16 Ottobre
"Reazioni violente". Juncker mostra la clava dell'Europa
Il Presidente della Commissione Ue rivela la natura dello scontro e la posta in gioco sul via libera o lo stop al bilancio dell'Italia. La partita è quella del voto di maggio 2019, i rischi sono altissimi per tutti. News, numeri, scenario politico.
Il Financial Times titola "Italy's D Day" un articol sull'arrivo del bilancio del governo populista a Bruxelles. L'impaginato fa sorridere se si pensa che viene fuori dalla rotativa degli inglesi, gente che ha portato a Bruxelles una incasinatissima Brexit, ma fa parte della liturgia "Brit" esibire il giornalista collettivo in cose già viste. La realtà è che l'Italia presenta un bilancio in deficit (come altri paesi ieri e oggi), ma con un'idea esoterica per la Commissione: fare crescita e per farlo deviare dal programma del precedente governo. Funzionerà? Nessuno lo sa, neppure i cervelloni brussellesi. C'è un dato che è sotto gli occhi di tutti: la crescita nel governo Gentiloni era talmente alta che siamo ultimi in Europa. Ieri il governo ha dato il via libera a una manovra che prevede reddito di cittadinanza, un mini-condono (fino a 100 mila euro), la riforma della legge Fornero e un piano di investimenti da scrivere. Non c'è niente di lunare sul piano teorico, c'è più spesa e un'idea per stimolare la crescita. Leggere Keynes. Si utilizzano modelli econometrici, si fanno calcoli e poi si va in mare aperto, dove c'è il mondo. Come sempre. Chi dice di saperla lunga, mente. Siamo di fronte a due visioni del mondo e a una guerra che andrà avanti fino al maggio del 2019 (voto europeo) e anche dopo. È una rivoluzione e gli attori non resteranno tutti in piedi. Nelle prossime ore capiremo in fretta se nella Commissione prevarrà la corrente di chi vuole lo scontro all'arma bianca contro il governo populista o se avrà la meglio la parte che vuole il negoziato. Per chi suona la campana? Juncker stamattina ha fatto squillare la tromba (per gli avversari è il trombone). Che ha detto il Presidente della Commisione? Ha usato la zappa.
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Juncker non vede il
...Il Financial Times titola "Italy's D Day" un articol sull'arrivo del bilancio del governo populista a Bruxelles. L'impaginato fa sorridere se si pensa che viene fuori dalla rotativa degli inglesi, gente che ha portato a Bruxelles una incasinatissima Brexit, ma fa parte della liturgia "Brit" esibire il giornalista collettivo in cose già viste. La realtà è che l'Italia presenta un bilancio in deficit (come altri paesi ieri e oggi), ma con un'idea esoterica per la Commissione: fare crescita e per farlo deviare dal programma del precedente governo. Funzionerà? Nessuno lo sa, neppure i cervelloni brussellesi. C'è un dato che è sotto gli occhi di tutti: la crescita nel governo Gentiloni era talmente alta che siamo ultimi in Europa. Ieri il governo ha dato il via libera a una manovra che prevede reddito di cittadinanza, un mini-condono (fino a 100 mila euro), la riforma della legge Fornero e un piano di investimenti da scrivere. Non c'è niente di lunare sul piano teorico, c'è più spesa e un'idea per stimolare la crescita. Leggere Keynes. Si utilizzano modelli econometrici, si fanno calcoli e poi si va in mare aperto, dove c'è il mondo. Come sempre. Chi dice di saperla lunga, mente. Siamo di fronte a due visioni del mondo e a una guerra che andrà avanti fino al maggio del 2019 (voto europeo) e anche dopo. È una rivoluzione e gli attori non resteranno tutti in piedi. Nelle prossime ore capiremo in fretta se nella Commissione prevarrà la corrente di chi vuole lo scontro all'arma bianca contro il governo populista o se avrà la meglio la parte che vuole il negoziato. Per chi suona la campana? Juncker stamattina ha fatto squillare la tromba (per gli avversari è il trombone). Che ha detto il Presidente della Commisione? Ha usato la zappa.
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Juncker non vede il voto del 4 marzo
Pare che le raccomandazioni alla moderazione fatte dal Presidente della Bce, Mario Draghi, non valgano niente. Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Ue, ha ricaricato la spingarda e fatto fuoco come Paperon de' Paperoni che difende il deposito pieno di denaro: "Se accettassimo tutto quello che il governo italiano ci propone, avremo delle controreazioni violente da parte altri paesi della zona euro. Se accettassimo il derapage, alcuni Paesi ci coprirebbero di ingiurie e invettive con l'accusa di essere troppo flessibili con l'Italia". Juncker ha detto che chiederà al governo italiano di rispettare "la parola" sugli obiettivi di bilancio nel 2019. "L'Europa funziona secondo regole prestabilite prima dell'arrivo dei governi. Come nel diritto amministrativo francese, c'è una continuità di servizio pubblico. I nuovi governi devono rispettare la parola nel contesto internazionale e in Europa. Soprattutto quando loro stessi hanno adottato le raccomandazioni della Commissione per il 2018 e 2019". Reazioni violente.
A Juncker sembra sfuggire il significato rivoluzionario del voto in Italia del 4 marzo scorso. Le elezioni del 2018 nel loro contesto e nell'esito finale non sono nel quadro di una normale alternanza ma di "rupture", una profonda discontinuità. Aprire un negoziato politico senza considerare quello che dice la storia è un grave atto di presunzione e cecità politica. Se il governo italiano avesse seguito alla lettera il programma del governo Gentiloni (di questo alla fine stiamo parlando) avrebbe tradito il mandato che gli è stato affidato dagli elettori. È il punto cruciale di tutta questa vicenda, uno scontro tra democrazia e burocrazia, nazione e entità sovra-nazionale, regole dell'establishment e volontà popolare. Juncker sa benissimo che il governo difficilmente cederà e a sua volta ha di fronte uno scenario europeo in via di deterioramento. In Lussemburgo il suo partito è andato male, il voto in Baviera è un memento, il 28 ottobre si vota in Assia, la Germania ribolle di problemi rinviati e ora in fila a chiedere il conto. Davvero vogliono aprire una crisi nell'Eurozona mettendo l'Italia all'angolo? Hanno un conto dettagliato dei Cds legati al rischio Italia? Chi li detiene? E soprattutto, chi paga? Ne sanno qualcosa a Berlino? Sembra il racconto di un suicidio di massa.
Juncker dice che si guarderanno i saldi - come se la questione fosse un tema di ragioneria e non di politica al più alto livello - e non i singoli provvedimenti: "La Commissione guarda il risultato di bilancio che esce dalle iniziative che vengono prese da governo italiano", ha detto Juncker. "Non contate su di me per dire che non bisognerebbe che l'Italia introduca il reddito di cittadinanza di 780 euro. Non è una questione che riguarda la Commissione. Ciò che ci interessa è che l'Italia rispetti gli impegni. Non dobbiamo commentare le decisioni sovrane e indipendenti del governo italiano. Se dicessi che siamo contro quelle misure, questo avrebbe come conseguenze che alcuni nel governo italiano attaccherebbero la Commissione perché vieta di lottare contro la povertà, che esiste in parte e ovunque. In Italia ciò che ci interessa sono i saldi. E su questo ci sono degli impegni presi dall'Italia, dal governo precedente e dall'attuale governo a livello di Consiglio europeo e di ministri delle Finanze, che dicono la stessa cosa della Commissione. Giudicheremo sulla base dei dati, senza entrare nel contenuto delle misure che sono prese dal governo italiano". E siamo di nuovo al punto, l'ipocrisia di dire che non si interviene sulle decisioni sovrani (è evidente che non è così, visto il vincolo e le pressioni) e soprattutto l'impossibilità da parte di Juncker di considerare un panorama post-voto profondamente cambiato.
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Il bilancio italiano inviato a Bruxelles
Che cosa devono valutare i commissari Ue? Vediamo in breve alcuni passaggi importanti. Questo è l'andamento del Prodotto interno lordo reale dal 2011 a oggi, è in diminuzione. Questo significa che il governo deve provare a stimolare la domanda e la crescita per evitare di andare in recessione:

La curva discendente della crescita negli ultimi mesi è dovuta a un calo dei consumi delle famiglie e dell'export. Un pessimo segnale. I fattori esterni che influenzano la crescita - o la decrescita - sono in evoluzione, negativa: "Le variabili esogene della nuova previsione ufficiale esercitano un effetto più sfavorevole sulla crescita del PIL: le proiezioni del prezzo del petrolio sono infatti salite, l’andamento previsto del commercio mondiale è meno favorevole, il tasso di cambio ponderato dell’euro si è rafforzato e i tassi di interesse e i rendimenti sui titoli pubblici sono più elevati. Per quanto riguarda il 2019, vi è inoltre un minore effetto di trascinamento derivante dalla revisione al ribasso della crescita prevista per la seconda metà di quest’anno". Il quadro di base elaborato dal governo per mettere nero su bianco il piano economico è il seguente:

Il governo giallo-verde dice alla Commissione europea che "fra le principali misure previste dalla nuova Legge di Bilancio si segnalano la sterilizzazione totale delle clausole di salvaguardia per il 2019 e la riduzione di quelle previste per il 2020 e 2021, le iniziative a favore del rilancio degli investimenti pubblici e privati, l’introduzione della flat tax per le piccole imprese e per i lavoratori autonomi, gli interventi di ristrutturazione del sistema pensionistico a favore dell’occupazione giovanile e l’istituzione del Reddito di Cittadinanza". Nessuna sorpresa, era quello che avevano detto in campagna elettorale, sono stati votati per fare questo. Il mandato.
Come andrà il rapporto tra debito e pil? Così:

Queste sono le prospettive macroeconomiche e i contributi della manovra alla crescita:

Mission impossible? No, si può fare, ma ci sono dei caveat da tenere presenti e da superare, il più importante sul piano interno è quello dell'impatto degli investimenti; quello esterno riguarda la crescita mondiale. Se il raffreddamento dell'economia dovesse impattare subito nel 2019, queste previsioni finiranno per sballare. Niente di nuovo, non c'è un solo Def che abbia centrato le previsioni negli ultimi 25 anni. Si può sostenere che la previsione di crescita sia ottimista, ma risponde logicamente al modello adottato che non mette in primo piano il rapporto deficit-pil ma il fattore della crescita e la diminuzione del debito pubblico. Per la Commissione Ue tutto questo corrisponde a uno shock culturale, un cambio di paradigma. Non è una questione contabile, ma di pensiero economico e assetto di potere per l'oggi e soprattutto per il domani.
È una battaglia all'ultimo sangue, c'è in gioco il controllo dell'Europa e la disperazione di un intero gruppo di personalità che è all'ultimo giro di giostra. A questi bisogna aggiungere il destino di un "nuovo" che è diventato vecchio in lampo: Emmanuel Macron. La Francia è il prossimo Stato destinato a cadere, è già in una crisi di sistema (una "nevrosi" la definisce lo scrittore Houllebecq) e una minoranza governa contro la maggioranza del paese, è solo una questione di tempo. A proposito di Francia...
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Moscovici salirà sul Colle? La politica economica è del governo
La notizia in realtà per ora non è l'arrivo della manovra italiana a Bruxelles, ma l'arrivo di un commissario di Bruxelles a Roma, Pierre Moscovici. Il commissario Ue all'Economia sarà in Italia tra giovedì e venerdì e - scrive la Stampa - "quasi certamente salirà anche al Quirinale". Ecco, questo è interessante: il più feroce avversario del governo italiano in Europa, un socialista francese in aperta competizione con Salvini e Di Maio, va dal Presidente della Repubblica. A che scopo? Devono bere un caffè insieme? Va bene, ma la politica economica è del governo non del Quirinale.
Moscovici che sale sul Colle sarebbe un altro caso interessante, il sequel di errori nel campo dell'economia:
- L'aver respinto la candidatura di Savona alla guida del ministero dell'Economia;
- Aver provato la soluzione del governo Cottarelli (ora lo stanno ammaestrando in tv, per il futuro) e aver subito la bocciatura del mercato che non voleva un esecutivo tecnico;
- Il sostegno - era un telecomando, siamo seri - al ministro dell'Economia Giovanni Tria poi finito in un crash di fronte alla realtà della maggioranza.
Ora Moscovici va da Mattarella. Attendiamo. Intanto, all'Eliseo Macron insieme a Edouard Phillippe ha partorito il nuovo governo.
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Parigi, Italia. Macron ha fatto il rimpasto
Macron ha finito di impastare il rimpasto. Il posto più ambito, quello di ministro dell'Interno, lasciato libero da Gerard Collomb, va a Christophe Castaner. Il Presidente francese ha approfittato dell'uscita di Collomb per dare una forte shakerata all'esecutivo. Prendete l'aspirina, sembra l'esito di una crisi del vecchio pentapartito della storia d'Italia.
Escono ben quattro ministri: Jacques Mézard (lascia la Coesione territoriale), Stéphane Travert (via dall'Agricoltura), Françoise Nyssen (lascia la Cultura), Delphine Gény-Stephann (lascia Bercy). Questi sono quelli che vanno. Poi ci sono quelli che cambiano, passano da un ministero all'altro. Così Jean-Michel Blanquer aggiunge al ministero dell'Educazione nazionale il portafoglio dei giovani; Castaner passa dalle Relazioni con il Parlamento al ministero dell'Interno; Jacqueline Gourault, dal ministero dell'Interno passa alla guida del ministero della Coesione territoriale al posto di Jacques Mézard; Sébastien Lecornu, diventa sottosegretario al ministero della Coesione territoriale; Julien Denormandie, diventa sottosegretario alla Coesione territoriale; Marlène Schiappa, diventa responsabile del ministero che si occupa di Uguaglianza tra donne e uomini e lotta contro le discriminazioni; Mounir Mahjoubi, diventa sottosegretario all'Economia e alle Finanze. E gli esordienti? Eccoli: Franck Riester, capogruppo dell'UDI in Parlamento, diventa ministro della Cultura; il senatore Didier Guillaume va al ministero dell'Agricoltura; Marc Fesneau, capogruppo dei MoDem nell'Assemblea nazionale sarà il responsabile dei Rapporti parlamentari; Emmanuelle Wargon, direttrice dei rapporti istituzionali di Danone, si occuperà di Transizione ecologica e solidale; Christelle Dubos, deputato di En Marche diventa sottosegretario della Transizione ecologica e solidale; Agnès Pannier-Runacher, direttrice generale della Compagnie des Alpes, va sarà segretario di Stato al ministero dell'Economia; Gabriel Attal, deputato di En Marche, sarà segretario di Stato al ministero dell'Educazione e dei giovani; Laurent Nuñez, direttore generlae del DGSI (il servizio segreto francese) sarà segretario di Stato al ministero dell'Interno. Siete sopravvissuti al giro di giostra à la parisienne?
Francia. Sembra l'Italia della Prima Repubblica. Lasciamo l'Europa, andiamo nel caveau delle banche americane. Ci sono le trimestrali di due titani della finanza.
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Banche americane. Record di utili
Due fatti per capire la differenza tra Marte e Venere, l'economia americana e quella europea:
- Morgan Stanley ha annunciat0 un rialzo del 20 per cento degli utili netti nel terzo trimestre a 2,1 miliardi di dollari. L'utile ad azione si attesta a 1,17 dollari, contro gli attesi 1,02 dollari. I ricavi crescono del 7,3 per cento a 9,87 miliardi di dollari, sopra gli attesi 9,55 miliardi. Le entrate della divisione investment banking salgono del 14 per cento a 1,5 miliardi di dollari.
- Goldman Sachs ha annunciato un rialzo del 20,5 per cento degli utili netti nel terzo trimestre a 2,5 miliardi di dollari. I ricavi crescono del 3,8 per cenbto a 8,6 miliardi di dollari.
Venti per cento. La riforma fiscale di Trump.
***
Torniamo a Roma, il Pd e i giornali d'ispirazione democratica (quasi tutti) sono diventati improvvisamente Verdi. Surreale.
06
Achtung. Nel Pd è scattata l'ora dei Verdi
L'altro punto esilarante dell'agenda del dibattito pubblico è il futuro del Pd. La vittoria dei Verdi in Baviera ha innescato la reazione del cane di Pavlov: ora nel Pd sono diventati tutti Verdi e achtung! bisogna inseguire gli ecologisti patchwork della grande Germania. Repubblica ha naturalmente preso subito le redini del destriero democratico per guidarlo nel Gran Premio del cambiamento liberal-ecologista. Dunque ecco impaginata "la lezione dei Verdi tedeschi" per quelli del Pd. La bancarotta culturale di una stagione è tutta qui, nell'inseguimento continuo di modelli non esportabili e nella tremenda amnesia collettiva sulle nobili e robuste radici di quel partito. Solo una classe dirigente allo stato gassoso può dissipare la tradizione storica, filosofica e politica di un grande partito senza rinnovarla e darle un senso nella contemporaneità. Così abbiamo visto i post-comunisti italiani inseguire Blair, Clinton, Zapatero, Obama, Macron e ora... i Verdi. Basterebbe rileggere un gigante come Gramsci per capire che politica fare a sinistra. Non aveva l'auto ibrida, ma il cervello. Il tema non si esaurisce qua, ci torneremo presto, con una lunga cavalcata tra passato e presente. Come la guerra è una cosa troppo seria per essere lasciata nelle mani dei generali, così la sinistra è un tema troppo importante per essere lasciato nelle mani dei dirigenti del Pd.
***
Come chiudiamo questo numero di List? In maniera circolare, con un guizzo d'inchiostro di Guido Ciompi. Siamo sempre a uno e Tria.
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L'assediato

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l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.