni stabili' e le altre fughe durante la pandemia. Tutto dimenticato, tutto perdonato.
06
Ambientalismo (im)mobile. "L'elettrico ti ha lasciato a piedi..."
Altro? Ah, l'ambiente, perbacco, tema divisivo, si sa. Quando Letta ha detto che "sull'ambiente la posizione della destra è negazionista, è come quella di Bolsonaro" (il folletto carioca che a sinistra alternano in scena con lo spaventapasseri di Budapest, Viktor Orban, anche a sproposito, vedere alla voce tetto al prezzo del gas, il cui principale avversario ora si chiama Germania), Meloni ha scoccato una battuta: "Puntare sull'elettrico non è una cosa intelligente, perché vuole dire mettersi in mano alla Cina e intanto perché t'ha lasciato a piedi...". Il pullman! O il furgone? Boh, in ogni caso Letta ha subito la scossa e provato a recuperare l'energia perduta: "Non mi ha lasciato a piedi abbiamo tre mezzi che vengono usati in modo alternativo. Quindi è una fake news del tuo sistema mediatico". Tre mezzi, per non inquinare. Chiuso il capitolo locomozione alternativa e motore fermo, cariche energetiche vere o immaginarie, Meloni dà prova di avere lo spirito giusto per tenere la scena: "Il livello di aggressività verso di me in questa campagna elettorale è tale che ho dovuto sviluppare un controllo che alla fine posso fare il monaco tibetano, ma poi come è possibile essere presentata contemporaneamente come fascista e draghiana? Qui riusciamo a passare dall'insulto all'inciucio ma io non sono fatta così".
A Enrico resta l'economia, ma qui è durissima, perché Giorgia conferma la linea della prudenza e confina Letta a dire che le posizioni dei due sono coincidenti sullo scostamento di bilancio (contro) e sul ruolo dell'Unione europea nell'emergenza energetica. Differenze? Sono emerse sul Pnrr (che Letta considera immutabile e Meloni invece chiede di cambiare alla luce dello shock energetico) e sul ruolo di Draghi perché Letta ne fa la bussola (e non si capisce perché, dovrebbe puntare su un suo programma e non su un'agenda altrui che tra l'altro non è codificata). Certezza lettiana per il domani: "Un governo con Fratelli d'Italia? Non è possibile". No, non è possibile. E solo uno dei contendenti resterà in piedi dopo il 25 settembre. Sarà donna.
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proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.