18 Ottobre
Scattano i dazi. E non finisce la guerra
Da mezzanotte in vigore le nuove tariffe su una lista di prodotti europei per 7,5 miliardi, paga anche il Made in Italy. Siglata la tregua, in Siria ricominciano a sparare. America 2020 e spie (anche italiane). BoJo va a caccia dei voti per la Brexit. In Catalogna hanno rinviato "El Clasico"
Che succede? Ci sono due modi di vedere le cose: con il cannocchiale e senza. La politica italiana ha deciso da tempo di fare a meno dello strumento che permise a Galileo di vedere gli ammassi di stelle della Via Lattea, va avanti a corto raggio e fa operazioni di propaganda su eventi nei quali la nostra rilevanza è pari a zero. Si confida sul fatto che l'elettore sia male informato, distratto, ignorante. E si fa naturalmente di tutto per tenerlo in questa condizione. Funziona? No, alla lunga si finisce sempre fuori strada. Vediamo i fatti che contano, sono la prova di quel che scriviamo.
01
Gong. I dazi di Trump
Mentre il presidente Sergio Mattarella è a Washington - e tiene ben ferma la barra dell'Italia e dell'Europa - sono entrati in vigore un minuto dopo la mezzanotte (ore 6:01 in Italia) i dazi dell'amministrazione Trump sui prodotti europei per un valore di 7,5 miliardi di dollari. I paesi più colpiti sono Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Ricordiamo che la misura è stata autorizzata dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) a seguito di un verdetto sfavorevole all'Unione europea nella causa tra i due costruttori aerei Boeing e Airbus. L'Italia spera di mettere a frutto le sue buone relazioni bilaterali per ottenere uno "sconto" dall'amministrazione Trump. Non sarà facile, ma il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow (che era presente durante l'incontro tra Mattarella e Trump) ha spiegato che "non può essere l'ultima parola", anche perché l'Italia non è mai entrata a far parte del consorzio Airbus. Per ora, guardiamo ai fatti: pecorino, parmigiano e altri prodotti del Made in Italy saranno ulteriormente tassati dalla dogana americana.
***
Voltiamo pagina, passiamo dalla guerra commerciale alla guerra vera. È protagonista sempre l'America, questa volta in un capitolo positivo della storia.
02
Tregua in Siria (forse)
...Che succede? Ci sono due modi di vedere le cose: con il cannocchiale e senza. La politica italiana ha deciso da tempo di fare a meno dello strumento che permise a Galileo di vedere gli ammassi di stelle della Via Lattea, va avanti a corto raggio e fa operazioni di propaganda su eventi nei quali la nostra rilevanza è pari a zero. Si confida sul fatto che l'elettore sia male informato, distratto, ignorante. E si fa naturalmente di tutto per tenerlo in questa condizione. Funziona? No, alla lunga si finisce sempre fuori strada. Vediamo i fatti che contano, sono la prova di quel che scriviamo.
01
Gong. I dazi di Trump
Mentre il presidente Sergio Mattarella è a Washington - e tiene ben ferma la barra dell'Italia e dell'Europa - sono entrati in vigore un minuto dopo la mezzanotte (ore 6:01 in Italia) i dazi dell'amministrazione Trump sui prodotti europei per un valore di 7,5 miliardi di dollari. I paesi più colpiti sono Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Ricordiamo che la misura è stata autorizzata dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) a seguito di un verdetto sfavorevole all'Unione europea nella causa tra i due costruttori aerei Boeing e Airbus. L'Italia spera di mettere a frutto le sue buone relazioni bilaterali per ottenere uno "sconto" dall'amministrazione Trump. Non sarà facile, ma il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow (che era presente durante l'incontro tra Mattarella e Trump) ha spiegato che "non può essere l'ultima parola", anche perché l'Italia non è mai entrata a far parte del consorzio Airbus. Per ora, guardiamo ai fatti: pecorino, parmigiano e altri prodotti del Made in Italy saranno ulteriormente tassati dalla dogana americana.
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Voltiamo pagina, passiamo dalla guerra commerciale alla guerra vera. È protagonista sempre l'America, questa volta in un capitolo positivo della storia.
02
Tregua in Siria (forse)
Mike Pence ha portato a casa il risultato: una tregua di cinque giorni nella Siria del Nord. Il presidente turco Erdogan ha detto sì al vicepresidente americano e non era affatto scontato visto il carattere del sultano e i toni esorbitanti della lettera che poco prima Trump aveva spedito al leader turco.
Con questi toni di Trump regolarmente fuori dai canoni diplomatici ("distruggerò l'economia turca" e altre dolcezze) il rischio di un sottosopra era alto. È andata bene perché nel frattempo i russi hanno a loro volta lasciato libera la strada alle forze di Assad a Kobane e dintorni complicando il quadro militare al punto da consigliare di non sparare nel mucchio. Attenzione, Erdogan non rinuncia affatto al suo progetto di costruire una "zona di sicurezza" profonda 35 chilometri nel nord della Siria, ma accetta una tregua di cinque giorni per vedere il gioco dei curdi: se liberano il campo, la Turchia fermerà la sua avanzata fissando i paletti di un nuovo confine. In caso contrario, si ritornerà all'assalto. Non a caso il capo della diplomazia turca, Mevlut Cavusoglu, ha puntualizzato su Al Jazeera che l'operazione militare "Fonte di pace" è solo sospesa: "Non è un cessate il fuoco, la Turchia potrà fermare l'operazione solo quando tutti gli elementi terroristici avranno lasciato la zona". I curdi sono soddisfatti, rispetteranno la tregua, si ritengono rassicurati dagli Stati Uniti. Trump ovviamente esulta via Twitter:
"Questo è un grande giorno per la civiltà. Sono orgoglioso degli Stati Uniti per essermi rimasti fedeli nel seguire un percorso necessario, anche se non convenzionale. La gente ha provato a fare questo 'accordo' per molti anni. Milioni di vite saranno salvate. Congratulazioni a tutti". Se ritornano a suonare i colpi di cannone cosa scriverà? Soprattutto se sarà confermato quanto scrive Associated Press poco dopo le 8:00:
Sono gli ultimi fuochi o una tregua che non regge? Lo scopriremo presto.
03
America 2020
Tutto questo racconto va incastonato nello scenario reale, quello di America 2020, Trump è in piena campagna presidenziale. Come sta andando? A leggere i giornali è un disastro, ma abbiamo di fronte a noi la lezione del 2016 e dunque dopo aver letto i quotidiani e i media, andiamo a dare un'occhiata agli appuntamenti di Trump in giro per gli Stati. Ieri era a Dallas, com'è andata?
Questa era la scena all'interno dell'American Airlines Center:
E questa era la folla in fila all'esterno:
Sappiamo che non si misura solo nella piazza il voto americano, ma resta un fatto da osservare con grande attenzione perché nelle elezioni precedenti fu il fattore che diede la misura di quanto fosse efficace la candidatura e la campagna di Trump. Cosa dicono i sondaggi?
La media di tutti i sondaggi elaborata da Five Thirty Eight dice che il lavoro di Trump non piace al 54 per cento degli americani, mentre al contrario soddisfa il 41.6 per cento. Visto questo, la partita si direbbe chiusa in favore dei Democratici. Ma il voto in America non si può leggere così. Manca un anno, incombe l'impeachment, l'economia americana potrebbe rallentare, le partite aperte dalla Casa Bianca sono tante. L'impeachment però potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio, perché mobilita la base repubblicana (che come abbiamo visto dalle immagini è già in grande movimento) e proietta sui Dem l'ombra del fatto che non riescano a battere Trump sul terreno elettorale e dunque debbano ricorrere a un gioco di Palazzo (esiste anche là, il Palazzo, è Washington, il Deep State citato perfino dal consigliere economico Larry Kudlow ieri in riferimento al board della Federal Reserve) per affondare la sua rielezione. Sarà una lunga corsa. E avremo sorprese. Forse fin da oggi. Il capitolo della guerra delle spie non è mai chiuso. E riguarda anche l'Italia.
04
Spie d'America (e di casa nostra)
Il tam tam dice che presto avremo notizie sulle due indagini che l'amministrazione Trump ha avviato sul Russiagate. I lettori di List conoscono la vicenda, abbiamo pubblicato tutte le carte. I filoni d'indagine sono due, il primo è seguito da Michael Horowitz, Ispettore generale del Dipartimento di Giustizia, e punta sulla "sorveglianza" che l'FBI dell'amministrazione Obama attivò sulla campagna presidenziale di Trump con le norme del Foreign Intelligence Surveillance Act; il secondo ramo di questa storia è invece quello dell'inchiesta seguita direttamente dal Procuratore generale degli Stati Uniti, William Barr, che sta cercando di risalire all'origine del Russiagate e a presunte complicità di governi europei. In sostanza, si ipotizza una cospirazione internazionale guidata dai Dem contro Trump. Per queste ragioni Barr è giunto in Italia nello scorso agosto e in settembre, chiedendo la collaborazione di Giuseppe Conte e dei servizi segreti italiani. La storia si intreccia con quella del professor Misfud e altre vicende che abbiamo già raccontato. Ieri alla Casa Bianca, durante la conferenza stampa con Mattarella, l'argomento è comparso sul radar di Trump che ha detto di "non sapere nulla" dell'incontro tra Barr e il Presidente del Consiglio, ma naturalmente lo considera "appropriato". Trump ha aggiunto che "il rapporto dell'Ispettore Generale è in arrivo" e là cominceranno a emergere dei fatti nuovi. Il presidente americano ha aggiunto che la precedente amministrazione ha tentato di incastrarlo, anche "andando in altri Paesi per cercare di nascondere quello che stavano facendo" e "l'Italia è tra questi paesi". Oltre ai report dall'America, dovrebbe esserci sul caso un'audizione del premier Conte al Copasir. Non è stata ancora fissata. A questo punto, come sempre, attendiamo le carte. Abbiamo il taccuino squadernato.
***
Prendiamo le mosse da Washington, facciamo un ampio di giro di giostra tra presente e passato. Abbiamo un chiodo robusto per appendere un quadro della contemporaneità e della politica italiana.
05
Washington, Bruxelles, Roma. Il triangolo della politica italiana
La visita del Presidente della Repubblica negli Stati Uniti, la fase critica delle Relazioni Transatlantiche. La guerra in Libia e quella finanziaria nel 2011, il conflitto in Siria e l'intervento dei turchi. Dalla grande crisi del 1992 a quella del 2011, dal voto del 2013 allo shock del 2018. Dal Conte 1 al Conte 2. Un'indagine sul sottosopra permanente dell'Italia politica
Alleati a Washington. Sergio Mattarella e Donald Trump alla Casa Bianca (Foto Ansa)In quale quadro globale è collocata l'Italia? Perché politica estera e interna non possono esser separate? L'ambasciata della Finlandia a Roma, in occasione della visita a Roma della Commissione Parlamentare Finlandese per il Futuro, ha invitato List a una discussione sulla politica italiana e lo scenario internazionale. Ecco l'intervento del titolare, buona lettura.
Signore e Signori,
Vi ringrazio per il vostro invito, è un piacere e un onore essere qui con voi.
Sono un giornalista, partiamo dai fatti: il Presidente Sergio Mattarella è a Washington, ha incontrato il Presidente Trump. C'è stata una burrascosa conferenza stampa - la più dura di sempre l'ha definita il Presidente americano - in cui sono emerse le differenze caratteriali tra i due presidenti (questo è normale, nonostante i giornali in Italia mettano in evidenza il punto, cercando uno scandalo che non c'è) e divisioni tra le politiche nazionali che invece riguardano le Relazioni Transatlantiche.
"A che punto è la notte?" è la domanda che compare nel più grande affresco letterario sul potere scritto da William Shakespeare, il Macbeth. È esattamente al punto del dramma del Bardo, la notte e il giorno sono in lite, nessuno dei due ha vinto ancora. Così è la situazione delle Relazioni Transatlantiche oggi, gli Stati Uniti hanno ingaggiato una lotta all'ultimo container con la Cina e in mezzo c'è l'Europa. Nel più grande romanzo della letteratura italiana, I Promessi Sposi, di Alessandro Manzoni, c'è una magnifica espressione che è perfetta per definire la situazione dell'Europa nella guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina: "Un vaso di coccio tra i vasi di ferro".
Il Presidente Mattarella è giunto a Washington per cucire e riavvicinare le due sponde dell'Atlantico. E lo fa con tatto istituzionale, ricerca del dialogo e fermezza. Il garbo e il tono giusto derivano dalla sua terra (la Sicilia), la capacità di ascolto, dialogo e fermezza sono il prodotto della sua cultura politica (la grande storia della Democrazia Cristiana). Continua a leggere su List.
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Che facciamo? Attraversiamo la Manica. Siamo in piena zona Brexit. Domani BoJo si gioca tutto.
06
BoJo a caccia dei voti (e vince anche se perde)
Domani Westminster vota l'accordo siglato da Boris Johnson con l'Unione europea. Partirà la Brexit o il No Deal? Sappiamo che BoJo si gioca tutto per una manciata di voti, sappiamo che gli irlandesi del Dup voteranno contro, ma oltre questo per ora non si va. Oggi il primo ministro britannico cercherà i voti che gli servono per finalizzare l'accordo e andare all'uscita secondo la data stabilita, il 31 ottobre. Finora Westminster è stata una fossa dei leoni, Theresa May ha subito una serie di cocenti sconfitte fino alle dimissioni e per Johnson finora non è certo andata benissimo, visto anche il suo tentativo (andato a vuoto) di chiudere il Parlamento. Johnson ha bisogno di almeno 320 voti, gli irlandesi del Dup sono fermi al no, così i Laburisti e i Lib-Dem e i nazionalisti scozzesi. BoJo deve sperare in defezioni negli schieramenti e in ogni caso non è certo neppure dei voti del suo partito, i Toris hanno 287 deputati, ma di certo non stravedono tutti per Boris. L'appuntamento è per domani a Westminster e il Parlamento si riunisce per la prima volta di sabato dai tempi della guerra delle isole Falkland. Qualcosa vorrà pur dire. BoJo vincerà? C'è chi pensa (perfino il Guardian) che in ogni caso il premier sia in una posizione win win: se passa l'accordo, è un ribaltone di tutta la storia dell'uomo del No Deal che fa il miracolo; se non passa dirà che ci ha provato fino all'ultimo per senso di responsabilità, che sono stati i ribelli a non volere l'accordo e tirerà dritto imbracciando il No Deal e chiedendo il voto anticipato dove i sondaggi lo danno largamente vincente. Sono inglesi. E il Regno è perfettamente (dis)Unito.
07
La vera Brexit è quella del Regno
Boris Johnson sorprende tutti. L'uomo del No Deal chiude l'accordo con l'Unione europea, la parola passa a Westminster e non sarà una passeggiata. Lorenzo Castellani fa un giro di giostra nella terra di mezzo del Regno (dis)unito
Accordo fatto. Boris Johnson a Bruxelles tra la stretta di mano di Viktor Orban e Angela Merkel (Foto Ansa)Il Regno Unito e l'Unione europea hanno raggiunto l'accordo sulla Brexit. Boris Johnson esulta: "Accordo eccellente, sabato il Parlamento lo approvi". Gli unionisti del Dup non ci stanno, BoJo cerca i voti mancanti e punta a spaccare il Labour. No da Jeremy Corbyn e dai LibDem: "L'accordo va respinto, serve un referendum". Contrario anche Nigel Farage. Il Presidente Ue Jean-Claude Juncker: "Intesa equa ed equilibrata, non ci sarà nessuna proroga se il Parlamento inglese boccerà l'accordo".
di Lorenzo Castellani
In spregio a chi considerava il No Deal la prima ipotesi sul piatto di Boris Johnson, il primo ministro ha raggiunto un accordo con l’Unione Europea. La questione non è chiusa, perché il Parlamento di Westminster dovrà ratificare a maggioranza l’accordo. Non è detto che ciò accada e a quel punto resterebbe in tavola ancora il No Deal. Le sorti dell’accordo sono nelle mani dei parlamentari nord irlandesi.
E qui si svela il punto centrale di tutta la faccenda: gli unionisti conservatori del DUP voteranno l’accordo oppure no? Sopporteranno un probabile affievolimento della posizione dell’Irlanda del Nord rispetto al resto della Gran Bretagna? Accetteranno di fare da confine, scopriremo presto a quali condizioni, con la UE? La questione è fondamentale perché mette a fuoco la reale posta in gioco della Brexit. Continua a leggere l'articolo su List.
***
Che cosa resta sul taccuino? Lo sciopero generale in Catalogna. La storia degli indipendentisti non finisce mai. Che corrida.
08
Catalogna. Rinviato "El Clasico"
Non è la movida. Barricate a Barcellona (Foto Ansa)Troppa tensione, giochiamola in un altro momento. "El Clasico", la sfida calcistica tra Real Madrid e Barcellona è stato rinviato. La Federazione calcistica spagnola ha deciso che uno degli eventi sportivi più importanti del mondo può attendere. La partita si doveva giocare il 26 ottobre, ma con questo scenario di guerriglia urbana è meglio non dare a nessuno l'occasione per mettersi in mostra in mondovisione. Siamo alla quarta notte di scontri in Catalogna, anche ieri ci sono stati numerosi episodi a Barcellona e a Girona. E stamattina l'ex presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, si è presentato stamane spontaneamente di fronte alla giustizia belga, accompagnato dai suoi avvocati. Che giornata, abbiamo ancora parecchio da raccontare. A più tardi.
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abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.