25 Giugno
Salvini e le trappole del deserto
Il problema dell'immigrazione si risolve a terra e non in mare. Il ministro dell'Interno cerca la soluzione in Libia, un paese immenso, tribale e ancora in guerra. L'Algeria respinge nel deserto gli stranieri, i morti sono migliaia. Il Pd è finito, ma ricomincia a litigare.
In Italia vince, per l'Africa si sta attrezzando ma l'impresa è di quelle da pazzi. La Libia ha fatto sapere a Matteo Salvini che non vuole campi di detenzione nel suo territorio. "Rifiutiamo categoricamente" la proposta di realizzare "campi per migranti in Libia: non è consentito dalla legge libica", ha detto il vicepresidente libico Ahmed Maiteeq. Naturalmente siamo in uno scenario di guerra, poteri fragili e trattative aperte, Salvini sa che la Libia è in pieno riassetto e precisa:
I Centri di protezione e identificazione che dovrebbero sorgere in nord Africa, dovranno essere ai confini esterni della Libia. L'Italia chiede la protezione delle frontiere esterne dell'Ue e giustamente, loro chiedono la protezione delle frontiere esterne.
Fatta la doverosa precisazione tattica, resta un problema: la guerra in Libia.
01
Il puzzle della Libia
Salvini in Libia ieri ha fatto il suo primo tour e detto che "l'Italia vuole essere protagonista nei rapporti con la Libia. Già giovedì al vertice europeo il Governo sosterrà la necessità di proteggere le frontiere esterne al sud della Libia, perchè non siano solo Libia ed Italia a sostenere i costi economici e sociali di questa migrazione". Tutto bene, l'importante è non far balenare nella mente dei libici i boots on the ground di truppe straniere. Si possono avere centinaia di milizie in giro per il paese, ma un fante straniero sarebbe sotto il tiro di cento cecchini in meno di un quarto d'ora. Salvini cerca di portare a casa consenso, la struttura del governo però non è che faccia grandi sforzi di fantasia. Così ecco spuntare un altro vertice internazionale sulla Libia, non proprio una novità, che dovrebbe tenirsi nella prima metà di settembre. Tema, l'immigrazione illegale: "Ci faremo promotori - ha detto Salvini - in sede europea di tenere questa conferenza in Libia, perché i problemi devono essere affrontati e risolti in Libia...
In Italia vince, per l'Africa si sta attrezzando ma l'impresa è di quelle da pazzi. La Libia ha fatto sapere a Matteo Salvini che non vuole campi di detenzione nel suo territorio. "Rifiutiamo categoricamente" la proposta di realizzare "campi per migranti in Libia: non è consentito dalla legge libica", ha detto il vicepresidente libico Ahmed Maiteeq. Naturalmente siamo in uno scenario di guerra, poteri fragili e trattative aperte, Salvini sa che la Libia è in pieno riassetto e precisa:
I Centri di protezione e identificazione che dovrebbero sorgere in nord Africa, dovranno essere ai confini esterni della Libia. L'Italia chiede la protezione delle frontiere esterne dell'Ue e giustamente, loro chiedono la protezione delle frontiere esterne.
Fatta la doverosa precisazione tattica, resta un problema: la guerra in Libia.
01
Il puzzle della Libia
Salvini in Libia ieri ha fatto il suo primo tour e detto che "l'Italia vuole essere protagonista nei rapporti con la Libia. Già giovedì al vertice europeo il Governo sosterrà la necessità di proteggere le frontiere esterne al sud della Libia, perchè non siano solo Libia ed Italia a sostenere i costi economici e sociali di questa migrazione". Tutto bene, l'importante è non far balenare nella mente dei libici i boots on the ground di truppe straniere. Si possono avere centinaia di milizie in giro per il paese, ma un fante straniero sarebbe sotto il tiro di cento cecchini in meno di un quarto d'ora. Salvini cerca di portare a casa consenso, la struttura del governo però non è che faccia grandi sforzi di fantasia. Così ecco spuntare un altro vertice internazionale sulla Libia, non proprio una novità, che dovrebbe tenirsi nella prima metà di settembre. Tema, l'immigrazione illegale: "Ci faremo promotori - ha detto Salvini - in sede europea di tenere questa conferenza in Libia, perché i problemi devono essere affrontati e risolti in Libia non in altre capitali europee". In attesa di vedere come andrà a finire la questione del vertice, resta sul tappeto la realtà che Salvini richiama con un ragionamento che si dimostra da sé: "L'unico modo per contrastare veramente gli interessi criminali degli scafisti ed evitare i viaggi della morte è impedire che i barconi prendano il largo". Nessuna obiezione, resta la domanda: come? Il ministro dell'Interno sa che bisogna bloccare il passaggio degli immigrati all'origine, nel deserto. Ma la Libia è uno stato immenso e non si risolve tutto come qualcuno pensa con i droni e il satellite, la sabbia a volte può nascondere meglio della giungla. Ecco la mappa della Libia, giusto per prendere le misure:
Leggiamo il World Factbook della Cia: Libia, 18° paese al mondo per estensione, confine terrestre lungo 4 mila chilometri con Sudan, Chad, Niger, Algeria, Tunisia e Egitto. Un posto pieno di bravi ragazzi. La Libia è un gigante che Gheddafi teneva in pugno con la forza e il denaro. La forza per i nemici e il denaro per chi voleva farsi comprare, quasi tutti. Per gli irriducibili c'era la prigione, quando ci arrivavano. Caduto Gheddati, il sistema è rimasto in piedi, ma in modalità nitroglicerina.
La situazione sul terreno è a dir poco caotica, ecco una mappa elaborata da Jalel Harchaoui per Sad, la rivista del Carnegie Endowment che si occupa di Medio Oriente e Africa. Sulla base di questa polverizzazione del territorio e visto l'indebolimento dell'esercito del generale Haftar, la previsione di Harchaoui è che la Libia sia destinata non a stabilizzarsi ma a entrare in un'altra fase di conflitto intenso tra le milizie.
Ne sono prova l'assedio a Derna dell'esercito di Haftar, l'occupazione della Mezzaluna petrolifera da parte delle milizie di Ibrahim Jadhran, la riconquista da parte delle truppe di Haftar, i problemi di sicurezza al confine con la Tunisia, gli scontri tra il gruppo Tebu e il gruppo Awlad Suleiman nella città di Sebha, con l'apporto di milizie Tebu provenienti dal Chad. Un festival del terrorismo dove le tribù non sono interessate alle sorti di Haftar o di Serraj, ma come scrive The Arab Weekly "sono interessati a chi paga". E chi paga da quelle parti è il governo, varie entità straniere, chi compra e vende petrolio. Un suk dove la vita è un proiettile vagante.
In questo scenario, Salvini punta giustamente a una soluzione che chiuda il cancello del deserto. Ma per farlo ha bisogno di alleati e questi sono nell'Unione europea che giovedì riunisce il Consiglio dei capi di Stato. All'ordine del giorno c'è un tema che si chiama immigrazione, la soluzione non è in mare ma a terra, nel deserto. Le frontiere si controllano facendo accordi con tutti questi Stati, il modello è il contratto che ha firmato l'Unione europea con Erdogan, il problema è che in nessuno di questi Stati confinanti c'è un Erdogan che ha il controllo della situazione. Per far funzionare gli hotspot, servono stivali sul terreno, c'è bisogno prima di tutto di sicurezza. C'è una missione in Niger, ma da sola non basta. L'Europa è disposta a rischiare? Lo vedremo presto.
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Il deserto è pieno di storie. Associated Press ne ha una che dà esattamente la misura del problema, gigantesco e spietato. È la storia di 13 mila persone abbandonate dall'Algeria nel deserto del Sahara negli ultimi 14 mesi. Una sola scelta per loro: camminare, vivere, morire.
02
Camminare, vivere, morire nel deserto
Le espulsioni dell'Africa. Quelle che non si vedono. Che scompaiono nella sabbia. Per sempre. L'Algeria ha abbandonato nel deserto più di 13 mila persone negli ultimi 14 mesi, tra cui donne incinta e bambini, senza cibo né acqua, costringendoli a camminare nel deserto, sotto la minaccia dei fucili. Il loro punto d'arrivo è il Niger, in luogo chiamato Assamaka, unico posto di frontiera tra Algeria e Niger, 950 chilometri di sabbia. È una sorta di giro della morte. Dal cuore dell'Africa vanno a Nord, scelgono l'Algeria perché è più difficile ora trovare un passaggio dalla Libia all'Europa. Ma quando entrano in Algeria vengono espulsi e ad attenderli c'è un altro giro verso Sud, destinazione Assamaka. Attraversando a piedi il deserto.
Da qui alcuni ci riprovano, cercano di arrivare fino al Nord, alla Libia. Come questo gruppo di migranti ritratto nella foto di Associated Press. Arrivare vivi fino a Assamaka è un miracolo. L'Algeria non fornisce dati sulle espulsioni, non riceve i fondi europei per la crisi migratoria. Le testimonianze raccolte da AP sono devastanti. La polizia accompagna al confine gli stranieri, vengono derubati, privati di tutto. Poi devono camminare nel deserto. Vengono da Mali, Gambia, Guinea, Costa d'Avorio, lo stesso Niger. Molti si perdono. Altri si abbandonano alla morte, stremati. Secondo gli esperti, per ogni migrante morto nel Mediterraneo, due periscono nel deserto. Dal 2014 i morti sarebbero almeno 30 mila.
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Sono tempi duri, maledetti, scartavetrati. Torniamo in Italia. Andiamo a esplorare un altro deserto. Politico. Quello che ha lasciato il Pd di Renzi.
03
Da Siena al deserto, la storia al galoppo
La Toscana non è più rossa, il Centrodestra non è più berlusconiano, il Pd è finito ma ricomincia a litigare. I ballottaggi nei Comuni hanno messo il timbro sullo scenario del 4 marzo, stanno scorrendo i titoli di coda sulla storia del Pd, della sua eredità dissipata dai protagonisti di ieri e di oggi, mentre l'altro pianeta della galassia politica italiana, il Movimento 5Stelle, non perde, conquista qualche Comune importante (Avellino e Imola) ma deve trovare la sua fisionomia elettorale che non passa per le alchimie di governo alternativo (attribuite a Fico o ad altre comparse) ma per la definizione della propria identità che per ora non c'è, l'epoca del vaffa, cari ragazzi, è finita, siete nella stanza dei bottoni e dovete dimostrare di saperli almeno riconoscere. Grammatica e tabelline, non serve molto altro. La crisi del Pd è di impressionante rapidità, stiamo assistendo alla sua implosione. Continua a leggere l'articolo su List.
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La storia è una scatola magica. Prima o poi schizza a molla una sorpresa, una beffa, una punizione, la nemesi. Il Salvinismo nelle Regioni Rosse, chi l'avrebbe mai detto. Viviamo tempi interessanti. E in questo caso non è troppo.
04
Il Salvinismo nelle Regioni Rosse
Il ballottaggio nei Comuni segna il crollo del Pd in Toscana e in Emilia. Un fatto storico che ha ragioni profonde. I numeri, lo scenario politico, la rapidità di movimento dell'elettorato, la crisi di identità e linguaggio del Partito democratico, la nascita del Salvinismo, la sintonia con gli italiani e il rischio di perdere tutto nella prova di governo. Il titolare di List e Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend, esplorano il risultato dei ballottaggi e l'impatto sul quadro di governo e l'Europa. Ascolta RadioList.
RadioList. Due parti di news, una parte di musica, un twist di humour. A proposito di umorismo, Macron oggi è a Roma. No, non va dalla Raggi e nemmeno da Conte. Egli punta in alto, va dritto al divino.
05
Macron oggi dal Papa
Frou Frou Macron, il campione della laicità, il nuovo uomo dei Lumi e naturalmente anche della Rivoluzione, oggi sarà in Vaticano per incontrare Papa Francesco. Sarà accompagnato da Brigitte. Nessun incontro con esponenti politici in Italia. Il Presidente della Francia da tempo gioca a fare flip flop tra Cesare e Dio, la Ragione e la Fede. Si sa, egli è un contenitore e dunque ogni mossa è fatta per contenere il tutto. Spazio ai cattolici allora, un tentativo di vestire con qualcosa che dia un'anima a una linea politica che in casa lo ha mandato al tappeto. Record negativo nei sondaggi per Macron e Philippe. Il sondaggio Ifop pubblicato dal Journal du Dimanche l'altro ieri dice che il 58 per cento dei francesi è insoddisfatto del lavoro del Presidente, il 40 per cento invece si ritiene soddisfatto e il 2 per cento tace. Le Monde piazza a pagina 8 un servizio di presentazione della visita e ricorda il discorso che Macron fece il 9 aprile scorso alla Conferenza dei vescovi di Francia. L'avevamo beccato qui su List, le President, nella sua conversione, qualche tempo fa. C'era odore di incenso nell'aria. Ecco il pezzo di Lorenzo Castellani, senza turibolo.
di Lorenzo Castellani
Del credo religioso di Emmanuel Macron si era parlato poco fino ad oggi quando il Presidente francese ha scelto di svelare le carte. A livello politico era noto che le associazioni cattoliche moderate si erano espresse a favore della sua candidatura all'Eliseo e che, al contrario, il programma politico dell'enfant prodige della politica transalpina aveva incontrato aspre critiche da parte dei movimenti integralisti, come le Manifs pour tout, saldamente impegnati a sostegno di Marine Le Pen. In questi giorni il Presidente francese ha scelto di calarsi nel dibattito politico-religioso in occasione del suo incontro con i vescovi francesi e lo ha fatto, seguendo le regole della fast democracy, con una carrellata di tweet ed interventi social ricolmi di frasi ad effetto. Continua a leggere l'articolo su List.
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Macron che si converte, Trump che non sale sull'Harley. La vita dei leader politici forse non è noiosa, ma è piena di conseguenze inattese.
06
Daziland. Harley Davidson trasloca in Europa
La politica è sempre fonte di conseguenze inattese. Trump ha cominciato la guerra dei dazi con l'Europa, quest'ultima ha risposto con una serie di gabelle all'ingresso di alcuni prodotti americani, tra cui l'Harley Davidson. Che ieri ha dato un dispiacere a Trump annunciando l'aumento della produzione fuori dagli Stati Uniti. Da Milwaukee in tutto il mondo. Trump non l'ha presa benissimo:
Sorpreso. Bandiera bianca. Trump sa benissimo che se cominci una guerra, c'è qualcuno che risponde al fuoco. Qualcuno che si arrende. E qualcuno che fa i suoi interessi. Vrooom.
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assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.