12 Gennaio
Raffinare le idee. La decisione di Meloni sui carburanti è giusta
Il premier ha confermato lo stop agli sconti fiscali sui carburanti, una decisione corretta in un mare di polemiche sbagliate. Le ottime ragioni di Meloni, gli errori dei suoi critici (anche della maggioranza). La Spagna dal 1° gennaio ha fermato le agevolazioni e l'Europa ne chiede la fine. Gli europeisti dimenticano ciò che raccomanda l'Ue. E soprattutto quello che sta dicendo l'economia. Appunti realisti contro il carburante populista
Che succede? C'è un paese che ha una leadership politica forte, quella di Giorgia Meloni, ma ha ancora - e purtroppo per lungo tempo sarà così - delle élite irresponsabili che fanno giochi d'illusionismo. La vicenda del prezzo dei carburanti è esemplare: finito il periodo dello sconto, il prezzo di benzina e diesel è salito esattamente della quota delle accise. È stata una scelta, giusta, responsabile, equa. Lo sconto fiscale era temporaneo, in Europa i governi stanno facendo questa scelta, si tratta di un provvedimento che punta a destinare gli aiuti ai più deboli, sussidi selettivi e efficaci, non provvedimenti generalizzati che de facto sono un vantaggio per chi ha redditi alti. Un esempio su tutti, la Spagna a guida socialista: dal 1° gennaio 2023 lo sconto di 0,20 centesimi al litro su benzina e gasolio è stato abolito, era in vigore dalla scorsa primavera, una misura temporanea. Questa è la corretta impostazione, la raccomandazione dell'Unione europea. Vediamo nel dettaglio cosa ha fatto il governo di Pedro Sanchez.
La Spagna da inizio anno ha eliminato gli sconti sui carburanti, mantenendoli solo per i professionisti, e, come in Italia, il taglio delle accise ha portato in questi giorni a un forte rialzo dei prezzi della benzina e del gasolio, di quasi il 17% e di oltre il 15%. In un Consiglio dei ministri di fine anno (il 27 dicembre) il governo Sanchez ha deciso di porre fine già dal 1 gennaio 2023 allo sconto di 0,20 centesimi al litro su benzina e diesel. Lo sconto viene mantenuto solo per i professionisti, ovvero trasportatori, agricoltori, compagnie di navigazione e pescatori per altri tre mesi. In un nuovo pacchetto di aiuti da 10 miliardi, il governo spagnolo guidato da Pedro Sánchez, ha invece mantenuto la riduzione del 30% del trasporto pubblico a patto che le comunità autonome la...
Che succede? C'è un paese che ha una leadership politica forte, quella di Giorgia Meloni, ma ha ancora - e purtroppo per lungo tempo sarà così - delle élite irresponsabili che fanno giochi d'illusionismo. La vicenda del prezzo dei carburanti è esemplare: finito il periodo dello sconto, il prezzo di benzina e diesel è salito esattamente della quota delle accise. È stata una scelta, giusta, responsabile, equa. Lo sconto fiscale era temporaneo, in Europa i governi stanno facendo questa scelta, si tratta di un provvedimento che punta a destinare gli aiuti ai più deboli, sussidi selettivi e efficaci, non provvedimenti generalizzati che de facto sono un vantaggio per chi ha redditi alti. Un esempio su tutti, la Spagna a guida socialista: dal 1° gennaio 2023 lo sconto di 0,20 centesimi al litro su benzina e gasolio è stato abolito, era in vigore dalla scorsa primavera, una misura temporanea. Questa è la corretta impostazione, la raccomandazione dell'Unione europea. Vediamo nel dettaglio cosa ha fatto il governo di Pedro Sanchez.
La Spagna da inizio anno ha eliminato gli sconti sui carburanti, mantenendoli solo per i professionisti, e, come in Italia, il taglio delle accise ha portato in questi giorni a un forte rialzo dei prezzi della benzina e del gasolio, di quasi il 17% e di oltre il 15%. In un Consiglio dei ministri di fine anno (il 27 dicembre) il governo Sanchez ha deciso di porre fine già dal 1 gennaio 2023 allo sconto di 0,20 centesimi al litro su benzina e diesel. Lo sconto viene mantenuto solo per i professionisti, ovvero trasportatori, agricoltori, compagnie di navigazione e pescatori per altri tre mesi. In un nuovo pacchetto di aiuti da 10 miliardi, il governo spagnolo guidato da Pedro Sánchez, ha invece mantenuto la riduzione del 30% del trasporto pubblico a patto che le comunità autonome la aumentino al 50%. Sánchez ha giustificato questa decisione di eliminare lo sconto con "l'evoluzione favorevole del prezzo medio della benzina". La riduzione era stata introdotta la scorsa primavera e aveva permesso in questi mesi di tenere a bada i prezzi molto alti dei carburanti, cresciuti a seguito della guerra in Ucraina. Il costo di questa misura per i primi tre mesi di applicazione è stato stimato in 1,423 miliardi di euro, il che significa che per i nove mesi complessivi ammonta a più di 4 miliardi di euro, uno dei motivi principali per cui si è deciso di eliminarla, oltre alla sua natura regressiva, poiché si applica a tutti allo stesso modo, indipendentemente dal reddito. Nel dettaglio lo sconto per i settori ancora sotto agevolazione sarà versato alla fine di ogni mese fino al 31 marzo 2023 per gli autotrasportatori che già beneficiano del diesel commerciale. Gli agricoltori riceveranno aiuti diretti fino a 20 centesimi al litro, per i quali sarà rimborsata l'imposta speciale sugli idrocarburi, per un costo complessivo di 240 milioni di euro. Poi altri 120 milioni di euro di aiuti diretti saranno concessi ai pescatori per aiutarli a far fronte al prezzo del carburante. Infine viene istituito un sistema di aiuti diretti per le aziende e i lavoratori autonomi che non beneficiano del rimborso del gasolio commerciale. I beneficiari devono presentare la domanda all'Agenzia statale per l'amministrazione fiscale tra il 1° febbraio e il 31 marzo 2023; una volta approvato, l'aiuto sarà erogato in un'unica soluzione.
L'altra base per non rinnovare il taglio delle accise è in un documento ufficiale dell'Unione europea, una decisione del 6 aprile 2022, documento che gli europeisti di casa nostra sembrano aver completamente dimenticato. Cosa dice? Il taglio delle accise sui carburanti per l'Ue fa parte dei sussidi alle fonti fossili che, per perseguire gli obiettivi climatici, devono essere eliminati nel tempo. È quanto emerge da una decisione del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 aprile del 2022 relativa a un programma generale di azione dell'Unione per l'ambiente fino al 2030. Nel provvedimento si scrive di "rafforzare gli incentivi a favore dell’ambiente nonché eliminare gradualmente e senza ritardo i sussidi nocivi per l’ambiente, in particolare i sussidi per i combustibili fossili, a livello dell’Unione, nazionale, regionale e locale, in particolare mediante diverse azioni. Tra queste: a) un quadro vincolante dell’Unione per monitorare e riferire in merito ai progressi compiuti dagli Stati membri nell’eliminazione graduale dei sussidi per i combustibili fossili sulla base di una metodologia concordata; b) la fissazione di un termine per l’eliminazione graduale dei sussidi per i combustibili fossili, in linea con l’ambizione di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C; c) una metodologia che sia elaborata dalla Commissione, in consultazione con gli Stati membri, entro il 2023, per individuare altri sussidi nocivi per l’ambiente; sulla base di tale metodologia, gli Stati membri individuano altri sussidi nocivi per l’ambiente e riferiscono periodicamente alla Commissione in merito ad essi, consentendo a quest’ultima di presentare una relazione sul livello e sul tipo di sussidio nell’Unione e sui progressi compiuti nella loro graduale eliminazione.
Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (Foto Ansa).La decisione del presidente del Consiglio, come vediamo, nasce da una valutazione dello scenario che si basa su una serie di fattori. Che cosa è questo? Un metodo selettivo di applicazione delle misure di contrasto alla crisi (che si declina in più elementi a cui bisogna dare risposte diverse: inflazione, produzione, reddito, disoccupazione, etc.), si cerca di rendere efficace ciò che utilizzato in maniera estesa non solo mancherebbe l'obiettivo, ma finirebbe per danneggiare i conti e favorire i redditi più alti che possono meglio sopportare il cambio di scena in corso. Giorgia Meloni ha fatto la scelta giusta, in sintonia con le linee guida europee (e il Pd oggi dice il contrario, stupefacente ma non troppo, vista la crisi di identità in cui è sprofondato il partito dopo il voto, segno che l'unico collante, ciò che ne ha nascosto il logoramento, per tanto tempo è stato il potere), ma viviamo tempi in cui ragione e logica (le qualità che servono per governare una nazione) sono disprezzati dai demagoghi che strepitano sui social media e poi o perdono direttamente le elezioni o cascano quando arrivano al governo per una strambata improvvisa dell'opinione pubblica. Obiezione: Meloni in passato era contro le accise sui carburanti! È vero (chi non lo è?), ma perfino quando era all'opposizione disse che bisognava "progressivamente" abolirle. Banchi di scuola, la signora maestra prende il Dizionario dei Sinonimi e contrari della Treccani:
"Progressivamente /progres:iva'mente/ avv. [der. di progressivo, col suff. -mente]. - 1. [in ordine o in modo progressivo] ≈ successivamente. 2. (estens.) [un poco alla volta] ≈ a mano a mano, a poco a poco, gradualmente, via via. ↔ bruscamente, improvvisamente, repentinamente".
Quindi, l'elemento della moderazione c'era anche quando Meloni stava all'opposizione. E non è cambiato, il governo non dura tre mesi, una premiership e una maggioranza che sono originate dal voto democratico deve avere l'orizzonte della legislatura. I conti si fanno alla fine. E per ora i conti (e i sondaggi, per quel che valgono) danno ragione al premier, la manovra è andata liscia, i mercati giudicano positiva la legge di Bilancio, cala ancora lo spread tra Btp e Bund, il differenziale odierno si attesta a 181 punti dopo il dato sull'inflazione Usa (che vedremo tra qualche riga). Il rendimento dei titoli decennali resta sotto il 4% posizionandosi a 3,901%.
Le scelte politiche si fanno in un contesto storico preciso, così vanno valutate dagli analisti, non in maniera astratta, fuori dallo spazio e dal tempo. Siamo in un periodo eccezionale, la cui parabola non è ancora visibile nella sua interezza (e nessuno sa quando e dove sarà il punto di caduta), è un percorso indefinito, incompiuto e incognito, una terra senza mappe (dove tutti i leader mondiali sono spesso costretti a vestire i panni dei rabdomanti), il new normal non c'è, sentiamo scosse di assestamento, vediamo repentini cambi di scena, crolli e ascese. Guardate le difficoltà degli Stati Uniti, il caos del Brasile, la rivolta in Perù, le contraddizioni della Cina di Xi Jinping, l'inferno della guerra in cui si è infilata la Russia. Siamo in presenza di tre fattori che plasmano, condizionano ogni decisione dei governi:
1. Uscita (parziale) dall'era pandemica, riapertura della Cina in presenza di una nuova ondata di Covid, con stop & go della produzione, inflazione alta, rialzo dei tassi delle banche centrali, rallentamento economico e volatilità dei mercati (la Borsa ha chiuso un 2022 pessimo);
2. Shock energetico, scarsità di materie prime, strozzature logistiche, forte competizione sui materiali della produzione hi-tech tra economie avanzate e paesi emergenti;
3. Guerra nel cuore dell'Europa, instabilità geopolitica, disaccoppiamento dell'Ue dalla Russia, sanzioni (che valgono anche per chi le impone, va ricordato), riorientamento dell'export energetico di Mosca verso Oriente, nascita di nuovi equilibri internazionali. Quali? Passaggio rapido su un articolo croccante pubblicato da Foreign Policy:
Il trend più significativo della politica globale per il 2023 è quello che non suscita abbastanza attenzione. Il Sud del mondo sta diventando sempre più visibile e influente in ogni ambito. La COP27, il grande vertice sul clima dello scorso anno, sarà ricordato per l'accordo rivoluzionario sull'istituzione di un fondo "perdite e danni" destinato ad aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare le devastazioni del cambiamento climatico. Il più grande evento sportivo del 2022, la Coppa del Mondo di calcio maschile tenutasi in Qatar, ha segnato la prima volta di un Paese arabo e la prima in cui una squadra africana, il Marocco, è arrivata in semifinale. (Il torneo rimarrà speciale anche per i partecipanti provenienti dall'Africa, dal Medio Oriente e dall'Asia meridionale, per i quali è difficile recarsi agli eventi sportivi in Europa e in Nord America). Si consideri anche il fatto che, mentre la Russia conduceva la guerra in Ucraina, molti Paesi in via di sviluppo si sono rifiutati di partecipare alle sanzioni contro la Russia promosse dagli Stati Uniti. I limiti morali di una simile decisione possono e devono essere discussi. Ma lasciando da parte la spinosa questione dell'etica in politica estera, i leader da Nuova Delhi a Nairobi hanno mostrato una crescente fiducia nell'affermare i propri interessi strategici invece di quelli dell'Occidente. Il mondo non occidentale - il sud globale, a lungo ignorato, o il "Resto", come viene spesso chiamato - sta facendo sentire la sua voce. Queste parti del pianeta, più giovani e in rapida crescita rispetto all'Occidente ma anche più vulnerabili ai cambiamenti climatici, stanno diventando attori sempre più potenti e più assertivi nella politica globale. I politici e le imprese occidentali dovranno adattarsi.
Questo è lo scenario in cui sono incastonate le scelte di Giorgia Meloni, non la realtà alternativa di cui parlano le opposizioni e alcuni dei suoi alleati della maggioranza. Il premier poteva scegliere una soluzione populista (e irresponsabile), proporre uno sconto fiscale ulteriore (che sarebbe stato poco efficace sul fronte dell'equità sociale e del contrasto e all'inflazione) facendo aumentare ancora il debito pubblico, esponendo il nostro paese a un rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato a causa dell'aumento del rischio sovrano, mettendo in allarme le istituzioni finanziarie che monitorano la stabilità dei nostri conti pubblici. Il rialzo dei tassi da parte delle banche centrali sta lentamente facendo calare l'inflazione, ma l'obiettivo è ancora lontano e le incognite restano tante, troppe. Stamattina il dato dell'inflazione americana a dicembre indica un altro calo (-0,1%) su base mensile, contro il +0,1% precedente, su base tendenziale il tasso rallenta al +6,5% dal +7,1% precedente.
Sono segnali misti, perché il dato uscito oggi sui sussidi settimanali di disoccupazione negli Stati Uniti è leggermente inferiore alle attese (205 mila contro i 206 mila delle previsioni), segno che il mercato del lavoro continua a essere forte, un elemento che dà alla Fed materiale per sostenere ancora la politica di rialzo dei tassi.
Lo scenario globale è fondamentale per valutare ogni azione di un governo che fa parte del G7. Stiamo pattinando sul ghiaccio sottile, Meloni lo sa, ha i piedi ben piantati a terra, non abbiamo lo spazio fiscale di altri paesi (la Germania e la stessa Francia, dove le cose tra l'altro non vanno bene per niente) e sa che il vero tema sul tavolo è un altro: le lacune dell'Europa nella risposta corale alla crisi, il continuo zig zag che si risolve nel fai da te dei singoli Stati e alla fine in asimmetrie gravi tra i vari componenti dell'Unione. Un forum di cooperazione che coopera a singhiozzo diventa un altro problema. I prezzi energetici, seppur in calo, sono alti rispetto alla prima metà del 2019 e sono destinati a restare alti per una questione di disponibilità di risorse (l'Europa non ha petrolio e gas per soddisfare la sua domanda crescente), presenza di infrastrutture (rigassificatori), tempi brevi e oligopolio della produzione (l'urgenza è adesso, il domani è lontano e chi produce Oil & Gas vende oggi al prezzo massimo possibile), scarsità globale di prodotti raffinati (la carenza di diesel, il carburante più importante per il trasporto delle merci, è un tema legato alla Russia che non invia più gasolio all'Europa) e la mancanza di investimenti (nessuno costruisce nuove raffinerie in Europa se decidi di mettere al bando i motori a scoppio nel 2035, si chiamano investimenti e sono a lungo termine). Il nostro inverno per ora è stato clemente, le temperature in tutta Europa sono rimaste alte, ma un continente con 450 milioni di abitanti non può restare appeso al bollettino meteo, deve essere pronto con le scorte, una rete di distribuzione sicura e un mix di fonti energetiche. Sono temi che non si possono eludere, sono la realtà quotidiana di chi deve decidere, dovrebbero esserlo dell'intera classe dirigente italiana (e del giornalismo che deve raccontare i fatti e analizzarli) ma prevalgono pulsioni irrazionali, partigianeria, scarsa conoscenza dei fatti, l'idea pericolosa che si esca dalla crisi da soli, spendendo i fondi che non abbiamo, indebitando il paese fino a farlo fallire. Giorgia Meloni potrà sbagliare - come tutti noi nelle nostre azioni quotidiane - ma non farà mai queste scelte.
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24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.