29 Maggio

Quando ci siamo separati dalla realtà

Le imprese non trovano lavoratori. Non è solo un problema di sussidi e incentivi, politiche dei governi e delle banche centrali, ma di crisi della cultura occidentale. Gli ultimi tre anni sono stati un cambio di scenario veloce e profondo, uno shock. È in atto una separazione tra ideali e lavoro, vita e mestiere, passione e necessità. L’Occidente ha cambiato la sua mappa, ha dirottato nel ‘resto del mondo’ la manifattura, fino a immaginare la ‘fine del lavoro’, l’utopia

L’economia italiana dopo la crisi pandemica è ripartita bene, nonostante la guerra in Ucraina le imprese mostrano fiducia, i dati sul mercato del lavoro a marzo sono buoni, la disoccupazione è scesa ai livelli del 2010 (+8,3%), il numero di occupati ha superato i 23 milioni di persone, l’export italiano vola a livelli record. Tutto bene? No, perché c’è lavoro, ma non ci sono lavoratori. In Italia secondo i dati Istat ci sono oltre 2 milioni di disoccupati e quasi 13 milioni di inattivi, persone che non cercano lavoro. Ma le imprese faticano a trovare dipendenti. Non riguarda solo i lavori più qualificati - il tema della distanza tra istruzione e impresa - è un problema diffuso nell’intera catena della produzione.

Coltivare la Vigna del Signore. E piantare una quercia. Per ricordare gli anni, custodire la memoria.

Com’è possibile? Una delle risposte più facili sta nel dire - e ci sono ottime ragioni per farlo - che il reddito di cittadinanza è un disincentivo a cercare un lavoro, che tanti  hanno trovato una sorta di ‘win for life’ con un sistema che permette di prelevare dal bancomat dello Stato (cioè da chi lavora e paga le tasse) una quota di ‘cash’ che poi viene integrata da una quota di ‘nero’ o da altro ‘welfare’ proveniente da un sistema immenso di pensioni, indennità, bonus, la voragine del bilancio pubblico che diventa immediatamente privato. Questa politica è stata innescata dall’emergenza, dalla crisi del capitalismo, dall’avidità di cui il Gordon Gekko di Oliver Stone è stato il simbolo nel film Wall Street (1987). Ma quando il provvisorio diventa permanente e lo Stato d’eccezione passa come la regola, è chiaro che questo sistema è un modo per catturare consenso, docili voti che vengono richiamati all’ordine quando ci sono le elezioni.

L'arte di costruire a...

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