4 Aprile
Sanzioni, retorica, realtà e profezie
La guerra in Ucraina si sta avvitando. Massacro di Bucha, l'Occidente accusa la Russia, Macron si dice "quasi certo", ma Lavrov ribatte: "Una messa in scena che mina la sicurezza internazionale". Le nuove sanzioni annunciate contro Putin hanno un problema: non fermano il flusso di gas da Mosca all'Europa. La profezia di Karaganov: "La democrazia nella sua forma attuale nella maggior parte dei paesi europei non sopravviverà"
A che punto è la guerra? Corre verso un conflitto più duro, più esteso, più crudele. Fino a dove può arrivare? Può sfociare - come mai nella storia - in quello che sembrava fino a poco tempo fa impossibile, la guerra nucleare. Dirlo e scriverlo non è più un tabù e vedremo nelle prossime righe perché. Ci sono un paio di fatti concatenati che sono un fiume in piena, lo vediamo in lontananza, ma il rumore è netto. Facciamo il punto nave, seguite il titolare di List.
01
Bucha, i crimini di guerra e il diritto
I cadaveri sulla strada di Bucha (Foto Epa).La guerra è una tragedia, in ogni conflitto la parola "crimine" viene evocata e poi regolarmente dimenticata. La mia umile esperienza di cronista in tempi di guerra parte dal 1991 (prima guerra in Iraq) e arriva fino a oggi passando per la stessa macabra liturgia. E se torniamo indietro, le cose sono in ciclostile. Basta leggere il capitolo finale di "Inferno", libro dello storico Max Hastings per scoprire che "punire i crimini di guerra" (e prima bisogna accertarli, perché la guerra è un banco di nebbia) è un'operazione retorica che non si avvera quasi mai in tribunale.
La strage di Bucha è ancora tutta da chiarire, si ritiene che siano stati i russi durante la ritirata (Emmanuel Macron si è lasciato sfuggire stamattina che "è quasi accertato che fosse presente l'esercito russo" - è quasi... in giudizio, di fronte al tribunale penale internazionale, non può esistere), Mosca ovviamente nega e dice che si tratta di una provocazione. Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov poco fa ha detto che si tratta di una "montatura" e parla di una "provocazione che è una minaccia diretta alla sicurezza internazionale". È evidente che di fronte a una reazione così...
A che punto è la guerra? Corre verso un conflitto più duro, più esteso, più crudele. Fino a dove può arrivare? Può sfociare - come mai nella storia - in quello che sembrava fino a poco tempo fa impossibile, la guerra nucleare. Dirlo e scriverlo non è più un tabù e vedremo nelle prossime righe perché. Ci sono un paio di fatti concatenati che sono un fiume in piena, lo vediamo in lontananza, ma il rumore è netto. Facciamo il punto nave, seguite il titolare di List.
01
Bucha, i crimini di guerra e il diritto
I cadaveri sulla strada di Bucha (Foto Epa).La guerra è una tragedia, in ogni conflitto la parola "crimine" viene evocata e poi regolarmente dimenticata. La mia umile esperienza di cronista in tempi di guerra parte dal 1991 (prima guerra in Iraq) e arriva fino a oggi passando per la stessa macabra liturgia. E se torniamo indietro, le cose sono in ciclostile. Basta leggere il capitolo finale di "Inferno", libro dello storico Max Hastings per scoprire che "punire i crimini di guerra" (e prima bisogna accertarli, perché la guerra è un banco di nebbia) è un'operazione retorica che non si avvera quasi mai in tribunale.
La strage di Bucha è ancora tutta da chiarire, si ritiene che siano stati i russi durante la ritirata (Emmanuel Macron si è lasciato sfuggire stamattina che "è quasi accertato che fosse presente l'esercito russo" - è quasi... in giudizio, di fronte al tribunale penale internazionale, non può esistere), Mosca ovviamente nega e dice che si tratta di una provocazione. Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov poco fa ha detto che si tratta di una "montatura" e parla di una "provocazione che è una minaccia diretta alla sicurezza internazionale". È evidente che di fronte a una reazione così netta di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (tale è la Russia) serve un'indagine indipendente perché deve prevalere il diritto - anche dove c'è l'inferno - perché è proprio questa la differenza tra l'ordine liberale e le dittature. La strage è destinata a segnare un passaggio chiave nel conflitto, visto che innescherà a brevissimo un altro round di sanzioni europee contro Mosca. Che sanzioni?
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Le sanzioni, la retorica e la realtà
Che fare? La strage di Bucha impone una rigorosa indagine e fermezza di decisioni, va accertata in tutti i suoi aspetti, senza sconti. Ma essendo l'élite europea del tutto inadatta ai tempi di guerra, prevale l'irrazionalità, dunque prima si fa largo uso della retorica per condannare il massacro (russo, a prescindere dall'elencazione e analisi dei fatti) di Bucha, si annuncia la linea durissima con Mosca, l'irrazionalità prende il comando e si comincia a parlare senza pensare alle conseguenze (cosa che con la Russia sta avvenendo regolarmente, pagano i ceti meno protetti). Dopo qualche ora di vibrante protesta si torna tutti mestamente a terra. Dunque Macron stamattina (che è in campagna elettorale, va ricordato, si vota tra 6 giorni), ha detto sì all'embargo energetico, ma attenzione al dettaglio: su petrolio e carboni russi. Non cita mai il gas. E il perché lo si afferra benissimo quando da Berlino prende la parola un portavoce del ministero dell'Economia afferma che l'embargo del gas avrebbe conseguenze" e dunque "bisogna essere prudenti". Dalla retorica alla realtà. Quale realtà?
Questa, ecco il surplus della Russia negli ultimi due mesi:
Questo grafico è frutto del lavoro di Robin Brooks e Jonathan Pingle, dell'Institute for International Finance. Non ha bisogno di molti commenti: in febbraio e marzo la Russia (che è da anni sotto sanzioni, è il paese più sanzionato del mondo) ha realizzato due record consecutivi nel suo surplus commerciale. L'export di energia ad alto prezzo (le cause le abbiamo elencate tante volte, sono pre-guerra) consente alla Russia un'immissione quotidiana enorme di denaro fresco. Il risultato è che aver congelato i beni e le casse di Mosca (parzialmente) serve a ben poco visto che grazie al suo mercato dell'energia (globale, non c'è solo l'Europa e gli Stati Uniti non sono mai stati nell'elenco dei grandi clienti di Mosca) di fatto rigenera la cassa. Ergo, bloccare il gas russo sarebbe un'ottima arma (che in ogni caso non va in trincea) per dare un colpo a Putin, ma sarebbe anche la crisi economica dell'Europa dipendente dalle forniture russe.
Consiglio, ancora una volta, la lettura di The Economic Weapon, una storia delle sanzioni dove si vede con chiarezza che le strade sono lastricate di buone intenzioni che poi finiscono per rivelarsi un incubo.
Ripubblico quanto scritto dal Times di Londra: "Mulder sostiene nel suo libro impeccabilmente documentato e, per la sua attualità, avvincente che "le sanzioni non hanno fermato la disintegrazione politica ed economica, ma l'hanno accelerata" nel periodo tra le due guerre. Invece di impedire a Hitler di lanciare una guerra, esse incoraggiarono l'aggressione tedesca e la frammentazione dell'economia globale". Qui siamo addirittura al dopo, perché Le sanzioni sono una questione di tempismo e qui arrivano a guerra in corso, non prima, quando avrebbero potuto dispiegare con più efficacia il loro effetto.
Altro dettaglio storico che dovrebbe far riflettere le teste lucide, sempre dal Times: Adolf Hitler di fronte alle sanzioni disse a Carl Burckhardt, diplomatico svizzero e alto commissario della Società delle Nazioni, nell'agosto 1939: "Ho bisogno dell'Ucraina, così non possono farci morire di fame come nell'ultima guerra". Trascorsero due settimane, la Germania firmò il Patto Molotov-Ribbentrop con l'Unione Sovietica che le dava accesso al grano ucraino; due anni dopo invase l'Ucraina.
Torniamo al presente. Se quella con l'Ucraina è la madre di tutte le battaglie del mondo libero, se i russi sono responsabili di crimini di guerra come a Bucha, allora dobbiamo essere pronti a sacrificare il nostro benessere di oggi per non dover soccombere domani. Ma la sensazione è che le classi dirigenti europee siano deboli politicamente, fragili nel consenso interno, così sono finite per propria imperizia in un cul de sac. Hanno seguito gli Stati Uniti - che rischiano ben poco sulla guerra, Biden cerca di capitalizzarla sul piano politico, i suoi problemi economici sono frutto di scelte improvvide e cattiva pianificazione e analisi - e ora continuano in una rotta che non porta da nessuna parte sul piano della pace, la fine della guerra, il negoziato, la diplomazia.
Dunque attenzione, perché sull'onda emotiva - Bucha è una storia aperta e lo sarà sempre più con il trascorrere delle ore - si possono commettere gravi errori e invece di fermare la guerra, si finisce per moltiplicarla.
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Succedono cose di enorme importanza su molteplici fronti. Facciamo il punto nave, seguite il titolare di List.
03
Il poker di Orban in Ungheria
Prima di tutto, una notizia che paradossalmente è un fattore di stabilità in un quadro alla nitroglicerina: il premier Viktor Orban ha vinto le elezioni in Ungheria, per lui è il quarto mandato, avrà la maggioranza dei due terzi in Parlamento. Cosa ha detto Orban dopo la vittoria? Ha affermato di aver sconfitto "la sinistra in patria, la sinistra internazionale, i burocrati di Bruxelles, l'impero di Soros con tutti i suoi soldi, i media mainstream internazionali, e alla fine, anche il presidente ucraino".
Quadro del risultato con il 99% dei voti scrutinati:
Ecco la composizione del prossimo parlamento ungherese:
Tralascio tutte le cronache che davano il premier ungherese per finito, Budapest prossima alla "liberazione" e via discorrendo, quello è folklore.
Gli ungheresi hanno (ri)votato un conservatore, il risultato fa tirare un sospiro di sollievo alla Polonia (per opportunismo ora a Bruxelles dimenticano la presenza a Varsavia di un altro governo di destra a cui era stata ventilata l'espulsione dall'Ue - ora guardate chi accoglie milioni di ucraini oppressi dalla guerra) che ha bisogno dell'alleanza con Budapest nel quadro dello scontro interno (per ora sopito, c'è il coperchio di Putin) sulla questione delle libertà individuali, i "diritti" e una serie di totem e tabù dell'Unione. In uno scenario di forze che si contrappongono, la presenza dell'Ungheria di Orban allenta la pressione (che tornerà a guerra finita) sul governo di Varsavia.
Storia e posizione geografica dell'Ungheria sono un tassello fondamentale dello scenario euro-asiatico che si sta scomponendo (e via via ricomponendo, lo vedremo nei prossimi mesi e anni), le vecchie alleanze scricchiolano. Guardate qui:
L'Ungheria fu uno scudo dell'Europa contro l'invasione dell'impero Ottomano, fu centro dell'impero austro-ungarico, dopo la Seconda guerra mondiale passò sotto il controllo dell'Unione Sovietica (e ancora ne hanno impresso il ricordo, ecco perché sono cauti con Mosca), nel 1956 quella che passò alla storia come la rivolta d'Ungheria fu repressa dall'intervento dei carri armati dell'Urss (tutto dimenticato dalle élite contemporanee), nel 1968 Janos Kadar avviò una serie di riforme economiche liberali (fu chiamato il "goulash communism"), con il crollo del Muro e la dissoluzione dell'Urss, l'Ungheria divenne uno dei paesi più dinamici, liberi e liberali dell'ex Cortina di ferro, nel 1990 tenne le sue prime elezioni multipartito, nel 1999 entrò nella Nato e 5 anni dopo nell'Unione europea. La storia, questa sconosciuta.
Orban nelle cronache in puro ciclostile viene ritratto come un satrapo, della sua storia viene regolarmente omessa la biografia di un dissidente del comunismo, il suo discorso del 1988 contro Mosca e la richiesta di mandare via dal suo paese le truppe dell'Urss morente, viene dimenticato il fatto che fu nel gruppo dei liberali e per anni è stato un partner del Partito popolare europeo, nel buio è finito il fatto storico che Angela Merkel lo criticava ma nello stesso rispettava perché (da donna che aveva vissuto nella distopia della Germania Est) conosceva la storia dell'Ungheria.
Bastano questi pochi elementi per comprendere la schiacciante vittoria di Orban e le ragioni per cui questo leader conservatore si mostra prudente con Mosca, ecco perché è contrario al passaggio di armi dall'Unione europea all'Ucraina, perché non ha nessuna simpatia (ricambiata) per l'escalation del conflitto che invece cerca Zelensky (ieri suo messaggio video ai Grammy Awards, siamo sempre nel campo dello storytelling e della comunicazione di guerra), perché l'asse del politicamente corretto brussellese lo odia (ricambiato), perché la sua riconferma è una sorpresa solo per chi non guarda i dati della storia di ieri e di oggi. Putin ha un alleato? No, a Budapest c'è un leader che ha un minimo di memoria storica e ricorda cosa fosse la vita sotto il comunismo, a Orban basta guardare il conto energetico (dipende completamente dal gas di Mosca) per capire che un'escalation porterebbe il suo paese alla rovina, il caos è questione di un attimo. Non solo in Ungheria.
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Vucic (ri)vince in Serbia
Belgrado, 3 aprile 2022. Alesksandar Vucic festeggia la vittoria elettorale (Foto Epa).Altro elemento della politica europea, la vittoria di Aleksandar Vucic in Serbia, un governo vicino alla Russia e a Putin. "Sono contento che un gran numero di persone abbia votato e dimostrato la natura democratica della Serbia", ha annunciato Vucic durante un discorso televisivo sulla vittoria, sostenendo di essersi assicurato circa il 60% dei voti. "Non c'è stata nessuna suspense in nessun momento", ha aggiunto. "L'influenza della crisi ucraina sui risultati elettorali è stata enorme", ha detto il presidente nel suo discorso. Cosa ha pesato nella vittoria di Vucic e nelle simpatie dei serbi per la Russia? Il presente e il passato. La guerra in Ucraina, come ha detto Vucic. E l'onda lunga di un evento storico, il bombardamento di Belgrado (24 marzo - 10 giugno 1999) ancora una volta, la storia. Vediamola, leggiamo Marco Patricelli.
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Da Belgrado a Kiev. Quaranta giorni e la storia
6 aprile 1999, Yugoslavia, città di Aleksinac, centro minerario a sud di Belgrado. Un uomo in bicicletta di fronte a un palazzo residenziale colpito da una bomba laser di 245 chili sganciata da un aereo americano. Il Pentagono disse che una nube interferì con il sistema di puntamento e tracciamento. Nell'attacco morirono 7 persone, 28 furono i feriti (Foto Epa).di Marco Patricelli
Siamo a quaranta giorni di guerra in Ucraina. Siamo all’ennesimo giro di clessidra di una storia quotidiana alimentata da talk show, opinioni e propaganda, con spirito da tifoserie e arronzate militari, politiche fantascientifiche e una buona dose di manicheismo acritico. Andava celebrato e ricordato, senza clamori e col rispetto che si deve alle vittime di guerra, quelle che non hanno più voce, l’anniversario del bombardamento di Belgrado nel 1999, a opera della Nato, senza approvazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Quella nell’ex Jugoslavia è stata la prima guerra in Europa dopo il secondo conflitto mondiale, che si riteneva a torto dovesse e potesse essere l’ultimo. Gli eufemismi per non chiamare guerra quel che è guerra, hanno illustri esempi recenti: da Giulio Andreotti che nel 1991 decise di concorrere alle operazioni militari nel Golfo e si inventò le «Operazioni di polizia internazionale» al segretario della Nato Javier Solana che alle 23.00 del 23 marzo 1999 pronunciò queste parole, come una specie di colonnello Stevens fuori tempo massimo: «Buona sera signore e signori. Ho appena dato ordine al comandante supremo delle Forze alleate, il generale Clark, di dare inizio alle operazioni nella Repubblica federale di Jugoslavia».
Così scattò l’Operazione Allied Force e Belgrado rivisse molto in peggio l’esperienza del 1941, quando sui cieli si stagliarono le sagome dei bombardieri con le croci nere della Luftwaffe. I "cattivi" tedeschi per antonomasia. La multicolore Nato aveva invece indossato la gualdrappa dei buoni anti-Milosevic. C’erano anche gli italiani nelle fila dei “buoni”, e ci misero di loro nel distruggere una capitale europea come non accadeva dal 1945. Le sirene di Belgrado, il 24 marzo, come lugubre contrappunto al Leitmotiv di Kiev che rimbalza nelle case durante i collegamenti con gli inviati delle testate televisive. A tutto si fa l’abitudine. E se ne paga il prezzo. Quando a Pescara il 31 agosto 1943 risuonò l’ululato delle sirene, quasi nessuno ci fece caso perché gli allarmi erano continui e i quadrimotori americani sganciarono su una città i cui abitanti erano seduti attorno alla tavola per il pranzo o guardavano dai balconi o dalle finestre lo spettacolo dei Liberator che luccicavano al sole e mietevano vittime esclusivamente tra i civili. Uomini donne e bambini, al di là delle ipocrisie, sono bersagli da quando esiste l’arma aerea. Un puro dato di fatto. Se qualcuno avesse riletto le teorie di Giulio Douhet e la miscela letale di bombe esplosive, incendiarie e chimiche per vincere la guerra colpendo duro i civili, si stupirebbe assai poco di quello che accade in Ucraina in mondovisione e in propaganda live. Niente di nuovo sotto il sole.
I bombardamenti strategici si chiamano così anche perché piegare la resistenza nemica passa anche dalla strategia di spezzare il fronte interno, il più debole e il più facile a cedere. Belgrado 1999 è la figlia naturale di Rotterdam 1940, dell’Operazione Gomorrah su Amburgo dell’estate 1943 (il nome è tutto un programma) e del terrificante Feuersturm su Dresda studiato a tavolino e realizzato nel febbraio 1945. Poi vennero i funghi atomici su Hiroshima e Nagasaki il cui numero di vittime non raggiunse quello della sola Dresda. Nella Seconda guerra mondiale i “buoni” stavano tutti da una parte, e persino un fior di criminale come Stalin che aveva fatto sterminare qualche milione di persone in Ucraina e ne aveva deportati a milioni da Polonia e Paesi Baltici veniva proposto come alfiere di quelli che stavano dalla parte giusta contro il mostro nazista.
Oggi c’è un aggressore e c’è un aggredito e - manicheismi a parte - su questo c’è poco da filosofeggiare. Ma c’è chi sta vincendo e chi sta perdendo. Altro che pazzo: Putin, le sue mosse, ha avuto tutto il tempo per studiarle e metterle a segno, compresa la genialata del gas da pagare in rubli, primo atto della controguerra alle sanzioni. Gli rimproverano dai salotti tv e sulle colonne dei giornali che l’operazione speciale ha fatto saltare ogni tempistica (che nessuno conosce) e ogni obiettivo (che nessuno conosce), forse ignorando che l’Orso russo le blitzkrieg non le ha mai fatte, ma ha sempre colpito duro, incurante delle altrui e delle proprie perdite (che pochi conoscono, evidentemente). Quaranta giorni di guerra sull’orologio della storia sono il nulla. Le vittime vere o presunte della guerra in Ucraina sono finora in numero minore di uno dei tanti sconsiderati attacchi sulla Somme durante il primo conflitto mondiale. E i bambini ucraini uccisi, innocenti più innocenti di tutti, sono quasi equivalenti al numero dei bambini serbi disintegrati, dissolti, bruciati dalle bombe della Nato 23 anni fa. Le chiamavano e le chiamavamo “bombe intelligenti”, per lavarci la coscienza e ottunderla. Finora si è riusciti solo a dimostrare che esistono le “bombe stupide”. Che gli ucraini hanno tutto il diritto di chiedere e di usare, come ogni resistente che difenda la propria casa, le proprie cose, la propria donna. E la propria dignità, che non si vende e non si baratta. Valga da promemoria nella valanga di melassa retorica del 25 aprile, perché almeno su una cosa ha ragione Zelensky: l’Ucraina è il cancello dell’Europa.
06
Le elezioni in Francia, l'avviso di Macron e una profezia
Emmanuel Macron è largamente favorito nell'elezione presidenziale, ha un vantaggio importante nei sondaggi e il meccanismo elettorale francese del doppio turno è un'altra garanzia di successo. Eppure il presidente uscente nel suo unico comizio della campagna presidenziale (si vota per il primo turno il 10 aprile e per il secondo turno il 24 aprile) ha lanciato un allarme: "Un candidato di estrema destra può battermi". La prudenza non è mai troppa quando si tratta del voto, ecco la situazione secondo Ifop:
Secondo turno? Eccolo:
Sembra il terreno di una vittoria scontata, ma Macron è un uomo intelligente, fiuta il vento, sa che nei prossimi sei giorni di campagna presidenziale emergeranno difficoltà legate alla guerra e allo scenario economico. L'altro ieri il gestore della rete elettrica francese ha lanciato l'allarme per oggi: non usare la lavastoviglie e la lavatrice, ci saranno problemi a causa dell'alta domanda, del freddo, della ridotta produzione di energia nucleare, bisogna risparmiare il gas per accumulare le riserve necessarie per l'inverno. Tutto vero. Prima pagina di Le Monde:
Inflazione e potere d'acquisto sono l'inquietudine dei francesi, la guerra ha cambiato la campagna presidenziale, costretto i candidati a prendere una posizione, tener conto delle loro posizioni con la Russia, in teoria tutto questo dovrebbe favorire Macron, il comandante in capo che, non a caso, si è impegnato tanto per cercare un negoziato di pace con Putin. Per ora senza successo. Marine Le Pen dovrebbe uscire meno forte in questo contesto, in realtà sta guadagnando terreno, cavalca la crisi, critica la guerra e... si complimenta con Orban:
Macron sente il percorso farsi più complicato, avvisa i suoi elettori, chiama alla mobilitazione. Siamo in un frangente complesso della storia e quello che accade in Ucraina e in Russia accelera processi di scomposizione e ricomposizione che sono imprevedibili. E la profezia evocata nel titolo di questo capitolo di List dov'è? C'è una lettura che in questo fine settimana mi ha impressionato più di tutte, un'intervista che apre i link di molte situazioni in divenire. Un'intervista.
07
La profezia di Karaganov
Sergey Karaganov è un uomo che pochi conoscono, è il presidente onorario del Council for Foreign and Defence Policy, il think tank di Mosca più influente nel mondo. Molte idee sulla politica estera del Cremlino sono sue, dalla "Grande Eurasia", al diritto di protezione dei russi che vivono all'estero (fonte dell'intervento nel Donbass) al principio della "costruzione distruttiva" che emerge come la "dottrina Putin".
Bruno Maçães, ex ministro degli Esteri del governo portoghese, lo ha intervistato per il New Statesman
e quello che racconta Karaganov è rilevante perché spiega le mosse di Mosca, cosa pensa Putin, quali sono i suoi obiettivi e i suoi limiti. Ci sono una serie di barriere, di non possumus, non solo per il Cremlino, ma anche per i suoi avversari. E bisogna conoscerle per non commettere errori che possono condurre a un'escalation della guerra, a un conflitto totale, fuori controllo, nucleare. Cosa dice Karaganov? Ecco un estratto degli elementi chiave dell'intervista.
Sulla Nato e l'Ucraina:
Nel 2008 il presidente Putin disse che se l'adesione dell'Ucraina all'alleanza fosse diventata una possibilità, allora non ci sarebbe stata l'Ucraina. Non è stato ascoltato. Quindi il primo obiettivo è quello di porre fine all'espansione della Nato.
Sul "nemico":
La vera guerra è contro l'espansione occidentale.
Sull'esito della guerra:
Non so quale sarà l'esito di questa guerra, ma penso che comporterà la spartizione dell'Ucraina, in un modo o nell'altro. Speriamo che alla fine rimanga ancora qualcosa chiamato Ucraina. Ma la Russia non può permettersi di "perdere", quindi abbiamo bisogno di una sorta di vittoria. E se c'è la sensazione che stiamo perdendo la guerra, allora penso che ci sia una precisa possibilità di escalation. Questa guerra è una sorta di guerra per procura tra l'Occidente e il resto - essendo la Russia, come è stato nella storia, l'apice del "resto" - per un futuro ordine mondiale. La posta in gioco dell'élite russa è molto alta - per loro è una guerra esistenziale.
Sull'escalation nucleare:
Mettiamola così: se gli Stati Uniti intervengono contro un paese nucleare, allora il presidente americano che prende questa decisione è pazzo, perché non sarebbe il 1914 o il 1939; questo è qualcosa di più grande. Quindi non credo che l'America possa intervenire, ma siamo già in una situazione molto più pericolosa di alcune settimane fa.
Sulla Cina:
Sono molto preoccupato per la schiacciante predominanza economica della Cina nel prossimo decennio. Persone come me hanno detto precisamente [che] dobbiamo risolvere il problema dell'Ucraina, dobbiamo risolvere il problema della Nato, in modo da poter essere in una posizione forte nei confronti della Cina. Ora sarà molto più difficile per la Russia resistere al potere cinese.
Vincitori e perdenti:
I grandi perdenti sono, oltre all'Ucraina, l'Europa, soprattutto se continua con questa misteriosa voglia di indipendenza dall'energia russa. Ma la Cina è chiaramente il vincitore di tutta questa vicenda... Penso che il più grande perdente sarà l'Ucraina; un perdente sarà la Russia; un grande perdente sarà l'Europa; gli Stati Uniti perderanno un po', ma potrebbero comunque sopravvivere come un'enorme isola sull'oceano; e il grande vincitore è la Cina.
Sul pericolo per la Russia:
Questa è una guerra esistenziale. Se non vinciamo, in qualche modo, allora penso che avremo tutti i tipi di ripercussioni politiche impreviste che sono molto peggio di quelle dell'inizio degli anni '90. Ma credo che lo eviteremo, primo, perché la Russia vincerà, qualunque cosa significhi questa vittoria, e secondo, perché abbiamo un regime forte e duro, quindi in ogni caso, o se il peggio accadrà, non sarà la dissoluzione del paese o il collasso. Penso che sarà più vicino a un regime autoritario duro che alla dissoluzione del paese. Ma comunque, la sconfitta è impensabile.
Sullo scenario nucleare:
Escalation in questo contesto significa che di fronte a una minaccia esistenziale - e questo significa una non-vittoria, a proposito, o una presunta sconfitta - la Russia potrebbe escalation, e ci sono decine di posti nel mondo dove avrebbe un confronto diretto con gli Stati Uniti.
Sulla fine della globalizzazione:
Ci sentiamo tutti parte di un enorme evento della storia, e non si tratta solo della guerra in Ucraina; si tratta del crollo finale del sistema internazionale che è stato creato dopo la seconda guerra mondiale e poi, in modo diverso, è stato ricreato dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Quindi, stiamo assistendo al crollo di un sistema economico - del sistema economico mondiale - la globalizzazione in questa forma è finita. Tutto ciò che abbiamo avuto in passato non c'è più.
Sul declino dell'Occidente:
Il problema è che durante gli ultimi 500 anni il fondamento del potere occidentale era la preponderanza militare degli europei. Questo fondamento ha cominciato a erodersi a partire dagli anni '50 e '60. Poi il crollo dell'Unione Sovietica ha fatto sembrare per un po' che il predominio occidentale fosse tornato, ma ora è finito, perché la Russia continuerà ad essere una grande potenza militare e la Cina sta diventando una potenza militare di prima classe.
Sul futuro della democrazia:
Quindi l'Occidente non si riprenderà mai, ma non importa se muore: la civiltà occidentale ha portato a tutti noi grandi benefici, ma ora persone come me e altri stanno mettendo in discussione il fondamento morale della civiltà occidentale. Penso che geopoliticamente l'Occidente vivrà alti e bassi. Forse gli shock che stiamo vivendo potrebbero riportare le migliori qualità della civiltà occidentale, e vedremo di nuovo in carica persone come Roosevelt, Churchill, Adenauer, de Gaulle e Brandt. Ma i continui shock significheranno anche che la democrazia nella sua forma attuale nella maggior parte dei paesi europei non sopravviverà, perché in circostanze di grande tensione, le democrazie appassiscono sempre o diventano autocratiche. Questi cambiamenti sono inevitabili.
Eccola qui, la frase che riassume la crisi: "la democrazia nella sua forma attuale nella maggior parte dei paesi non sopravviverà". Non subito, non domani, ma in gioco c'è questo. Si vota in Francia, poi toccherà all'Italia. E il mondo sarà cambiato.
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- la conferma dell'esistenza o meno dei dati personali degli Utenti con indicazione della relativa origine, verificarne l’esattezza o richiederne l'aggiornamento, la rettifica, l'integrazione;
- l’accesso, la rettifica, la cancellazione dei dati personali o la limitazione del trattamento;
- la cancellazione, trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati personali trattati in violazione di legge.
Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.