10 Dicembre
Recovery Gong
Per chi suona la campana? L'intervento di Matteo Renzi in Senato. La crisi formale non c'è, quella politica galoppa. Un discorso che avvisa Conte sul Recovery Fund: o il premier ritira il piano della cabina di regia esterna o i renziani lasciano il governo
A che punto è la crisi? La cottura è arrivata a un punto interessante (forse troppo). Chef Renzi ha informato il maître pâtissier Conte che nei suoi manicaretti c'è qualcosa che non va. In Senato si è consumata una seduta - finalmente - con qualcosa che aveva il sapore della politica, non l'elencazione dell'ennesimo dpcm del presidente del Consiglio, non un rosario di divieti e ristori che viaggiano come un boomerang sul corridoio aereo della storia, no, signore e signori, si è discusso di politica, quasi un miracolo. E il merito, va detto e scritto, è stato di Matteo Renzi, che sarà pure antipatico, sarà senza dubbio un Gianburrasca, sarà quel che sarà, ma resta l'unico in Parlamento in grado di articolare un discorso degno di essere ascoltato (anche quando sbaglia), perché sa usare il giusto registro, sa far precedere e procedere un ragionamento politico che giunge a conclusioni politiche. Era l'intervento più atteso di una giornata che aveva un copione scritto e una porta chiusa, quella della riforma del Mes. Renzi ne ha spalancato un'altra, facendo cigolare tutto l'acciaio di cui Conte s'era corazzato, quella della cabina di regia del Recovery Fund, il trionfo del bizantinismo tecnokrat applicato al governo, quello che nei desideri del premier sarebbe stato il suo castello con il ponte levatoio e i coccodrilli nel fossato, una struttura non parallela, ma superiore che commissaria i ministri, gli enti, l'intero sistema delle istituzioni e decide la partita più importante dell'Italia dopo la ricostruzione del dopoguerra e il Boom economico. Troppo, perfino per un paese che ha le istituzioni traballanti. Il presidente del Consiglio più potente della storia repubblicana, mai passato per la prova del voto e con un parlamento ridotto a pulsantificio. Pieni poteri.
Il discorso di Renzi è ricco di spunti, comincia con l'ironia...
A che punto è la crisi? La cottura è arrivata a un punto interessante (forse troppo). Chef Renzi ha informato il maître pâtissier Conte che nei suoi manicaretti c'è qualcosa che non va. In Senato si è consumata una seduta - finalmente - con qualcosa che aveva il sapore della politica, non l'elencazione dell'ennesimo dpcm del presidente del Consiglio, non un rosario di divieti e ristori che viaggiano come un boomerang sul corridoio aereo della storia, no, signore e signori, si è discusso di politica, quasi un miracolo. E il merito, va detto e scritto, è stato di Matteo Renzi, che sarà pure antipatico, sarà senza dubbio un Gianburrasca, sarà quel che sarà, ma resta l'unico in Parlamento in grado di articolare un discorso degno di essere ascoltato (anche quando sbaglia), perché sa usare il giusto registro, sa far precedere e procedere un ragionamento politico che giunge a conclusioni politiche. Era l'intervento più atteso di una giornata che aveva un copione scritto e una porta chiusa, quella della riforma del Mes. Renzi ne ha spalancato un'altra, facendo cigolare tutto l'acciaio di cui Conte s'era corazzato, quella della cabina di regia del Recovery Fund, il trionfo del bizantinismo tecnokrat applicato al governo, quello che nei desideri del premier sarebbe stato il suo castello con il ponte levatoio e i coccodrilli nel fossato, una struttura non parallela, ma superiore che commissaria i ministri, gli enti, l'intero sistema delle istituzioni e decide la partita più importante dell'Italia dopo la ricostruzione del dopoguerra e il Boom economico. Troppo, perfino per un paese che ha le istituzioni traballanti. Il presidente del Consiglio più potente della storia repubblicana, mai passato per la prova del voto e con un parlamento ridotto a pulsantificio. Pieni poteri.
Il discorso di Renzi è ricco di spunti, comincia con l'ironia da toscanaccio dei migliori auguri di "buon lavoro" in Europa a Conte, non senza prima aver ricordato che Italia Viva ha "18 senatori". Bene la riforma del Mes, dice Renzi, e poi si parte con il "dirci le cose in faccia". Ossignore, cosa? Innanzitutto, l'Italia presiede il G20 (e tutti se ne sono dimenticati, chiaro), poi alla Casa Bianca c'è Joe Biden e non quel cattivone di Trump. Fin qui, siamo nel renzismo che sorride e mostra la fondina con la pistola, ne accarezza il calcio. Siamo sulla via polverosa di Tombstone. Quando estrarrà il ferro el gringo Renzi? Quando sulla punta della lingua tintinnano i 200 miliardi del Recovery Fund, cribbio. "Noi non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance in cambio di uno strapuntino o di un aggiungi un posto a tavola". Din, don, dan. Per chi suona la campana? Per Conte, suonano a stormo, il campanaro Renzi si sta esibendo in uno dei suoi pezzi migliori del repertorio: demolire l'avversario girandogli intorno sul ring. Siamo sul quadrato di The Rumble in the jungle, stadio di Kinshasa, Alì contro Foreman, parte un jab ("o il Parlamento fa un dibattito vero, sfidando le opposizioni, oppure perdiamo la dignità delle Istituzioni"), un altro jab, più veloce e potente ("se non parliamo di politica durante la pandemia, cosa ci stiamo a fare in Parlamento?"), un colpo al fianco destro, affondato per far male ("Quello che non va bene (...) è che ci arrivi nottetempo, alle due, sulla posta certificata dei Ministri, un progetto di 128 pagine, che deve diventare un emendamento alla legge di bilancio, con una proposta che prevede dei manager con poteri sostitutivi rispetto al Governo"), un gancio largo, si sente il guantone impattare sulla carne viva ("ci potete dare uno, due, tre o dieci Sottosegretari, ma ve li ridiamo indietro"), un passo indietro, carica l'uppercut ("lo capite che ora o mai più?"), la spalla carica a molla il braccio ("300 consulenti, quando si tagliano 300 parlamentari, sono la dimostrazione che si ha un'idea della politica che io non condivido"), il pugno arriva con la velocità penetrante di una freccia ("non è immaginabile che, di fronte a 200 miliardi di euro, che vuol dire debito pubblico, noi rinunciamo a essere parlamentari"), poi un colpo preciso, quello che fa vacillare tutto il disegno contiano ("se ci sono un provvedimento che tiene la governance del Next generation EU e un provvedimento che tiene la fondazione dei servizi segreti, noi votiamo contro"), l'ultimo colpo, un diretto corto e preciso ("se ha bisogno di qualche poltrona, ce ne sono tre - due da Ministro e una da Sottosegretario - a sua disposizione in più"). In mezzo, l'ironia e il sarcasmo, uno stai sereno con il talk show, la messa in guardia sulla strategia del casalinismo, ti vedo, ti guardo e ti ascolto e occhio che lo show del Grande Fratello su Facebook è un salto nel buio, la kryptonite della catena di comando dei servizi segreti, frasi oblique, dritte, rovesciate, taglienti. Gong. Countdown.
Non si vedeva un Renzi così da tempo, è un "rieccolo" (à la Fanfani) che rimette la chiesa al centro del paese e (s)piazza Conte di fronte a un dilemma finale: cedo o vado avanti? Il premier dopo questo intervento di Renzi non ha scorciatoie e in ogni caso dovrà bersi il calice di una sconfitta, resta solo da stabilire quanto grande sarà. Se passa la mano e ritira il suo progetto di controllo totale dei finanzianti del Recovery Fund, Renzi ha vinto e Conte per la prima volta da quando è iniziata l'avventura del governo giallorosso sarà un premier dimezzato, se non cede e tira dritto, perderà l'appoggio parlamentare dei 18 senatori di Italia Viva e dovrà recarsi dimissionario al Colle. Il tempo per far cadere Conte è da qui a gennaio, in mezzo ci sono la discussione e il voto della legge di bilancio, il piano per il Recovery Fund. La crisi formale non c'è, quella politica da ieri sera galoppa.
***
Rileggiamo l'intervento integrale di Matteo Renzi in Senato. È il resoconto stenografico della seduta.
di Matteo Renzi
Signor Presidente del Consiglio dei ministri, onorevoli colleghi, i 18 senatori del Gruppo Italia Viva le augurano buon lavoro e la invitano a schierare l'Italia dalla parte dell'europeismo, e non del sovranismo, nella importante discussione di giovedì e venerdì a Bruxelles.
Davanti alla crisi pandemica l'Europa stavolta ha risposto battendo un segno positivo e il nostro Paese è protagonista di questa svolta. La riforma del MES è un piccolo passo in avanti, ma va nella giusta direzione. Tuttavia noi vogliamo prendere l'occasione di questo dibattito, al quale lei più volte ci ha richiamato, per utilizzare parole di verità e di trasparenza - le stesse che ci diciamo negli incontri privati e negli incontri di maggioranza - anche qui in Parlamento, utilizzando lo stile di quella che il Nuovo testamento chiamerebbe parresia, dirsi le cose in faccia perché servono, ora o mai più.
Come ha ricordato il Presidente del Consiglio, questo è un momento politico in cui l'Italia ha delle occasioni che non ha mai avuto in passato. Certo, i problemi sono enormi (la distribuzione dei vaccini, il rapporto Stato-Regioni, i ritardi in tanti momenti importanti della vita del Paese), ma siamo per la prima volta a presiedere il G20. Come dice il nome, ricapiterà tra venti anni. Presidiamo il G20 nel momento in cui l'Italia può dettare la linea sul futuro economico post pandemia. Presidiamo il G20 nel momento in cui gli Stati Uniti tornano al multilateralismo; «America is back» è il titolo della politica estera di Joe Biden, il presidente eletto. Come ricordava il Presidente del Consiglio, abbiamo anche la possibilità di copresiedere il COP26, la straordinaria conferenza sulla transizione energetica, sulla sostenibilità, contro il climate change.
Come non pensare che finalmente possiamo trasformare l'ambiente da mera questione, importantissima ed ideale, a occasione di creare posti di lavoro, pensando che abbiamo con ENI, Enel, Snam, Saipem, le eccellenze della transizione energetica non a livello nazionale, ma a livello mondiale. Quanti argomenti di discussione importanti. Lei, Presidente, li ha toccati. In questo i 200 miliardi del Next generation EU sono una grande conquista, ma sono una gigantesca responsabilità.
È bene allora essere chiari sul punto, lo diciamo per il tramite del presidente del Senato al Presidente del Consiglio e a chi continua a sostenere che la posizione di Italia Viva sia legata a un qualche interesse di partecipazione alla cabina di regia. Noi non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance in cambio di uno strapuntino o di un aggiungi un posto a tavola. Detta in un altro modo, non già al Presidente del Consiglio che ne è consapevole, ma a chi ci segue, noi non stiamo minimamente chiedendo che nella cabina di regia ci sia anche un Ministro di un colore politico più vicino al nostro e lo dimostriamo in modo molto semplice. Ricordiamo infatti agli ignari passanti di quest'Aula che il 22 luglio noi avevamo chiesto una e una sola cosa, che sta agli atti del Senato e su YouTube per chi non guarda il resoconto stenografico. Avevamo detto che, di fronte ai 200 miliardi da spendere - cifra che non ricapiterà per anni, vorrei dire per decenni purtroppo - o il Parlamento fa un dibattito vero, sfidando le opposizioni, oppure perdiamo la dignità delle Istituzioni. C'è chi dice «ma come? Durante la pandemia volete parlare di politica?». Eh già, perché se non parliamo di politica durante la pandemia, cosa ci stiamo a fare in Parlamento? (Applausi). Se davanti alla principale occasione per il futuro dei nostri figli, noi non facciamo un dibattito parlamentare, con che faccia andiamo a sfidare le opposizioni?
Su questo punto, signor Presidente, è bene essere chiari. Il 22 luglio noi le abbiamo chiesto di venire ad agosto in Aula; forse era un po' demagogico, andava bene anche a settembre, a ottobre o a novembre. Quello che non va bene, signor Presidente del Consiglio, e noi glielo diciamo guardandola negli occhi e in faccia, è che ci arrivi nottetempo, alle due, sulla posta certificata dei Ministri, un progetto di 128 pagine, che deve diventare un emendamento alla legge di bilancio, con una proposta che prevede dei manager con poteri sostitutivi rispetto al Governo e con una discussione parlamentare che non viene fatta perché anche quest'anno la legge di bilancio non verrà discussa almeno da un ramo del Parlamento.
Colleghi del Partito Democratico, eravamo insieme, nello stesso partito, quando due anni fa il presidente Conte e il vice presidente Salvini, uno di voi, uno di noi, attuale presidente pro-tempore della Commissione affari costituzionali, addirittura firmò un ricorso alla Corte Costituzionale contro la scelta del Governo di non farci discutere la legge di bilancio.
Ora, tra quindici giorni accade la stessa cosa. Se una cosa la fa Salvini è sbagliata - non sempre, spesso (ma questo è un altro discorso) - ma guardate che se la facciamo noi, ed è la stessa, è ugualmente sbagliata. (Applausi).
Non possiamo immaginare che, di fronte a una legge di bilancio non discussa, ci inseriamo, saltando e bypassando il Parlamento, tutta la principale discussione sul prossimo utilizzo di 200 miliardi di euro. Lo capite che è una discussione fondamentale per le istituzioni? Ci potete dare uno, due, tre o dieci Sottosegretari, ma ve li ridiamo indietro. Sono in ballo la credibilità del Paese e la serietà delle istituzioni! (Applausi). Lo capite che ora o mai più?
Signor Presidente, colleghi, 300 consulenti, quando si tagliano 300 parlamentari, sono la dimostrazione che si ha un'idea della politica che io non condivido. E se sono minoranza e, agli occhi della cittadinanza, si dirà che il consenso si trova non così, ma con le dirette su Facebook, io non sono interessato a cambiare posizione. Ritengo che un Governo non possa essere sostituito da una task force; ritengo che un Parlamento non possa essere sostituito da una diretta Facebook; ritengo che questa sia la battaglia di dignità che il Parlamento deve fare. (Applausi).
Se questo è il Piano Marshall del futuro, dove sono i sindaci? Se questo è il Piano Marshall del futuro, dove sono gli esponenti del terzo settore? Se questo è il Piano Marshall del futuro - non avrei mai immaginato di dirlo - dove sono le categorie e i sindacati? Non è immaginabile che, di fronte a 200 miliardi di euro, che vuol dire debito pubblico, noi rinunciamo a essere parlamentari. È chiaro questo? (Applausi).
Dopodiché, signor Presidente, parliamoci con chiarezza. È un problema solo di metodo? Magari. C'è qualcuno che, probabilmente, immagina che si possa "dipiciemmizzare" la politica. Ma c'è anche un problema di merito. Ho letto le carte del Next generation EU. Ma chi ha deciso che noi mettiamo nove miliardi di euro sulla sanità? Questo è un passaggio importante. Giochiamo in maniera trasparente tra di noi. Quando il mio Governo, per tre anni, ha messo sette miliardi in più sulla sanità, tutti hanno detto, negli ultimi dieci mesi di talk show, che noi avevamo tagliato sulla sanità. In due anni e mezzo abbiamo messo più sette miliardi ed è stato detto che era poco. Posso dirlo? La storia dice che è stato poco rispetto a quello che è successo. E noi per i prossimi cinque anni mettiamo nove miliardi? Secondo me, ne occorrono il doppio (18), il triplo (27), il quadruplo (36, che è un numero non a caso, visto che è l'equivalente del MES). Io voglio un luogo nel quale poter dire che la sanità non va messa in secondo piano.
Vi sembra normale che nel Next generation EU ci siano tre miliardi di euro a favore del turismo? Il turismo è la voce principale per la ripartenza, in particolar modo del Sud, ma non solo. Ma vi sembra normale che il Parlamento stia zitto mentre la Germania della Merkel (che le vacanze le fa in Italia, in Alto Adige o a Ischia) metta 35 miliardi di euro e noi mettiamo tre miliardi? Ma chi l'ha deciso? Ma chi ha deciso che sulla scuola (dove siamo chiusi da un anno, a differenza dei francesi e dei tedeschi) noi mettiamo una paginetta striminzita mentre Macron mette 54 progetti sui giovani?
Signor Presidente, glielo dico con molta chiarezza. Noi siamo pronti a discutere di tutto in un dibattito parlamentare aperto e franco; non siamo disponibili a utilizzare la legge di bilancio come il veicolo nel quale si introduce quello che abbiamo letto sui giornali. In questo inserisco una vicenda che è altrettanto importante, relativa alla fondazione dei servizi segreti. Infatti, non possiamo immaginare di avere una fondazione a cui, al Copasir, le forze politiche, in modo pressoché unanime, dicono di no, mentre sui giornali leggiamo che verrà comunque inserita in legge di bilancio.
Quindi, per giocare in maniera pulita e trasparente, se ci sono un provvedimento che tiene la governance del Next generation EU e un provvedimento che tiene la fondazione dei servizi segreti, noi votiamo contro. (Applausi). E lo diciamo con molta lealtà; lo diciamo prima e invitiamo tutti a fermarsi finché si è in tempo.
Quando, infatti, pensiamo ai servizi segreti, mi lasci dire che il 17 aprile 2015 un peschereccio italiano fu bloccato dai libici e portato via, ma nel giro di sei ore, l'allora Presidente del Consiglio chiamò l'allora autorità delegata e mandammo la Marina militare a riprendere quei quattro pescatori. Domani saranno 101 giorni che 18 pescatori sono nelle mani dei libici senza che nessuno muova un dito per questo. (Applausi).
Signor Presidente, a chi dei suoi collaboratori continua a chiamare le redazioni dei giornali per dire che noi siamo alla ricerca di qualche poltrona comunico che, se ha bisogno di qualche poltrona, ce ne sono tre - due da Ministro e una da Sottosegretario - a sua disposizione in più. Se lei, invece, ha desiderio di ragionare sul serio e concretamente per il bene del Paese, spieghi ai suoi collaboratori che chiamano le redazioni che questo non è un talk show o il «Grande Fratello» perché questo è il Parlamento, questa è la politica e questo è il coraggio che Italia Viva ha e che spero abbiano altri. (Applausi).
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5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.