20 Ottobre
Renzi, Gentiloni e Pinocchio
Il segretario del Pd in un'intervista: "Sapeva ed era d'accordo sulla mozione Bankitalia". Davvero? Qualcuno mente? Il governo: faremo scelte autonome. Catalogna, Rajoy e Puigdemont si scrivono come due divorziandi, quando arriva la parola "fine" in Spagna?
La battaglia per il controllo di Bankitalia prosegue con un crescendo di colpi di scena unici, perfino comici se non fosse che rischia di far vacillare uno dei pilastri del Paese. La mozione di sfiducia al governatore Ignazio Visco presentata dal Pd renziano (ormai occorre specificare "renziano", perché il Pd su questo tema è andato in frantumi come la Jugoslavia, vedere alla voce "balcanizzazione") invece di essere la prova di forza di Renzi si è trasformata nella sua più incredibile prova di debolezza.
Il fatto nuovo, notevole e preoccupante per gli effetti politici, arriva da un'intervista che il segretario del Pd ha dato ai giornali del gruppo Nazione-Carlino-Giorno. Cosa ha detto il segretario del Pd? Una robetta, eccola: "Il governo non era semplicemente informato: era d'accordo". What? Sì, dice questo e lo ripete in maniera estesa, ecco il ritaglio del giornale con la domanda e la risposta completa:
Qui qualcuno deve dare due o tre spiegazioni. Siamo di fronte al segretario del partito che esprime il governo che dice che il Presidente del Consiglio è favorevole alla mozione che de facto mette Visco alla porta. Come si concilia questa versione renziana dei fatti con le cronache della vicenda, lo stupore del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il titolo di Repubblica che stamattina dice "Visco, no di Gentiloni a Renzi". Sul taccuino del titolare ci sono gli appunti di almeno quattro fonti più che qualificate (Tripla A) tutte coincidenti sul colpo di mano del segretario del Pd, la sorpresa vivissima dei ministri, la spaccatura tra esecutivo e partito, la fortissima irritazione del Quirinale. Com'è possibile che il segretario del Pd sconfessi il presidente del Consiglio? E se erano d'accordo, come dice Renzi, come mai quel testo è stato sottoposto a limatura all'ultimo momento - lo ha raccontato il presidente del...
La battaglia per il controllo di Bankitalia prosegue con un crescendo di colpi di scena unici, perfino comici se non fosse che rischia di far vacillare uno dei pilastri del Paese. La mozione di sfiducia al governatore Ignazio Visco presentata dal Pd renziano (ormai occorre specificare "renziano", perché il Pd su questo tema è andato in frantumi come la Jugoslavia, vedere alla voce "balcanizzazione") invece di essere la prova di forza di Renzi si è trasformata nella sua più incredibile prova di debolezza.
Il fatto nuovo, notevole e preoccupante per gli effetti politici, arriva da un'intervista che il segretario del Pd ha dato ai giornali del gruppo Nazione-Carlino-Giorno. Cosa ha detto il segretario del Pd? Una robetta, eccola: "Il governo non era semplicemente informato: era d'accordo". What? Sì, dice questo e lo ripete in maniera estesa, ecco il ritaglio del giornale con la domanda e la risposta completa:
Qui qualcuno deve dare due o tre spiegazioni. Siamo di fronte al segretario del partito che esprime il governo che dice che il Presidente del Consiglio è favorevole alla mozione che de facto mette Visco alla porta. Come si concilia questa versione renziana dei fatti con le cronache della vicenda, lo stupore del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il titolo di Repubblica che stamattina dice "Visco, no di Gentiloni a Renzi". Sul taccuino del titolare ci sono gli appunti di almeno quattro fonti più che qualificate (Tripla A) tutte coincidenti sul colpo di mano del segretario del Pd, la sorpresa vivissima dei ministri, la spaccatura tra esecutivo e partito, la fortissima irritazione del Quirinale. Com'è possibile che il segretario del Pd sconfessi il presidente del Consiglio? E se erano d'accordo, come dice Renzi, come mai quel testo è stato sottoposto a limatura all'ultimo momento - lo ha raccontato il presidente del Pd, Matteo Orfini - nel tentativo di attutirne la ricaduta politica? Queste dichiarazioni di Renzi richiedono un chiarimento puntuale in Parlamento, non sono la boutade di uno sta facendo il capotreno, sono precise, studiate, messe nere su bianco dopo attenta valutazione. Il termini da cronista che ha una certa esperienza del mondo e di quello che accade in Transatlantico, quella risposta di Renzi è tecnicamente una sola cosa: un siluro contro Gentiloni.
Vediamo chi affonderà in questa battaglia navale che si sta consumando tutta dentro la sinistra bancaria. Una cosa è certa, il beneficiario di questa guerra fratricida ha un nome e un cognome: Silvio Berlusconi. Il Cavaliere - anch'egli scavalcato da Renzi e d'accordo con il governo sulla riconferma di Visco - stamattina ha rotto il silenzio e ha fatto quello che gli riesce meglio, parlare all'italiano medio che di questa storia ha capito benissimo tutto. Tutto cosa? Lo dice Berlusconi, ore 13:09, lancio dell'agenzia Agi: "Anche se "la Banca d'Italia non ha svolto quel controllo che ci si attendeva" e se "non sono del tutto senza senso le volontà di un controllo su quello che si è verificato", secondo l'ex premier Silvio Berlusconi "si può vedere la volontà della sinistra di occupare tutte le poltrone di potere". Berlusconi sta partecipando ai lavori del pre-vertice del Partito popolare europeo a Bruxelles, parla dal luogo che sta osservando con crescente preoccupazione l'involuzione del rapporto tra Bankitalia, il Pd e il governo. La risposta del Cavaliere è quella di un politico di consumata esperienza: Renzi ha aperto la voragine sotto i suoi piedi e ci cadrà perché un'operazione di quella portata - l'assalto a Bankitalia - fatta senza aver preparato alcun consenso parlamentare è destinata a fallire e lasciare morti e feriti sul terreno.
Il governatore Ignazio Visco nel frattempo affila le spade per la difesa di Bankitalia (l'istituzione e la persona). Ha incontrato Pierferdinando Casini, il Presidente della Commissione d'inchiesta parlamentare sulle banche, ha ovviamente pronto un dossier sulla Vigilanza, sta al suo posto, protetto dallo scudo della Presidenza della Repubblica.
A Palazzo Chigi stamattina presto - e qui sta l'altro fatto notevole della giornata - hanno letto tutto (anche Renzi) e allo scoccar delle 10 è partita una nota che è un avviso chiaro anche al segretario del Pd: "Fonti di Palazzo Chigi smentiscono le ricostruzioni di vario segno apparse oggi sui quotidiani in merito alla vicenda Bankitalia. Le stesse fonti sottolineano che sul tema della Banca d'Italia le decisioni del Presidente del Consiglio saranno basate sulle prerogative a lui attribuite dalla legge ed ispirate esclusivamente al criterio di salvaguardia dell'autonomia dell'Istituto". La frase chiave del comunicato è quel "vario segno" che non lascia dubbi. Dentro il mazzo di quelli che agitano le acque, "ci provano" si dice in gergo politico, c'è anche Renzi. Siamo allo scontro totale tra l'ala ministeriale del Partito democratico e quella di osservanza renziana. Un patatrac colossale.
01
Rajoy e Puigdemont, quando la finite?
di Maite Carpio
Cari lettori di List,
ci risiamo con lo scambio di lettere. Questa mattina il nostro Puigdemont ha ripreso carta e penna e alle 10 in punto ha mandato la sua missiva a Rajoy: “Se il governo dello stato rifiuta il dialogo e insiste con la repressione, il Parlamento catalano potrà procedere, se lo ritiene opportuno (attenzione, passaggio fondamentale!) a votare la dichiarazione di indipendenza che non votò lo scorso 10 ottobre” . Insomma, sta dicendo che lui l'indipendenza non l'ha dichiarata e che il governo centrale non è legittimato ad applicare l'articolo 155 della Costituzione. Rajoy ci ha messo poco a replicare e 15 minuti dopo, scrive a sua volta che Puigdemont non ha risposto alla richiesta di chiarimento avanzata dal governo centrale e comunica che va avanti con il commissariamento di Barcellona.
L’unica categoria letteraria, cari lettori, con la quale definire questa trama narrativa è quella dell'assurdo. Il governo centrale aveva fatto al presidente della Generalitat una proposta di dialogo in sede parlamentare e offerto la possibilità di convocare nuove elezioni in Catalogna. Puigdemont insiste nel dire che per lui dialogo vuol dire incontrarsi con Rajoy. Insomma, vuole un duello. La verità è che non sa cosa fare, non sa come uscire dal pasticcio istituzionale che ha combinato e sta facendo diventare Rajoy, nonostante le pallottole, una sorte di statista alla rovescia.
Questi politici improvvisati dovrebbero imparare che con le Istituzioni (quando hanno la "i" maiuscola) sarebbe meglio non mettersi a giocare, finisce che poi ti bruci. Se Puigdemont dichiara l'indipendenza (si sono riuniti già questa mattina per decidere) Rajoy è legittimato a procedere, se non lo fa, il re e nudo e lui fa la figura del buffone.
Sabato ci sarà un consiglio dei ministri straordinario che approverà le misure necessarie per riportare l’ordine costituzionale in Catalogna, tali misure dovranno essere approvate dal Senato. Le fonti spagnole di List (sempre tripla A) confermano che, dopo mesi in cui si sono sentiti in ostaggio, i cittadini sono stufi e infastiditi da queste lettere e non chiedono altro che si metta fine al più presto a questa scadente operetta e si faccia scendere il sipario sulla scena una volta per tutte.
***
Non ci resta che attendere sabato, le decisioni del consiglio dei ministri del governo spagnolo. Come scrive Maite, questa storia è durata fin troppo a lungo. Da qui a sabato tutto è possibile. La Spagna unita che si divide, sembra un incubo alimentato a sangria. Che facciamo, andiamo dove progettano il futuro, in Cina. Seguite il titolare di List.
02
Dall'American Dream al China Dream
I Congressi dei partiti comunisti non sono mai stati una passeggiata.Mozioni, relazioni programmatiche, interventi a titolo personale, collettivo, da sottopanza e da leader. Se il congresso si svolte ogni cinque anni poi, di cose da dire ce ne sono parecchie. Se si svolge in Cina, non ci si può esimere da una approfondita analisi. Così il presidente cinese Xi Jinping (sopra, nella foto Ansa) ha deciso di battere tutti i record e parlare per quattro ore di fila dei successi raggiunti oggi e di quelli che otterrà in futuro. La sua carica non è in discussione, ma ha voluto precisare due o tre cose. A un certo punto della maratona, l'ex presidente della Cina, il 91enne Jiang Zemin (sotto, nella foto Ansa) ha preso la cosa per il verso giusto e ha cominciato, in serie: a provare a leggere con la lente il discorso, guardare l'orologio e infine a sbadigliare platealmente. È stato il momento più interessante del primo giorno d'apertura del quinto congresso del Partito comunista cinese.
I contenuti del suo intervento, ridotto all'essenziale, sono quelli in gran parte anticipati dallo stesso Xi Jinping nel suo intervento di qualche settimana fa al vertice dei Brics, a Xiamen, sempre in Cina. Xi ha confermato tutto il bene che pensa del mercato (alla cinese, ma all'Homo Davos bastò per scambiarlo per il nuovo Adam Smith), ha invitato le imprese straniere a investire, ha parlato del ruolo chiave della tecnologia. Tutto questo è déjà-vu, quello che è veramente interessante è una cosa che non ha niente a che fare con il mercato (e i suoi Animal Spirits) e molto invece con la cultura cinese incrociata alla dottrina politica comunista: la pianificazione.
03
Tempo indeterminato, il saldo è negativo
di Francesco Seghezzi
Nuovi dati sul lavoro, ormai è una abitudine quasi settimanale. Si tratta di dati INPS pubblicati nell'Osservatorio sul precariato, il cui nome è già tutto un programma. Come sempre sono dati da leggere in chiaroscuro e ci possono aiutare a capire dove sta andando il nostro mercato del lavoro. E i numeri su questo parlano molto chiaro. Tra gennaio ed agosto del 2017 abbiamo avuto un aumento dei nuovi contratti di lavoro pari al 19,2 per cento. Un dato aggregato positivo, che mostra una dinamicità del mercato del lavoro italiano. Ma un dato che va spiegato andando a curiosare sulla sua composizione. E così emerge come il 67 per cento di questi nuovi contratti sia a tempo determinato e spesso si di durata inferiore ai 3 mesi. In poche parole, in 8 mesi (da gennaio ad agosto) un lavoratore potrebbe aver stipulato più contratti a tempo determinato, generando quindi buona parte dell'aumento complessivo. Sembra difficile ma non lo è. Basta ricordarsi che i nuovi contratti non corrispondono ai nuovi occupati.
E il contratto a tempo indeterminato? Dai dati INPS emerge come, considerando anche le trasformazioni da apprendistato e da contratto a termine, si raggiunge il 24% del totale. Nello stesso periodo dello scorso anno eravamo al 29%. Due anni fa, complice la decontribuzione, al 38,4%.
Se vediamo il solo mese di agosto notiamo come il numero totale dei contratti a tempo indeterminato (il netto tra attivazioni e cessazioni) è addirittura negativo di 29mila unità, così come il dato complessivo è di poco sotto lo zero (-483).
Chiaramente sta succedendo qualcosa e il trend è molto chiaro. Le imprese non sembrano preferire di investire su contratti a lungo termine, ma su rapporti più flessibili. Questo è il dato, può piacere o può generare mal di pancia, ma così è. Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da una idea apparentemente ragionevole ma che sta ora esaurendo gli elementi a suo favore: gli incentivi all'occupazione hanno anticipato le assunzioni. Siamo sicuro oggi che questa sia una spiegazione ancora valida? I numeri non sembrano confermarla. E questo è un male, perché si trattava di una spiegazione rassicurante, che faceva immaginare un riassorbimento del problema nel breve termine. Potrebbe ancora essere così, le imprese potrebbero adottare la tecnica di "provare" i lavoratori per poi assumerli a tempo indeterminato, ma la breve durata e il turnover elevato tra contratti non sembra confermarlo. Più probabile è che il mondo del lavoro stia cambiando più velocemente della nostra capacità di comprensione e di reazione.
***
Bravo come sempre, il Seghezzi. Becca tutti i dettagli e, si sa, il diavolo s'annida nei dettagli. E poi, di cosa ci preoccupiamo? Saremo tutti sostituiti dai robot. Altro che lavoro. E non ci lasceranno neppure giocare a poker. Uno si rovinava in santa pace al tavolo da gioco, neanche quello. Guardate che cosa sta succedendo con AlphaGo.
04
AlphaGo Zero
Buone notizie dal fronte dell'Intelligenza artificiale. Dopo aver terminato 2500 anni di dominio dell'uomo sulla macchina vincendo tutte le partite a Go con il campione (umano) del gioco di strategia orientale, la macchina di Google ha battuto un'altra macchina di Google. Mal di testa? La cosa è semplice: AlphaGo ha battuto un uomo, AlphaGo Zero - una evoluzione della prima - ha battuto AlphaGo. Come? L'ultima nata è capace di auto-apprendere le regole e le strategie di gioco. Macchina vs Macchina. Organizzeranno dei tornei con i robot che applaudono e gli umani che fanno le pulizie del locale alla fine dello spettacolo. Fantastico, non tutto può essere un incubo, dai: immaginate l'applicazione con il fidanzato o la fidanzata nella fase di "come glielo dico che mi sono sbagliato?". La macchina uno sbaglia tutto, la macchina due apprende, voi forse azzeccate qual è la porta d'uscita rapida. Tutto su Scientific American e non dimenticate di farvi un clone artificiale per quelle occasioni in cui non volete esserci ma dovete esserci. Che si fa? Ascoltiamo un po' di musica.
05
PlayList
La compilation dei lettori di List su Spotify continua crescere: siamo a quota 344 canzoni, oltre 28 ore di musica. Ascoltate PlayList. Siamo soddisfatti? No, perché non abbiamo limiti.
Non schivate la faccenda, lo sappiamo che suonate il clarinetto e avete preso lezioni di batteria ma poi avete optato per i bonghi. Insomma, amate la musica e ci scommettiamo che avete sempre suonato o accarezzato l'idea. Qui a List siamo curiosi, scrivete al titolare di List quali canzoni volete inserire in PlayList. Stamattina il titolare ha in cuffia questo pezzo, Let's Stay Together, della fantastica Tina Turner. E tanti saluti a Bankitalia e Renzi.
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piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.