30 Gennaio
Recessione. La Germania la vede. Conte la anticipa
Berlino rivede al ribasso il Pil (da + 1.8 a + 1 per cento), un pessimo segnale per l'Italia. Il premier Conte anticipa il dato negativo dell'Istat di domani: "Mi aspetto un'ulteriore contrazione del Pil". Tutti a bordo della Sea Watch? La realtà farà presto tornare l'agenda sui temi che contano
Che cosa sta succendo? La Brexit è in alto mare, il governo dei sovranisti immaginari galleggia, la Germania ci sta dicendo che non c'è trippa per gatti, il premier Conte anticipa l'Istat che domani ci dirà che non c'è trippa per gatti, la nostra missione in Afghanistan è diventata l'esempio delle divisioni del governo e del suo cattivo funzionamento, l'America continua a macinare posti di lavoro, le cose che contano e cambiano la contemporaneità succedono altrove, la tecnologia ha degli aspetti distopici che la politica non riesce a fermare. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Nota serale, seguite il titolare di List.
01
Toc toc, sono il Pil. A Palazzo Chigi bussa la realtà
Aggiornamento. "Probabilmente già domattina verrà fuori una nuova rilevazione Istat. Mi aspetto un'ulteriore contrazione del Pil". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte parlando in Assolombarda, "abbiamo dati congiunturali non favorevoli" ha detto Conte che ha aggiunto: "Questo è nel passato, e noi dobbiamo guardiamo al futuro". No, caro Presidente, questo è nel presente e anche nel futuro. Ce lo ricorda purtroppo quanto ha fatto oggi la Germania.
La notizia del giorno viene da Berlino e avrà un impatto sull'Italia: il ministero dell'Economia della Germania ha ridotto le previsioni sulla crescita del Prodotto interno lordo: passa da 1.8 per cento (stima di ottobre) a 1 per cento. Ora, cari lettori di List, questo significa che la nostra economia non potrà mai centrare le previsioni di crescita messe nero su bianco nella legge di Bilancio: quel nostro 1 per cento proiettato per quest'anno è una chimera, una crescita dell'Italia pari a quella della Germania non è nell'ordine delle cose possibili. Naturalmente il governo, la maggioranza, l'opposizione, l'intero paese, le sue televisioni, la bolla di Twitter per...
Che cosa sta succendo? La Brexit è in alto mare, il governo dei sovranisti immaginari galleggia, la Germania ci sta dicendo che non c'è trippa per gatti, il premier Conte anticipa l'Istat che domani ci dirà che non c'è trippa per gatti, la nostra missione in Afghanistan è diventata l'esempio delle divisioni del governo e del suo cattivo funzionamento, l'America continua a macinare posti di lavoro, le cose che contano e cambiano la contemporaneità succedono altrove, la tecnologia ha degli aspetti distopici che la politica non riesce a fermare. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Nota serale, seguite il titolare di List.
01
Toc toc, sono il Pil. A Palazzo Chigi bussa la realtà
Aggiornamento. "Probabilmente già domattina verrà fuori una nuova rilevazione Istat. Mi aspetto un'ulteriore contrazione del Pil". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte parlando in Assolombarda, "abbiamo dati congiunturali non favorevoli" ha detto Conte che ha aggiunto: "Questo è nel passato, e noi dobbiamo guardiamo al futuro". No, caro Presidente, questo è nel presente e anche nel futuro. Ce lo ricorda purtroppo quanto ha fatto oggi la Germania.
La notizia del giorno viene da Berlino e avrà un impatto sull'Italia: il ministero dell'Economia della Germania ha ridotto le previsioni sulla crescita del Prodotto interno lordo: passa da 1.8 per cento (stima di ottobre) a 1 per cento. Ora, cari lettori di List, questo significa che la nostra economia non potrà mai centrare le previsioni di crescita messe nero su bianco nella legge di Bilancio: quel nostro 1 per cento proiettato per quest'anno è una chimera, una crescita dell'Italia pari a quella della Germania non è nell'ordine delle cose possibili. Naturalmente il governo, la maggioranza, l'opposizione, l'intero paese, le sue televisioni, la bolla di Twitter per non parlare del buco nero di Facebook, gli instagrammati, parlano d'altro. Siamo completamente fuori dall'agenda della contemporaneità, siamo in piena fiction. Stiamo galleggiando. E imbarchiamo acqua durante una diretta Facebook. Nel frattempo, secondo il verbo di Luigi Di Maio avremmo ottenuto i seguenti strabilianti risultati, sono parole sue: c'è stata la Waterloo della precarietà (mai avuti tanti contratti a termine nella storia del mercato del lavoro), è tornato lo Stato Sociale (nel paese degli 80 euro, della giungla delle detrazioni, delle pensioni false, dei ciechi che guidano, delle legioni di forestali come se fossimo in Canada, della super cassa integrazione, dei contributi a pioggia), è finita la povertà (con la disoccupazione nettamente al di sopra della media europea e solo 23 milioni di persone che lavorano su una popolazione di 60 milioni). Che cosa è questo? Il viaggio del Titanic.
02
Brexit. L'Unione europea gela Londra
Il voto della Camera dei Comuni di ieri sera rischia di essere una liturgia fine a se stessa. Theresa May vuole riaprire il negoziato, c'è perfino un voto che tende (ma non esclude del tutto) a mettere da parte il rischio di No Brexit, ma l'Unione europea ha deciso che con gli inglesi bisogna essere duri. Così il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas (uno non proprio brillante, perfino per i media tedeschi) dice che l'accordo esistente "è l'unica soluzione ed è la migliore". La riapertura dei negoziati su Brexit "non è in agenda", dichiara Steffen Seibert, il portavoce della cancelliera Angela Merkel. Se Berlino dice no, non si va da nessuna parte, anzi si va dritti al caos. Eppure questo sembra essere (per ora) l'esito più probabile, un'uscita disordinata del Regno Unito dall'Unione europea. A chi convenga tutto questo, francamente non si capisce. Sono in ballo centinaia di miliardi di euro di rapporti commerciali che rischiano di finire in un quadro di totale incertezza. Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, mentre stendiamo questa nota, dichiara: "Il voto di ieri ha accresciuto il rischio di un ritiro disordinato del Regno Unito. Dobbiamo continuare a fare tutto il possibile per prepararci a tutti gli scenari, compreso il peggiore". Il piano A è naufragato, il piano B non lo vuole l'Europa, serve il piano C. E un salvagente. Siamo in zona acquatica, ci stiamo avvicinando all'Italia. Facciamo un tuffo nel Mediterraneo.
03
La maggioranza è in barca
Che cosa succede? Gli stranieri a bordo della Sea Watch sbarcheranno a terra (c'è un accordo in Europa per la distribuzione degli immigrati, quanto tempo perso), mentre la maggioranza al governo è completamente in barca. Chiedere a un parlamentare grillino come voterebbe sull'autorizzazione a procedere sul ministro dell'Interno Salvini innesca una serie di reazioni scomposte che cominciano con un balbettìo, continuano con un'alternanza frenetica di sì/no e finiscono con la fuga che lascia un guizzo di scia chimica. Questa è la situazione, per cui leggiamo quel dice Sibilia (si vota Sì) e quello che afferma Giarrusso (vediamo i documenti) e naturalmente ascoltiamo quelli che dicono sì, cribbio, senza dubbio alcuno. La Giunta per le immunità del Senato che esamina il caso si è riunita oggi per un'oretta, ascolterà Salvini tra una settimana. Comincia un altro show parallelo da Altra Dimensione. Pare sia in arrivo anche una memoria del premier Giuseppe Conte, perbacco, aspira al martirio dell'auto-indagato. La mossa in realtà ha due ragioni:
1. Tenere la barra dritta sul caso Salvini come "fatto politico" e non semplicemente la scelta individuale del ministro Salvini. Si tende a rendere collettiva la scelta individuale, ma in ogni caso gli atti del singolo ministro - Salvini come chiunque altro ricopra una simile carica - sono già un fatto politico nel quale si possono consumare o meno reati nell'esercizio delle proprie funzioni. È per questo che esiste il Tribunale dei ministri;
2. Il premier dà una mano - e ne ha bisogno - al Movimento Cinque Stelle per sostenere una linea accettabile dall'alleato. Se il Movimento Cinque Stelle si spacca, vota il sì all'autorizzazione a procedere, il governo ha ampie probabilità di entrare in crisi. Conte dunque opera nella veste di salvatore di se stesso.
Salvini commenta: "Non c'è nessun pericolo per il governo. Passo le mie giornate lavorando, non elucubrando sui forse". Conte dice lo stesso. Quindi bisogna pensare esattamente il contrario. Non c'è pericolo finché non si vota, dopo si mettono le dita nella presa della corrente e si vede che succede. Con queste premesse, tutto è possibile, siamo in una fase dadaista della politica italiana che non risparmia nessuno. Neanche i militari.
04
Abbiamo fatto Trenta. Evitiamo di fare trentuno
Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta dice al Corriere della Sera: "Se chiedo al Comando interforze di valutare l'avvio di una pianificazione non credo di dover informare il ministro Moavero, perché rientra nelle mie prerogative. Del resto parliamo di una pianificazione tecnica; un'attività che i militari svolgono continuamente per farsi trovare sempre pronti. Ho informato chi di dovere, tra cui il Presidente del Consiglio e il Capo di Stato Maggiore della Difesa". Una "pianificazione tecnica" comunicata a mezzo mondo, sui media. La Difesa grillina fai da te non finisce di stupire. Il ministro Trenta ignora completamente cosa sia il governo, come dovrebbe funzionare, cosa sia la sua prerogativa e cosa invece sia la politica. Quella "pianificazione tecnica" di cui parla è un fatto politico e ha delle conseguenze sul piano della linea generale di politica del governo.
Il ministro degli Esteri - e chiunque nel governo abbia relazioni internazionali d'alto profilo - andava informato per il semplice fatto che (toh, che cosa strana) i ministri degli Esteri di tutto il mondo discutono regolarmente di questi temi durante gli incontri bilaterali e nei forum di cooperazione internazionale. Il caso Trenta trasportato in America sarebbe il seguente: il Pentagono programma il ritiro dall'Afghanistan senza coordinarsi con il Dipartimento di Stato. È come se il segretario di Stato Mike Pompeo andasse in giro per il mondo e non sapesse che cosa stanno combinando i generali a Washington. Siamo al ridicolo. E questo ridicolo viene perfino rivendicato, diventa "prerogativa", siamo di fronte all'impossibile che pretende di essere non solo possibile, ma prassi da seguire. E invece no, non si può fare, perché il mestiere delle armi - citiamo il generale prussiano Carl von Clausewitz - la guerra, "non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi".
Non è il ministero della Difesa a decidere la politica estera del paese, la attua e basta con tutti i limiti del caso, la Trenta è a capo di uno strumento al servizio del Paese, non un potere che si muove come un'autocrazia militare. La politica estera è linea generale del governo, pilastro del programma (e non del "contratto" firmato dal notaio, ma del programma del governo, quello che fa testo ai fini istituzionali, quello illustrato dal Presidente del Consiglio alle Camere il giorno del voto di fiducia). Nel caso dell'Afghanistan, si sarebbe dovuto procedere con una discussione nella maggioranza (cosa che non è avvenuta), l'adozione di una decisione preliminare, l'esplorazione diplomatica presso gli alleati (prima di tutto l'America) e una discreta, silente, pianificazione della Difesa. Tutto questo sotto la regia del premier. Il processo politico, questo sconosciuto. Non è il Presidente del Consiglio che viene "informato" dalla Trenta, ma al contrario, secondo la legge (23 agosto 1988, n. 400) che disciplina l'attività di Governo è il premier che "indirizza ai ministri le direttive politiche ed amministrative in attuazione delle deliberazioni del Consiglio dei ministri nonché quelle connesse alla propria responsabilità di direzione della politica generale del Governo". Il rapporto, come si vede, è rovesciato, il processo decisionale non passa dal ministro al premier, ma dal premier al ministro. È sempre la legge a dire che il premier "coordina e promuove l'attività dei ministri in ordine agli atti che riguardano la politica generale del Governo". Non è la Trenta che coordina e dispone del lavoro di Conte, è semmai il contrario.
Quanto alle dichiarazioni fatte dal ministro, sono del tutto fuori dai canoni di discrezione richiesti per un argomento come quello del ritiro delle truppe dall'Afghanistan, sarebbe stato opportuno da parte del ministro della Difesa, e dello stesso premier, almeno ricordare quanto stabilisce la legge (sempre quella citata) sul punto, perché questo è proprio il caso in cui il premier "concorda con i ministri interessati le pubbliche dichiarazioni che essi intendano rendere ogni qualvolta eccedendo la normale responsabilità ministeriale, possano impegnare la politica generale del Governo". Non solo non è stato fatto, ma ancora peggio, da quelle dichiarazioni è emersa una netta frattura tra la Difesa e la Farnesina e nella stessa maggioranza. Tutto sotto gli occhi del mondo.
Infine, dettaglio che sembra sfuggire al ministro, al premier e al resto della compagnia transeunte di Palazzo Chigi, esiste il Parlamento e dando una semplice occhiata alla Costituzione da quelle parti dovrebbero intuire che la sola idea di ritirare le truppe dall'Afghanistan, è affare che riguarda prima di tutto le Camere che, lo ricordiamo en passant, hanno sempre votato il finanziamento e condiviso gli obiettivi militari e politici della missione - e non solo in sede deliberativa, ma di discussione politica - fatto che sfugge al ministro della Difesa, che non decide proprio niente sul tema. Il ritiro non si fa con un decreto, non è un atto imperiale, non è il Risiko sulla scrivania del ministro della Difesa, viene discusso e votato dal Parlamento. Siamo ben oltre la sciatteria istituzionale - che è ormai, questa sì, consuetudine a Palazzo Chigi - siamo di fronte al nulla ministeriale che pretende di essere tutto. Abbiamo fatto Trenta. Evitiamo di fare trentuno.
05
Afghanistan. Il ritiro che non può essere una ritirata
Un ritiro, non una ritirata. Il modo con cui il ministro della Difesa ha aperto la questione del ritiro delle truppe italiane in Afghanistan è sbagliato, ma il tema esiste. Il governo lo ha posto nel peggiore dei modi (spaccandosi) e senza quella condivisione necessaria con tutti gli attori interessati. Prima di tutto, con l'alleato americano, poi con gli altri partner nella missione della Nato. Che cosa vuole Trump, che cosa può chiedere e (forse) ottenere l'Italia. Il problema mai risolto della politica estera del nostro paese. Un'indagine del titolare di List e Dario Fabbri, analista di Limes. Ascolta RadioList.
RadioList è il podcast di List in testa alle classifiche di iTunes. La puntata è entrata subito nella top ten, grazie a tutti.
Ecco i brani della colonna sonora di questa puntata:
All I Need, Air. Liquida e sognante.
Is That Alright, Lady Gaga. Un testo meraviglioso, una voce unica, la colonna sonora di un bellissimo film, A Star Is Born.
I Don't Know What Love Is, Lady Gaga e Bradley Cooper. Ancora un pezzo da A Star Is Born, un testo intenso:
I swear I've seen an angel
A paradise in blue, every color I choose
But I don't know what love is
But I think it might be you.
Con questa musica in mente, è difficile tornare a occuparsi delle imprese della politica italiana. Andiamo da qualche altra parte, dove succedono cose notevoli e l'economia continua a produrre un numero mai visto di posti di lavoro: America.
06
America. 213 mila nuovi posti di lavoro in gennaio
Le stime Adp, ancora una volta, ci dicono quello che agli occhi di una stanca Europa - che presume di essere un modello di civiltà e progresso - è inaccettabile: l'economia americana corre come un treno e in gennaio il settore privato conterà 213 mila nuovi posti di lavoro. Questa si chiama cultura del business e del lavoro, cosa da cui da queste parti siamo molto, molto lontani. Siamo concentratissimi sulle pensioni e il reddito di cittadinanza, siamo in un'altra dimensione. Manca tutto questo:
Ecco l'andamento dell'occupazione nei principali settori dell'economia americana:
Grande paese, inutile stare a fare confronti, l'America - nonostante le difficoltà del suo sistema politico, il trumpismo e il nevertrumpismo - è ancora la potenza che imprime una sempre nuova curvatura allo spazio globale.
***
Cosa facciamo? Un salto nella tecnologia e nella battaglia a colpi di machete tra i titani della Rete
07
Apple blocca le app di Facebook
Il gigante dei social sviluppa applicazioni iOS che servono come test e ricerca? Apple le blocca. Facebook Research è una delle tante iniziative che servono a monitorare il comportamento degli utenti in vari ambienti, compreso iOS, in cambio dei dati la società di Zuckerberg riconosce un compenso agli utenti selezionati. Tutti i dati personali sono così accessibili a Facebook. Il Grande Fratello orwelliano nella sua versione pay. Queste applicazioni non sono più disponibili nel classico App Store, ma naturalmente questo non ha impedito a Facebook di trovare il diversivo: svilupparle in ambiente Beta, non sottoporle all'approvazione di Apple e distribuirle attraverso queste piattaforme al già citato gruppo di "cavie digitali" a pagamento. Dichiarazione di Apple: "Abbiamo progettato il nostro Enterprise Developer Program esclusivamente per la distribuzione interna delle applicazioni all'interno di un'organizzazione. Facebook ha utilizzato la propria iscrizione per distribuire ai consumatori un'applicazione per la raccolta dati, il che rappresenta una chiara violazione del loro accordo con Apple. Qualsiasi sviluppatore che utilizzi i certificati aziendali per distribuire applicazioni ai consumatori sarà revocato, che è quello che abbiamo fatto in questo caso per proteggere i nostri utenti e i loro dati". Colpo d'ascia. Zucky ha un serio problema con Apple. E anche con se stesso: Facebook continua a predicare bene e razzolare malissimo. È un mondo tecnologico che la politica non capisce, insegue sempre in ritardo e non riesce a regolare. I titani della Rete sono non solo i nuovi persuasori, ma cambiano le regole del gioco della comunicazione - e la democrazia - senza alcun reale controllo. Sono i nuovi padroni del vapore.
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sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.