6 Agosto
Sacro Cuore e Quattro Mori
L'oro della staffetta 4 x 100 a Tokyo. I segreti di una vittoria che entra nella leggenda delle Olimpiadi. Un team di velocisti nato dall'amalgama delle diversità del Mare Nostrum. La Sardegna, lo scatto di Tortu, la corsa di Patta e la fucina dell'Atletica Oristano. Il maestro di tutti, l'uomo nell'ombra, Francesco Garau. La grande impresa di un paese ritrovato, l'Italia
Ore 8:31, arriva un messaggio de "la Pinna". Lei è Stefania Pinna, giornalista di Sky, una donna sarda in gamba: "Buongiornoooooo! Ehm... come sei messo oggi dalle 15 alle 16?". A "la Pinna" non posso mai dire no, il suo accento sa di casa, condividiamo anche i silenzi. Quindi il sì è un sottinteso, è giusto una questione di rimettere a posto un'agenda incasinata. Esaurita la pratica della risposta (5 secondi, il mio record assoluto di resistenza con "la Pinna"), il pensiero corre a un futuro preciso momento di quella frazione della giornata in pieno divenire, alle prossime ore 15:50, quando a Tokyo scatterà la finale della staffetta 4 x 100, "speriamo non mi tocchi parlare in diretta in quell'istante...", penso.
Ore 15:00, parte la diretta su Sky, intervista con Filippo Sileri, il sottosegretario alla Salute, uno dei rari grillini che sa di cosa parla, poi tocca al ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, anche qui cose che appaiono sensate. Le lancette dell'orologio cominciano a girare su un'altra dimensione, i politici parlano, ma il mio sistema radar è già altrove, la quota periscopica è sull'arcipelago del Giappone. Ecco le inquadrature delle squadre, gli atleti che entrano nell'arena, i volti di Marcell Jacobs, Lorenzo Patta, Eseosa "Fausto" Desalu, Filippo Tortu. Azzurri, la staffetta 4 x 100. Siamo già andati forte, qualificati per la finale, Jacobs è il campione olimpionico dei 100 metri, si può forse sperare in una medaglia, questo è il rumore di fondo che rimbalza come una palla da flipper tra i miei neuroni surriscaldati, se mi fanno una tac, sono incandescenti, come i filamenti delle valvole delle radio di un tempo andato. Bzzzzz...
Flashback. Quando ero un ragazzino, ho provato un po' di tutto sul campo di atletica del Sacro Cuore a Oristano: 100, 200, 400. Gli insegnanti, che siano benedetti, ci...
Ore 8:31, arriva un messaggio de "la Pinna". Lei è Stefania Pinna, giornalista di Sky, una donna sarda in gamba: "Buongiornoooooo! Ehm... come sei messo oggi dalle 15 alle 16?". A "la Pinna" non posso mai dire no, il suo accento sa di casa, condividiamo anche i silenzi. Quindi il sì è un sottinteso, è giusto una questione di rimettere a posto un'agenda incasinata. Esaurita la pratica della risposta (5 secondi, il mio record assoluto di resistenza con "la Pinna"), il pensiero corre a un futuro preciso momento di quella frazione della giornata in pieno divenire, alle prossime ore 15:50, quando a Tokyo scatterà la finale della staffetta 4 x 100, "speriamo non mi tocchi parlare in diretta in quell'istante...", penso.
Ore 15:00, parte la diretta su Sky, intervista con Filippo Sileri, il sottosegretario alla Salute, uno dei rari grillini che sa di cosa parla, poi tocca al ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, anche qui cose che appaiono sensate. Le lancette dell'orologio cominciano a girare su un'altra dimensione, i politici parlano, ma il mio sistema radar è già altrove, la quota periscopica è sull'arcipelago del Giappone. Ecco le inquadrature delle squadre, gli atleti che entrano nell'arena, i volti di Marcell Jacobs, Lorenzo Patta, Eseosa "Fausto" Desalu, Filippo Tortu. Azzurri, la staffetta 4 x 100. Siamo già andati forte, qualificati per la finale, Jacobs è il campione olimpionico dei 100 metri, si può forse sperare in una medaglia, questo è il rumore di fondo che rimbalza come una palla da flipper tra i miei neuroni surriscaldati, se mi fanno una tac, sono incandescenti, come i filamenti delle valvole delle radio di un tempo andato. Bzzzzz...
Flashback. Quando ero un ragazzino, ho provato un po' di tutto sul campo di atletica del Sacro Cuore a Oristano: 100, 200, 400. Gli insegnanti, che siano benedetti, ci facevano scoprire tutte le discipline, cercavano di tirare fuori il talento di ognuno di noi. La scuola serve a questo, educare lo spirito e il corpo. E il talento in giro c'era, tanto. Non era il mio, non potevo essere un velocista, giocavo a calcio fin da bambino in piazza Stagno Pontis, a Cabras, polvere e pallone, la mia era una corsa bassa, i miei piedi non volavano in pista, cercavano inesorabilmente di tirare calci a qualsiasi cosa si muovesse sopra la terra (dell'erba sui nostri campi improvvisati e non, allora non v'era traccia, eravamo poveri di tutto ma ricchissimi nello spirito dell'avventura). I 100 metri erano chiaramente una faccenda da Clark Kent che indossa l'abito da Superman dentro la cabina telefonica, i 200 metri non finivano mai e a metà vedevi le luci stroboscopiche della discoteca El Sombrero, i 400 erano uno sforzo senza confini, se arrivavi in fondo, ringraziavi di essere ancora vivo e giuravi a te stesso di non farlo mai più. C'erano compagni di scuola che li facevano cantando, i 400 metri. Io non avevo la struttura per quel tipo di lotta. Andavo meglio sul mezzofondo, una corsa sostenuta, feci un po' di gare con la squadra della scuola, fango, erba, pioggia, sudore e il sorriso di quelli che sono arrivati al traguardo.
La pista del Sacro Cuore a Oristano è il luogo dei sogni, là vedevo spesso allenarsi una gazzella, Rita Angotzi, olimpionica a Seul nel 1988, 200 metri e staffetta 4x100. I sardi che corrono. Quanti sacrifici. Sulla pista del Sacro Cuore c'è l'ombra gigantesca di un uomo, si chiama Francesco Garau, allenatore d'atletica, docente di educazione fisica, ha scoperto tanti talenti, ha "strappato" lui Patta dal calcio per donarlo allo sprint. Atletica Oristano negli anni Ottanta fu una firma nel cielo stellato dell'atletica, nomi e titoli di grandissimo valore, campioni: non solo Rita Angotzi, Valentina Uccheddu, Giorgio Marras e tanti altri. Garau oggi ha visto il suo lavoro dietro le quinte diventare l'oro di Tokyo. Patta che corre una una gara leggendaria. Dovrebbero decorarlo per tutto quello che ha fatto insieme a un gruppo storico di appassionati di atletica, persone che hanno messo giù la fatica, i soldi, la competenza, sconfitto le delusioni. In pista, nelle scuole (prima fucina del talento), tutto avvolto nel silenzio delle istituzioni (che oggi si svegliano), con una politica che non riconosce(va) la miniera d'oro dello sport dell'isola, il suo valore per l'oggi e il domani.
Lamont Marcell Jacobs e Eseosa Fostine Desalu celebrano la vittoria a Tokyo (Foto Epa)Segnate questi nomi sul cuore: Marcell Jacobs, Lorenzo Patta, Eseosa "Fausto" Desalu, Filippo Tortu. Non dimenticateli, sono quelli di un'Italia antica e novissima, un Paese finalmente presente che sta svelando tutta la sua profonda storia, ieri, oggi, domani. Il vostro cronista è figlio di un'isola che ha visto incrociare le rotte della scoperta e della conquista, la biologia, il dna dei popoli, la cultura, la Grande Madre Mediterranea, il Mare Nostrum che ci ha partorito milioni di anni fa e continua a curarci come figli bisognosi di attenzione, anche quando siamo distratti, egoisti e cinici. E qui, ora, adesso, in un lampo, signore e signori, abbiamo davanti a noi quattro uomini-saetta, un'opera d'arte dell'Italia che si mischia, cambia e si scambia, mantiene le radici, le rafforza, le fonde in un abbraccio, le trasforma in ali della vittoria per far volare in pista un quartetto misto che suona lo spartito di una nuova potenza dell'atletica. Siamo testimoni di una grandiosa rinascita.
I nomi sono tutto. Tortu. Patta. Jacobs. Desalu. L'unicum di straordinario conio biologico. Congiungiamoli. Tortu e Patta. Jacobs e Desalu. Sardegna. Africa. La grande orma dell'isola, il piede di Dio sul Mediterraneo, l'immenso continente nero dove comincia la storia dell'umanità. Ecco emergere una mappa remota e abissale di relazioni, di geni, di cromosomi, di cellule, di tessuti, di plasma, di muscoli, di organi che vedono, sentono, toccano, afferrano, prendono la posizione eretta, muovono il passo veloce tra i boschi e le pianure. Homo Sapiens.
Ore 15.50. Si posizionano in pista, Patta va in prima frazione, Jacobs è in seconda, Desalu è in terza e Tortu in quarta. Uno, due, tre e quattro. Semplice e fulmineo. Oddìo, ma dove sono? Su Sky ancora stiamo parliamo di Green Pass e Francia, mentre il cuore è già sbarcato nel paese del Sol Levante, sono tutto in Oriente e di me resta un ologramma televisivo, gli emisferi del cervello lavorano su due fusi orari, a sinistra c'è un ronzio, quello di Roma e della politica, a destra un suono di launeddas e tamburo della Savana, Tokyo e l'atletica, il gesto del primo uomo che caccia, la corsa.
Il passaggio del testimone tra Desalu e Tortu (Foto Epa)
Bam! Partiti. Lorenzo Patta è una molla, carico e rapido come il gusto di una vernaccia vecchia di Oristano, guizza con quel fisico lontano dai dragster americani, così diverso e così uguale nell'azzurro-bolide quando passa il testimone a Jacobs, s'accende una pila atomica, puoi sentirla come il vento che gonfia la vela, il campione olimpico dei 100 metri si mangia la pista, la spiana per Fausto Desalu che ruggisce come una pantera nera, corsa elegantissima, un dio dell'Antica Grecia, lo scambio del testimone è leggermente compresso, ma Tortu è in piena fase transformer, eccolo qui, un ghepardo, respiro, polmone, trazione, respiro, gamba, braccio, respiro, spinta, bum! bum! bum!, c'è un campione che sta seminando epica in pista, taglia il traguardo con il cuore scagliato lontanissimo, una catapulta, un centometrista che spezza il fiato all'avversario, è ancora dietro, ma si sente questo sardo-brianzolo rombare con tutti i motori a pieno regime, le eliche che frustano l'aria, la sbattono, la frangono, la risucchiano in un vortice. Sto arrivando, umani, sono il signore dei venti e delle tempeste, swoooosh, mi chiamo Filippo Tortu, ho il sangue gallurese di mio padre che mi scorre come benzina nelle vene. Un centesimo. Questa la misura che separa la gioia e il dolore. La gioia è nostra, il dolore (ancora una volta, dopo Wembley) è degli inglesi. È una corsa felina, graffiante, annunciata con gli archi, ornata da cori di battaglia, una suprema vittoria cercata con il mestiere, l'allenamento, la disciplina e la tecnica (l'allungo del corpo sul traguardo, un tuffo di lucidità per catturare il fotogramma della vittoria), con la maestosa cattiveria di chi ha fame di vittoria perché la storia non aspetta, il fermo obiettivo di piegare la volontà dell'avversario, metterlo al cospetto della corsa dei figli del Mediterraneo, per balzare e scattare più avanti, arrivare dove nessuno mai, nel luogo remoto che alimenta con la sua energia l'esplosiva meccanica dei muscoli, nell'Atlantide dell'atletica, fino all'essenza dell'esistenza, il mito di Olimpia. Siamo in vetta, l'Italia è il paese più veloce del mondo sulla distanza che misura tutte le imprese, i 100 metri, quel rettilineo che brucia i sogni e dona la gloria eterna in meno di dieci secondi.
Bruciati gli inglesi, on the road again. Sfiammati gli americani che ancora non hanno realizzato di aver perso il trono della velocità. Negli Stati Uniti non riescono a capire che gli imperi declinano quando non riesci più a vincere nelle discipline classiche. Hanno rosicato così tanto dopo la sconfitta dei 100 metri che si sono messi a gettare l'ombra del doping su Jacobs. La realtà è che l'America vince molte medaglie ma l'officina dell'oro ha problemi seri di produzione. Quando la Cina deglutisce medaglie d'oro e l'Italia conquista il trono dello sprint, del salto in alto, della marcia, allora significa che gli altri sono tornati e tu non ci sei più. L'Italia supera il record di medaglie delle Olimpiadi di Roma 1960, siamo a quota 38, settimi nella classifica generale, davanti alla Germania. Sembra incredibile, ma i giri della storia hanno una logica stringente, i Giochi di Roma che abbiamo evocato furono felici, umani e colmi di storie da raccontare (la maratona a piedi scalzi del grande Abebe Bikila), un modello reale, in un paese che aveva costruito il Boom, si era risollevato dalla guerra e costruiva un rutilante benessere con tutte le sue contraddizioni, ma basta andare a vedere lo sport, le arti, la letteratura, la musica, le grandi imprese dell'industria e della tecnologia, per capire che parliamo di anni splendenti di luce italiana. Sono tutti segnali che giungono dal passato, lezioni che non possiamo disperdere. Stiamo uscendo dalla pandemia e abbiamo visto i bagliori del nostro talento.
L'oro sulla pista di Tokyo è quel centesimo di secondo che non finirà mai. Tortu. Patta. Jacobs. Desalu. Sardegna. Africa. Italia. Fratelli. Si sono guardati negli occhi e hanno detto al mondo intero: "Andiamo a vincere". L'impresa in un lampo dell'iride. Alle Olimpiadi è scoccata l'ora de "is cuattro moros", sventola su Tokyo la bandiera dei Quattro Mori.
***
Post scriptum. E Sky? Ore 15:55, l'abbiamo chiusa a commentare in diretta con "la Pinna" la vittoria. Grandi discorsi sul momento d'oro, sulla ricostruzione del Paese, su un nuovo spirito, sulla titanica impresa, sul momento da Draghi dell'Italia intera. Zero equilibrio, fine del supremo distacco, un fiume in piena. Se mi davano una trombetta, la suonavo. Per un nanosecondo ho capito che cosa significava chiamarsi Paolo Rosi, essere ai Giochi di Mosca nel 1980 per raccontare la finale dei 200 metri, tirare giù quella frase sulla "Freccia del Sud", il sigillo del cronista: "Straordinaria impresa di Mennea". Le favole e i giganti esistono.
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o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.