13 Marzo

Salvini avvisa Berlusconi: mai un governo con Renzi

No alle aperture di Forza Italia, la crisi di non-governo è profonda. E la coalizione di centrodestra è precaria più che mai. L'arrocco finto del Pd e le ragioni del voto al Movimento 5Stelle. Il diario del titolare di List.

La notizia che il 23 per cento degli italiani è a rischio povertà non interessa nessuno. Stamattina la troviamo in prima pagina solo su Avvenire e Manifesto, la Chiesa di Bergoglio e i compagni del quotidiano comunista, la religione degli ultimi, Gesù e Marx, il nocciolo della critica al capitalismo. 

Qualcosa questa assenza-presenza vorrà pur dire. Si è discusso molto a vanvera del successo elettorale della proposta del reddito di cittadinanza dei Cinque Stelle, ma quando escono studi e numeri che dimostrano l'urgenza della situazione, la necessità di una risposta politica, la verità sulla distopica situazione economica e sociale dell'Italia, improvvisamente i dati vengono occultati dal sistema dei mainstream media. Il senso di colpa del piccolo establishment italiano (di cui il giornalismo fa parte) produce queste reazioni. Ma in quel rapporto c'è il materiale radioattivo, la kryptonite.

01

Poveri, giovani e Sud 

Nello studio pubblicato da Bankitalia ieri c'è quello che ha generato in maniera decisiva il voto del 4 marzo scorso. Guardate questo grafico:

 

In questi numeri c'è il dramma della popolazione italiana più giovane, il rischio povertà si è trasferito dagli anziani ai giovani, i pensionati sono più protetti, il Sud è un serbatoio di smarrimento e rancore.

02

Il Rapporto Censis. Rancore e smartphone

Tutto torna. Il titolare di List ricorda l'ultimo rapporto annuale del Censis

L'Italia dei rancori. Nella ripresa persistono trascinamenti inerziali da maneggiare con cura. Non si è distribuito il dividendo sociale della ripresa economica e il blocco della mobilità sociale crea rancore. L'87,3% degli italiani appartenenti al ceto popolare pensa che sia difficile salire nella scala sociale, come l'83,5% del ceto medio e anche il 71,4% del ceto benestante. Pensano che al contrario sia facile scivolare in basso nella scala sociale il 71,5% del ceto popolare, il 65,4% del ceto medio, il 62,1%...


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