25 Gennaio
Salvini. Tanto potere, poche certezze, molti fantasmi
Il caso Diciotti innesca la partita decisiva nella maggioranza. Voto per l'autorizzazione a procedere e Tav. Così il leader della Lega fa lo stress test sui Cinque Stelle. Opzioni, soluzioni e dissoluzioni. La solitudine del potere e gli scenari (im)possibili
Nella storia della politica la pistolettata di Sarajevo è sempre in agguato. L'imprevisto fa parte del copione, non lo trovate nero su bianco da nessuna parte, neppure in bozza, ma potete star certi che appare e lascia il segno. Il Governo Frankenstein - l'unico possibile, ricordiamolo - fin dalla sua genesi aveva un tasso di precarietà e transizione alti, nessuno con un po' di neuroni accesi nel cervello poteva pensare a un esperimento permanente del sistema politico italiano. La durata può essere breve (uno, due anni), media (l'intera legislatura) o addirittura lunga (due legislature, al massimo), questo tempo è sempre scandito dalla necessità. Nel breve termine il governo muore per un caso, un incidente, un'occasione. Nel medio termine è la fine di un ciclo necessario di transizione. Nel lungo termine è una pat0logia che non trova la cura. Due opposti che stanno insieme finiscono per annullarsi, divorarsi l'uno con l'altro, uno perisce e l'altro sopravvive, possono perfino sparire entrambi. La mantide religiosa della politica è inesorabile, ne abbiamo un esempio nella Grosse Koalition tedesca che sta consumando sia la Cdu che la Spd, saranno i socialdemocratici a rimetterci le penne per primi.
Così l'alleanza giallo-verde di Palazzo Chigi sta percorrendo la sua storia con questa fragilità di fondo, la forza dello stato di necessità e la sicurezza di non avere alcuna alternativa. Quando Romano Prodi l'altro ieri ha detto che la sinistra italiana non è un'alternativa e non ha un leader, ha fotografato perfettamente lo stato dell'arte. Da uomo politico navigato, Prodi sa che tutti quelli che il 4 marzo scorso hanno perso le elezioni dovranno fare una traversata nel deserto, lunga e dolorosa. Lasciate perdere le piccole alchimie temporanee che potrebbero venir fuori da una crisi improvvisa (che ora vedremo), qui stiamo parlando di dati di sistema, cose che restano nel paesaggio,...
Nella storia della politica la pistolettata di Sarajevo è sempre in agguato. L'imprevisto fa parte del copione, non lo trovate nero su bianco da nessuna parte, neppure in bozza, ma potete star certi che appare e lascia il segno. Il Governo Frankenstein - l'unico possibile, ricordiamolo - fin dalla sua genesi aveva un tasso di precarietà e transizione alti, nessuno con un po' di neuroni accesi nel cervello poteva pensare a un esperimento permanente del sistema politico italiano. La durata può essere breve (uno, due anni), media (l'intera legislatura) o addirittura lunga (due legislature, al massimo), questo tempo è sempre scandito dalla necessità. Nel breve termine il governo muore per un caso, un incidente, un'occasione. Nel medio termine è la fine di un ciclo necessario di transizione. Nel lungo termine è una pat0logia che non trova la cura. Due opposti che stanno insieme finiscono per annullarsi, divorarsi l'uno con l'altro, uno perisce e l'altro sopravvive, possono perfino sparire entrambi. La mantide religiosa della politica è inesorabile, ne abbiamo un esempio nella Grosse Koalition tedesca che sta consumando sia la Cdu che la Spd, saranno i socialdemocratici a rimetterci le penne per primi.
Così l'alleanza giallo-verde di Palazzo Chigi sta percorrendo la sua storia con questa fragilità di fondo, la forza dello stato di necessità e la sicurezza di non avere alcuna alternativa. Quando Romano Prodi l'altro ieri ha detto che la sinistra italiana non è un'alternativa e non ha un leader, ha fotografato perfettamente lo stato dell'arte. Da uomo politico navigato, Prodi sa che tutti quelli che il 4 marzo scorso hanno perso le elezioni dovranno fare una traversata nel deserto, lunga e dolorosa. Lasciate perdere le piccole alchimie temporanee che potrebbero venir fuori da una crisi improvvisa (che ora vedremo), qui stiamo parlando di dati di sistema, cose che restano nel paesaggio, non oasi lontane e desideri irrealizzabili.
L'imprevisto, dicevamo, è un bagliore improvviso. Si è manifestato nella maniera più clamorosa, in un modo beffardo, sul palcoscenico più importante: il tribunale dei ministri che chiede l'autorizzazione per processare Salvini, il ministro dell'Interno, sul caso Diciotti. Ora tra le tante partite aperte, questa sembrava la più chiusa - ricordiamo che la procura di Catania ha chiesto l'archiviazione per Salvini - e invece la storia si è incaricata, ancora una volta, di scrivere un copione elettrificato, spassoso sul piano della narrazione, un casino totale su piano della stabilità politica.
Abbiamo visto su List il quadro delle opzioni: di dritto e di rovescio i Cinque Stelle sono in un cul de sac, o respingono la richiesta della magistratura di processare Salvini, o il governo va in crisi e la legislatura finisce (salvo soluzioni predisposte in anticipo, tra poco le vedremo) e si apre una corsa intensa e compressa a conquistare tutto il piatto sul tavolo da poker della politica.
Può succedere? Senza un accordo politico la faccenda diventa possibile e con il passare dei giorni perfino probabile. Le ragioni sono palesi, basta spacchettare il quadro.
La situazione interna dei Cinque Stelle è un disastro: la maggioranza al Senato si è assottigliata a soli 4 voti a causa delle espulsioni fatte dai grillini. Non s'è mai visto tanto tafazzismo politico tutto insieme. Ieri un fuori onda ha pizzicato Giuseppe Conte mentre sussurrava a Angela Merkel che il "Movimento Cinque Stelle è in sofferenza perché cala nei sondaggi e Salvini sale". Niente di esoterico, tutto vero, ma il premier italiano che si "confessa" davanti a un caffè a Davos con la Cancelliera della Germania è un segnale che indica la precarietà della situazione.
Le tensioni tra Lega e pentastellati sul programma sono crescenti. Ieri sera Salvini ha detto e fatto una mossa che è la spia di un sommovimento interiore - e ulteriore - del leader della Lega:
La Tav va assolutamente fatta, anche perché costa più non farla che farla. Sto ancora aspettando questa benedetta analisi costi-benefici di cui non ho ancora visto una pagina...
Sembra la solita frase, invece no: Salvini la declinava sempre associando la Tav alla possibilità di fare un referendum in caso di disaccordo con i grillini, ieri il referendum è sparito, "la Tav va assolutamente fatta". Punto. E poi c'è il fatto sempre sottovalutato e invece fondamentale che in politica i tempi sono tutto e Salvini quella frase l'ha pronunciata dopo la riapertura di un caso chiuso, quello della nave Diciotti. Che cosa significa tutto questo?
Combinate l'affermazione sull'alta velocità con questa frase pronunciata ieri:
Sono sicuro del voto dei senatori della Lega. Vedremo come voteranno tutti gli altri senatori, se ci sarà una maggioranza in Senato.
Ora le cose cominciano ad essere più chiare. Salvini sta facendo lo stress test sul Movimento Cinque Stelle, sta esplorando, tastando, picchiando, auscultando, pizzicando, è alla ricerca di un eventuale (in politica l'eventuale è tutto, si chiama via di fuga e spiazzamento dell'avversario, gioco in anticipo) punto di rottura e per sollecitare la superficie dei pentastellati ora ha due argomenti a disposizione: il voto sull'autorizzazione a procedere sul caso Diciotti e la realizzazione della Tav. Sono punti che mettono sotto pressione i Cinque Stelle al loro interno, sono una dura prova di tenuta per Di Maio, Grillo e Casaleggio.
La vera incognita di Salvini non è se rompere o no - è un evento in agenda e senza data - ma se la mossa conduce o no a elezioni. Questo non lo sa nemmeno lui, ci spera, ma non ha alcuna certezza e anzi, in lui si agitano ombre gigantesche. Questo è il freno, il dubbio, l'inquietudine, il cambio d'umore improvviso, la strambata dal sorridente al cupo, l'invisibile agli occhi e il non visibile all'anima. Un buco nero.
Chi vuole capire la psicologia dell'uomo di potere, deve leggere un libro fondamentale, non un trattato di scienza politica, ma un romanzo di Georges Simenon: Il Presidente.
Qui c'è tutto quello che serve. C'è la solitudine del potere, un potere che è esaurito ma continua, il declino, il segreto disinnescato, l'arabesco di ricatti che lo compongono, la presa rapida sulle persone e le cose e il desiderio che non finisca mai, una teoria di amuleti, pozioni, presagi, lancinanti dubbi. Salvini oggi è l'uomo più potente d'Italia, in questo momento ha quello che si chiama "il tocco magico", ma come tutti non è invincibile e come ogni figura all'apice del suo potere è anche un uomo solo che comincia a vedere ombre dappertutto. In questa dimensione di soliloquio, in questo dialogo incessante con se stesso, Salvini vede agitarsi dei fantasmi, scruta la danza delle domande, va all'attacco ma avanza alle sue spalle qualcosa che per lui è inafferrabile - forse non esiste - ma la presenza nella sua mente basta a condizionarne ogni mossa da qui in avanti: perché la magistratura ha deciso di processarlo nonostante la procura avesse chiesto l'archiviazione sul caso Diciotti? Cosa c'è sotto? C'è un disegno? C'è un piano per azzopparlo o addirittura farlo fuori dalla scena politica? Chi c'è dietro le quinte? Stanno già studiando la soluzione nel caso di una sua caduta? C'è un governo d'emergenza all'orizzonte? Cosa ne pensano al Quirinale? E cosa farà Berlusconi? E Renzi? I due si parlano? E se fossero d'accordo? Posso fidarmi di Giorgia Meloni? O anche lei ha interesse a ridimensionarmi? Conte, quel presidente del Consiglio così attivo, lontano da me e vicino a Di Maio, cosa trama con l'Europa? Perché ha detto quelle cose alla Merkel? Gioca da solo? Si prepara a qualcosa? E se si alleassero tutti contro di me?
Opzioni, soluzioni, dissoluzioni. Siamo dentro le pagine di un romanzo. Salvini. Tanto potere, poche certezze, molti fantasmi.
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10. Limitazione di responsabilità
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pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
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Fornitore.
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ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
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esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.