2 Maggio

Sanchez rimane, la tempesta del falso resta

Il premier spagnolo continuerà a guidare il governo. Ha sollevato in maniera maldestra un caso personale, infilandosi in un vicolo cieco, ma ha il merito di aver messo sotto i riflettori il grave problema del falso nell'era dell'informazione digitale

di Maite Carpio 

Alla fine c’è stata la fumata bianca. Dopo quattro giorni di isteria collettiva il presidente del consiglio spagnolo ha deciso di restare al suo posto, anzi, dice che “rimane con più forza per lavorare senza tregua, con determinazione e generosità per la rigenerazione in sospeso della democrazia”. Pedro Sánchez, prendendosi quattro giorni per riflettere sul suo futuro (e quello dell’intero paese) si era infilato da solo in un vicolo cieco - con tanto di psicodramma - dal quale ha provato ad uscire con un giro copernicano; nientedimeno che aprire una “riflessione collettiva per fare pulizia, per aprire le porte a una rigenerazione e al gioco pulito”. Senz’altro un tentativo di mettere al centro del dibattito una questione alta e di estrema importanza ma difficilmente praticabile. 

In Spagna c’è un problema gravissimo di disinformazione, crescono come funghi macchine digitali di fango, pagate per diffondere menzogne e calunnie impunemente; in più, c’è la desolante situazione in cui si ritrova la Giustizia (sono cinque anni che non si rinnova il Consiglio Superiore della Magistratura) e l’uso inaccettabile che viene fatto del ‘lawfare’ (l’utilizzo degli strumenti giuridici per delegittimare un avversario politico) di cui è stato vittima lo stesso Sanchez e non solo lui. Tutto ciò in un clima di esasperazione generale che non finirà facilmente. La strumentalizzazione di una parte della magistratura, connivente con certi interessi politici e i cosiddetti media scandalistici, è uno dei connubi più tossici delle nostre società e uno dei fenomeni più ardui da fermare. 

"Resto al mio posto". Madrid, 29 aprile 2024, Palazzo della Moncloa. La dichiarazione del premier Pedro Sanchez (Foto: Epa).

Infatti, il primo ministro spagnolo vorrebbe attuare un piano di “rigenerazione”  che si presenta da subito irto di ostacoli sopratutto perché coinvolge i delicati equilibri del sistema democratico: mai una riforma...


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