26 Maggio
Salvini ora lancia la sfida: "La priorità è abbassare le tasse"
Elezioni europee. Salvini unico grande vincitore con la Lega al 34 per cento. Crollo di Di Maio che finisce terzo (18%) contro un Pd che va avanti (22%) per inerzia e grazie al flop dei grillini. Germania, i Verdi raddoppiano, crolla la Spd, la Cdu di Merkel perde 8 punti. Il partito di Marine Le Pen è primo, insegue En Marche di Macron
Ultima proiezione di Swg per La7, con il 41 per cento della copertura, sono dati ormai consolidati, chiari:
Lega 34,1%
Partito democratico 22,0%
Movimento Cinque Stelle 18,0%
Forza Italia 8,5%
Fratelli d'Italia 6,4%
+Europa 3,2%
EV 2,4%
Sinistra 1,7%
Altri 3,7%
La sintesi del voto è la seguente: Salvini grande e unico vincitore, disastro Di Maio, Partito democratico avanti più per inerzia (e demeriti altrui) che per meriti propri. La Lega ha numeri da Democrazia cristiana e si proietta come partito egemone; il Pd di Zingaretti può dire di aver fatto meglio delle elezioni politiche del 2018, ma l'alternativa di sinistra non esiste più, non ci sono voti; il Movimento Cinque Stelle è sprofondato in una crisi nera con la strategia elettorale di Di Maio che è finita contro un muro e la sua leadership che balla la rumba.
Conseguenze interne? Salvini commentando il voto ha spiegato che serve "un'accelerazione del governo". Alla domanda del titolare di List in diretta su La7 - per andare dove? e qual è l'agenda e la priorità - il leader della Lega ha chiarito: "La priorità è abbassare le tasse. da domani ci mettiamo al lavoro" su questo, "e chiediamo la flat tax al 15%, ovviamente non subito per tutti. ma la priorità è questa". Questo significa che sono finiti nel governo i "diversivi" dei grillini su conflitto di interessi, giustizia e provvedimenti collaterali annessi. Il Movimento Cinque Stelle non ha grandi opzioni disponibili: o segue o si va alla crisi di governo con un partito che viaggia su numeri da Balena Bianca. Il capitano Achab provò a arpionare Moby Dick e fu trascinato a fondo.
Quadro europeo? La composizione del Parlamento è quella prevista: Popolari e Pse insieme non hanno la maggioranza, dovranno chiedere l'appoggio dei Liberali di Alde. I sovranisti avanzano, ma non hanno il controllo. Il Parlamento europeo...
Ultima proiezione di Swg per La7, con il 41 per cento della copertura, sono dati ormai consolidati, chiari:
Lega 34,1%
Partito democratico 22,0%
Movimento Cinque Stelle 18,0%
Forza Italia 8,5%
Fratelli d'Italia 6,4%
+Europa 3,2%
EV 2,4%
Sinistra 1,7%
Altri 3,7%
La sintesi del voto è la seguente: Salvini grande e unico vincitore, disastro Di Maio, Partito democratico avanti più per inerzia (e demeriti altrui) che per meriti propri. La Lega ha numeri da Democrazia cristiana e si proietta come partito egemone; il Pd di Zingaretti può dire di aver fatto meglio delle elezioni politiche del 2018, ma l'alternativa di sinistra non esiste più, non ci sono voti; il Movimento Cinque Stelle è sprofondato in una crisi nera con la strategia elettorale di Di Maio che è finita contro un muro e la sua leadership che balla la rumba.
Conseguenze interne? Salvini commentando il voto ha spiegato che serve "un'accelerazione del governo". Alla domanda del titolare di List in diretta su La7 - per andare dove? e qual è l'agenda e la priorità - il leader della Lega ha chiarito: "La priorità è abbassare le tasse. da domani ci mettiamo al lavoro" su questo, "e chiediamo la flat tax al 15%, ovviamente non subito per tutti. ma la priorità è questa". Questo significa che sono finiti nel governo i "diversivi" dei grillini su conflitto di interessi, giustizia e provvedimenti collaterali annessi. Il Movimento Cinque Stelle non ha grandi opzioni disponibili: o segue o si va alla crisi di governo con un partito che viaggia su numeri da Balena Bianca. Il capitano Achab provò a arpionare Moby Dick e fu trascinato a fondo.
Quadro europeo? La composizione del Parlamento è quella prevista: Popolari e Pse insieme non hanno la maggioranza, dovranno chiedere l'appoggio dei Liberali di Alde. I sovranisti avanzano, ma non hanno il controllo. Il Parlamento europeo sarà frammentato, i partiti centristi sono usciti sconfitti e indeboliti, le tensioni nazionali peseranno di più.
Lo spoglio del voto europeo è in pieno svolgimento. È in gioco il potere a Strasburgo e a Bruxelles, l'assetto del nuovo Parlamento europeo e della Commissione Ue. Ci saranno molte sorprese e dati politici da analizzare nel dettaglio. Il primo dato che emerge forte dai vari paesi è il cambio della mappa politica della Germania con i Verdi che sorpassano i Socialdemocratici e - in futuro, tema che abbiamo già analizzato in passato su List - potrebbero sostituire la Spd nei format di governo di grande coalizione. In Francia il partito di Marine Le Pen è in testa, il dato politico è nella situazione di crisi in cui potrebbe piombare la presidenza di Macron, un suo bis all'Eliseo s'allontana. L'asse franco-tedesco che domina in Europa in ogni caso esce indebolito dal voto europeo. Vediamo i primi numeri.
La sfida per la Germania. La partita di Berlino che conferma quanto avevamo scritto su List: grande risultato dei Verdi e crollo dei Socialdemocratici. Questi sono i primi exit poll:
I Verdi hanno raddoppiato i voti, sono passati dal 10,4 al 21 per cento, la Spd diventa terzo partito, la Cdu di Angela Merkel perde oltre 8 punti, la destra nazionalista di AfD guadagna 3.5 punti, i Liberali altri 2.2 punti. La Germania è conservatrice, identitaria, sovranista. L'Unione ha problemi proiettati sul governo, la Grosse Koalition avrà una navigazione sempre più difficile.
Sulla FAZ si discute già del futuro delle leadership di Andrea Nahles e Annegret Kramp-Karrenbauer. Sì, a Berlino vivono tempi interessanti. Forse troppo.
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La sfida per la Francia. Prima stima di Ipsos: il partito di Marine Le Pen in testa (23.2%), En Marche di Macron insegue (21.9%), i verdi di Europe Écologie sono al 12.8%.
I dati dello scrutinio sono al 40% e il partito di Le Pen è al 27,05% e quello di Macron al 20,37%. Se la distanza fosse confermata (ma aspettiamo il voto delle grandi città dove En Marche dovrebbe essere più solido) sarebbe una grande sconfitta per il presidente della Francia. Vedremo. Sarà un duello intenso, una vittoria della Le Pen rafforza l'asse sovranista con Salvini in Europa e manda al tappeto la presidenza di Emmanuel Macron, si profila un problema pesante per la ricandidatura all'Eliseo se i dati verranno confermati.
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La sfida per l'Inghilterra. Le stime di oggi seguono la scia dei sondaggi. Vola il Brexit Party al 31.6%. Il secondo partito, il Labour, a oltre 10 punti di distacco (19.1%), crollano i Conservatori (12.4%). L'Inghilterra vuole l'exit, partiti mainstream schiacciati da un movimento nato solo qualche settimana fa. Nigel Farage con questi numeri è il vincitore.
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I paesi chiave da guardare sono oltre alla Germania, alla Francia e al Regno Unito, l'Italia con il governo populista alla sua prima prova elettorale generale e Matteo Salvini osservato speciale in tutta Europa come leader di un gruppo sovranista al Parlamento europeo; è molto importante il risultato della Spagna, con il partito socialista di Pedro Sanchez e un quadro politico molto frammentato (siamo curiosi di vedere cosa faranno Vox e Podemos). La Grecia, piccola ma da sempre grande laboratorio politico e la Polonia, un gigante emergente e nazionalista, il blocco dei paesi di Visegrad, l'Austria che è entrata improvvisamente in una pesante crisi politica, i paesi del Nord Europa che compongono una nuova "Lega Anseatica" alleata della Germania. È un turno elettorale di grande fascino, il cuore pulsante dell'Europa, la contemporaneità che parla con la voce degli elettori. Democrazia. Il quadro italiano in questo gioco dove l'Unione europea è il vaso di coccio tra i vasi di ferro (Stati Uniti e Cina) è di grande importanza, più di quanto si immagini. Ripassate le regole del gioco degli scacchi, seguite il titolare di List.
01
La partita italiana
Bassa affluenza, grandi sorprese. La storia elettorale lo dice, vedremo se lo confermerà anche oggi. Si vota fino alle 23. Il dato sull'affluenza in questo turno elettorale sarà molto importante. In tutta Europa è boom di elettori, in Italia è in rialzo dell'1,7%, e alle 19 è a quota 43,84%. Nel 2014 la percentuale di votanti alla stessa ora era stata del 42,14% Questo è il grafico di YouTrend sull'affluenza generale e la variazione rispetto al 2014:
Siamo a poco più di un anno dal voto del 4 marzo 2018 e mancano pochi giorni al primo anno di governo. La campagna elettorale europea, inoltre, si è svolta in uno scenario particolare (un dissidio profondo tra Cinque Stelle e Lega) e su temi sostanzialmente di politica interna. Dunque una delle motivazioni psicologiche dell'elettore ad andare a votare sarà quella del regolamento di conti con l'avversario. E questo sarà il secondo elemento - dopo l'affluenza - da valutare leggendo i numeri in filigrana: la mobilitazione dell'elettore, quella che si chiama "voglia" di votare per il suo partito. Su questo tema ci saranno poi da fare una serie di considerazioni sul tono complessivo della campagna elettorale, chi ha favorito e chi no, la dimensione virtuale e quella reale, l'impatto di alcuni temi scelti dai media in base a un'agenda che non è quella del paese, e così via.
Attenzione alla lettura retrospettiva, sarà la base per fare la prima analisi politica quando stanotte (il titolare di List commenterà il voto nella maratona elettorale de La7 con Enrico Mentana) arriveranno i dati reali del voto. Guardate la mappa delle elezioni europee del 2014, risultato nei principali Comuni:
Il 25 maggio del 2014 fu un dominio del Partito democratico guidato da Matteo Renzi. L'affluenza fu del 57,22 per cento e il Pd ottenne un risultato monstre: 40,81 per cento, il miglior risultato di sempre. Ecco come si distribuirono i voti:
Questo numero, il 40, subito dopo divenne l'ossessione-maledizione del Partito democratico renziano. In realtà il dato era pesantemente influenzato proprio dalla bassa affluenza, Renzi inoltre aveva detto "stai sereno" a Enrico Letta ed era alla guida del governo da pochi mesi (22 febbraio 2014), era ancora in luna di miele con gli elettori, non aveva ancora rivelato quegli elementi caratteriali e commesso gli errori che poi l'avrebbero condotto al rovinoso referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Anche in quel caso l'abbaglio di Renzi proseguì con un altro numero: il 40 per cento di consensi (perdenti) per la riforma costituzionale che fecero pensare al segretario del Pd e ai suoi di poter contare su quel dato per cavalcare le elezioni anticipate. Si trattava di un'illusione, quei voti non erano tutti del Pd e non erano neppure di Renzi. Il trend era inveritto e infatti alle elezioni politiche del 2018 il Pd ha messo a segno il suo peggior risultato di sempre: 18,76 per cento alla Camera.
Sono fatti che vanno annotati sul taccuino perché stasera si prepara uno storytelling dei partiti che giocherà su tutti questi elementi per ottenere il seguente obiettivo: sminuire la portata di una sconfitta e dare sostanza a una vittoria. Per i Cinque Stelle dunque il faro sarà il risultato delle europee del 2014 (21,15 per cento), mentre per la Lega sarà fondamentale misurare la progressione dalle elezioni del 2013 (4,09 per cento), delle elezioni europee del 2014 (6,1 per cento) e così via fino ad oggi. Il Partito democratico dovrà calibrare le sue dichiarazioni sul disastroso voto del marzo 2018, ogni punto in più Zingaretti lo "venderà" come un'affermazione, ma la lettura corretta (che ovviamente faremo) per valutare la prestazione arriverà dall'andamento storico.
Al quadro già ricco di variabili va aggiunto l'impatto del turno amministrativo in una Regione importante del Nord, il Piemonte, e in 3.779 Comuni. Questa mobilitazione favorisce chi ha presenza sul territorio, buoni candidati.
La battaglia è in ogni caso semplice: primo, secondo, terzo. Abbiamo già raccontato l'importanza del secondo posto e il tentativo del Pd di sorpassare i Cinque Stelle. Il risultato è alla portata di Zingaretti - e molto dipenderà dall'affluenza a Sud e dal suo impatto sulle singole liste - vedremo presto se centrerà l'obiettivo. In questo quadro, il risultato pià intrigante sul piano dell'analisi politica (e del racconto giornalistico) sarebbe quello di un sostanziale pari e patta tra Partito democratico e Movimento Cinque Stelle. Non vince nessuno, perdono entrambi. Si gioca a scacchi. Riepiloghiamo la posizione dei pezzi sulla scacchiera.
02
La Regina. Il potere di Salvini
Matteo Salvini, la Regina. Ampio movimento, potere totale d'azione ma vulnerabilità alla prima mossa sbagliata. Il vero obiettivo della Lega in Europa non è quello di costruire un'alleanza sovranista alternativa (oggi) al sistema dei partiti mainstream. Salvini non punta a rovesciare (oggi) il sistema perché sa benissimo che non ci sono i numeri sufficienti per farlo. Il leader leghista punta a sostituirsi al Partito socialista europeo nell'alleanza con il Partito popolare europeo. Certo, per farlo deve tirare su un'alleanza e sperare che Ppe e Pse non abbiano i numeri sufficienti. Sono condizioni di partenza difficili e in ogni caso bisogna considerare anche i voti e i seggi dei Liberali, dove dovrebbe esserci anche il partito di Macron, En Marche. Ma questa è la speranza di Salvini: rompere quella collaborazione e infilarsi nel gioco della maggioranza. C'è l'opposizione della cancelliera Merkel, c'è la "resistenza" dei partiti europeisti, c'è una oggettiva debolezza di proposta dei cosiddetti "sovranisti" nella parte di costruzione dell'alternativa. Hanno buone capacità di erodere, di distruggere, ma alla prova dell'edificazione non sembrano avere strumenti convincenti. E poi c'è un fatto che è emerso chiaramente nella campagna elettorale: i punti di divisione dei "populisti" (parola ormai buona per fare da coperchio a qualsiasi pentola) sono più ampi dei punti di contatto, l'Internazionale sovranista non c'è. Potrebbe esserci? Serve una piattaforma politica comune e anche questa non c'è. Salvini ha condotto una campagna elettorale dura, è l'uomo del momento nello scenario europeo (ha collezionato un grande numero di copertine di quotidiani, settimanali, riviste), è certamente un elemento di rottura, un disrupter, ma per ora gli manca il potere di fare l'aggregatore. Tutto questo fa parte di una possibile evoluzione della Lega, per arrivarci Salvini dovrebbe diventare una cosa diversa da quella che è adesso: un catalizzatore di alleanze e idee. Siamo lontani da tutto questo. Non è detto che il leader della Lega non abbia la forza per farlo, ma questo presuppone che mitighi il suo messaggio, che scelga la via della moderazione. Salvini per trionfare deve centrare il numero che apre le porte dell'immaginario. Per vincere gli basta arrivare prima dei grillini. Un voto superiore a quota trenta lo proietta verso l'egemonia (che si realizza cambiando gradualmente la natura e anche il nome del partito), sotto quella soglia può dire di aver vinto, ancora più giù si apre l'abisso della delusione e in ogni caso si spalanca la porta del logoramento insito nell'alleanza di governo con un partner che non sarà mai più remissivo, anzi. È un grande dilemma, il pericolo per la Regina.
03
Il Cavallo. Il cambio di gioco di Di Maio
Luigi Di Maio, il Cavallo. Capacità di saltare sulla scacchiera, movimento a "elle", ma raggio d'azione limitato. Il Movimento Cinque Stelle si è (ri)presentato sulla scena con tutti i suoi elementi originari di partito anti-sistema. Di Maio ha condotto una campagna elettorale di paradossale opposizione, pur essendo al governo, nella stanza dei bottoni. Il posizionamento scelto è in qualche maniera obbligato: i grillini sanno di non poter replicare il risultato delle elezioni politiche, devono contenere l'emorragia di voti, contrastare il take over di Salvini su una parte del loro elettorato. Per fare tutto questo si sono spostati nello spazio della sinistra. La politica è una questione di spazi da occupare nel campo elettorale: il Movimento non poteva stare certo nello spazio conservatore per ragioni che non sfuggono a nessuno, si tratta di un campo molto affollato, dominato dalla Lega in una dimensione di tutta-destra, con la presenza di Fratelli d'Italia nel settore della destra sociale e di Forza Italia in quello popolare. Dunque Di Maio ha fatto l'unica scelta che era disponibile, si è piazzato nella categoria merceologica della "sinistra", pur essendo lontanissimo dal canone storico-ideologico di quella parte. Questa scelta precisa si è tradotta con una strategia elettorale di guerra totale contro l'alleato di governo e di netta separazione dal Partito democratico, un altro nemico (per ora). Si è visto poco Di Battista, dopo una disastrosa campagna elettorale amministrativa, Di Maio si è assunto tutto il peso della campagna e il voto sarà un giudizio non solo sul partito, ma sulla sua leadership. Questa azione ha ovviamente minato il governo, la sua stabilità futura, ha lacerato i rapporti e il lavoro di ricucitura comincerà da lunedì. I Cinque Stelle hanno occupato uno spazio che ha mostrato la loro naturale propensione ad alimentare la spesa pubblica, l'istinto a porsi come partito senza ideologia, un camaleontismo che può essere ancora un'arma letale. Il salto del cavallo. Lo spazio di movimento però è stretto, perché in ogni caso a sinistra c'è il Pd che sta tentando di reagire, la sinistra-sinistra è minuscola ma esiste, al centro non c'è prateria per i pentastellati, l'area dell'anti-politica è anch'essa affollata in varie (e avariate) declinazioni. Confermare il voto delle politiche è impossibile, limitare i danni è l'imperativo, saltare fra i pezzi della scacchiera per non farsi mangiare e poi apparecchiare un altro gioco per il domani. Quale? L'opzione possibile (con basse probabilità, per ora) è quella di provare a parlarsi con il Pd, cosa logica nell'evoluzione verso il neo-socialismo (leggere Lorenzo Castellani su List), ma siamo in un campo dove c'è il classico "voglio ma non posso" da parte di tutti. Il manicheismo blocca i pezzi sulla scacchiera. Sono costretti a mangiarsi l'uno con l'altro. Cannibalismo politico. E per non per morire un giorno andare sull'altare, semisbranati, e sposarsi. E poi tornare a mangiarsi nel matrimonio, basta guardare come sta andando la tormentata relazione tra Di Maio e Salvini.
04
La Torre. L'errore di Berlusconi
Silvio Berlusconi, la Torre. Ha ben condotto la sua campagna, parlato di Europa, tenuto una posizione inattesa per molti dei suoi arcinemici. Ha giocato a spaccare la maggioranza, ma in finale di campagna elettorale - cosa che aveva fatto anche alle elezioni politiche del 2018 - ha commesso un errore da matita blu: ha candidato Antonio Tajani alla premiership del centrodestra di governo. L'ego di Berlusconi continua a dominare Berlusconi. Se c'è un'alleanza, il premier non può indicarlo il junior partner e Forza Italia in questo rapporto è minoranza. A livello locale e anche in un ipotetico governo di centrodestra di cui non c'è la sagoma all'orizzonte. Berlusconi aveva condotto il "ritorno" come sa fare lui, con la presenza sulle tv (e qualcuno s'è perfino stupito, evidentemente vent'anni di storia politica sono passati invano), con l'età perfino esibita, gli acciacchi e il solito tentativo di mascherare con la sua maschera e le rodomontate l'idea eterna che lo tiene dentro il gioco del potere: c'è lui e tutti gli altri sono nessuno. Grave errore. Ha detto a Salvini, ancora una volta, che trattare con lui, significa ingaggiare una battaglia sulla leadership. E così, con questa imperizia, un senso della posizione da re senza alcun regno (il consenso nel paese), ha riconsegnato Salvini all'alleanza con i Cinque Stelle. Lui può aspettare. Berlusconi è all'ultimo giro di giostra. Essendo nella parte della Torre, ha tentato l'arrocco per proteggere il Re, ma lo ha scambiato ancora una volta per se stesso. In questa maniera si dà scacco matto da solo. Contano i voti, se la Lega va male, si stringerà al governo perché non si può gestire una fase di incertezza andando alle elezioni anticipate, ma se la Lega andrà forte, Berlusconi o cambia il suo registro sulla premiership o non incasserà mai il voto. È Torre, non Re o Regina.
05
L'Alfiere. Il premier Conte
Giuseppe Conte, l'Alfiere. Si muove avanti e indietro, ma in diagonale. Il suo potere è sempre condizionato dalla linee tracciate dal cavallo (che ha il potere di mangiarlo in una sola mossa) e dalla Regina (che può farlo volare via dalla scacchiera). Giuseppe Conte è premier per un caso del destino e non può cambiarlo. Può continuare o finire, non c'è una via di mezzo. Nella campagna elettorale ha perso il suo ruolo di premier terzo per diventare un terzo in campo, dalla parte di chi lo aveva indicato, il Movimento Cinque Stelle. Esito per nulla esoterico, perfino banale, nella sua logica. Era il vertice di un triangolo, ora è un elemento sospeso in una geometria del potere di Palazzo Chigi che dopo il voto ha bisogno di essere ridisegnata (o cancellata). L'alfiere è senza scudo e lancia.
06
Il pezzo ignoto. Il dilemma di Zingaretti
Nicola Zingaretti, il pezzo ignoto. Ha vinto facilmente - per suicidio politico altrui - il congresso del Partito democratico, ha scelto la via dell'ecumenismo correntizio e caminettaro, si ritrova i renziani in casa e in Parlamento che lo detestano e attendono una sua caduta, ha il partito che non esiste nei luoghi che vorrebbe e dovrebbe rappresentare (la periferia, la fabbrica, il lavoro sottopagato) e alla sua sinistra si ritrova un giaguaro velocissimo, il Movimento Cinque Stelle. Vorrebbe essere Regina (ma non ne ha la potenza); vorrebbe fare il Cavallo (ma non ha il dono dell'azzardo e del rischio); non può essere un innocuo Pedone che prepara lo scacco matto (ci vuole tempo e Zingaretti il tempo non lo ha), il movimento dell'Alfiere che va in avanti lo esporrebbe all'assalto, finisce per fare la Torre e somigliare a Berlusconi nel suo appartenere a un tempo in cui lo schema di gioco era un altro. Zingaretti ha un compito davvero diffile e lui contribuisce a complicarlo con interviste ectoplasmiche dove risponde a domande su Fiorella Mannoia e il Commissario Montalbano, mentre là fuori la realtà (oggi Mercatone Uno e domani un altro) ruggisce e chiede alla Nanni Moretti "qualcosa di sinistra". Non può essere Podemos, ma ha davanti un ben altro socialismo europeo, quello di Pedro Sanchez che si guarda bene dal dire Non Podemos, in Spagna hanno fatto il governo insieme. E lo rifaranno. Il gioco contemporaneo degli scacchi prevede una libertà di pensiero e di movimento che Zingaretti (non solo per colpa sua, sia chiaro) non possiede. Il lessico (e dunque le idee) della sinistra vanno reinventate e non sarà il pur volenteroso presidente della Regione Lazio a rinnovarlo. Il Pd è nel pieno di una pericolosa transizione (occhio a Matteo Renzi), ci può essere grandezza e nobiltà nell'essere un traghettatore, ma per diventarlo bisogna esser consapevoli dei propri limiti. Può guadagnare dei voti, per reazione agli strafalcioni del governo e per evaporazione del renzismo che aveva allontanato molti elettori nella fase dell'Io ipertrofico del segretario fiorentino, resta però il problema: se conferma di essere terzo in classifica, deve cambiare schema di gioco, decidere che pezzo è della scacchiera politica italiana e trovarsi un alleato, uscire dall'illusione dell'autosufficienza renziana e dal passatismo unionista e ulivista. Quello è un ieri remoto, siamo già nel futuro.
07
Il Re. L'attesa di Mattarella
Sergio Mattarella, il Re. Protetto dalle mura del Quirinale, il Re esercita il suo potere muovendosi una casella alla volta. Piccoli spostamenti, talvolta impercettibili, qualche esternazione, messaggi irrituali ormai rituali inviati alle Camere quando una legge gli fa sobbalzare il sopracciglio dell'antica sinistra democristiana, gli uffici che sfornano pareri, consigli, raccomandazioni, il segretario generale del Quirinale che tesse una tela per fare e prepararsi al disfare. Nel vuoto, il potere di Mattarella è grande, ma non al punto da cambiare la curvatura dello spazio politico. Commise un errore nella formazione del governo - negando a Paolo Savona il ministero dell'Economia - e ha così reso l'esecutivo più debole proprio là dove in realtà serviva l'esperienza e una visione del mondo sintonizzata con la contemporaneità, il ministero di via XX Settembre. Il seguito è quello dell'attesa, il Re che sta sulla linea meno avanzata della scacchiera, prudentissimo, ma esposto al gioco della Regina (Salvini), con l'illusione che quello che ieri voleva mangiarlo (l'impeachment che fu sull'insegna del Cavallo, Di Maio) oggi sia dalla sua parte. Un Re di un altro tempo e un altro Regno (quello dei renziani del Pd che oggi non governano più il Pd e sono in cerca di un nuovo spartito), con una scadenza e una visione asincrona rispetto allo spirito del tempo. Ha il potere di scioglimento, ma lo scettro è di un popolo che vive in un'altra fase della storia.
***
Che facciamo? Aspettiamo la pioggia di numeri, ci prepariamo per il commento in diretta tv, scriviamo, forse c'è tempo giusto per un Gin Martini. Una vita da List.
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Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.