20 Aprile

Salvini, la sentenza di Palermo e il governo a Roma

Dopo la sentenza sulla trattativa Stato-Mafia e la condanna a 12 anni di Dell'Utri, uno dei fondatori di Forza Italia, i Cinque Stelle pressano Salvini: "Ora si decida". La delicatissima partita a scacchi del leader della Lega. Il diario del titolare di List.

La notizia. La Corte d'assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, ha condannato i generali del Ros Mario Mori e Antonio Subranni, l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri e il boss Antonino Cinà (medico di Totò Riina) a 12 anni di carcere. Assolto l'ex ministro Nicola Mancino, accusato di falsa testimionianza. La Corte ha condannato il boss Leoluca Bagarella a 28 anni di carcere, la pena più pesante. Otto anni sono stati inflitti al colonnello Giuseppe De Donno. Stessa pena per Massimo Ciancimino. Prescrizione per Giovanni Brusca. Le condanne decise dal collegio presieduto da Alfredo Montalto per alcuni degli imputati sono più pesanti delle richieste. Il processo è quello per la trattativa Stato-Mafia nei primi anni Novanta.

La reazione del pm Di Matteo. "Che la trattativa ci fosse stata non occorreva che lo dicesse questa sentenza. Ciò che emerge oggi e che viene sancito è che pezzi dello Stato si sono fatti tramite delle richieste della mafia. Mentre saltavano in aria giudici, secondo la sentenza qualcuno nello Stato aiutava Cosa nostra a cercare di ottenere i risultati che Riina e gli altri boss chiedevano. È una sentenza storica", ha commentato il sostituto procuratore nazionale Nino Di Matteo.

L'assoluzione di Nicola Mancino. L'ex ministro dell'Interno democristiano era accusato di falsa testimonianza. È stato assolto. Questo il suo commento dopo la sentenza: "Ho sempre avuto fiducia che a Palermo ci fosse un giudice. La lettura del dispositivo che esclude la mia responsabilità nel processo sulla cosiddetta trattativa ne è una solenne conferma. Sono stato vittima di un teorema che doveva mortificare lo Stato e un suo uomo, che tale è stato ed è tuttora. Sono stato volutamente additato ad emblema di una trattativa, benchè il mio capo di imputazione, che oggi è caduto, fosse di falsa testimonianza. Relegato per anni in un angolo posso ora dire di non aver atteso invano, ma...


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