8 Febbraio
Sanremo spaccatutto
Record di ascolti, il presidente della Repubblica all'Ariston, Blanco che devasta il palco, polemiche politiche pre e post serata. Amadeus diventa Pippo Baudo e tocca i numeri del 1995: media di 10.757.000 telespettatori con il 62,4% di share. Il Festival è il nostro giacimento di immaginario, ogni accordo si propaga nella realtà e si nutre di realtà (anche quella della guerra). E ora attendiamo le parole di Zelensky
Che succede? Sanremo è sempre Sanremo, con tutto quello che significa il Festival della canzone, luogo dove il Paese si ritrova (e si perde) con puntualità. Gli ascolti dicono molto sulla voglia di evasione (forse anche sulla noia) di una nazione che ha bisogno di 'uscire' dopo gli anni della pandemia. A sorpresa, prima volta nella storia, all'Ariston c'era il presidente della Repubblica e Roberto Benigni ha celebrato la Costituzione. Ottimo. C'è naturalmente chi dice che la politica non deve entrare al Festival, ma chi lo afferma senza coltivare il minimo dubbio - in fase pre e post serata, tutto fa brodo - dimentica che tutto è politica e dunque il Festival lo è nella sua massima espressione, evento, fatto "del popolo, dal popolo, per il popolo" (Abramo Lincoln) che non è una bolla dello spettacolo per lo spettacolo, ma l'espressione del nostro stare (e non) insieme. Ci sarà un messaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Matteo Salvini stamattina ha detto che non lo ascolterà e l'assenza di Zelensky non gli dispiace) e anche questo fa parte del copione.
Roberto Benigni durante il suo monologo al Festival di Sanremo (Foto Ansa).Siamo un paese che partecipa attivamente all'Alleanza che contrasta la guerra di Mosca, l'Ucraina è una terra invasa dalla Russia e noi facciamo parte dell'Occidente. C'è chi pensa che il Festival debba restare fuori da questo contesto, ma se Zelensky è stato a Cannes, può tranquillamente dire la sua (via posta, ma sarebbe stato perfetto in presenza, sul palcoscenico) anche all'Ariston. Non si può rendere asettico ciò che è incastonato nel nostro tempo. Zelensky è un leader in guerra, un uomo di spettacolo, difende l'Ucraina (e noi aiutandola difendiamo le nostre case dall'assalto delle fiere, ricordate sempre la frase di Winston Churchill, a futura memoria: "I dittatori cavalcano tigri...
Che succede? Sanremo è sempre Sanremo, con tutto quello che significa il Festival della canzone, luogo dove il Paese si ritrova (e si perde) con puntualità. Gli ascolti dicono molto sulla voglia di evasione (forse anche sulla noia) di una nazione che ha bisogno di 'uscire' dopo gli anni della pandemia. A sorpresa, prima volta nella storia, all'Ariston c'era il presidente della Repubblica e Roberto Benigni ha celebrato la Costituzione. Ottimo. C'è naturalmente chi dice che la politica non deve entrare al Festival, ma chi lo afferma senza coltivare il minimo dubbio - in fase pre e post serata, tutto fa brodo - dimentica che tutto è politica e dunque il Festival lo è nella sua massima espressione, evento, fatto "del popolo, dal popolo, per il popolo" (Abramo Lincoln) che non è una bolla dello spettacolo per lo spettacolo, ma l'espressione del nostro stare (e non) insieme. Ci sarà un messaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Matteo Salvini stamattina ha detto che non lo ascolterà e l'assenza di Zelensky non gli dispiace) e anche questo fa parte del copione.
Roberto Benigni durante il suo monologo al Festival di Sanremo (Foto Ansa).Siamo un paese che partecipa attivamente all'Alleanza che contrasta la guerra di Mosca, l'Ucraina è una terra invasa dalla Russia e noi facciamo parte dell'Occidente. C'è chi pensa che il Festival debba restare fuori da questo contesto, ma se Zelensky è stato a Cannes, può tranquillamente dire la sua (via posta, ma sarebbe stato perfetto in presenza, sul palcoscenico) anche all'Ariston. Non si può rendere asettico ciò che è incastonato nel nostro tempo. Zelensky è un leader in guerra, un uomo di spettacolo, difende l'Ucraina (e noi aiutandola difendiamo le nostre case dall'assalto delle fiere, ricordate sempre la frase di Winston Churchill, a futura memoria: "I dittatori cavalcano tigri dalle quali non osano smontare. E le tigri cominciano ad aver fame"), sa che le armi e la comunicazione sono fondamentali per il destino del suo paese. La coscienza non finisce dove comincia il canto, ne è la sua estensione più pura e profonda. Ogni accordo si propaga nella realtà e si nutre di realtà. Marco Patricelli tra qualche riga argomenterà sul punto con il passo di chi conosce la storia della guerra e dell'Europa.
Il Festival ha confermato la sua straordinaria presa sul pubblico, non ci sono social e piattaforme digitali che possono reggere la concorrenza, siamo nel territorio del pop, un fenomeno che tiene incollate allo schermo le famiglie, padri, madri, figli, nonni, nipoti, tutti insieme. È la forza della canzone, se ne facciano una ragione i parrucconi e gli incipriati, i presunti colti, quelli che lo considerano oppio dei popoli. La cultura del Festival è in realtà uno straordinario giacimento del nostro immaginario. Sanremo batte il calo della tv generalista, fa strike: la prima serata ha ottenuto in media 10.757.000 telespettatori con il 62,4% di share, sono numeri che non si vedevano dall'edizione del 1995, sul palco a condurre c'era Pippo Baudo. E grazie dei fiori.
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La realtà non si dilegua, non evapora, non sparisce quando comincia il Festival, ne fa parte, è presente, la elabora, scrive, declina in versi e note, immagini e flash del teatro, il nostro prima e dopo. Un durante dove tutti noi siamo sul palcoscenico, quello della vita. Ogni giorno è un nuovo inizio, quello che bisogna provare a fare, con i piedi per terra e inseguendo i propri sogni e ideali, seguite il titolare di List.
01
Il terremoto in Turchia e Siria. La ricerca del nuovo inizio
Un'immagine aerea di un quartiere di Iskenderun, una delle città della Turchia colpite dal terremoto (Foto Zuma).Il terremoto in Turchia e Siria (magnitudo 7,8, epicentro vicino alla città turca di Gaziantep) è una realtà dura da vedere, da capire (per ora il bilancio è 8.300 morti), due paesi sconvolti in una zona del mondo dove libertà e pace o sono friabili o non esistono. Migliaia di morti, macerie, devastazione. Gli aiuti internazionali in Siria sono complicati dallo scenario internazionale, dalle inimicizie, dalle sanzioni, dal regime di Assad, dall'assetto geopolitico che è opera in fieri. Hanno offerto aiuto a Damasco la Russia e la Cina, gli alleati di questo tempo squassato dagli eventi, anche gli Stati Uniti stanno inviando aiuti a entrambi i paesi colpiti. Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi in dieci province.
Di fronte a questa tragedia lo smarrimento è grande. L'umanità supera questi momenti, frazioni di secondo nella storia universale, ritrovando la forza per (ri)costruire la propria esistenza. Anche nelle condizioni più disperate resta accesa la fiammella della speranza. Mi viene in mente la scena finale di Apocalypto, film splendido, regia di Mel Gibson, quando Zampa di Giaguaro dopo esser sfuggito alla caccia sanguinaria della tribù nemica, aver ingannato la pantera nera con la corsa nella giungla, salva la moglie e il figlio appena nato, vede all'orizzonte i galeoni dei conquistadores e, quasi intuendo la tragedia del genocidio che sarebbe poi piombata sulla storia, pronuncia quella frase che è dentro ognuno di noi: "Andiamo a cercare un nuovo inizio".
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Biden l'ha trovato, il suo nuovo inizio? Ha vinto le elezioni, governa, ma l'America che continua a raccontare è diversa da quella che nei sondaggi lo giudica severamente. Vuole ricandidarsi per le elezioni presidenziali del 2024, probabilmente la mossa gli riuscirà, ma rischia di complicare i piani dei democratici. Insieme a Trump, non è un'opportunità, è un problema.
02
Biden e il problema della sua America che non c'è
Joe Biden durante il suo discorso al Congresso sullo stato dell'Unione (Foto Epa).Joe Biden non ha ancora annunciato la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2024, ma ha tutta l'intenzione di farlo, bastava ascoltarlo durante il suo annuale discorso sullo stato dell'Unione davanti al Congresso, il tono è quello di chi ha un piano per il domani. Il suo partito lo sosterrà? La corrente degli scettici è larga e forte, lui ha dalla sua parte il fatto non trascurabile che un candidato forte tra i democratici finora non è emerso. Il popolo americano la sua idea ce l'ha chiara, nell'ultimo sondaggio di Washington Post/Abc il 62% degli americani ritiene che Biden abbia realizzato "poco" o "poco o niente" durante la sua presidenza, mentre il 36% risponde in maniera positiva. Con questi numeri, quelli dell'America reale, Biden spera in una riedizione della sfida con Trump.
Nel suo discorso al Congresso, Biden ha fatto dipinto un'America che non c'è. Ha fatto appello ai repubblicani per chiudere un'era di divisioni profonde (dovrebbe anche fare qualcosa sul fronte del suo partito, i dem si sentono, al pari degli avversari, 'un'altra nazione') e trovare in Parlamento politiche bipartisan per ridurre il debito e aiutare le famiglie dei lavoratori. Sul suo discorso aleggiava l'ombra della Cina, la storia incredibile di Pechino nello spazio aereo americano. Le politiche bipartisanship nella dimensione attuale della politica statunitense sono un miraggio, i repubblicani accusano Biden di coltivare "fantasie progressiste", mentre sul rapporto con il Dragone la realtà è che i rapporti sono ai minimi storici e la ricostruzione della fiducia tra Biden e Xi Jinping è una missione difficile.
Biden ha fatto un passaggio sul cuore della tecnologia, la macchina della contemporaneità:
I semiconduttori, i piccoli chip per computer grandi come un dito che alimentano qualsiasi cosa, dai telefoni cellulari alle automobili, e molto altro ancora. Questi chip sono stati inventati proprio qui in America. Un tempo l'America produceva quasi il 40% dei chip del mondo. Ma negli ultimi decenni abbiamo perso il nostro vantaggio e siamo scesi a produrre solo il 10%. Abbiamo visto tutti cosa è successo durante la pandemia, quando le fabbriche di chip all'estero hanno chiuso. Le automobili di oggi hanno bisogno di 3.000 chip ciascuna, ma le case automobilistiche americane non riuscivano a produrre abbastanza auto perché non c'erano abbastanza chip. I prezzi delle auto sono aumentati. Così come tutto il resto, dai frigoriferi ai cellulari. Non possiamo permettere che questo accada di nuovo. Ecco perché ci siamo uniti per approvare la legge bipartisan Chips and Science Act. Stiamo facendo in modo che la catena di approvvigionamento dell'America inizi in America.
Questo passaggio del discorso di Biden è la prova ulteriore di un fenomeno in corso da tempo e in forte accelerazione: il rientro delle produzioni strategiche in Occidente, la de-globalizzazione. Resta un problema: le materie prime che sono nelle mani di pochi e tra i pochi, c'è la Cina. Cobalto, litio, manganese, nichel, grafite, rame, stagno, tungsteno, terre rare sono direttamente o indirettamente sotto il controllo di Pechino.
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Come va la guerra? La Russia avanza lentamente, gli Alleati inviano carri armati.
03
Il bollettino della lunga guerra
Carichi di munizioni in spedizione dagli Stati Uniti verso l'Ucraina (Foto Pentagono).L'Ucraina riceverà almeno 100 vecchi carri armati Leopard 1 da Danimarca, Germania e Paesi Bassi. Berlino ne fornirà fino a 178. In una guerra novecentesca come quella che si combatte in Ucraina, serve tutto, anche quello che un esercito moderno (non è il caso dell'esercito tedesco, è in condizioni disastrose) definirebbe 'scarto'. Le sorti di Kiev sono sempre appese alla macchina industriale del Pentagono, alle sue spedizioni di armi tecnologicamente avanzate.
La difesa dell'Ucraina è passata dalla fornitura di artiglieria leggera e pesante, a quella di missili a medio raggio, fino ai carri armati e ai missili GLSDB, sono ordigni fabbricati da Boeing e Saab, bombe di precisione di piccolo diametro, lanciate da terra, con una gittata di 150 chilometri. All'Ucraina continua a mancare l'aviazione, non a caso Zelensky chiede gli F-16. Ma questo significherebbe imprimere alla guerra un'altra accelerazione.
In uno scenario da nuova Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno rilanciato il mercato del riarmo europeo, venderanno alla Polonia 10 miliardi di dollari di armamenti, tra cui il lanciamissili Himars. Varsavia deve difendere il suo fianco orientale.
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Sul campo di battaglia del presente (e del futuro) si muovono i giganti della tecnologia. Microsoft ha strambato, gli altri inseguono.
04
Motori di ricerca intelligenti, Microsoft accelera
La battaglia digitale sta accelerando in maniera impressionante. L'arrivo di ChatGpt sul mercato dell'Intelligenza Artificiale è un tuono, Google sta lanciando la sua risposta, si chiama Bard, ma appare in netto ritardo rispetto a Microsoft che nel frattempo sta lavorando all'integrazione di ChatGpt nel suo motore di ricerca, Bing. Siamo solo all'inizio di un'altra era digitale che sta già entrando a far parte dell'esperienza quotidiana. I giovani, nati digitali, stanno utilizzando ChatGpt per le loro ricerche scolastiche, composizioni (due figli adolescenti sono un ottimo banco di prova, posso confermare che siamo oltre l'immaginabile fino a poco tempo fa), mentre nell'industria - l'editoria lo userà in maniera estesa - le applicazioni derivate avranno un grande impatto sul modo di produrre, concepire i prodotti, assistere i clienti.
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Così, rieccoci al punto iniziale del nostro viaggio, Sanremo.
05
Sanremo, non sono mai state canzonette
Gianni Morandi, Amadeus e Chiara Ferragni sul palcoscenico di Sanremo (Foto Ansa).Il Festival è iniziato con il Capo dello Stato Sergio Mattarella all'Ariston, prima volta di un presidente della Repubblica. E ha fatto benissimo a stare là, in quel teatro che diventa tutto quello che siamo (e "ciò non siamo, ciò che non vogliamo", l'eco di Eugenio Montale, un figlio della Liguria), perché la sua presenza è stata un tributo a tutto quel che Sanremo significa per il nostro paese, al suo fascino, alla forza dell'immaginario, alla canzone italiana e certo, anche alla sua Costituzione. Chi ha visto il banale dietro l'angolo ricordi che il banale oggi è la notizia, perché ricordarsi delle cose che ci tengono uniti, la nazione, è diventato fatto straordinario, opera quotidiana di pochi uomini e donne di buona volontà. Grande emozione del presidente, si parte così, istituzionali. Non sono mai state canzonette, è l'Italia.
Per vedere Sanremo, ti devi prendere delle ampie pause tra un pezzo e l'altro. Se vuoi riconciliarti con la musica dopo averne ascoltata qualcuna (di canzone del Festival), devi far decollare Cause We've Ended as Lovers di Jeff Beck, senza per forza voler apparire elitario (al massimo etilico), continuare con qualcosa del Banco (di Mutuo Soccorso), Moby Dick, ecco, per ricordarti che devi navigare e cercare sempre la Balena Bianca (santo cielo, Melville, che potenza biblica) e poi ritornare ancora a quel suono oceanico che la chitarra di Jeff fa schizzare in superficie come il respiro di una megattera che emerge dai ghiacci. Quanta neve che scende lentamente, ora o mai più, fiocco dopo fiocco, la celebrazione di una bellezza candida, madreperlacea, un mantello che ti copre e rispedisce nel sublime inferno del desiderio, galleggio in un arcipelago di ghiaccio, nel permafrost del cuore. Musica, maestro. Quanto tempo, quanti Sanremi, quanti inverni, quanti "domani". Ma dove sto andando? Torno lesto all'oggi, alla sera fredda di una Roma spiaggiata nel canto e nel tepore domestico, qui fuori c'è una metropoli stracadente, deserta, gelida, dolcemente sinistra. I gatti tirano su la coda, Giotto e Macchia, venite qui, ora va meglio. Mi faccio un Gin Martini (Martin Miller's, bacche di ginepro, radici e spezie, scorze di arancia e limone, noce moscata, coriandolo e cannella, acqua d'Islanda, un alambicco di nome Angela, cent'anni di solitudine distillata) e torno all'opera visionaria. Poltrona, telecomando, volume, Chiara Ferragni.
Fiori e canzoni. Gianni Morandi e Elodie nella prima serata del Festival (Foto Ansa).Sanremo è di chi sa fare Sanremo. Benigni ha fatto Benigni, Amadeus ha fatto Amadeus, Morandi è stato il migliore. Professionisti che 'tengono' il palcoscenico, sanno quando accelerare, rallentare e poi chiudere per l'applauso finale. La vita è ritmo, tempo, scansione, scrittura, parola. Chiara Ferragni ha fatto discutere (lei è là per questo e sa farlo benissimo, piaccia o meno, è contemporanea, intelligente, una sferzata di brezza marina), c'erano vestiti splendidi (Elodie avvolta da piume in total black) e cose di cui si poteva fare a meno (I cugini di campagna, mi spiace ma il tempo passa e non sempre il vino invecchia bene), canzoni molte belle destinate alla vittoria (Mengoni, forse), un figuro vestito di bianco (Blanco) che è andato fuori di testa e ha sfasciato il palcoscenico, una cosa da pazzi, una sgraziata violenza senza alcuna rivoluzione. Chi offende i fiori non sa che i fiori soffrono, parlano, vibrano, amano.
Svalvolato. Blanco prende a calci i fiori sul palco di Sanremo (Foto Ansa).Lo svalvolato Blanco ha detto che non riusciva a sentire la sua voce in cuffia e così si è sfogato sulle rose di Sanremo. Imperdonabile, un cafone, fischi del pubblico. Mai più. Morandi con la classe di un Gianni che ne ha viste tante e il mestiere di un titano del palcoscenico ha preso la scopa e spazzato via quel che restava, applausi. The show must go on, dimentichiamolo presto, il Blanco in nero. La prima serata è andata così, tutto fa spettacolo e alla fine c'è la conferma di Sanremo spaccatutto, ora attendiamo la lettera di Zelensky. E leggiamo Marco Patricelli sul tema.
06
Zelensky, noi e il Festival
17 maggio 2022. Il videomessaggio del presidente Zelenksy al Festival di Cannes (Foto Epa).di Marco Patricelli
Il precursore di tutte le ipocrisie di guerra in salsa contemporanea è stato Vladimir Putin quando ha tirato fuori dalle guglie a cipolla del Cremlino il gioco di prestigio verbale della 'Operazione militare speciale' contro l’Ucraina. La parola guerra è repulsiva, è l’immagine di lutti e sofferenze, non piace a nessuno sentirla o evocarla. La morte, d’altronde, la esorcizziamo con gli eufemismi: quando qualcuno muore, è venuto a mancare o si è spento o ci ha lasciati o ha raggiunto la casa del Padre. Su grande scala, dunque, la guerra si fa (meglio se la combattono gli altri, però) ma non si dice. Neanche in Occidente si scherza, quando ci si arrampica sugli specchi insaponati per escludere la scelta di campo vincolante e tenere lontana la guerra che però, la storia insegna, si combatte in molti modi e in molte forme, non solo al fronte e non solo in trincea.
L’Occidente si è schierato apertamente, ma in maschera imbellettata, dalla parte dell’Ucraina aggredita foraggiando Kiev, e se così non fosse l’esercito di Putin l’avrebbe spianata e bonificata spurgandola non solo dei nazisti presunti disegnati come nuovi mostri dalla propaganda russa. Eh già, la chiave è tutta qui: la propaganda. Verità edulcorate, verità distorte, verità addomesticate. Quid est veritas? Microfono per microfono, è difficile trovare lo scandalo nel fatto che Volodymyr Zelensky abbia chiesto e ottenuto quello del Festival della canzone italiana di Sanremo, dove per l’interposta persona del generale megastratega plenipotenziario Amadeus farà conoscere il suo pensiero consegnato a un messaggio. Questo gli è stato concesso, invece dell’ospitata in video, con una mezza censura nella liberalità di fornirgli un podio a mezzo servizio. Le parole saranno state centellinate e guardate in controluce da esperti e controesperti a Kiev per dire e in Italia per non far dire troppo. D’altronde il comico diventato statista in mimetica verde conosce i tempi, le luci e la soglia di attenzione del pubblico, e sa certamente come cantarle da Sanremo alla platea e al telepubblico refrattari a un impegno militare su più ampia scala e intorpiditi da propaganda e contropropaganda di un pacifismo che ricorda il panciafichismo (questione di poche lettere): poltrona, pantofole e pagnotta assicurata, con e senza reddito di cittadinanza.
Assorbito in parte lo choc energetico per la chiusura dei rubinetti di Gazprom, che doveva squassare economicamente tutto ed è stata una scossa dura ma per alcuni versi rientrata nei ranghi, in attesa di conoscere se fa più danni al cervello lo spettro della guerra o un bicchiere di Montepulciano, si arzigogola sul messaggio del presidente ucraino nel tempio del disimpegno, degli allegri motivetti e delle ambizioni di cerebralismi concentrati in tre minuti da canta e passa. Zelensky si sta battendo per la pura sopravvivenza del suo Paese e lo fa tanto sul campo di battaglia quanto su quello della comunicazione da cui trarre la linfa della possibilità di non perdere. Perché vincere è tutt’altra cosa. E non perdere significa avere armi: tante, efficaci, risolutive. In parte le ha avute, ma ne servono altre, potenti e disperatamente subito.
Prima, però, deve abbattere l’ultima barriera psicologica, ed è quella ipocrita della differenza tra le armi difensive e quelle offensive. Se ti difendi solamente, perdi. Se non sai come offendere, perdi. Se non fai sapere che senza armi perdi, hai già perso. Un conto è contrastare i missili e i droni russi con la tecnologia occidentale che li intercetta e li distrugge, un conto è non poter mettere i russi nelle condizioni di doversi difendere, continuando a subire. E a costruire, così, la propria capitolazione. Ipocrisia per ipocrisia, c’è chi vorrebbe che Putin non bombardasse le città in Ucraina perché dà fastidio vedere i civili risucchiati nel conflitto, e chi vorrebbe che Zelensky non avesse i mezzi per portare la guerra aerea in Russia e provare a bilanciare conti squilibrati già in partenza. Troppo facile, troppo semplice. Non va così e non è mai andata così.
Il mito della guerra “pulita” è appunto un mito. L’ipocrita opinione pubblica occidentale, nel timore altrettanto ipocrita dell’escalation militare, versa lacrime di coccodrillo sui condomìni ucraini sventrati dai missili russi ma si strappa i capelli e furoreggia per la richiesti di carri armati Abrams e Leopard 2 e di caccia di quarta generazione, ha da ridire sull’invio di batterie moderne di intercettazione, opina e filosofeggia sulle esortazioni di Zelensky ad allentare i cordoni della borsa e soprattutto a fare presto, vagheggia improbabili e improponibili negoziati di pace che poggerebbero sul diktat dei vincitori e mostra persino fastidio perché gli ucraini non si decidono ad arrendersi e a non disturbare più con sofferenze esibite e appelli disperati all’aiuto: si sbrigassero dunque a cedere come nulla fosse i territori più ricchi ed economicamente strategici, a rinunciare all’accesso al mare e a diventare il giardino di casa del nuovo Zar. Putin mobilita centinaia di migliaia di soldati e non vede l’ora di scatenare via terra la sua potenza militare, e al suo arcinemico dovrebbe essere vietato di raggiungere a parole qualche milione di italiani nei salotti di casa perché turberebbe la quiete domestica ricordando loro che molte decine di migliaia di ucraini una casa non ce l’hanno più e qualche milione ha dovuto cercare rifugio all’estero (chiedere in proposito a Polonia e Repubblica ceca come stanno messi). Nessuno sa con precisione cosa Zelensky ha consegnato a carta e penna e come lo interpreterà un presumibilmente contrito Amadeus, ma è certo che dirà esattamente quel che vuole.
In guerra, diciamocelo sottovoce, ci siamo già. Una guerra che arriva per immagini ed è arrivata con le bollette di luce e gas e con l’inflazione che già si è mangiata il 10% dei risparmi, che costerà a tutti perché le armi costano e qualcuno dovrà pur pagarle, che richiama le coscienze ad armonizzarsi faticosamente agli slogan dei bei princìpi che solitamente riserviamo ad altri nel momento in cui ci accorgiamo quanto sia arduo metterli in pratica. Facile parlare di diritti, di libertà, di democrazia, di autodeterminazione, di tutela dei più deboli, di giustizia e di pace, più difficile pagarne il prezzo pensando di cavarsela con gli spiccioli del moralismo, elemosina verbale che non costa nulla e si regala disinvoltamente a tutti. Parlasse dunque Zelensky a Sanremo, dica pure ciò che la propaganda gli impone sapendo che è appunto propaganda di cui né lui né noi possiamo fare a meno per non assuefarci anche a quel conflitto che ogni giorno reclama il suo tributo di sangue e di lacrime e che nessuno può fermare con la diplomazia perché ne mancano tutte le premesse. E questo, purtroppo, a un anno dall’inizio delle ostilità, non è propaganda. E nel 2023, come nel 2022, Sanremo è sempre Sanremo. O forse no.
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2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.