30 Ottobre

Realtà e miti del presente (e futuro) elettrico

Dal Frankenstein di Mary Shelley (e Mel Brooks) alle auto elettriche. Storia della cattura e produzione dell'energia. Duemila anni per comprenderla, duecento anni per utilizzarla. Servono ancora decenni per stoccarla con efficienza. Un'indagine di Francesco Gattei. Elettrizzante

di Francesco Gattei

"Si può fare..  ! Si ... Può ...fare!". L’esperimento del Dott. Frederick in Frankenstein Junior nella libera reinterpretazione del romanzo di Mary Shelley è un simbolo della straordinaria capacità salvifica della elettricità.

Mary, appena 19enne, era stata affascinata dagli studi e dagli esperimenti che stavano proliferando in tutta Europa attorno a un fenomeno conosciuto fin dai tempi dei greci.  Che esistesse un flusso naturale di energia elettrica era noto anche a Talete e ai primi filosofi che diedero il nome Elektron all’ambra, per le proprietà di questa resina di elettrizzarsi ed attrarre altri materiali se strofinata.  Ma catturare e utilizzare questo flusso era un’altra cosa.  E passarono secoli. 

Dopo le corse con gli aquiloni sotto i temporali di Benjamin Franklin, eclettico inventore delle lenti bifocali, delle pinne, dell’ora legale e, nel tempo libero, padre costituente degli Stati Uniti d’America, le attenzioni si spostarono dalla elettricità dei fulmini a quella animale. Nessuno riusciva però a capire che cosa fosse questa flusso e, soprattutto, a che cosa servisse.

L'Università di Bologna divenne per qualche decade l’MIT di quel periodo. Le rane di Galvani furono il primo passo per esperimenti sempre più raccapriccianti. Convinti che la vita fosse un fluido elettrico alcuni studiosi cominciarono a elettrificare i cadaveri con l'idea che potessero resuscitare. Il nipote di Galvani, Giovanni Aldini, trasformò gli esperimenti in show. Le difficoltà nel trovare corpi integri dal collo in su durante la rivoluzione francese lo fece migrare a Londra dove faceva sobbalzare il cuore degli spettatori che vedevano assassini seriali riaprire gli occhi o agitarsi in convulsioni. A volte lo shock era tale che, al de cuius - cavia (che purtroppo, o per fortuna, tornava cadavere terminato lo stimolo elettrico) si aggiungeva qualche povero spettatore incapace di reggere lo spettacolo.

Illustrazione interna dell'edizione di Frankenstein del 1831....

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