13 Gennaio
Quelli che in Libia fanno guerra e (forse) pace
Il premier libico Serraj e il generale Haftar da Putin a Mosca per un accordo che non c'è, i due rifiutano di incontrarsi, Haftar non firma e tutto è rinviato. Lavrov: progressi, ma serve più tempo. Il presidente russo e Erdogan sono gli attori principali in un paese dove si sono rovesciati i rapporti di forza. Nissan prepara le carte del divorzio dalla Renault, la voiture di Macron ha un problema in Giappone. Il sottosopra sulla Luna
Chi apparecchia la pace in Libia? Chi è sul terreno con gli stivali dei soldati, quindi Erdogan e Putin. Con buona pace del governo italiano che cerca di far credere agli ingenui di aver trovato a Roma la soluzione che invece in queste ore è a Mosca, alla corte di Vladimir Putin, dove il premier libico Serraj e il generale Haftar stanno discutendo con il presidente della Russia il piano della pace che sarà poi oggetto della conferenza di Berlino prevista per il 19 gennaio prossimo. Che piano? Per ora non c'è l'accordo, Haftar non ha firmato, la ruggine tra lui e Serraj è spessa e corrosiva, il ministro degli Esteri della Russia, Serghei Lavrov, dice che "Haftar ha chiesto più tempo". E il piano quale sarebbe? Ne ha svelato i punti principali Al Arabiya, ma siamo su un terreno friabile, può cambiare tutto.
01
Un piano (forse): ritiro di tutti, sicurezza di gas e petrolio a Haftar
Prima di tutto, facciamo una premessa di realtà, siamo di fronte alla politica libica, quanto di più incerto, instabile, ingannevole c'è sulla faccia della Terra. Dunque finché i due non firmano, si stringono la mano, tornano in Libia in pace e si ritirano, tutto questo è un esercizio virtuale. Per ora siamo al non trascurabile fatto che Serraj e Haftar proprio non si sopportano e non si vogliono incontrare. Nessuno inoltre sembra disposto a far arretrare le truppe di un solo millimetro. Con queste premesse si fa la guerra, non la pace. Vedremo l'esito a breve, per ora contano le parole di Serghi Lavrov, l'uomo della diplomazia di Putin: i colloqui di Mosca sul cessate il fuoco il Libia hanno registrato dei "progressi" ma il generale Haftar ha chiesto più tempo, per studiare la bozza di accordo su una tregua, che valuta comunque "in...
Chi apparecchia la pace in Libia? Chi è sul terreno con gli stivali dei soldati, quindi Erdogan e Putin. Con buona pace del governo italiano che cerca di far credere agli ingenui di aver trovato a Roma la soluzione che invece in queste ore è a Mosca, alla corte di Vladimir Putin, dove il premier libico Serraj e il generale Haftar stanno discutendo con il presidente della Russia il piano della pace che sarà poi oggetto della conferenza di Berlino prevista per il 19 gennaio prossimo. Che piano? Per ora non c'è l'accordo, Haftar non ha firmato, la ruggine tra lui e Serraj è spessa e corrosiva, il ministro degli Esteri della Russia, Serghei Lavrov, dice che "Haftar ha chiesto più tempo". E il piano quale sarebbe? Ne ha svelato i punti principali Al Arabiya, ma siamo su un terreno friabile, può cambiare tutto.
01
Un piano (forse): ritiro di tutti, sicurezza di gas e petrolio a Haftar
Prima di tutto, facciamo una premessa di realtà, siamo di fronte alla politica libica, quanto di più incerto, instabile, ingannevole c'è sulla faccia della Terra. Dunque finché i due non firmano, si stringono la mano, tornano in Libia in pace e si ritirano, tutto questo è un esercizio virtuale. Per ora siamo al non trascurabile fatto che Serraj e Haftar proprio non si sopportano e non si vogliono incontrare. Nessuno inoltre sembra disposto a far arretrare le truppe di un solo millimetro. Con queste premesse si fa la guerra, non la pace. Vedremo l'esito a breve, per ora contano le parole di Serghi Lavrov, l'uomo della diplomazia di Putin: i colloqui di Mosca sul cessate il fuoco il Libia hanno registrato dei "progressi" ma il generale Haftar ha chiesto più tempo, per studiare la bozza di accordo su una tregua, che valuta comunque "in modo positivo". Il documento per ora ha la firma solo di Serraj, il premier del governo appoggiato dall'Onu. Secondo Mosca "Haftar ha giudicato positivamente il documento, ma ha bisogno di più tempo". Siamo in attesa con il taccuino squadernato.
Noi da cosa partiamo? Da questa mappa che i lettori di List conoscono:
La partita è quella del Mediterraneo Orientale, la mappa è la posta in gioco titanica, le risorse energetiche e il controllo strategico di un'area chiave per la pace (e la guerra) nel Vicino Oriente. Ecco i punti dell'accordo in discussione a Mosca tra Serraj e Haftar secondo Al Arabiya :
1) Sospensione dell'intervento turco;
2) Cessate il fuoco supervisionato dalla Russia e dalle Nazioni Unite,
3) Ritiro incondizionato delle forze sul campo;
3) Missione antiterrorismo affidata all'Esercito nazionale libico;
4) Consegna delle armi da parte di alcune milizie (punto delicatissimo, mai portato a termine dalla caduta del Colonnello Gheddafi);
5) L'esercito di Haftar avrà il compito dell'anti-terrorismo e della protezione delle infrastrutture del petrolio e del gas.
Chi ha vinto? Bisogna fare un'altra domanda: chi controllerebbe l'energia in base all'accordo? Risposta: il generale Haftar. Eppure non firma. Perché? Dovrebbe abbandonare il territorio conquistato a colpi di cannone ed evidentemente non si fida dei suoi interlocutori. Sullo sfondo, alla fine i vincitori sono altri due soggetti: il presidente della Turchia, Erdogan, e quello della Russia, Putin. Hanno puntato i fucili, sostenuto le fazioni, scommesso sulla guerra e ora vincono la pace, quando e se ci sarà. In cosa si traduce la loro vittoria di domani? Influenza sul Mediterraneo, energia, controllo del campo militare, un tempo terreno di Stati Uniti, Francia e Regno Unito, e Italia. Oggi tutto questo non ci sarà più, la missione diventa quella di difendere l'esistente, l'espansione è finita.
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E l'Italia? Si è mossa male e troppo tardi su un terreno che poteva essere favorevole. Il premier Conte ha provato a fare Putin senza neppure essere un qualsiasi Mariano Rumor, il risultato è stato il fiasco di qualche giorno fa quando Serraj gli ha dato "buca", facendo proseguire il suo aereo da Bruxelles a Tripoli, mentre Conte prendeva il the con Haftar a Palazzo Chigi e già accarezzava l'idea di farsi scattare un selfie da Casalino con i due signori della guerra libica. Tutto quello che viene dopo (i viaggi e gli incontri di oggi del premier e del ministro degli Esteri, il primo in Turchia e poi al Cairo, il secondo a Tunisi), purtroppo è poco più che scenografia e fa parte di una sfida tra l'ego di Conte e quello di Di Maio, una zuffa per il controllo del Movimento Cinque Stelle (quel che ne resterà). Lilliput al confronto era un regno di giganti.
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Giganti? Sono nel settore globale dell'automobile. La voiture di Macron ha un problema in Giappone.
02
Il caso Ghosn e l'autoscontro tra Francia e Giappone
Prima pagina del Financial Times: Nissan sta accelerando i piani segreti per un potenziale divorzio da Renault. Gong. Quello asiatico. Abbiamo sempre raccontato il caso di Carlos Ghosn (qui sopra, nella foto Ansaa) come un grande intrigo geopolitico, una storia che con la sua fuga dalla detenzione a Tokyo alla libertà a Beirut ora è diventata un grande thriller. Vent'anni fa la Francia e il Giappone siglarono l'alleanza tra Renault e Nissan, Ghosn la tenne insieme, ma proprio la sua presenza (ieri) e la sua assenza (oggi) sono la ragione del big bang. Per sapere, per capire, dobbiamo salire sulla macchina del tempo di List.
23 novembre 2018. Il caso Ghosn sta bruciando, un vasto incendio nel settore dell'automobile, il manager è stato licenziato da 24 ore, la Francia e il Giappone sono arrivati allo scontro aperto e su List disponiamo così i pezzi sulla scacchiera.
Carlos Ghosn, il numero uno di Renault e Nissan accusato in Giappone di aver evaso il fisco e utilizzato i fondi dell'azienda nipponica per comprare e ristrutturare le sue case di lusso in varie località è stato licenziato ieri dal cda di Nissan. Anche Mitsubishi si appresta a fare altrettanto la prossima settimana. Il manager è detenuto a Tokyo, la sua carcerazione è stata allungata e finora non è stato possibile registrare alcuna sua reazione. La giustizia giapponese nelle fasi iniziali dei procedimenti è a dir poco severa e rigorsa. È in carcere anche un altro consigliere del cda di Nissan, Greg Kelly, anch'egli licenziato dall'azienda.
Il manager non aveva certo problemi di reddito, nel 2017 ha incassato i seguenti compensi: 8.44 milioni di dollari da Renault, 6.5 milioni da Nissan e 2 milioni da Mitsubishi, totale 17 milioni di dollari. Ma questo evidentemente non gli era sufficiente per mandare avanti il suo lussuoso train de vie.
Fin qui, il plot giudiziario, la storia dell'individuo. Ma quello che è più interessante e sta emergendo alla luce del sole è il plot finanziario e industriale che si cela dietro l'alleanza tra Nissan e Renault. I francesi temevano una "nissanizzazione" dell'azienda, un colpo di mano del Giappone sull'industria automobilistica francese, mentre a loro volta i giapponesi non sopportavano la presenza del socio straniero. Un'alleanza sulla carta, una battaglia nella realtà quotidiana. Coincidenza, mentre Ghosn lavorava alla fusione delle due aziende, improvvisamente è arrivato l'arresto. Chi ha fatto scattare l'inchiesta interna di Nissan sulle attività illecite di Ghosn?
Macron per ora ha messo un cerotto al problema: non ha ancora sostituito formalmente Ghosn - in attesa di chiarimenti da Tokyo - al vertice dell'azienda ha messo una coppia di amministratori e il futuro si vedrà. D'altronde, ha un problema in carreggiata che rischia di farlo andare fuori strada alle elezioni europee. Macron vede giallo.
03
Les jeux sont faits, rien ne va plus
26 aprile 2019. Qualche mese dopo, la fusione tra Nissan e Renault subisce lo stop nipponico. Su List diamo un aggiornamento e una proiezione ulteriore. Les jeux sont faits, rien ne va plus .
Avevamo scritto molto tempo fa che dietro l'arresto in Giappone di Carlos Ghosn, l'ex numero uno di Renault e Nissan, c'era probabilmente una storia ben più grande rispetto al caso di un manager affetto da bulimia monetaria e inarrestabile eccesso da bon vivant. Ghosn è finito in prigione e poi ne è uscito pagando varie cauzioni, la sua vicenda è quella di un pezzo da novanta dell'industria dell'automobile che entra in rotta di collisione con la liturgia delle aziende giapponesi (e l'implacabile magistratura di Tokyo). Ma guardando più in là si vedevano dietro le quinte le ombre di una storia più grande, quella della fusione tra il colosso dell'auto francese, la Renault, e uno dei marchi storici dell'industria nipponica, la Nissan. Nessuno a Tokyo digeriva i piani di Ghosn, la francesizzazione dell'automobile giapponese, mon dieu. Nel paese del Sol Levante se c'è una grandeur è quella dell'ex impero e prima di arrivare a chiudere un affare simile - cedere un pezzo di un'industria strategica allo straniero - bisogna incontrare un'altra cultura, non è una questione di catena di montaggio, ma di forma mentis.
L'acuto in questa storia è arrivato oggi: Nissan e il governo giapponese hanno detto alla Renault che no, la fusione non si fa. I francesi vogliono fare un'azienda fifty fifty con un consiglio d'amministrazione paritario. Renault ha il 43 per cento di Nissan che a sua volta ha il 15 per cento del gruppo francese. È un incrocio che funziona se si parla la stessa lingua, ma non se si scontrano due mondi lontanissimi. Rompono? È difficile, la collaborazione tra Nissan e Renault va avanti da vent'anni, a Parigi dipendono dai profitti generati dalla casa di Tokyo (che però è sotto pressione), l'integrazione nella produzione è già attiva. Sul tavolo ci sono i temi soliti delle fusioni: chi chiude cosa per recuperare efficienza, chi licenzia chi e come e soprattutto una domanda: chi comanda?
04
Preparare le carte del divorzio
Oggi, 12 gennaio 2020. Chi comanda? È la risposta alla domanda che rende il difficile (la separazione) un piano possibile. Nissan prepara le carte per il divorzio. La strada della separazione passa attraverso una divisione delle strategie, della produzione, della ricerca, della commercializzazione. Se volete capire come si gioca la partita nell'industria contemporanea che si catapulta nel futuro dovete seguire il settore dell'automobile, dentro c'è tutto quello che serve, il terreno di battaglia di Sun Tzu.
Il titolo della Renault quotato a Parigi mentre scriviamo questa nota perde il 2,7 per cento, dopo esser sceso fino al 3,9 per cento. La rottura dell'alleanza con Nissan per i francesi impatterebbe sulla ricerca e sviluppo dell'elettrico e sull'espansione nel mercato asiatico.
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Asia? Tirate un grande respiro. E occhio ai polmoni.
05
Il virus polmonare cinese è arrivato in Thailandia (via Wuhan)
Tutto quello che produce la Cina più o meno (in)volontariamente diventa un caso da studiare. Un nuovo virus polmonare appartenente alla famiglia della Sars, ha provocato finora 41 casi contagio e un morto in Cina. Fino a ieri sembrava essere circoscritto ai frequentatori di un mercato del pesce nella città di Wuhan, ma oggi l'Organizzazione mondiale della Sanità in un comunicato ha rivelato che in Thailandia è stato registrato il primo caso del nuovo virus polmonare: il soggetto colpito è un turista cinese giunto da pochi giorni in Thailandia. Da dove proveniva? Da Wuhan. Che fare? Né sottovalutare né enfatizzare, guardare i dati e prepararsi.
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Ci sono novità dall'Iran? Facciamo un punto rapido e un recap.
06
Feriti in piazza, propaganda dei pasdaran contro Trump
In Iran il vero e il falso sono lo stesso cocktail. Un regime vero che si dedica parecchio alla fiction.
Il vero. Secondo Al Arabiya ieri in tarda serata durante le manifestazioni a Teheran diverse persone sono state ferite dalla polizia. Uno dei video mostra una donna ferita, colpita dalle forze di sicurezza, secondo l'attivista iraniana Masih Alinejad, che ha postato il filmato su Twitter.
Il falso. Un video della propaganda, un commando iraniano che in gita a Washington attacca il Campidoglio e la Casa Bianca e naturalmente termina la sua allegra scampagnata da bravi ragazzi uccidendo il presidente Donald Trump. La notizia l'ha data sempre Al Arabiya che dice che il video gira su un canale Telegram vicino ai pasdaran. Brava gente, d'altronde il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha ribadito che "è giunta l'0ra di unire le forze per vendicare Soleimani". Bisogna prenderli sul serio, perché aspirano a far diventare la fiction un fatto reale.
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Nel frattempo, la Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, tesse la trama per tenere in piedi il regime che non è mai stato così in crisi. Per andare avanti servono alleanze, uno scudo nel Golfo.
07
Khamenei cerca alleati, la piazza chiede la sua fine
Studenti ancora in strada a Teheran e in altre città, altissima tensione in Piazza Azadi, slogan contro la guida suprema, il regime iraniano è in crisi. Trump: non uccidete i manifestanti. Lettera dell'Europa: stop al nucleare senza limiti. Separare il popolo dalla nomenclatura, e poi? Manuale della rivoluzione
Piazza Azadi, Teheran, annotate questo luogo sul taccuino, sarà uno dei nomi che la storia dell'Iran ricorderà come centro della protesta del popolo iraniano nel 2020. Piazza Azadi mentre scriviamo è piena di manifestanti, le forze della polizia non riescono a contenerla, vengono sparati gas lacrimogeni, mentre la folla grida "morte al dittatore" e "non vogliamo il regime dei Guardiani della Rivoluzione". Chiedono la testa di Khamenei, la guida suprema dell'Iran. E lui che fa? Continua a leggere l'articolo su List.
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Basta, troppo grave la situazione, ci serve una dimensione in assenza di gravità, lieve e sognante. No, non è l'effetto del Gin Martini (che più tardi ci sarà), volare aiuta a vedere meglio le cose terrene. Allacciate le cinture.
08
La storia sottosopra sulla Luna
Viviamo tra il visibile e l'invisibile, ma c'è spazio per il miracolo, l'epifania, l'incontro ravvicinato e insieme remoto in una dimensione diversa, altissima, dove la "traiettoria è potenzialmente caotica ". Vale la pena di fare il viaggio e rischiare l'esplorazione. C'è una luna crescente nell'orizzonte:
La Luna, polverosa, tutta sassi e crateri, così "conosciuta" da esser stata abbandonata, così misteriosa da essere riscoperta. "Sorella Luna", quanto fascino emana, quante imprese ha battezzato. Su Apple Tv stiamo guardando "For All Mankind". Una corsa allo spazio con un inizio che non ti aspetti, spiazzante, l'Unione Sovietica fa sbarcare il primo uomo sulla Luna:
Enrico Fermi disse che qualche volta è meglio arrivare secondi. E certo, sì, aveva ragione, arrivare primi spesso significa essere incompresi o scoprire cose che poi ti presentano dilemmi filosofici che valgono una vita o milioni di vite. Ma in questo caso arrivare secondi era una sconfitta. O no? Vedere i personaggi dello sbarco sulla Luna alle prese con un sottosopra della storia è un esperimento interessante (forse troppo). Se fosse andata... diversamente... cosa sarebbe successo? C'è chi pensa che in fondo la nostra vita sia frutto di un disegno di un'intelligenza superiore che combina serie infinite di dati, una sorta di mondo-matrix dove siamo immersi senza averne coscienza. Nota sul taccuino: il problema non è chi lo pensa, ma chi ci crede.
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sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.