20 Gennaio

Rivoluzionario questo? Note sul Gattopardo populista

Non c'è alcun sovranismo, governa la Banca centrale europea. Il continuismo dell'esecutivo Conte è un fatto. Di buono c'è lo sberleffo alla dittatura del politicamente corretto. Lorenzo Castellani fa un viaggio nel trasformismo del sistema perpetuo. Cessate gli allarmi, è tutto esattamente come prima

 di Lorenzo Castellani

Il governo si è svelato in tutta la sua arci-italianità. La coalizione formatasi in giugno per assenza di alternative e retoriche comuni si è costruita sui contro più che sulle affinità. Il nemico comune? I partiti tradizionali e moderati che non hanno saputo fornire risposte ai cambiamenti economici e sociali. Per l’establishment culturale, finanziario e burocratico nostrano era quasi sembrata una rivoluzione, con tutti i fantasmi spaventosi che questa si porta dietro. Un sottosopra tale da gridare per mesi al golpe degli incompetenti, al ritorno del fascismo e a tifare per lo spread sui titoli di Stato in assenza di opposizioni spendibili. Si è fantasticato di una Italia fuori dall’Unione Europea, isolata dal resto del mondo, incendiaria e contagiosa. I populisti di governo sono stati dipinti come nemici della finanza, della fratellanza europea, delle libertà costituzionali.

Nel mentre essi prosperavano nei sondaggi nonostante l’approccio pedagogico e pedante proiettato sugli stessi dalle vecchie élite. In Italia non si distrugge nulla, è il paese in cui si vuole fare la rivoluzione con il sostegno dei Carabinieri come scriveva Leo Longanesi, la terra del Gattopardo che, dopo Dante e Machiavelli, è per il resto del mondo l’opera letteraria che meglio rappresenta l’italianità. Sono bastati pochi mesi per rivelare l’immobilismo italico: dapprima i nuovi governanti hanno trattato con Bruxelles, poi vi hanno trovato un compromesso a ribasso ed infine hanno finanziato politiche in continuità con il passato. La solita lotta di decimali e micro-riforme. Elemento positivo: niente drammi, zero choc, nessuna rottura drastica. Elemento negativo: asfissiante continuismo della tradizione politica italiana e mesto declino economico. 

Su questo taccuino abbiamo sempre predicato di mantenere la calma poiché il paese aveva cambiato le facce, non l’anima. A chi si stracciava le vesti, implorava la restaurazione ed invocava il commissario straniero è andata male...


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